[CAPITOLO 38]
NEW YORK CITY
28 novembre 1991
Michael
Erano passati due giorni dalla pubblicazione di Dangerous.
Fu un impatto molto forte.
Un bellissimo ritorno.
Negli store le audiocassette dell'album finivano in un nano secondo.
Nelle riviste musicali c'erano ottime recensioni, come ad esempio "Rolling Stones" e "Virgin Encyclopedia".
Alle radio trasmettevano le mie nuove canzoni, ogni giorno.
Tutti erano rimasti soddisfatti dal mio nuovo album.
Esso aveva superato le aspettative dei fans.
Insomma, tutto stava andando per il meglio.
Come promozione dell'album decisi di fare il videoclip di una canzone, Black or white.
Alla regia chiamai John landis.
Ha fatto grandi film come "Il principe cerca moglie, Un lupo mannaro americano a Londra, e The Blues brothers" in passato fece il ruolo da regia per il mio cortometraggio Thriller, ogni volta che lavoravo con lui passavo dei momenti magnifici, perché era un tipo molto divertente.
Anche Macaulay Culkin partecipò nel cortometraggio di Black or white, e John perdeva sempre tempo lanciandogli qualcosa addosso.
Io e Mac organizzammo un piano per vendicarci di John per tutti gli scherzi che fece sul set.
Preparammo una grande battaglia di torte, proprio per la fine delle riprese.
Avevamo le pistole ad acqua, delle palle puzzolenti e le torte alla crema.
Noi, aspettammo l'arrivo di John.
E tutto il tempo ripetevamo quello che dovevamo fare in quel momento.
«Dopo che gli hai detto: "Grazie per essere stato carino con noi tutto il tempo, vorremo farti questo. E si gira, poi inizia la battaglia, ok?» disse Mac dietro di me, annuii e cominciammo a provare «Stiamo per incastrare John! Evvai, allora ripetermi cosa gli dirai.» disse poi Mac, ridacchiai, perché ero davvero eccitato, e non vedevo l'ora di fare quella battaglia di torte.
«Gli dirò "John per ringraziarti di aver lavorato a questo grande video, vorremo solo-" mentre continuo a parlare, arrivi tu da dietro in silenzio e lanci la prima torta su John.
«Ed io devo dire: John? John?» era eccitatissimo
«Si, e la lanci ok?» annuì e andò a prepararsi
«E una volta che avrà ricevuto la prima tortata, tutti quando inizierete a lanciarle.» dissi agli altri ragazzi presenti in quella sala, dopo di che arrivò John, accogliendolo con un fogoroso applauso.
«Tutto questo ha dell'aria sospetta.» disse venendo verso di noi, aveva già intuito qualcosa.
«Vieni, siediti, per favore.» lui fece come gli avevo chiesto, si sedette e cominciai a parlare.
«Vorrei dirti grazie per aver girato questo grande video, Black or white, ti adoriamo e pensiamo che tu abbia fatto-»
«Hei John? John.» disse Mac dietro di lui.
«Un ottimo lavoro.» continuai a parlare facendo scappare qualche sorriso.
«Cosa Mac?» domandò John togliendosi gli occhi.
«John.» lo chiamò Mac di nuovo.
«Si?» si girò ed ebbe la tortata in faccia da Mac.
Proprio come avevano stabilito
Cominciò davvero una battaglia di torte.
Fu un momento eccitante.
Ar di poco fantastico.
Avrei voluto che non finisse mai.
John divenne irriconoscibile poiché aveva avuto tante torte e schizzi di panna in faccia.
Un vero spasso.
Il 27 novemenbre, quindi dopo l'uscita dell'album, MTV per il suo decimo anniversario fece trasmettere delle mie esibizioni registrate tra il 15 e il 16 novembre.
Portai due brani dei miei album.
Black or white, accompagnato con Slash, il chitarrista della nota band Guns N' Roses, e Will you be there.
Insomma, Novembre fu un mese davvero molto impegnativo per il mio lavoro.
Con Brooke andava tutto a meraviglia.
Stavamo uscendo molto in quel periodo.
L'ultima volta che la vidi fu il 18 novembre, andammo a cena fuori presso il ristorante Seventh Ray Resturant, a Malibu.
Passammo una serata tranquilla.
Davvero molto piacevole.
Dopo la cena venne a Neverland.
Parlammo un po', e tra le chiacchiere decidemmo di guardare un film d'amore "Dirty dancing" uno dei film più belli degli anni 80'.
Anche se non lo guardammo tutto.
Perché poi durante il film, io e Brooke facemmo l'amore.
Ero sereno.
E felice.
Stava andando tutto bene, poi con la pubblicazione dell'album mi sentivo più libero da ogni mio pensiero.
Decisi di organizzare un pranzo con Teddy insieme a tutto lo staff, in un ristorante di New York.
Non avevamo ancora festeggiato per l'album.
Prenotammo al View of the World restaurant.
Un ristorante sito al 20° piano del grattacielo che ospitava il World Center Hotel, famoso per la sua spettacolare terrazza con vista su Manhattan, al di sopra del Liberty Park.
Un vero e proprio spettacolo.
Una volta arrivati prendemmo posto, io mi sedei con Manhattan alle mie spalle.
Avevo sempre adorato posti del genere.
Sopratutto se c'era il panorama.
Li trovavo romantici, ed eleganti.
«Direi che un ottimo pranzo c'è lo siamo purché meritati eh Michael?» disse Bill, l'aiutante di Teddy alla produzione, annuii togliendomi la giacca per poi appoggiarla dietro alla sedia.
«Più che meritato, siamo stati mesi e mesi e produrre questo album, e finalmente l'abbiamo fatto venire al mondo come un bambino. Ma il discorso lo vorrei fare più tardi quando arriverà il cibo insieme al vino.» dissi congiungendo le mani.
«Solo vino bianco vero?» domandò Teddy con tono ironico.
«Solo ed esclusivamente vino bianco.» ridemmo «No scherzo, prendete quello che volete, offro io ragazzi. Perché davvero siete stati magnifici a questo album.» dissi giocherellando con la forchetta.
«Come sta andando a proposito?» domandò Matt com tono interessato.
«Sta andando alla grande, il video di Black or white sta piacendo a un sacco di gente, e la performance agli MTV è stata pazzesca.» affermai con il sorriso.
«Beh, è ovvio, sei Michael Jackson.» ridemmo.
«Che stupido che sei.» dissi con tono ironico.
Nel frattempo il cameriere ci portò i rispettivi menu, questo ristorante faceva la classica cucina americana, quella vegetariana, e senza glutine.
«Cosa ti prenderai Michael, un insalata con un pomodoro sopra?» domandò Brad con tono ironico, e tutti si misero a ridere.
«Ah, ah, ah, molto spiritoso.» dissi facendo poi la linguaccia.
Ridacchiai anch'io e diedi un'occhiata al menu.
Dopo che tutti decisero le portate, chiamammo il cameriere per ordinare, io avevo preso un hamburger di ceci, gli altri i piatti tipici della cucina americana, come ad esempio i corn dogs come antipasto, la vellutata di patate dolci, patate con cheedar e bacon, maccheroni al formaggio e tanto altro.
Da bere prendemmo sia il vino bianco che il vino rosso, ma altri ordinarono anche delle bibite semplici, come la Coca Cola, la Pepsi, la Fanta, e la Sprite.
Coca Cola tutta la vita.
Quando poi arrivarono le prime portare insieme al vino, i ragazzi cominciarono a dire tutti in coro "Discorso! Discorso! Discorso!"ridacchiai divertito, quando poi feci un leggero Sshh per farli zittire.
E poi, parlai.
«Dall'uscita dell'album non abbiamo avuto il tempo di festeggiare, ma oggi, siamo qui, con tutti voi.
Non ci sono parole se non un semplice grazie per il duro lavoro che avete fatto per creare questo album.
Abbiamo avuto momenti alti e bassi durante questo progetto, ma nonostante ciò, ci siamo rialzati con forza, collaborando con più determinazione.
Posso dire che sono estremamente felice di aver lavorato con voi.
Sopratutto con persone che conosco da più tempo, come te Bruce, sei un genio, e lo dirò sempre lo sai.
Teddy, sei semplicemente straordinario, sia come artista che come persona. E ti ringrazio tanto per la tua collaborazione.
Ringrazio ogni membro dello staff, per avermi aiutato e sopratutto sopportato.
Ammetto di essere stato spietato su alcuni aspetti, ma io sono un perfezionista ad alti livelli, ed io volevo che ogni cosa doveva essere fatta bene.
Ma del resto, sono fiero di quello che abbiamo fatto.
Non è stato solo merito mio, ma anche vostro. E per questo, vi dico ancora grazie.
Anche se non è mai abbastanza.
Vi adoro.» alzammo il calice.
«E noi adoriamo te, l'onore più grande della nostra vita sei tu. È stato un grande lustro lavorare insieme te. In questi mesi abbiamo conosciuto un Michael perfezionista e preciso come l'orologio svizzero. Un Michael entusiasmo del lavoro, un Michael pieno di passione, un Michael giocherellone, ma soprattutto un Michael così amorevole, che la gente ignorante dovrebbe conoscerti, e poi ripensarci due volte prima di dire stronzate sul tuo conto.
Sei una persona straordinaria dal grande talento, tu sei il talento, lo sei sempre stato da quando eri solo un bambino. E Dio ha voluto farti questo regalo.
Sei semplicemente meraviglioso, e ti auguriamo il meglio Joker.
Brindiamo a Dangerous, e a Michael!» mi commossi a quelle parole, in loro c'erano l'amore e la soddisfazione di aver creato qualcosa di stupendo insieme a me.
Ero felice.
Molto felice.
Brindammo per poi iniziare le danze con il cibo.
«AAH sono sazio come un tacchino nel giorno del ringraziamento.» mormorò Bruce mettendo una mano sulla pancia.
«E vedi tu, ti sei mangiato almeno tre porzioni di corn dogs, un hamburger e tre pop tarts al mashmellow e cioccolato.» disse David con il sorriso, risero.
«E dai ragazzi non mi prendete in giro.» disse fingendo di essersi offeso.
«Michael, tu invece come al solito mangi sempre pulito, infatti hai un fisico da urlo amico, adesso capisco perchè tutte le donne del mondo impazziscono per te.» ridacchiai
«Ma no, vi sbagliate, io faccio semplicemente una dieta vegetariana perchè trovo che sia una cucina equilibrata e affasciante, poi sapete che provo un amore immenso per gli animali, quindi non intendo mangiare la loro carne.» spiegai pulendomi la bocca con il tovagliolo educatamente.
«Certo che sei davvero un signorino Michael.» annotò Matt con ammirazione.
«Che intendi dire?» domandai.
«Beh, hai dei modi così educati e puliti come quelli di un principe. Anzi, come un Re, il Re del Pop.» ridacchiai.
«Ragazzi io penso che l'educazione sia la base di ogni essere umano, anche in una donna, è così che mi hanno insegnato, e sono d'accordo su questo.» commentai.
«A proposito di donne, come va con Brooke?» sorrisi.
«Va tutto alla grande, stiamo uscendo spesso in questo periodo, e sto passando dei momenti davvero molto belli e divertenti con lei.» risposi con il sorriso.
«Michael scusami se ti faccio tante domande insieme ma purtroppo-»
«Vai tranquillo, so che sei un curiosone, non ti preoccupare, dimmi tutto quello che vuoi e non farti problemi.» interrupi con tono gentile per sapere la sua domanda.
«Okay, ehm ... correggimi se sbaglio.» anniii con il capo per farlo continuare «Non c'era un'altra ragazza dopo Brooke? Se non mi ricordo male me ne avevi parlato.» feci due più due, capendo subito a chi si stesse riferendo.
Sandie.
Si stava riferendo a Sandie.
Tutto questo mi stava dando sui nervi.
«No no, ti sbagli, vi ho sempre parlato di Brooke.» risposi bevendo un sorso di vino bianco.
«Ma come? Non era tipo quella studentessa di medicina? Che era amica di una bambina malata?» mi irritai a non finir e battei la mano sul tavolo per farlo zittire.
«Quando dico no, è no.
Non conosco questa ragazza, tantomeno il suo nome o che fa nella vita. Il discorso è chiuso. Punto.» l'intero staff mi guardò esterrefatto dal mio modo di rispondere.
Ma ultimamente non si faceva altro che chiedere di lei.
Anche i miei amici più intimi.
Elisabeth, lasciamo stare, mi torturava.
Ero convinto che sarebbe stato facile, invece ogni giorno non si faceva altro che sentire sempre le stesse domande "come sta Sandie? Ma Sandie? Salutamela da parte mia!»
Fanculo.
Non pensavo che quella ragazza avesse avuto un impatto così forte per i miei amici.
L'avevano adorata dal primo incontro.
Lo stesso valeva per me.
Io adoravo quella ragazza.
Le volevo un bene dell'anima.
Ma non potevo permettere di farla soffrire ancora una volta per colpa mia.
Non più.
Ed era giusto così.
Non volevo sapere più niente di lei.
Nemmeno da Ethan, che il mese scorso mi aiutò tantissimo dandomi aggiornamenti ogni giorno, poiché era il migliore amico di sandie, si sentivano ogni giorno.
L'ultima volta che lo vidi fu la l'ultima settimana di Ottobre, venne a Neverland come al solito, ed era pronto a darmi gli aggiornamenti su Sandie.
Volevo saper e come stesse, e sopratutto cosa stesse combinando con quel professore.
Ma poi lo bloccai, e gli dissi.
"Basta così Ethan."
"Ma ... ma come tu-" parlò stupefatto dalla mia risposta.
"Non voglio più saperne niente, sul serio Ethan. Ci ho riflettuto in questi giorni, e non è giuro che io faccia queste cose. Deve vivere la sua vita in Santa pace, lei che può permetterselo, deve farlo." dissi con il cuore in gola.
"Ma Michael, perché fai così? Non puoi capire Sandie come è stata male quando fu-"
"Lo so, sono stato male anch'io, ma l'ho fatto per lei, e per il suo bene"
Chiesi scusa ad Ethan per averlo disturbato così tanto in quei giorni, ci abbracciamo, e ci promettemmo di non perderci di vista
Non parlammo solamente di Sandie in quel periodo, ma anche di altre cose oltre che di lei.
Mi raccontò in modo più approfondito dei suoi genitori, del suo desiderio di fare legge al posto di medicina, e di essere libero.
Perciò faceva abuso di farmaci.
Perché era infelice.
Ultimamente però, quando era con me, mi disse che si era un po' calmato, non gli crebbi al 100%.
Anche se avevo un bruttissimo presentimento per lui.
E pregavo per lui.
In modo tale da liberarsi dai vampiri una volta per tutte e vivere la sua vita.
[...]
Ore 7.10 p.m
Quando tornai a Neverland, Candice, una delle mie domestiche di fiducia, mi lasciò un bigliettino con su scritto che dovette andare via presto a causa di un impegno improvvisato.
Aveva pulito tutto, tranne camera mia.
Così, decisi di pulirla io
Andai in camera e mi detti da fare.
Passavo l'aspirapolvere, e la scopa col il panno bagnato per terra, pulivo gli armadi, i mobili e tutto.
Da tanto non sistemavo camera mia da solo.
Forse, da quando vivevo con i miei genitori a Encino.
Pulendo, e sistemando varie cose, vidi alcune carte che avevo sparso per tutta la casa.
Le raccolsi, in particolare la coda d'occhio mi colpì una.
Era il testo di Who is it.
Lèssi le prime parole.
I gave her money
I gave her time
I gave her everything
Inside one heart could find
I gave her passion
My very soul
I gave her promises
And secrets so untold
"Le ho dato passione, tutta la mia anima, le ho fatto promesse, e svelato segreti mai rivelato."
And she promised me forever
And a day we'd live as one
We made our vows
We'd live a life anew
And she promised me in secret
That she'd love me for all time
It's a promise so untrue
Tell me what will i do?
"E mi ha promesso in segreto che mi avrebbe amato per sempre, è una promessa così falsa
dimmi, cosa farò adesso?"
And it doesn't seem to matter
And it doesn't seem right
'Cause the will has brought
No fortune
Still i cry alone at night
Don't you judge of my composure
'Cause i'm lying to myself
And the reason why she left me
Did she find in someone else?
"Non giudicare la mia calma, perchè sto mentendo a me stesso, e qual è il motivo per cui lei se n'è andata? Ha trovato qualcun altro?"
Who is it?
It is a friend of mine
Who is it?
Is it my brother!
Who is it?
Somebody hurt my soul, now
Who is it?
I can't take this stuff no more
"Chi è? Non c'è la faccio più a sopportare questa situazione."
Man mano che leggevo il testo, vedevo i segni, le cancellature, i cambi delle parole.
Non c'era stata nessuna donna che mi abbia tradito con qualcun altro nella vita.
Forse ... Diana Ross.
Ero innamorato di lei, ma non lo rivelai a nessuno, nemmeno a quest'ultima, era un amore che mantenevo in custode nel mio cuore.
Quando seppi che si sposò, a metà degli anni 80' rimasi deluso e arrabbiato.
Diana era la mia cotta per eccellenza, l'adoravo immensamente, fu molto importante nella mia vita, fu merito suo del successo dei Jackson 5, la band della mia famiglia.
Lei mi fece appassionare ancora di più alla musica, sopratutto all'arte.
Perciò io l'amavo.
Lei era una donna straordinaria.
Da lì, ci perdemmo di vista.
Mi immaginai una storia, un uomo tradito da una donna con un altro uomo, una storia triste da spezzare il cuore, poiché egli era molto innamorato di quella donna.
Nella mia testa decisi di farne una canzone, Who is it.
Ma quelle parole mi facevano ricordare una persona.
Una persona che ho amato con tutto il cuore.
Che l'ho voluta bene.
Supportata.
E dato tanto amore e affettto.
Colei, era Sandie Vrachnos.
La persona più speciale che abbia mai conosciuto nell'arco della mia esistenza.
La volevo bene.
Dio se le volevo bene.
E per colpa mia, stava soffrendo.
Così la buttai nella mia vita.
Non fu facile mandare giù quella notte dopo il matrimonio di Elisabeth.
Stetti male tutta la notte.
Non dormii.
E piangevo.
Piangevo tanto.
Come se mi fosse morto qualcuno.
Ed era il mio cuore.
Ma conservai tutto di lei.
Persino i suoi regali.
Ma il ricordo piu bello di lei era il suo sorriso.
Sapendo che io la ragione del suo sorriso mi rendeva felice.
Ricordai di avere la videocassetta dove lei pattinava in modo così fine ed elegante.
Dovevo avere quella cassetta da qualche parte.
Cercai tra i cassetti dei miei mobili e la trovai.
Sopra c'era scritto solamente un nome.
Stellina.
Lei, era la mia stellina.
Così la soprannominavo.
E non pronunciavo quel tenero nomignolo da almeno un mese, mi si spezzava il cuore.
Non fu facile all'inizio.
Poi passò tutto.
Ritornai ad essere quello di prima.
Con un velo invisibile.
Il velo della nostalgia.
Misi la videocassetta facendo così iniziare il video.
Dio, che nostalgia.
Ricordavo perfettamente quel momento.
Sandie era giù di morale per il peggioramento della salute di Cloe.
Venne da me in sala di registrazione per cercare conforto e supporto.
Andammo a Neverland, e vedemmo la replica delle Olimpiadi di pattinaggio, in cui Tonya Harding fece il triplo axel, soprannominata la prima donna americana ad eseguire il triplo axel.
Vedendo che era giù, decisi di portarla in sala da ballo, vide con la coda d'occhio un paio di pattini, mi chiese se poteva provarli, acconsentii e cominciò a pattinare.
Mi ricordava una stella attraversare il cielo mentre pattinava.
Ed ora stavo vedendo quella scena.
Accessi la telecamera e non si accorse di niente.
Continuava a pattinare in modo sublime.
Fino a che.
Beh, non se accorse che la stavo riprendendo.
«Noo Michael, che fai?» si coprì il volto con entrambe le mani.
Ridacchiai intenerito
«Ma sei così carina!» affermai sorridendo, e si fermò.
Era così adorabile.
«Sai, è da molto che non pattino ... e-»
«E sei tremendamente brava.» la interruppi, e lei mi guardò quasi come se non fosse vero che era brava.
«Tu dici?» domandò poi.
«Oh si.» risposi io guardando lo schermo.
Continuò a pattinare, senza sbagliare un passo, quando poi arrivò la caduta inprovvisa sbattendo il sedere per terra insieme alla testa.
Dio, poverina, deve essersi fatta davvero male.
Cacciò un gemito di dolore ed io allarmato corsi da lei.
«Stellina!» le presi la testa e l'accarezzai «Ti sei fatta male?» arricciò il naso e mi guardò «T-te l'avevo detto che non pattinavo da tanto.» disse ridacchiando.
La mia espressione era preoccupata.
Ma io ridacchiai continuando a vedere la scena.
«Ahi .. la testa ...» mormorò addolorata.
«Sta qui, ora prendo del ghiaccio, non ti muovere.» le raccomandai, annuì ed io andai nell'angolo della sala in cui avevo un piccolo kit di pronto soccorso.
Sparii dall'inquadratura, vidi solamente Sandie stesa per terra, guardando il soffitto con aria sognate.
Era così piccola, e dolce.
Ricomparii con il kit aprendo una busta, essa conteneva del ghiaccio pronto.
Anche se l'inquadratira era lontana, si vedeva perfettamente cosa stava succedendo
Vidi poi che presi delicatamente la testa di Sandie poggiando poi sopra alle mie gambe, e appoggiai sempre con delicatezza il ghiaccio sopra alla testa.
«Accidenti, hai preso una bella caduta.» dissi con tono ironico, e lei ride leggermente.
Ridacchiai alla mia affermazione ironica.
«Ma è stato bello.» mormorò poi.
Io la guardavo.
Mi piaceva guardala.
Mi era sempre piaciuto guardarla.
Mi procurava serenità,e sopratutto un crescere d'amore immenso dentro di me.
«Ora stai meglio?» domandai, lei annuì.
«Quando sono con te, sto sempre bene.» disse in un sorriso.
In quel momento mi sentii così piccolo, perché sapevo che era l'amore a parlare.
Mi sentivo così egoista in quel momento.
Stavo per mettermi a piangere.
Sapevo che avevo fatto un grande errore.
Ma non avevo scelta.
«Michael.» mi chiamò.
«Si stellina?» si accucciò a me, come se si volesse far coccolare. Lei alzò lo sguardo verso di me, sollevò una mano e cominciò ad accarezzarmi la guancia.
«P-posso ...-»
«Puoi fare quello che vuoi, sei vuoi accarezzarmi, fallo, ne sarei felice.» la interruppi.
E avrei voluto sentire quelle mani ancora nel mio viso, essere erano così morbide e delicate.
Ma non avrei potuto più farlo.
Non più.
Vidi che le accarezzai le guance con i pollici, e chiuse gli occhi godendo a pieno le coccole.
«Michael.» sussurrò.
«Si stellina?» lei aprì gli occhi, prese poi le mie mani chiudendo poi in un cerchio avvolgendole le schiena.
«Fammi sentire a casa, ancora una volta.» inarcai un sopracciglio.
«Che intendi dire?» sorrise
«Le tue braccia sono coloro che mi danno protezione. Le tue braccia sono protezione per me, ma ... sono sopratutto la mia casa.» accentuò.
«Davvero le mie braccia ti tengono al sicuro?» domandai con il bar lore negli occhi.
«Lo sono sempre state da quando ho incrociato i tuoi occhi.» mormorò stringendomi a me, ricambiai.
Una lacrima rigò verso il mio viso.
Guardai quella scena.
Ed eravamo così uniti.
Insieme.
Insieme eravamo un un'unica persona.
Mi sentivo in colpa.
Mi sentivo pentito di averla lasciata andare.
Ma davvero, l'avevo fatto solo per lei.
Non me lo sarei mai perdonato, se le fosse successo qualcosa per colpa della mia fama.
Meritava di vivere la sua vita.
In santa pace.
«Siamo nostalgici oggi?» mi girai di scatto, ed era Elisabeth con il sorriso sulle labbra.
Feci un mezzo sorriso e guardai di nuovo lo schermo della televisione.
Presi il candido viso avvolgendolo nelle mie mani, guardandoci poi intensamente negli occhi.
Mi avvicinavo piano piano al suo viso.
Stavo per avvicinare alle labbra quando poi boom, un blocco totale.
Risi, ma lei inarcò uno sopracciglio.
«Cosa c'è?» domandò perplessa.
«Beh ... guarda laggiù.» indicai la telecamera, che era ancora in fase di registrazione.
«Ma sei uno scemo!» Esclamò dandomi una pacca forte sulla spalla.
Sentii Liz ridere teneramente guardando quella scena insieme a me.
«Ahi! Ma io ora me ne sono accorto.» mentii ridendo vigorosamente.
«Ma tu sei proprio un'idiota ...» annotò lei alzandosi con fatica gemendo poi dal dolore.
«Non sforzarti.» dissi alzandomi per aiutarla.
«Si, perché sei uno ...» si bloccò.
«Uno? Avanti Vrachnos, continui pure.» dissi mordendomi il labbro inferiore.
Lei fece un sguardo furbo leccandosi leggermente le labbra
«fouskoméno balóni!» disse scandendo le parole per parola esclamando alla fine.
«Beh visto che non ho capito niente, vuol dire che me lo farò dire nella mia lingua come si deve.» feci un sorriso furbo e incominciai a rincorrerla, lei cacciò un urletto correndo per tutta la stanza.
Ma dato che prima si era sbattuta il piede non corse veloce, così la presi a me, ma poi cademmo per terra come due salami.
Ridemmo come due ragazzini adolescenti.
«Non ho mai visto tanta purezza in due esseri umani come voi.» mormorò Liz con il cuore tra le mani.
Era vero.
Insieme eravamo la purezza.
La dolcezza.
Tutto ciò che era pulito.
Eravamo noi.
Sospirai e spensi la tv.
«Mi dici che fine ha fatto Mike? Non la vedo dal mio matrimonio.» domandò con tono preoccupato, mentre io tolsi la videocassetta
«Che vuoi che ne sappia.» risposi con tono freddo.
«Ma come? Te lo sto chiedendo da giorni e mi dici sempre la stessa risposta! Oddio non mi dire che avete litigato di nuovo?» sospirai irritato.
«Senti Elisabeth, cambiamo argomento.» battei infastidito.
«Oh certo, perché no? Come al solito invece di affrontare l'argomento scappi via.
Non voglio sentire ragioni! Perché Sandie è scomparsa così d'improvviso!? Ti ricordo che è anche mia amica cazzo!»
«Beh! Perché sono stato io a permetterle di scomparire dalla mia vita!» esclamai con tono arrabbiato girandomi verso di lei.
Spalancò gli occhi scioccata.
Non si sarebbe aspettata una risposta del genere da parte mia.
Ma era la verità.
«C-cioè ... tu-»
«Si Elisabeth, le ho detto che non voglio avere più niente a che fare con lei, e di sparire dalla mia vita. Per quanto riguarda, l'argomento è chiuso, non voglio sentire storie.» interruppi io con la rabbia nel corpo.
In quel momento non mi riconoscevo più.
Sentivo di essere cambiato.
Sentivo di essere un'altra persona.
Una brutta persona.
E non volevo questo.
«Come hai potuto fare questo? Hai idea di quando dolore le hai provocato? Solo perché tu non vuoi ammettere che la ami!» esclamò lei con voce piena di rabbia.
«Basta Liz.» dissi continuando a sistemare la mia camera.
«Basta Liz un cazzo Michael, ti rendi conto che hai fatto la stronzata più grande della tua vita!? Buttarla via cosi, come un giocattolo.
Pensa se sarebbe successo a te.
Saresti stato le ore a stare male e a piangere.
Tutto questo perché? Perché non vuoi ammettere i tuoi sentimenti!
Tu la ami!
La ami Michael!
Ma tu hai paura di ammetterlo.
Sai perché?
Perché hai paura.
Paura di farla soffrire, di farla sentire soffocare per la tua fama.
Queste sono le ragioni.
Anzi, la principale ragione è la tua fama.
Hai paura che lei non possa più vivere la sua normale vita per colpa tua.
Ed è sbagliato.
Hai gettato via una persona che poteva darti tanto, sopratutto farti sentire amato, come non lo sei mai stato in tutta la tua intera esistenza.
Mi hai deluso Michael.
Tutto mi aspettavo da te tranne che questo gesto.
Con una ragazza che ti ha dato tanto.
E che ti ha dimostrato di quanto ti volesse bene, e di quanto ti amasse più di qualunque cosa al mondo.
Tu per lei, eri la sua rinascita.
E lei per te, era la tua speranza di salvezza.
Vedrai che te ne pentirai amaramente di aver fatto una cosa del genere.»
Oh Liz.
Forse hai gli occhi ciechi.
Io mi sento già pentito.
Ma non posso tornare indietro.
Non più.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top