[CAPITOLO 1]





LONDRA

15 Maggio 1997

La metropolitana, il Big Ben, la gigante ruota panoramica, i negozi di lusso, i Double Decker, gli iconici autobus rossi a due piani, la cabina telefonica rossa, le sterline e la monarchia. Questa era Londra, una delle città più lussuose del mondo, e quelle caratteristiche la rendevano specialmente iconica, col potere di fare rimanere incantati ogni turista che si recava nella città.
E Sandie Vrachnos, e sua Chloé di ormai tre anni vivevano in quella meravigliosa città da due anni e mezzo.

Sandie pochi mesi dopo dalla nascita di sua figlia, aveva preso la decisione di andarsene via dagli Stati Uniti per distaccarsi dall'America, così per mettere da parte alcuni soldi mise in vendita l'appartamento a Beverly Hills, e dopo averlo venduto partì insieme alla figlia di pochi mesi per recarsi in una città globale, Londra.
Grazie all'aiuto del padre trovò un appartamento proprio al centro della città. Inizialmente il padre era molto titubante all'idea che la figlia insieme alla piccola partissero verso un nuovo paese per stabilirsi, ma pensò che era giusto così, staccare dall'America e cambiare aria le faceva più che bene.
Non poteva più stare in quella casa, tantomeno in quella città, troppi ricordi la portavano alla tristezza per tanti motivi, il principale era proprio Michael.

Così la donna dalle iride verdi si trasferì nel Regno Unito, per mantenere la figlia e l'appartamento andò a lavorare per mezza giornata, così cerco lavoro presso il London Chest Hospital, non solo lavorò come dottoressa ma anche come assistente ad un noto cardiochirurgo pakistano, Hasnat Khan, il quale la prese sotto la sua ala, le insegnò tutto sulla cardiologia, lui veniva a casa sua per darle lezioni private e ogni volta le veniva incontro quando si trattava di un imprevisto.

Ma il dottor Khan, le fece presentare la donna più famosa del mondo, con la quale aveva una relazione segreta, e quando vide quella donna Sandie rimase a bocca aperta, era la principessa Diana, il suo mito adolescenziale, la donna che le aveva dato ogni forma di ispirazione, e incontrarla del vivo fu un sogno diventato realtà, la Sandie adolescente sarebbe svenuta. Tra le due donne ci fu subito un filling e divennero amiche molto intime, allorché la principessa la fece assumere come sua dottoressa privata.
Sandie era al settimo cielo e per un attimo ci fu luce nella sua vita, ma non era più quella ragazza solare come lo era qualche anno prima.

Ebbe un cambiamento drastico emotivamente parlando, era diventata cinica, fredda, quasi apatica verso gli uomini, era diventata il suo opposto.
Quella Sandie non c'era più, era morta quel giorno di Febbraio dove Michael le aveva spezzato il cuore. Anche il suo aspetto cambiò, in primis si tinse i capelli di un nero corvino, quasi come quelli di Biancaneve, il suo viso come il suo corpo era diventato più sciupato e spento.

Il suo umore splendeva solo ed esclusivamente con la figlia, era con lei che quella Sandie della quale era stata uccisa in qualche modo viveva ancora, solo grazie a sua figlia, che nel frattempo era cresciuta, era diventata una bambina bellissima, aveva i capelli ricci mori, gli occhi verdi della madre, la pelle candida e chiara come porcellana e le piccole labbra a forma di cuore.
Esteticamente era Sandie in miniatura ma caratterialmente era identica a Michael, era una bambina dolcissima, tranquilla, tanto curiosa, altruista e molto molto timida come il padre, anche il sorriso lo aveva preso da lui, quando Chloé sorrideva era uguale al cantante il che faceva venire i brividi.
Stellina era molto orgogliosa di come stava crescendo, e la stava crescendo da sola facendole sia da madre che da padre.

Nel frattempo conobbe un uomo, lo conobbe in ospedale ed era uno degli assistenti del dottor Khan, si chiamava Vincent Voorhees, un uomo bellissimo dai capelli neri, occhi marroni, labbra leggermente sottili, un naso quasi a patata e di buona statura.
Vincent e Sandie provarono subito un'attrazione fisica verso l'uno per l'altro, e dopo vari appuntamenti non resistettero alla passione, e da lì entrò in azione la cupidigia tra il loro rapporto, che oltre ad essere una buona amicizia c'era di base il sesso, solo sesso, e Sandie non voleva saperne di innamorarsi di nuovo, di fatti verso di lui aveva un atteggiamento molto molto freddo, talvolta li portava a vari litigi ma si volevano bene, lei lo portava spesso a casa e passavano momenti insieme anche con Chloé, che per Vincent ebbe un debole enorme mostrando degli atteggiamenti paterni. L'uomo si fece raccontare da Sandie chi era il padre della bambina, e Sandie nonostante tutto protesse Michael, dicendo che aveva avuto una bellissima relazione con un miliardario che era proprietario di un'azienda importante e che l'aveva tradita, disse una mezza verità.
Vincent era molto affettuoso nei confronti di Sandie, la portava a cena fuori, la trattava come una principessa, ma lei invece non lo trattava allo stesso modo, anzi, a volte era molto sgarbata, si comportava come un pezzo di ghiaccio e questo a Vincent lo faceva star male, chiedendo dove stesse sbagliando nei suoi atteggiamenti, ma continuò a starle al suo fianco.

Stellina in quegli anni non si scordò di Michael, anzi, sentiva di amarlo più di tre anni fa, il che a volte la portava in varie crisi, dopo la gravidanza ebbe un periodo di depressione post partum e da lì per non cadere sulle tentazioni suicide decise di partire e cambiare città il che la portò a buoni risultati. Ma il cuore chiamava il suo nome.
In quei tre anni era aggiornata in tutto su di lui, come ad esempio il divorzio con la Presley e dal nuovo matrimonio con l'infermiera che lei aveva sostituito, Debbie Rowe e la nascita del figlio Prince, finalmente Michael era felice ed era diventato padre, ma in quegli anni provò ad odiarlo intensamente ma con scarsi risultati, era solo molto molto arrabbiata e il fatto di aver buttato via ogni cosa che avevano costruito la faceva sentire a pezzi. Così, per cercare di guarire le sue ferite decise di andare a fare un corso dalla psicologa e poco a poco stava guarendo, cercando di trattenere le lacrime ogni volta che pensavano al Loro, che aveva dato luce con quel cantante, rassegnando con i giusti tempi che Michael l'aveva dimenticata nel giro di pochissimo tempo.

Quella era la sua vita a Londra, occuparsi di sua figlia, lavorare in ospedale, andare da Diana e stare il tempo con Vincent, una vita movimentata ma che lei camminava con un peso sul cuore come se non fosse soddisfatta della sua vita, come se le mancasse qualcosa ed era l'amore, e lei provava in tutti i modi ad innamorarsi di Vincent ma i suoi occhi lo guardavano solo come se fosse un amico, un buon amico, e che sapeva che avrebbe amato Michael per il resto della vita.

Era un giorno di Maggio, a Londra c'era una temperatura neutra, non faceva né caldo né freddo si stava bene.
Sandie era in macchina e accanto a lei c'era Chloè vestita con un grembiulino rosa, i suoi capelli ricci erano raccolti in teneri codini, e giocava teneramente con una Barbie tra le mani, la stava accompagnando all'asilo, la madre la guardava e sorrideva, era così tenera e piccola, la guardava come la creatura più bella del mondo, a stento credeva di averla creata lei e di aver messo al mondo una meraviglia del genere.
Alla radio stavano trasmettendo una canzone di Withneh Houston "I wanna dance with somebody" stellina canticchiava quella canzone mentre guidava e Chloé sorrideva, ma non diceva alcuna parola, pronunciava solo la parola mamma, Sandie capí che il linguaggio stava ritardando e aveva solo tre anni, sospirò e decise che l'avrebbe portata in terapia per farla parlare.

Una volta arrivata all'ingresso dell'asilo la bambina dai capelli ricci scoppiò a piangere, non voleva andare all'asilo ma neanche staccarsi dalla mamma, Sandie la prese in bacio e la baciò sulle labbra.
«Mamma ti verrà a prendere, non piangere amore della mamma.» la bambina strinse a sé la sua dolce mamma, continuando a piangere.
«Mamma, mamma!» lei la riempì di baci quando poi udì il suono di un campanello.
«Amore devi andare, ma non piangere sennò come faccio a stare tranquilla ...» la mise giù e l'accompagnò all'ingresso, la bimba rassegnata se ne andò salutando la mamma con la manina raggiungendo la classe insieme agli altri bambini.
Sandie la salutò con le lacrime agli occhi, per una madre era difficile distaccare dalla figlia anche solo per qualche ora, non poté dimenticare primo giorno d'asilo di Chloé dove scoppiò in un pianto disperato quando se ne andò. Non lo dimenticò mai.



London Chest Hospital


Il dottor Khan sembrava nervoso, non gli stava bene niente nemmeno una cosa più semplice e i suoi dipendenti erano stanchi del suo comportamento che durava da un po' di mesi.
Sandie accorgendosi del comportamento del suo capo decise di aiutarlo.
«Cos'è successo? È da mesi che non fai altro che essere arrabbiato.» domandò Sandie mentre sistemava gli strumenti al suo posto. Ci fu un silenzio tombale fino a che il dottore non rispose alla sua domanda.
«Mi sono lasciato con Diana.» lei alzò lo sguardo e si girò verso la sua parte.
«E come mai? Se posso saperlo.» domandò a sua volta.
Il dottore pakistano mise una mano sulla fronte.
«Hanno scoperto la nostra storia e i paparazzi erano come impazziti, mi hanno perseguitato ovunque, mi sembrava di vivere un incubo. Per quanto io la amo non è quello che voglio, non riuscirei a gestire tale pressione, e poi siamo troppo diversi. A malincuore l'ho dovuta lasciare.» Sandie a quel racconto gli venne un deja vù, infondo anche lei aveva avuto una relazione con una celebrità di quel calibro, poteva capire la situazione.
«Però lei credeva nel vostro amore.» commentò la donna, come se stesse difendendo la principessa.
«Ma non potevamo costruire un futuro insieme, lei è una principessa ed io un comune dottore, però c'è da dire che era molto protettiva con me, ha cercato di proteggermi dalla stampa e nonostante ciò l'ho amata e la amo ancora, ma credimi, è meglio così.» continuò il dottore e Sandie restò in silenzio e non commentò, non era nessuno a giudicare le scelte delle persone così preferì rifugiarsi nel silenzio.
«Io ho finito qui, vado un attimo in bagno.» disse la donna con tono freddo per poi uscire dalla stanza.

Camminava nel corridoio quando incrociò lo sguardo con quello di Vincent che l'accolse con un bellissimo sorriso.
«Ehi, ciao Sandie.» salutò con tono gentile.
«Ah, ciao Vincent.» disse lei riprendendo a camminare, l'uomo alzò gli occhi al cielo e la seguì.
«Come stai?» domandò lui per attaccare una conversazione.
«Normale.» rispose.
«E Chloè?»
«É all'asilo.»
«Capisco, senti al cinema è uscito un film bellissimo, è per tutti e puoi portare anche la bambina se ti va e-»
«Senti, oggi non mi va proprio, e poi una cosa, lasciami un po' respirare almeno quando vado al cesso cazzo!» esclamò lei arrabbiata per poi andare al bagno sbattendogli la porta in faccia.
Vincent sospirò irritato.
«D'accordo, ma non c'è bisogno di essere così bruschi volevo solo essere gentile. A volte non ti capisco proprio Sandie.» la sua voce era triste, a stento capiva il suo comportamento così gelido verso di lui, sapeva che stava con lui solo per il sesso e non per altro ma gli faceva male essere trattato in quel modo. A volte si domandava se lei provasse qualcosa, non d'amore, ma d'affetto, lei mostrava di rando l'affetto.
Sandie non lo ascoltò e sussurrò un vaffanculo, dopo la rottura con Michael si era creata una barriera, una forte barriera intorno a lei in cui difficilmente si sarebbe dissolta.

Quando uscì dal bagno cercò Vincent era nel suo ufficio con un paziente, così aspetto che finisse la visita e bussò alla porta, acconsentì di entrare e Vincent la guardò. Lei chiuse la porta a chiave, e lui colse il segnale, era tremendamente sexy con quello sguardo freddo con i capelli neri che le ribaltavano il carattere, lei morse il labbro inferiore.
Lui si alzò dalla sedia e si avvicinarono.
Stellina gli baciò il collo posando una mano nel mezzo dei pantaloni, Vincent sospirò.
«Scopami.» disse lei con tono provocante e lo fece, la fece sedere sul lettino ed entrambi si sbottonarono i pantaloni e con il fuoco che bolliva sui corpi fecero sesso, lui la teneva stretto a sé aveva le mani posati sui fianchi mentre spingeva dentro di lei, non si baciarono sulle labbra, ma solo sulle zone del corpo, non nascondeva in Sandie che lui era molto attraente e fare sesso con Vincent era una sorta di appagamento inferiore per placare ogni volta il fuoco che si accendeva quando incrociava il suo sguardo.
Ma una cosa che odiava del sesso con Vincent era l'orgasmo, non veniva mai, non lo raggiungeva mai con lui, e con Michael era diverso, lui la faceva venire anche se non raggiungeva l'orgasmo durante il rapporto con un preliminare, lui no, e questa cosa la infastidiva parecchio, ma nonostante ciò l'importante per lei era solo fare qualche scopata di turno con lui, non era così cattiva da non volergli bene, lo voleva bene ma sotto c'era il sesso che governava in quel rapporto. Stava attenta alle sue emozioni e azioni, non voleva affezionarsi trooppo a lui per una semplice paura: essere tradita.



~~


«Sandie.» la chiamò Vincent.
«Che c'è?» domandò lei seccata, lui emise un sospiro.
«No, niente.» mormorò «Lascia stare.» disse lui con tono nervoso mentre lei si sistemava i pantaloni, formando tra i due un imbarazzante e tombale silenzio.
«Vieni a casa mia all'ora di cena, ti aspetto.» disse lei uscendo dal suo ufficio per ritornare a lavorare, Vincent sorrise.

Nel frattempo la piccola Chloè era seduta vicino una bambina che giocavano alle Barbie, fino a che la maestra non interruppe i giochi per iniziare l'attività di disegno.
La bambina afferrò con la piccola manina un pastello a cera rosa iniziando a disegnare sul foglio bianco un omino, poi prese il colore nero disegnando intorno al cerchio delle linee arricciate, poi fece due puntini all'interno del cerchio che stavano ad indicare gli occhi, disegnò dei rettangoli, sempre con il colore nero, uno sulle gambe che erano delle linee rosa, ed una sul mezzo, stava a indicare un completo di lavoro, e sui piedi per le scarpe, la piccola colorò i rettangoli e sorrise soddisfatta, poi prese di nuovo il rosa per fare la bocca una semplice curva, la bambina prese di nuovo il nero per fare dei piccoli tocchetti intorno alla bocca creando una specie di barba. Era un disegno molto adorabile, Chloè prese il colore blu fino a scrivere una parola dove qualunque cuore di un essere umano si sarebbe sciolto dalla tenerezza.
Papà.

Sandie andò a prendere la figlia verso le quattro del pomeriggio e si dirissero verso Kensington Palace, la residenza della principessa Diana, ormai ex principessa del Galles, a causa del divorzio da suo marito Carlo aveva perso ogni titolo reale.
Ad accoglierli fu Paul Burrell, il maggiordomo e amico intimo di Diana.
«Oh, Miss Vrachnos, bentornata, Diana vi sta aspettando.» disse il maggiordomo con tono gentile, Sandie rispose semplicemente con un sorriso e l'uomo si abbassò verso la bambina.
«Anche Harry ti sta aspettando piccolina.» la bambina abbassò lo sguardo con le guanciotte dipinte di rosso, ogni volta che venivano a casa di Diana, lei giocava sempre con Harry, il secondogenito della donna.
La donna la prese in braccio ridacchiando.
«È in salone Mr Burrell?» egli le condusse nel salone e la vide, Diana stesa sul divano a guardare la tv, quando alzò lo sguardo verso Sandie emise un gemito di felicità, si alzò dal divano per andare incontro alla donna fino a darsi un bacio su entrambe le guance in segno di saluto.
«Sandie! Che bello vederti cara, accomodati.» disse la donna con tono gentile, Sandie non poté fare a meno che ammirare Diana come qualcosa di puramente divino, come donna era straordinaria, con una presenza magnetica, e di una gradevole bellezza, amava quel caschetto biondo cenere che ogni donna aveva replicato il taglio, gli occhi azzurri come quel zaffiro che portava sull'anulare e il suo dolce sorriso. Quella donna era un angelo e l'adorava, l'aveva sempre ammirata da quanto era entrata a far parte della famiglia reale e per lei era diventato un mito, un grande mito che in quel momento stava con lei come amica, talvolta faceva fatica lei stessa a realizzare una cosa del genere «Ma ciao piccolina, ma guarda ogni giorno diventa più bella del solito.» la bambina sorrise imbarazzata e si rifugiò nelle braccia della madre. Lei sorrise.
«Diventa una gran timidona quando qualcuno le fa i complimenti, vero amore della mamma?» la bambina annuì con il capo e la donna le diede un bacio sulla testa.
Harry di dodici anni, vestito con un tailleur maschile di colore blu scese e mocassini beige scese dalle scale per andare incontro alla madre che lo abbracciò teneramente.
«Ciao Sandie, ciao Chloé.» salutò il ragazzino educatamente.
Sandie ricambiò il salutò, ma Chloè lo salutò semplicemente con la mano, la mora sospirò afflitta, Diana mise una mano sopra alla sua per consolarla, la guardò e lei annuì con il capo come per dire "Non ti preoccupare"
«Harry, perché non porti Chloé in giardino così giocate insieme?» propose la bionda, Harry annuì e diede la mano alla bambina.
«Vieni, andiamo a giocare?» la bambina gli diede la mano e andarono nel giardino a giocare.

Sandie sospirò afflitta mettendo una mano sulla fronte.
«So cosa significa quello sguardo, sei preoccupata per tua figlia non è vero?»
«Non parla proprio il che mi fa davvero preoccupare, dice solo mamma e non di più. Non posso continuare a vederla così, infatti da domani cominciamo le terapie con la speranza che cominci a parlare.» parlò con aria molto allarmata per la bambina.
«Tesoro, può capitare che un bambino abbia un ritardo sulla fase del linguaggio, non sei la prima né l'ultima ad avere una bambina con il ritardo nel linguaggio, devi stare tranquilla e vedrai che con le terapie inizierà a parlare.» stellina emise un sonoro sospiro.
«Lo spero, altrimenti non saprei che fare tantomeno a chiedere aiuto.» continuò.
«Io penso positivo, perciò sta tranquilla che è una cosa che capita e che si può facilmente risolvere, certo ci vuole tempo, ma sono sicura che affrontando le terapie Chloè inizierà a parlare come se non ci fosse un domani.» le assicurò Diana con un tono rassicurante e dolce, il che fece sorridere stellina.
«Ti ringrazio.»
«Tra amiche ci si aiuta, o no?» domandò la donna bionda, la donna dai capelli neri annuì con accordo.
«Com'è andata a lavoro?» domandò Diana mangiucchiando un biscotto al burro.
«Niente di che, il solito.» rispose Sandie prendendo anche lei un biscotto per mangiarlo.
«E Hasnat? Come sta?» domandò la bionda cambiando tono di voce.
«Teso, molto teso, ha sempre il nervosismo sulla mente.» rispose stellina.
«Capisco, e immagino che ti abbia detto alcune cose.»
«Sì, ma tranquilla il vostro segreto è al sicuro, non lo dirò a nessuno, neanche se mi offrissero miliardi di stelline.» il volto della ex principessa del Galles era in preda allo sconforto, i suoi occhi blu come lo zaffiro del suo vecchio anello di fidanzamento divennero tristi, Sandie poté capire il suo stato d'animo, anche lei aveva attraversato lo stesso momento, lo stesso dramma.
«Ci credevo veramente, con tutto il cuore, volevo avere un futuro con lui e per un attimo avevo trovato l'amore che cercavo e che Carlo non mi ha mai dato, mi correggo, mi ha dato solo tanta sofferenza altro che amore.» disse ridacchiando con un velo di tristezza.
Sandie le prese la mano in segno di conforto, Diana la guardò e i suoi occhi parlavano, oltre al colore verde c'era un profondità immensa quanto l'oceano, nonostante vedeva il barlume erano spenti, tanto spenti e faceva uno strano effetto vedere quegli occhi così belli in preda alla tristezza che c'era all'interno delle loro pupille.
«Comprendo a pieno il tuo stato d'animo, anche io credevo ad un amore che io ritenevo perfetto, era l'amore che avevo sognato sin da bambina, avevo trovato un uomo meraviglioso dove mi ha fatta sentire amata e una donna, una vera donna con D maiuscola, mi ha trasformata nel cigno più bello del suo lago con la sua presenza e il suo amore, mi ha fatta diventare una donna migliore, ma ogni favola non ha sempre il per sempre felice e contenti, c'è stato un atteggiamento da parte sua che per me era intollerabile, e così l'ho lasciato andare con il cuore spezzato capendo che non era destino stare insieme.» Sandie si aprí come un portone, raccontando in modo molto anonimo l'amore travolgente e fiabesco vissuto con l'uomo che aveva tanto amato.
«Parli del padre di tua figlia?» lei annuì «È la prima volta che me ne parli apertamente da quando siamo diventate amiche, me lo avevi solo accennato ma non mi hai mai parlato di lui in modo approfondito, non volevo per niente forzarti e ho aspettato il momento giusto in cui saresti stata pronta a raccontarmi di lui.» spiegò la bionda con tono gentile e felice di sentire la storia di Sandie, a sentire con tristezza un amore finito, dissolto come polvere, proprio com'era successo con il suo matrimonio dove si era tenuto per tanti anni il matrimonio delle favole, ma che poi si era rivelato un matrimonio pieno e zeppo di infelicità.

Stellina emise un sospiro, mise una gamba sopra all'altra, raddrizzando la schiena e congiunse la fine per diventare un pugno di dita.
«Era l'amore della mia vita Diana, lui era come uscito dal libro delle favole, sembrava un principe, mi trattava come una principessa, era dolce, gentile, molto presente, prudente. Oh Dio, aveva così tante qualità che starei fino a domani mattina a elencarle una per una. Era il desiderio di ogni ragazza, ed io ero persa di lui, i miei occhi si perdevano nei suoi e viceversa.
Credo che nessun altro uomo mi amerà come mi ha amato lui, di questo ne sono più che certa. Ad amarmi mi ha amato anche se ...» si bloccò, non voleva ricordare quella sera, quelle foto e quel bacio, non voleva per nulla ricordare «Mi ha tradito, in più l'ho beccato a baciare con la donna con cui mi ha tradito, e ho fatto due più due. Ero distrutta, era come se qualcuno mi avesse squarciato il petto fino ad afferrare il cuore, per un attimo mi sono sentita morta, ecco come mi sono sentita. È stato terribile, sono caduta in una forte depressione, ho tentato varie volte il suicidio, ma quando scoprii di aspettare Chloè la forza di vivere mi è ritornata nel mio corpo e nel mio spirito, è come se una carica elettrica avesse colpito ogni organo, e la voglia di vivere è risalita tanto. Ecco com'è andata.» raccontò stellina con il dolore in gola.
Diana durante il suo racconto non poté fare a meno di notare la sua espressione, aveva gli occhi lucidi, ogni tanto aveva il tremolio nelle mani, e muoveva il piede in segno di nervosismo, cercava di guardare un'altra parte come se volesse evitare il pianto, e aveva la mano destra posata sul petto. Sandie ridacchiò.
«Per Dio.» mormorò «Non lo vedo più ma ricordo ogni cosa che avevamo costruito.»
«Lo hai amato tanto e si vede.» commentò Diana.
«Tanto non è il termine giusto, l'ho amato con tutta l'anima, non saprei in questo momento come descrivere il mio amore verso quell'uomo ma ti posso assicurare che l'ho amato da impazzire a tal punto di ammazzarmi d'amore.»
Ammazzarsi d'amore, un espressione quasi banale, ma con un significato toccante e commuovente, Sandie si era davvero ammazzata nel suo interno per amore, non aveva più un cuore ma aveva le emozioni, e quella sera, quando il suo cuore divenne una pioggia di schegge, la sua anima morì a tal punto di uccidersi per lui, e lo voleva fare, ma la vita che stava crescendo all'interno del suo corpo dopo la rottura le aveva dato una speranza sulla vita, e in qualche modo stava ricomponendo i pezzi del suo cuore.



Ore 7;45 p.m


Sandie aprí la porta e ritrovò Vincent davanti con in mano una bottiglia di vino bianco nuova di zecca, era vestito elegante, aveva una t shirt bianca e un jeans nero, e semplici scarpe da ginnastica della Nike, era molto affascinante nella sua semplicità.
Entrò in casa e quando vide la bambina che stava guardando i cartoni animati in tv, i loro sguardi si incrociarono fino a prenderla in braccio.
«Ma ciao principessa!» le baciò la piccola mandibola della bambina il che la fece ridere e Sandie ridacchiò teneramente vedendo quella scena, lui si voltò verso la donna che stava guardando l'attimo e in quel momento vide per la prima volta i suoi occhi pieni di dolcezza, lo guardava in modo tenero, quasi amichevole e per un attimo il cuore di Vincent perse un battito, avrebbe voluto che lei lo guardasse in quel modo ad ogni appuntamento, ad ogni incrocio, ad ogni incontro, Sandie era vestita in maniera molto semplice, indossava un vestitino lungo fino alla ginocchia di un colore verde antico, e le pantofole beige al piede.
Non aveva trucco, né rossetto né mascara, era semplicemente naturale e Vincent fu come rapito dalla naturalezza di lei «Sei bellissima.» mormorò Vincent con il sorriso, in modo molto spontaneo.
Sandie perse un battito, erano almeno tre anni che nessun uomo le diceva che fosse bella, a parte Michael, nessun altro lo aveva detto dopo la loro separazione.
Il suo sorriso si spense e i suoi occhi tornarono ad essere quello gelidi, Vincent capí di aver detto qualcosa di sbagliato e si dette dello stupido.
«Tu e Chloè iniziate a mangiare io intanto vado un attimo al bagno.» disse prima di andare verso il bagno, si chiuse a chiave, aprí la tavoletta del water e iniziò a vomitare, non vomitò tanto ma era come se stesse scaricando una sorta di tensione.

Si guardò allo specchio e si toccò la scapola dietro alla schiena, tra la mano c'era l'osso che era sporgente e molto evidente, mano a mano si accorse che stava perdendo peso molto facilmente, non voleva cadere nella trappola dell'anoressia, e il suo riflesso allo specchio ritraeva una donna completamente distrutta a causa di un amore finito, di un uomo che ha amato e che nonostante tutto continuava ad amare in una maniera inspiegabile.

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