π πππππ‘πππ ππΜ, πππ ππππππππππ‘π ππππ'πππππ
Vado a casa di Edoardo la mattina seguente, mi ha dato appuntamento senza dirmi cosa abbiamo da fare.
Io vado un po' pure per guardare Morena.
Busso alla porta e mi metto ad aspettare, mi sfrego le mani e ci alito sopra per scaldarle dal gelo.
Viene ad aprirmi proprio Morena, il viso stropicciato dal sonno, i boccoli che le cadono irregolari. Indossa un pigiama di raso nero, la squadro come se la stessi studiando.
"Buongiorno." Mi dice e le sue labbra carnose si aprono in un sorriso.
"Ciao." Le rispondo come colpito da un fulmine, getto poi un'occhiata in giro.
"Cerchi mio fratello?" Chiede retorica e si appresta al bancone della cucina dove si mette a preparare la colazione.
"Sì." Le dico e mi siedo sullo sgabello.
"Ha passato la notte con Valentina." Mi confida trattenendo una risata.
"Davvero?" Rido coprendomi poi la bocca con la mano.
"Vieni." Mi dice facendomi segno verso la camera, così rivedo la Morena bambina, quella delle marachelle.
Sbirciamo nella stanza, Edoardo e Valentina dormono abbracciati, così io e Morena tratteniamo delle risate.
"Ci avresti mai scommesso?" Mi sussurra e mi fissa, siamo così vicini.
Deglutisco e scuoto la testa, il suo corpo così vicino al mio riscalda l'ambiente, mi appoggio allo stipite della porta facendo rumore, così Edoardo e Valentina balzano dal sonno e ci sorprendono a spiarli.
"Ma che state a fa, oh?" Edoardo urla alzandosi dal letto, noi scappiamo inseguiti da lui. "Se v'acchiappo."
Così io e Morena corriamo ridendo come due bambini.
"Guarda 'a 'sti due." Edoardo ci ammonisce, intanto si alza anche Valentina e ci raggiunge.
"Γ stata lei." Dico indicando Morena che prontamente mi strattona.
"Ma perché non ve li fate gli affari vostri?" Edoardo si mette a fare il caffè.
"Prima o poi dovevamo scoprirlo, no?" Morena addenta un croissant, così Edoardo le dà uno scappellotto.
"Vedi Vale, noi eravamo tipo così da bambini, tutti e 3 assieme." Morena spiega.
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"Sì, sti due se davano certe mazzate." Continua Edoardo mentre facciamo colazione tutti assieme. "Fino a quando..." inizia e ride prendendomi in giro, così lo ammonisco con un'occhiata.
"Cosa?" Valentina chiede curiosa e impaziente.
"Il signorino ha pensato bene de bacià mi sorella." Edoardo mi da una pacca sulla spalla, così tossisco.
"Davvero?" Valentina sgrana gli occhi.
"Dai, c'avevamo 10/11 anni EdoΓ ." Morena lo ammonisce forse notando il mio imbarazzo.
Ma Valentina insiste, continua.
"Embè e tu che hai fatto?" Chiede a Morena che abbassa lo sguardo nel suo cappuccino.
"Vale, eravamo bambini, manco sapevo cosa mi piacesse."
"'O sapevi, Francesco te piaceva." Edoardo dice ridendo.
"Vabeh, ma non stavamo parlando della vostra notte assieme?" Morena sposta l'attenzione sull'argomento.
"Fateve gli affari vostri." Edoardo sbuffa e inzuppa il suo croissant nel cappuccino.
"E allora fateveli pure voi." Morena gli restituisce una boccaccia e se ne va.
"Quanto è antipatica." Edoardo dice a bocca piena. "Laurè, comunque noi annamo ai mercatini di Natale, ce vieni, no?"
"Ai mercatini de Natale? Io? No, EdoΓ . Che ce devo fa?" Sbuffo.
Davvero mi sono alzato presto e sono corso qua per i mercatini di Natale?
"E dai, ce ne annamo tutti e 4." Insiste.
Tutti e 4, ci sarΓ pure Morena.
Unico motivo che mi fa dire di sì.
Ma che senso c'avrΓ poi? Manco niente ci farΓ².
PerΓ² la devo guardare, la devo studiare, devo coglierne i particolari. Mi ispira come una musa al suo artista, vorrei dipingerla, cantarla.
Devo guardare Morena, ne ho bisogno.
Arriviamo ai mercatini, il freddo ci fa stringere nei cappottini.
Tutto Γ¨ addobbato e la gente sembra felice, come se in questo periodo dell'anno sparissero problemi e preoccupazioni, come se si mettessero in pausa.
Edoardo prende Valentina per mano, gliela stringe forte.
"Fanno sul serio allora?" Dico a Morena, che Γ¨ intenta a guardare degli addobbi su una bancarella.
"Pare proprio di sì." Sorride nel guardarli. "So contenta però, sai? A mio fratello serve un po' di stabilità ."
La stabilitΓ , quella che fa paura a tutti, ma perchΓ© dovrebbe servire? PerchΓ© ci si deve legare e poi rischiare di essere strappati via?
"Tu dici?" Fiato e osservo due fossette comparire ai lati delle guance quando sorride.
Si mette ad annusare delle candele profumate, mentre io nell'aria sento solo il suo buon odore.
"Dico." Annuisce e corre tra una bancarella e l'altra come una bambina desiderosa di vita.
"Morè." Cerco di starle dietro, intanto abbiamo perso Edoardo e Valentina.
La raggiungo e la tiro per il cappottino, così il suo corpo si attacca al mio.
"Ma te stai bona? Quanto corri." Rido e lei con me, schiaffandomi le fossette in piena faccia.
"Vischioooooo." Urla un commerciante con un fascio enorme tra le mani, un altro rametto ce lo piazza sulle teste, cosi noto che io e Morena siamo ancora uno attaccato all'altra.
"No, grazie." Morena ride e si scosta da me. "Questo sarebbe veramente troppo pure per una commedia romantica Natalizia."
"C'hai ragione." Le rispondo un po' deluso, forse mi serviva una scusa per ammettere che muoio dalla voglia di assaggiare le sue labbra.
Ma Morena sfugge, liquida l'uomo e il suo stupido ramo di vischio, corre verso altro, perchΓ© sotto quel vischio c'ero io.
"Vieni, dai, ci sono le caldarroste." Mi dice mantenendo alto l'entusiasmo, il mio si Γ¨ appena congelato.
Mi porge un conetto.
"Ma tu c'hai mai piΓΉ ripensato a quel bacio?" Esordisco improvvisamente, senza nemmeno pensare.
"Quale bacio?" Chiede e increspa la fronte.
"Il nostro, Morè, quello che t'ho dato a 10 anni."
Morena ride, si mette a fissarmi e ride di nuovo.
"Ma quello manco era un bacio, Lauro. Mi hai appena sfiorato le labbra, eravamo piccoli, non sapevo nemmeno che pensare." Mi risponde confusa, del resto come darle torto?
"Perché? Perché non ero alla tua altezza? Non c'avevo la casa a due piani come Francesco? Eri troppo bella per me, Morè? Io stavo nelle case popolari, eh?" Le inveisco contro come un pazzo, ma che mi è saltato in mente?
Così tra le tante cose che può fare, Morena, mi sorprende ancora una volta.
Non urla, non sbraita, non mi restituisce un ceffone che mi farebbe rinsavire.
Non mi volta le spalle e se ne va spaventata.
Morena Γ¨ difficile da leggere, come un bel thriller psicologico nel quale vieni ingoiato e ti ci perdi.
Morena mi tira a se e mi bacia, le sue labbra toccano le mie, sento finalmente che sapore ha e sembra meglio di come lo avevo immaginato.
Così resto zitto e inerme, ci baciamo per un lasso di tempo che non decifro.
"Contento mo?" Si stacca e mi da le spalle.
"Che m'hai fatto un piacere?" Chiedo piΓΉ deluso di prima.
Così ride e si stringe nel cappottino.
"Ma quante domande fai?"
Tante Morè, troppe.
Per questo non vivo.
Penso troppo.
"Rispondimi." Le dico piazzandomi diΒ fronte a lei.
"Non t'ho fatto un piacere, Lauro. Mi andava di farlo." Annuisce, così penso di smetterla di assillarla, di mettermi in gioco, di provare a risentire il suo sapore.
Le cerco la bocca, lei non scappa, resta a farsi assaporare.
"Lauro." Mi dice improvvisamente staccandosi leggermente da me.
"Che?" Le chiedo confuso.
"'E vecchiette, ce stanno a guardΓ male." Mi dice sussurrando e trattenendo una risata.
"Scusate, mo ma porto via. Nun me resiste, sapete com'Γ¨." Scherzo di fronte ai loro sguardi indignati, mentre Morena si copre una risata.
La prendo per mano e la porto con me, lei non chiede nulla, si lascia guidare.
Ed io non sto pensando, il mio cervello se ne Γ¨ andato a puttane da quando ho sentito il sapore di Morena.
Così mi scordo tutto, che è la sorella di Edoardo, che non so quello che voglio dalla vita. Che potrei farle male da un momento all'altro e non se lo merita.
Ma me lo scordo e fiondo nuovamente le mie labbra sulle sue.
"Da quando avevi voglia di baciarmi?" Mi chiede lei notando che sembro un cane affamato.
"Da quando ti ho vista in aeroporto." Annuisco sorridendo e mi mordo un labbro. "Ma forse, la cotta non mi Γ¨ mai veramente passata." Le confesso e forse per la prima volta lo sto ammettendo pure a me stesso.
Così ce ne andiamo a casa mia, scordandoci di tutto, pure di Edoardo e Valentina.
Varchiamo l'ingresso ancora labbra su labbra, richiudo la porta e mi libero del cappotto, lo stesso gesto lo compie Morena.
La guido fino al divano, dove ci sediamo ancora baciandoci, le mie mani sembrano dei corridori sul suo corpo.
Ci accarezziamo e mi sento incerto, Morena Γ¨ un territorio inesplorato, una bella isola sulla quale quasi hai paura di naufragare.
Ma mi avventuro, naufrago tra le sue cosce come un esperto marinaio.
Entro dentro Morena, la sento ansimare, ci muoviamo a ritmo come in un ballo di passione.
Si siede a cavalcioni su di me e le sposto i capelli all'indietro, scopro così tutto il suo collo dove mi appresto a baciarla. Lei stringe le sue braccia intorno al mio corpo, si regge a me mentre continua a muoversi ritmica. In questo momento Morena è mia.
Ci sdraiamo nudi e soddisfatti, siamo sazi. Ma mi Γ¨ bastato davvero?
La guardo e non smetto di trovarla bellissima ed enigmatica, come la vedevo a 10 anni.
Con tutte le altre bambine era semplice, sapevi che fare e cosa dire, quasi come se ci fosse uno schema. Con lei no, mai.
Ma perchΓ© non smetto di guardarla come si guarda una Madonna? Passato lo sfizio dovrebbe passarmi anche questo.
E invece la osservo, la punta del suo naso all'insΓΉ, il viso duro e dolce al tempo stesso.
Si mette pancia sotto e mi fissa.
"Va tutto bene?" Giocherella con un dito sul mio viso.
Tossisco appena, smettila di farmi effetto, Morè.
"Sì." Fiato appena, ma non è vero. Vorrei di nuovo fiondarmi su di lei, vorrei svegliarmi domani mattina abbracciati e stropicciati e fare colazione insieme. Ma ho paura di tutto ciò che sto pensando, così mi scosto da lei e mi siedo.
"Andiamo, va. Edoardo ce starΓ cercando." Cambio tono ed espressione.
"Vuoi giΓ andare via?" Mi chiede voltandosi, ha il seno scoperto e balzo appena nel guardarla di nuovo nuda.
"Sì, dobbiamo." Sbuffo e mi rivesto, così Morena mi restituisce un'espressione contrariata.
Cammina spedita verso l'uscita una volta ricomposti, così stupidamente chiamo il suo nome.
"Morè." Dico e si volta verso di me. "Mi spiace..." Comincio, ho liquidato le donne mille volte ma stavolta mi sta pesando come un macigno.
"No, Lauro, risparmiati." Ride sarcastica. "Risparmiami tutta quella parte patetica in cui mi dici che non cerchi nulla e te ne sei ricordato solo dopo aver scopato, so giΓ il copione a memoria."
"Non Γ¨ questo." Dico cercando una spiegazione, ma non c'Γ¨.
"Ah no? E cos'Γ¨?" Mi chiede incrociando le braccia, la fisso bella e carica di rabbia. Ha i boccoli leggermente spettinati, il rossetto baciato via da me. Quanto mi piace guardarla e quanto mi fa paura farlo.
"Γ complicato." Faccio spallucce.
"Oh, certo." Sembra prendermi in giro. "Andiamo Lauro, ti sei gonfiato l'ego, mi portavi ancora rancore per quella specie di bacio a 10 anni. Γ patetico. Ma bravo, ci sei riuscito, non hai avuto solo un bacio, mi hai portata a letto, sei contento?" Mi urla contro e afferra la maniglia, io me ne resto zitto e pieno di vergogna. Morena fa per uscire, poi ritorna dietro.
"Ah, tranquillo, non te la faccio spaccare la faccia da mio fratello." Mi dice e corre giΓΉ per le scale.
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