Capitolo 26

Canzone consigliata per il capitolo: Mariah Carey "The Art Of Letting Go"

**Montaggio fatto da me**



Solo adesso mi rendo conto di quanto ci stiamo avvicinando a natale, il freddo si fa sempre più pungente e il sole si fa vedere sempre più raramente. I maglioni invernali che mi sono portata stanno iniziando troppo stretti per contenere la mia pancia quindi sotto di essi tendo a mettere una maglietta intima e una maglia a collo alto. Nonostante l'aria dentro casa sia calda io sono una persona molto freddolosa e, quando si avvicina il periodo invernale, tendo a coprirmi molto.  Per l'ennesima volta tento di abbassare il maglione grigio che sfortunatamente rimane fisso quasi a metà pancia, con uno sbuffo lascio perdere per poi lavarmi le mani nel lavandino della cucina. Una volta fatto cerco con lo sguardo lo straccio che non è al solito posto, lo vedo sui fornelli spenti e mi ricordo, stupidamente, di averlo appoggiato lì poco prima. Come lo afferro mi viene spontaneo sollevare il capo e noto il signor Jackson osservarmi mentre è appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto. Sembra essere intenerito dal mio vano tentativo di abbassare il maglione, arrossisco vistosamente come al solito.

- Buongiorno signor Jackson - lo saluto mentre distolgo lo sguardo.

Sento la sua presenza sempre più vicina a me e in poco tempo me lo ritrovo al mio fianco con una mano appoggiata sul piano cottura a sostenere il suo peso.

- Buongiorno - risponde con una voce particolarmente profonda.

Non saprei descrivere la sensazione che ho appena provato, questo tono di voce è così sensuale. Distolgo lo sguardo da lui repentinamente andando a prendere delle arance per la spremuta. 



Mi passa di fronte voltandomi le spalle per dirigersi verso il cesto di frutta, la sua camminata è sinuosa e i suoi fianchi ondeggiano armoniosamente. Automaticamente mi mordo il labbro quando la vedo fermarsi per poi appoggiare il peso su un piede mostrando perfettamente il suo fondoschiena perfetto fasciato dal pantalone elasticizzato. Sta selezionando le arance per la spremuta che le chiedo sempre per la colazione con molta calma, io abbasso gli occhiali da sole che tendo a tenere anche in luoghi chiusi per poterla osservare meglio.

Non so nemmeno io perché mi sto comportando così, chissà quanto è piccola rispetto a me. Continuo a scrutare la sua figura di profilo come incantato fino a quando un colpo di tosse non mi fa ricomporre all'istante.



Ho appena preso quattro arance dal cestino e un colpo di tosse mi fa voltare, sorrido quando riconosco il signor Beard sulla soglia della cucina. Ha uno sguardo strano rivolto verso il signor Jackson che sta aggiustando la sua giacca nera mentre guarda il pavimento. Perplessa lascio perdere e mi avvicino al piano cottura dove avevo appoggiato precedentemente un tagliere e un coltello insieme allo spremi agrumi.

- Buongiorno signor Beard, lei ha già fatto colazione? - domando gentilmente dopo aver posato le arance.

L'uomo in questione si gratta leggermente il capo per poi rivolgermi anche lui un sorriso facendo un gesto non curante.

- Non preoccuparti, l'ho già fatta all'alba - risponde.

Io annuisco per poi ritornare a ciò che stavo facendo, non mi da fastidio il fatto che mi dia del "tu". Forse è a causa dell'educazione parecchio rigida che mi è stata impartita che non riesco ad essere confidente con i miei collaboratori.

- Signor Jackson, l'ospite è arrivato - comunica il signor Beard al boss per poi congedarsi.

L'uomo dai lunghi capelli neri annuisce per poi voltarsi verso di me, io stavo per iniziare a fare la spremuta ma la sua mano si posa sulla mia fermando ogni mio gesto.

- Lascia perdere per il momento, ho bisogno che tu venga con me - mi impone quasi guadandomi attraverso gli occhiali da sole.

- Ma signo.. - cerco di contraddirlo.

Non mi lascia il tempo di parlare che con la sua mano libera poggia la metà dell'arancia che tenevo tra le mani per poi trascinarmi fuori dalla cucina. Titubante tento di seguirlo vista la mia andatura leggermente goffa. Arriviamo all'ingresso e una cameriera ci apre il portone, mi rivolge un sorriso mentre guarda la mia pancia, tento di ricambiare ma vengo trascinata prepotentemente fuori. L'aria gelida mi entra nelle ossa, l'uomo non mi lasciato neanche il tempo di prendere il cappotto o qualsiasi cosa per coprirmi. Cerco di riscaldarmi sfregando la mano libera sul braccio lasciandomi uscire dei sospiri tremanti. Il mio capo se ne accorge e lascia la mia mano rientrando in casa, neanche il tempo di domandarmi dove sia andato che ritorna portando con se un cappotto nera molto lungo e chiaramente da uomo. Lo appoggia sulle mie spalle e io me lo stringo addosso visto che é leggermente caldo.

- Va meglio? - domanda scrutandomi dall'alto.

- Si la ringrazio - gli rispondo facendo anche un gesto di assenso con il capo.

Lui sorride per poi circondarmi il bacino con un braccio, con un semplice gesto mi porta attaccata al suo corpo. Inevitabilmente arrossisco e non posso fare a meno si sollevare lo sguardo per poterlo osservare dal basso. La linea della mascella è ben delineata e un accenno di barba è presente su di essa, il suo viso è particolarmente bianco ma la mia attenzione si sposta su delle macchioline leggermente scure sul suo collo. In questo momento non so che cosa pensare così distolgo lo sguardo da esse per poi guardare anche io di fronte a me. Infondo al vialetto noto una macchina scura parcheggiata e degli inservienti che trasportano delle valige venendo in questa direzione. I due uomini fanno un gesto con il capo insegno di rispetto al signor Jackson per poi entrare dentro casa. Dall'automobile esce una figura completamente vestita di nero con un cappotto particolarmente lungo e un cappello nero. Più costui si avvicina a noi più riesco a scorgere maggiori dettagli. Una sciarpa viola circonda il collo dello sconosciuto e le sue scarpe leggermente a punta sono estremamente lucide. Finalmente l'uomo alza lo sguardo e mi salta all'occhio la sua carnagione scura e i suoi grandi occhi scuri. Il suo sguardo da serio si trasforma in un sorriso smagliante mentre lui e il signor Jackson si guardano.

- Ehi man - dice allungando una mano.

Il mio capo si allontana una attimo da me per potergli stringere la mano, viene catturato da un'abbraccio da veri uomini con tanto di pacche sulla spalla. Io me ne sto in silenzio ad osservare la scena e domandandomi che cosa ci faccio qui. Si staccano e l'uomo di colore punta lo sguardo su di me sgranando gli occhi.

- Goddamn!* - esclama a bocca spalancata scrutandomi dall'alto in basso.

Arrossisco vistosamente distogliendo lo sguardo, una presa sul fianco mi fa sollevare lo sguardo. Il signor Jackson mi guarda con un sorriso divertito sul volto mentre mi ritrovo nuovamente appiccicata al suo corpo. Che maleducata non mi sono nemmeno presentata, gli porgo la mano che lui prontamente stringe mostrando un radioso sorriso.

- Madeleine Cruz, piacere di conoscerla - mi presento mostrandomi ancora imbarazzata.

Invece di agitare la mia mano fa una piccola torsione sul polso per poi chinarsi leggermente posando un bacio sul dorso della mia mano, io sorrido divertita. L'uomo si rimette in piedi scrutandomi con un sorriso smagliante.

- Chris Tucker e il piacere è tutto mio -


Queste siete voi ogni volta che Madeleine e Michael sono ad un passo dal baciarsi e alla fine succede tutt'altro ahahah.

https://youtu.be/NjlRKax7Kfw


**Trailer storia**

https://youtu.be/S1KRPNUaAiQ


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