Ancora un po'.
Improvvisamente mi sento sfiorare la schiena, ho come un brivido e mi giro di scatto.
«Posso parlarti?» Ha l'aria scema, in questo momento credo di odiarlo e odio anche me perché l'odio è un sentimento. Vorrei provare indifferenza, ma non ci riesco.
«No Clemente, non mi incanti più.» Faccio per andarmene ma mi blocca per un braccio.
«Mi devi ascoltare.» Urla.
«Chi sei tu per dirmi cosa devo fare?» Urlo più forte di lui.
«Hai ascoltato la canzone?» Chiede ansioso.
«L'ha ascoltata Elena, io ero li per caso.» Sbuffo.
«Hai ascoltato cosa ti ho detto?»
«Che sono stata la passione di una notte.» Mi fermo, non proseguo.
«Sì, ma che vorrei tu fossi quella della vita.»Si porta una mano alla nuca, sembra imbarazzato.
«Tra 2 giorni ritorna Edo, penso di ripartire insieme a lui per Milano.» Scrollo le spalle.
«Cosa?» Mi blocca il viso tra le mani.
«Sei un uomo, ma che ci fai con una ragazzina? Tu sei un rapper tutto d'un pezzo. Siamo due pianeti opposti, Clemè, siamo il Nord e il Sud.» Cerco di trattenere qualche lacrima.
«E facciamo l'unità d'Italia.» Scherza, facendomi ridere.
«Mi mancherà il vostro accento.»
Mi bacia ed io resto lì ad assecondarlo, bella scema. Lo considero un bacio d'addio.
Restiamo tanto tempo abbracciati e il vento comincia ad agitare le onde, come se avvertissero la nostra stessa agitazione.
Dopo un po' il cielo si annuvola, in lontananza sentiamo qualche tuono e qualche gocciolina fine comincia a bagnarci.
«Vieni con me.» Mi tira, e pian piano la pioggia si fa sempre più insistente.
Arriviamo ad una specie di casale abbandonato posto alle spalle della spiaggia, apre la porta e mi fa entrare.
«Qui porti tutte quelle che ripari dalla pioggia?» Lo punzecchio.
«Quelle belle.» Fa lo stesso lui con me, non posso permettermi il lusso di fare la gelosa. Mi riprende tra le braccia e mi tiene stretta.
Facciamo l'amore, e stavolta mi sento di dire amore, perché l'ho sentito dentro, dentro l'anima. Ho una paura terribile. Tremo e probabilmente deve essersene accorto, mi appoggia la sua felpa sulle spalle e mi tiene stretta.
«È come ho detto nella canzone, tu sei il cristallo posto sulla mia corona, la fai più bella, la rendi importante.» Spiega, io intanto mi maledico nuovamente.
«E' un addio.» Dico convinta.
«Come?»
«lo e te non dobbiamo vederci più, stavolta sono stata sporca come te, ho tradito il mio ragazzo.» Sbuffo, mi distacco da lui e mi ricompongo.
«Ti ho costretta?»
«Non ho detto questo.» Asciugo le lacrime.
«Crystal.» Mi tiene ferma. «Perché hai fatto di nuovo l'amore con me?»
«Sesso, non amore.» Mento a lui, perché a me stessa ormai non so farlo più.
Si arresta, mi guarda come se non riuscisse nemmeno a vedere l'immagine che ha davanti.
«Capisco.» Annuisce. «Ti lascio stare.» Scrolla la testa e si ricompone.
Lasciamo il casale che è quasi l'alba, la pioggia ha smesso e il sole a breve sorgerà.
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