[Κεφάλαιο 60]




Warning! Il capitolo che lèggerete è eccessivamente ma eccessivamente lungo.
Ma spero che vi piaccia :)
Buona lettura stelline ❤️‍🩹










ATENE, GRECIA


Vigilia di Natale 1993


Il giorno prima, Alexandre era in ospedale per fare da guardia a Pearce, e proprio come aveva predetto la dottoressa, si risvegliò.
Pearce era confuso, spaesato.
Aveva il braccio destro e la gamba ingessati. Aveva dei graffi sul volto, causato probabilmente dai vetri della macchina durante l'impatto dell'incidente.
Quando vide il volto di Alexandre, accennò un sorriso, contento di vedere uno dei suoi più cari amici.
«Alexandre ...» mormorò l'uomo.
«Peace, amico mio.» sussurrò l'amico «Come ti senti?» domandò poi.
«Mi sento strano.» rispose «Sai, ricordo solamente che ero in macchina con Hannah, stavamo insieme, facevamo le coccole. Fino a che il buio totale. Ho avuto un incidente stradale vero?» evidentemente lo shock è stato forte da rimuovere una parte dell'accaduto dalla sua mente.
Alexandre annuì in segno di accordo.
«Ti sei salvato per un pelo. Ho avuto paura Pearce, tanta paura. Anche le mie figlie sono state preoccupate per te.» mormorò l'amico.
«Mi dispiace di avervi fatto preoccupare, oh le tue figlie sono così adorabili. Ma dimmi, sei stato qui tutta la notte?» annuì «Non dovevi, ora torna a casa dalle tue figlie.» ordinò.
«Tra poco, oggi devo partire, tornerò ad Atene. Passerò il Natale lì, sai è stato tutto improvviso. Volevo tanto rivedere la mia città.» Pearce accennò un sorriso debole, contento di sapere che il suo amico avrebbe passato il Natale nella sua città natale.

Pensando alla parola Natale, la mente di Pearce proiettò l'immagine di Hannah.
Avrebbero passato il Natale con le rispettive feste a Parigi, lei desiderava tanto a passare le feste natalizie in quella meravigliosa città. E avevano prenotato il volo e l'albergo, programmato tantissime tappe da visitare, cose da fare in quella magnifica città.
Pearce era già stato a Parigi tante volte, e sarebbe tornato molto volentieri, ma con la donna che amava.
«Dov'è Hannah?» domandò il procuratore «Sta bene?» domandò ancora.
Alexandre si sbiancò.
Come?
Come poteva dirglielo?
Sospirò con aria affranta.
Doveva dirlo in qualche modo.
«Lei era con me in macchina, e sono sicuro che anche lei è stata coinvolta nell'incidente.» parlò «Voglio vederla.» disse poi.
«Temo che non la potrai più vedere.» disse Alexandre con la tristezza nella voce.
Pearce alzò un sopracciglio non capendo quello che stava dicendo il suo amico «Hannah è morta Pearce.» a quella risposta Pearce ridacchiò amaramente.
«No dai, è impossibile. È uno scherzo vero? Se è così non è per niente bello.» parlò prendendola sul ridere.
«Sono serio Pearce. Hannah è morta a causa di emorragie interne causate dall'incidente. Hanno provato a salvarla, ma non ci sono riusciti.» il sorriso di Pearce svanì all'improvviso, le lacrime scesero a non finire rimanendo immobile, sul letto senza dire una parola.
Il suo cuore scoppiò come una bomba, d'improvviso vide il buio nei suoi occhi.
Hannah era morta.
L'ultima volta che l'aveva vista sorrideva, sorrideva in quell'auto assieme a lui.
A quel ricordo scoppiò in un pianto pieno di dolore.
Non l'avrebbe più vista.
Non sarebbe più partito con lei a Parigi, a passare delle vacanze natalizie indimenticabili.
Non l'avrebbe più baciata, né tantomeno vederla sorridere.
Lei diceva che se sorrideva era perché c'era lui al suo fianco.
Quel sorriso svanì come il fumo per l'aria.
Si diede colpevole per la sua morte
D'improvviso Pearce sentì mancare il respiro, mise una mano sul petto gemendo da dolore.
Alexandre chiamò subito un'infermiera il che arrivò di corsa per calmarlo.

Aveva subito una fitta al cuore a causa della notizia che Alexandre gli aveva dato.
Allorché vide il suo amico scoppiare in un pianto disperato.
«No ... non è possibile.» mormorò tra le lacrime «Non può essere andata via per sempre, non può essere andata via da me. Voglio vedere, voglio vedere la mia Hannah, ti prego, fatemela vedere. Voglio vedere Hannah, ti prego.» supplicò il procuratore con il cuore totalmente a pezzi.
Lui il giorno precedente, quando le figlie se ne andarono dall'ospedale, andò verso la camera mortuaria, dove vide due persone avvolte in una coperta bianca.
Alexandre riconobbe subito Hannah vedendo le dita dei piedi colorati di smalto verde smeraldo.
Alzò il lenzuolo e vide Hannah che non era in buone condizioni, aveva il viso completamente sfregiato come se fosse stata picchiata, e tanti graffi su tutto il corpo.
Fu un'immagine che mai avrebbe dimenticato.
«Te lo sconsiglio.» disse l'amico «Non reggeresti a vedere Hannah-»
«Tu non sei nessuno a impedirmi di vedere la mia fidanzata! Voglio vedere Hannah! Non m'importa com'è ridotta! Voglio vederla anche se ha un braccio mozzato! Ma fatemi vedere Hannah!» urlò disperato, anche se aveva il corpo mutilato voleva vederla.
Voleva vedere Hannah, anche se era morta.

E così fu accontentata la sua richiesta.
Si diressero verso la camera mortuaria dov'era il corpo della donna coperto da un lenzuolo bianco.
Pearce la scoprì con il braccio, e vide il volto della donna completamente pieno di graffi e tagli.
Per lui, anche se aveva i segni sul viso era sempre bella.
Era bellissima anche da morta.
Ma fu traumatico per lui vedere la donna che amava in quello stato, morta.
La guardò, aveva un espressione così addolorata, come se in qualche modo avesse sofferto i dolori causati dall'incidente.
Era morta soffrendo.
Pearce chinò il capo su quello della donna, le diede un bacio sulla fronte e poi sulle labbra.
Scoppiando a piangere.
«P-perdonami ...» mormorò «Perdonami amore mio, perdonami ti prego.» continuò.
Alexandre lo abbracciò per dargli conforto, ma non serví a far risalire l'umore al procuratore.
Anzi, era l'inizio di un lungo e grande periodo di agonia per Pearce Nikolau.
Un grande periodo di realizzazione del fatto che la sua Hannah se ne era andata per sempre.
Non si sarebbe ripreso facilmente da un episodio del genere.
Non avrebbe mai dimenticato il volto di Hannah immerso nella morte, quel corpo pieno di segni e freddo.
Freddo di morte.
Non c'era più colore in lei.
Non c'era più niente se non il suo corpo ormai gelido, e la sua anima dispersa dalla terra.
Non c'era più la vita.

Lo lasciò sfogare, e nel frattempo vennero la sua ex moglie e i suoi figli per vedere come stesse.
Lo trovarono avvolto dallo shock e dalla tristezza, e gli stettero vicino.
Alexandre voleva che passasse il Natale assieme a lui, in tal modo che avesse compagnia. Ma quando vide quella famiglia riunita, capí che non c'era bisogno, e che sarebbero stati loro a prendere cura di lui.

Quel pomeriggio, la famiglia Vrachnos prese il volo dritto per la Grecia.
Michael e Sandie partirono insieme con il jet del cantante.
Una volta arrivati, si situarono nella villa della ragazza. Di cui lui e Sandie erano stati tre mesi prima per una vacanza privata e intima.

Michael rimase molto contento di passare il Natale fuori città, e anche dell'invito di Alexandre.
Gli ritornò il sorriso, e si promise di non pensare a niente, nemmeno alle accuse, ma solo a lui, a Sandie e al Natale.

All'interno della casa non c'era nessuna decorazione di Natale, così Sandie e Nicole si rimboccarono le maniche e fecero l'albero di Natale, mettendo decorazioni per tutta la casa e una corona di foglie attaccata alla porta d'ingresso.
Fu divertente, Nathan, il piccolo di casa, giocava con gioia con le palline di Natale e alcuni pupazzi.
Michael e Cheyenne non fecero altro che giocare con il piccolo, che ormai piano piano stava imparando a parlare e camminare.
Tant'è che esclusero le ragazze.
Quando Alexandre vide quella bellissima atmosfera, per un attimo gli venne tanta nostalgia.
Nostalgia di una famiglia completa.
Nostalgia della sua ex moglie.
Chantal.
Chissà cosa stesse facendo, e se stesse bene.
Ma gli venne il ribrezzo per quella donna, nonostante l'avesse amata per anni aveva gestito la situazione del divorzio nel peggiore dei modi.
Dopo la separazione Alexandre non pensò ad altro che alle sue figlie, non pensò alla sua vita sentimentale. Ma solo alle sue figlie e al suo lavoro.
Non voleva rifarsi una vita, non ne aveva la minima intenzione a farlo.
Voleva solo dedicare la vita alle sue figlie, e impegnarsi al massimo pur di vederle sempre con il sorriso.
E quel giorno, loro lo erano.
Lo vedeva dai sorrisi, dai loro occhi.
Nicole era felice, era diventata mamma e stava con il ragazzo che amava.
Sandie invece, lo era di più, era nella sua città natale immersa nelle feste natalizie insieme alla sua famiglia e all'uomo della sua vita.
Alexandre si commosse vedendo il sorriso delle fanciulle. E pregò il Signore per farsì di vivere abbastanza pur di vedere per sempre quel volto pieno di gioia nel viso di coloro che aveva fatto nascere al mondo.

Vigilia di Natale, 1993.
La famiglia Vrachnos era al completo, quel giorno Nicole e Sandie si svegliarono presto per andare a fare la spesa per il cenone.
Michael e Cheyenne si erano addormentati sul divano, mentre Alexandre era uscito all'alba per fare una passeggiata mattiniera.
Il padre era in giro per la città e vedeva la bellezza di essa illuminata dalle decorazioni natalizie.
Ispirò nelle sue narici l'aria natalizia, i profumi che c'erano, anche di cibo tipico della città che vendevano in mezzo alla strada.
Gli era mancata la sua città.
La sua vera casa.
Passeggiando tra le strade di Atene, vide un negozio di abbigliamento.
Era il negozio dove si fece l'abito del suo matrimonio.
Quel negozio era rimasto lo stesso, non era cambiato, soltanto il personale ma la struttura del negozio ere rimasta uguale.
Guardò dalla vetrata, un giovane ragazzo che stava provando un vestito.
Poté solo sentire la parola matrimonio.
Sorrise a quella parola.
Ma era sorriso amaro.
Ricordando di lui stesso a quei tempi quando andò a provare il vestito del matrimonio.
Era giovane, ma felice di sposarsi e di fare una famiglia.
Sospirò e continuò la passeggiata.

Cheyenne e Michael si svegliarono a tarda mattinata.
Si stiracchiarono dandosi il buongiorno, e si alzarono sul divano.
Cheyenne con la coda d'occhio vide l'orario sul suo orologio che aveva al polso sinistro.
«Porca puttana.» disse «Sono le mezzogiorno e mezza.» mormorò poi.
«Abbiamo dormito così tanto? Non pensavo. Per me sono sembrate poche ore.» rispose il cantante stupito.
«Se è per questo anche per me, certo anche la notte passa in fretta eh?» Michael annuì tirando fuori dalla bocca uno sbadiglio.
«Però questo divano è super comodo, ho dormito una meraviglia.» commentò il cantante.
«A chi lo dici, ti va se andiamo a svegliare le ragazze?» annuì con accordo e i ragazzi andarono nel piano di sopra, presso la camera delle ragazze, ed era vuota.
Non c'era nessuno in casa.
«Ma dove cazzo sono andate?» domandò Cheyenne, Michael ridacchiò per il tono in cui aveva pronunciato la domanda.
«No sono serio, sono uscite senza di noi?»
«Può darsi, forse sono andate a fare una passeggiata oppure la spesa per il cenone di stasera.» ipotizzò il cantante.
«Ah giusto, il grande cenone della vigilia di Natale. Di un po', è la prima volta che festeggi il Natale lontano dalla tua famiglia?» Michael fece un sorriso impacciato, come se in qualche modo fosse imbarazzato.
«No, non è la prima volta, durante i tour ho dovuto fare gli spettacoli anche a Natale, e sono stato lontano dalla mia famiglia sì. Per esempio l'anno scorso nel pieno del tour io e Sandie l'abbiamo passato in Giappone, anche quello precedente, il Bad World tour, ero in un posto lontano ma non mi ricordo dove. Diciamo che io ...» si bloccò, si imbarazzò, d'un tratto i suoi occhi divennero luccicosi come stelle, ci fu una breve pausa e Cheyenne lo invitò a continuare «Non ho mai festeggiato il Natale.» confessò.
Il ragazzo spalancò gli occhi.
«Perché? Se posso saperlo.»
«Sono stato testimone di Geova, e questo mi ha impedito di festeggiare il Natale, compleanni e tanto altro, in quei giorni si lavorava e basta. C'era solo la Pasqua, diciamo che questo è il mio primo Natale vero e proprio.» Cheyenne vide negli occhi del cantante una tristezza immensa, li analizzò quegli occhi.
Erano profondi e tristi.
A causa di un'infanzia mancata, priva di spensieratezza e divertimento. Per lui e i fratelli esistevano solo il lavoro.
Il fanciullo gli diede una pacca sulla spalla.
«Non è mai troppo tardi per avere la spensieratezza, e soprattutto sorridere davanti ad un'albero di Natale e poi ci siamo noi.
Hai noi e Sandie che è pazza di te, hai una ragazza che si ucciderebbe per te pur di vederti felice. E so che tu provi la stessa cosa, perciò ti dico solo questo. Oggi è la vigilia di Natale, e domani è Natale. Divertiamoci, non pensiamo a niente, neanche al lavoro. Sorridiamo e stiamo con le persone che amiamo.» disse il ragazzo con tanto di spirito.
Aveva ragione.
Doveva divertirsi e dimenticare ogni cosa che lo tormentava.
E regalarsi un momento di gioia, perché se lo meritava.
Si meritava di sorridere.
Si meritava di essere felice.
Si meritava di stare con la donna che amava, e di passare il Natale con gioia e amore.
Se lo meritava davvero.




Ore 7:34 p.m



A casa Vrachnos regnava l'atmosfera natalizia nel vero senso della parola.
La casa era decorata, e in sottofondo c'erano le canzoni di Natale più famose come Jingle Bells Rock, Last Christmas, Let It Snow, Happy Xmas - War is over, Thank God It's Christmas, e tante altre.
Avevano un audiocassetta dove c'erano tutte le canzoni di Natale. La famiglia Vrachnos la utilizzava ogni anno come tradizione per le feste natalizie, c'erano almeno cinquanta canzoni di Natale.
Cheyenne, Alexandre e Michael erano nel salone e guardare la tv, il padrone di casa teneva in braccio il piccolo Nathan che voleva a tutti andarsene dalle braccia del nonno per vedere i pacchi regalo appoggiati vicino l'albero di Natale.
Alexandre lo tenne stretto a sé.
«No no, a mezzanotte i regali tesoro di nonno.» affermò l'uomo con il sorriso.
Ma Nathan non era non molto d'accordo, di fatti cominciò a piangere.
«No no no amore di nonno.» il nonno si alzò dal letto camminando per il salone, ma niente, il piccolo continuava a piangere.
In quel momento a Michael gli venne un'idea.
Prese di nascosto un pupazzo, di fianco aveva della carta regalo e dello scotch, lo incartò.
Una volta fatto andò verso Nathan che era ancora in braccio ad Alexandre.
«Guarda che cos'ho Nat.» disse Michael al piccolo con voce dolce, il bambino smise di piangere vedendo quel pacchetto regalo allungo la manina per afferrarlo.
«Su, apri.» disse il nonno con tono dolce, il bambino giocherellò con la carta, il nonno aiutò il piccolo a scartare ed era un pupazzo che stava giocherellando Michael, capí la sua intenzione e sorrise a trantadue denti.
«Grazie.» sussurrò.
Lui rispose con un semplice prego.

Nel frattempo le sorelle Vrachnos erano in cucina a preparare il cenone della vigilia di Natale.
Nicole stava tagliando un pane tipico della loro città, il Christopsomo, una grande pagnotta con frutta secca e spezie. Mentre Sandie stava controllando al forno la cottura delle patate e del maiale.
«Di là si stanno divertendo.» commentò Nicole con il sorriso, ma Sandie era troppo impegnata a cucinare «Dai, fai una pausa, stai da oggi pomeriggio a cucinare.»
«Non esiste, voglio continuare. Voglio che questo Natale sia indimenticabile e che le pietanze che sto preparando siano buonissime.» rispose tagliando la feta a strisce.
«Dimenticavo, tu sei una perfezionista.» la mora ridacchiò.
«Quando si tratta di cucina sí, voglio che le persone che mangiano i miei piatti lecchino i baffi, il piatto deve essere pulito.» Nicole la guardò con aria incantata, come se per un momento avesse visto sua madre.
Ricordava perfettamente Chantal tra i fornelli preparando il cenone di Natale, la osservava tagliare il cibo e cucinarlo tra le pentole, dando un'occhiata al forno.
Nei suoi occhi da bambina voleva a tutti i costi imparare a cucinare proprio come sua madre, ma Chantal le insegnò solamente le basi della cucina, insegnando a Sandie tutte le tecniche importanti. Ma con tempo, Sandie fece imparare a Nicole proprio quello che le aveva insegnato a sua madre, divenendo brava nell'arte culinaria.
Sospirò nostalgica, per quanto sua madre fosse stata una donna malvagia nel suoi confronti, le mancava, le mancava avere una figura materna, ma aveva sua sorella, che oltre a fare da sorella fece anche da madre.
«Il maiale con le patate è pronto.» disse la ragazza tirando fuori dal forno la pietanza, annusò e sorrise «Che buon profumo.» mormorò soddisfatta e lo appoggiò sulla tavola bandita, decorata con varie decorazioni in oro e rosso.
Era una tavola coperta da una due tovaglie, una piena di brillantini e una rossa, con sottopiatti color oro e i piatti normali di varie dimensioni.
Le forchette nel lato destro del piatto e i bicchieri di due dimensioni uno più piccolo e uno più grande per il viso posati ai lati del piatto. Con un bellissimo centro tavola, era un piccolo ma elegante albero di Natale.
«Nicole per favore, puoi fare la salsa per le polpette?» chiese la sorella con tono gentile.
«Agli ordini capitano.» Nicole iniziò a sbucciare i cetrioli gratruggiandoli, mise una una piccola ciotola dello yogurt greco, mettendo un goccio di aceto di vino bianco, due spicchi d'aglio, sale ed olio, mise infine i cetrioli grattugiati. Si formò una salsa, la famosa salsa tzatziki, aveva un sapore fresco e stuzzicante, si accompagnava benissimo anche a semplici piatti di pesce e carne.
«Hai fatto la salsa tzatziki?» domandò Sandie andando verso la sorella per controllare.
«È immancabile.» rispose la sorella accennando un sorriso.
«La voglio assaggiare, sembra deliziosa.» disse la mora affondando il dito sulla salsa, lo mise in bocca assaporando il gusto della salsa.
«Metti un altro pizzico di sale.» la riccia obbedì e mise un altro po' di sale, mischiando di nuovo la crema. Sandie assaggiò di nuovo «Perfetta, mettila a tavola.» ordinò, la riccia appoggiò il piattino di salsa in tavola. Ma Sandie, da brava osservatrice vide mancare una cosa molto importante.
«Manca il vino.» annotò Sandie.
«No problem, è nel congelatore.»
«Beh, sarà diventato un pezzo di ghiaccio.»
«Idiota, se l'ho messo mezz'ora fa. Sarà diventato freddo al punto giusto.» disse la riccia tirando fuori dal congelatore una bottiglia di vino.
Mettendola vicino al centro tavola.
«Oooh! Tóra eínai téleio!» Ora è perfetto.
«Nai, eínai sígoura éna téleio trapézi.» Si, è decisamente una tavola perfetta.
Le sorelle si sorrisero a vicenda, contente e soddisfatte del loro lavoro.
«Bampá, agória, sto trapézi!» Papà, ragazzi, a tavola! Urlarono le ragazze.
Alexandre sorrise sentendo le voci delle figlie, e lui si alzò dal divano.
«Cos'hanno detto?» domandò Cheyenne.
«La cena è pronta, andiamo da loro.» i ragazzi raggiunsero il padrone di casa per poi dirigersi verso la tavola rossa inbandita di cibo.
«Wow.» mormorò il padre in segno di stupore «Ti ypérocho, ta píges ypérocha.» che meraviglia, siete state bravissime, complimentò il padre. Le ragazze risposero con un bellissimo sorriso. Ognuno prese il suo proprio posto, Alexandre da buon padrone di casa, prese la bottiglia di vino bianco, porgendola a Michael.
«Aprila.» ordinò, lui si toccò la punta del naso in segno di nervosismo.
«Ma Alexandre, tu sei il padrone di casa ed è giusto che la apri tu.» l'uomo scosse la testa.
«Come padrone di casa voglio che sia tu ad aprire la bottiglia e il permesso di aprire le danze a questo ben di Dio. Forza Michael.» il moro si rassegnò, prese la bottiglia, scartò l'incarto del tappo, fece alzare il tappo tramite l'aiuto di un apri bottiglia, e dopo tre giri, il tappo esplose. Aprendo la bottiglia fuori uscendo un po' di fumo freddo.
«Auguri! Buona vigilia di Natale!» urlò Nicole entusiasta, ricambiarono gli auguri anche gli altri membri di casa. E Michael versò il vino nei bicchieri facendo un bellissimo chin chin.
Nicole diede un bacio a stampo a Cheyenne e uno sulle labbra del figlio, poi abbraccio il padre.
Sandie invece, con il sorriso più luminoso del mondo, baciò Michael sulle labbra, anche lui con il sorriso.
«Buona vigilia.» mormorò Sandie con tono felice.
«Buona vigilia amore mio.» rispose il cantante con il sorriso più bello di sempre.






[...]





Il menu greco natalizio, non era così abbondante come quello americano, ma c'erano delle pietanze deliziose, come il gourounopoulo psito, ossia il maialino arrosto con le patate, cotto in forno. Sulla tavola greca, poi, non mancano mai i tipici mezedes, ossia la serie di antipastini da condividere, fatti di salsine come tzatziki e babaganoush, oppure Keftedes, le polpette, feta al forno e così via.

La famiglia Vrachnos era allegra e spensierata, in più la compagnia di Michael era magnifica, e magnetica. Il protagonista di quel cenone era lui.
Era a lui a dare brillantezza alla famiglia, Alexandre lo guardava con il sorriso mentre lui raccontava qualche battuta divertente.
Vide un bellissimo lato di lui.
Il lato ironico.
Lui rideva, e la sua risata contagiosa fece ridere anche il padrone di casa, e gli altri.
L'unica che non rideva era Sandie, aveva la guancia poggiata sulla mano, sorrideva e guardava Michael con lo sguardo più bello e innamorato di sempre.
Era persa di lui.
Lo guardava mentre rideva, mentre beveva un sorso di vino bianco.
Indossava un felpone rosso e dei jeans chiari, la sua coda bassa con risalto alcuni ricci penzolanti sul viso, e delle sneakers bianche al piede, era semplicemente bellissimo.

Alexandre notava quello sguardo, non aveva mai visto sua figlia così innamorata, così in preda all'amore.
Rivide in lei Chantal, anche lei aveva lo stesso sguardo innamorata quando posava sul suo volto.
Gli stessi occhi, la stessa espressione, la stessa aria innamorata che aveva.
Come il barlume dei suoi occhi.
«Chi vuole un altro po' di vino?» domandò il fanciullo dai capelli ricci.
«Io, possibilmente.» alzò il calice Nicole con il sorriso.
«È terzo bicchiere.» annotò Cheyenne.
«E allora? Bevi anche tu che tra poche ore è Natale!» disse la giovane facendo versare il vino all'interno del bicchiere «Michael? Mi dai la bottiglia?» chiese con gentilezza.
«Non avrai intenzione di berla tutta?» domandò il fidanzato.
«Ma sei idiota? Te ne voglio versare un po', su con la vita e bevi! Si dimenticano le cose brutte!» si creò un vocione di risate in preda al divertimento della serata.
Michael mentre rideva insieme agli altri, vide Sandie che era ancora imbambolata verso di lui.
Lui la guardò con un barlume negli occhi, un barlume pieno d'amore.
«Sei bellissima.» mimò con il labiale il cantante.
Lei non aveva smesso di sorridere.
Nemmeno per un instante.
Era totalmente persa ed era lo smarrimento più bello che esista.
Lo smarrimento d'amore, con lo sguardo verso la persona che amavi.
I loro occhi parlavano.
Erano smarriti l'uno per l'altro.
«Ti amo.» rispose lei posando la mano su quella del moro. Intrecciando le dita divenendo un'unica mano.

Ad un ora dalla mezzanotte e allo scarto dei regali, la famiglia Vrachnos era in salotto a giocare in vari giochi di società.
Come ad esempio Taboo, il gioco dell'oca, Monopoly e Uno.
Michael s'incantò a vedere i giochi in lingua greca, lo trovava affascinante.
Tutti stavano giocando ad Uno.
Il colore che stavano giocando era il rosso, avevano tutti mostrato le carte con il colore rosso.
Fino a che Sandie non fece uno sguardo malizioso a Jackson.
Come se stesse per fare una grande una mossa, di fatti Sandie, tirò fuori dal suo mazzo la carta +4 carte.
«Forza Michael, prendi quattro carte.» lui sbuffò e prese quattro carte.
«Di che colore.» domandò il moro.
«Verde.» rispose «Come i miei occhi.» precisò.
Lui alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi verdi, e si persero di nuovo tra gli occhi.
Alexandre tossì per farlo tornare alla realtà, anche se non nascose che si stava ingelosendo.
Una gelosia paterna verso la prima figlia.
Michael vide quello sguardo austero del padre di Sandie, e s'imbarazzò, tant'è che le sue guance divennero rosse e si toccò la punta del naso.

Il cantante tirò fuori dal suo mazzo la carta verde con il numero tre, lo stesso fece Cheyenne, con il numero quattro sempre dello stesso colore, Nicole e Alexandre.
Fino a che ad interrompere la partita fu il pianto di Nathan. Nicole sospirò.
«Scusate.» disse la ragazza posando le carte alzandosi dal divano dirigendosi dal figlio.
«Niente partita.» mormorò Sandie.
«E chi te lo ha detto?» domandò Michael tirando fuori una carta +4 quattro carte, insieme ad una carta gialla con il +2.
Doveva prendere in tutto sette carte.
«Luce dei miei occhi, grande amore mio. Prendi sette carte.» disse Michael con tono ironico. E Cheyenne e Alexandre accennarono una risata.
«Vaffanculo.» disse Sandie prendendo le sette
carte come da regola del gioco.
«Non so voi ma io ho un certo languorino.» mormorò Cheyenne.
«Che ore sono?» domandò il padre.
«Le undici e mezza precise.» disse la figlia.
«Volete il dolce prima della mezzanotte, oppure dopo che abbiamo aperto i regali?» domandò il padrone di casa.
«Dopo che abbiamo aperto i regali.» rispose Nicole da dietro. Il padre si girò verso di lei, mentre si sedette vicino a lui «Per voi va bene?»
«Va più che bene amore.» rispose il fidanzato con un bellissimo sorriso.
«Ti amo.» gli sussurrò.
«Ti amo anch'io.» rispose il ragazzo.
Alexandre sospirò.
«Forza, finiamo questa partita.» prese il comando l'uomo di casa, riprendendo il mazzo di carte «Allora? Il prossimo?»
«Tu papà.» gli ricordò la figlia maggiore, lui sorrise, guardò in dritto negli occhi Cheyenne.
«Okay, questo sguardo non mi piace per niente. Non prevedo cose belle.» intuì il ragazzo.
«Ragazzo mio, hai un buon intuito. Perche ti blocco il turno e sono ad Uno, cari ragazzi miei.» nel frattempo Sandie e Nicole si dicevano cose all'orecchio in greco. Il padre cercò di sentire cosa stavano dicendo ma parlavano troppo a bassa voce, lui ridacchiò «Michael.» lo chiamò.
«Si?»
«È il tuo turno ragazzo.» annuì, non aveva più carte disponibile di colore giallo, sbuffò sapendo di aver perso.
«Passo.» neanche Sandie aveva più carte disponibili di quel colore.
Sospirò arresa.
«Passo.» disse.
Alexandre sorrise compiaciuto, e posò la carta vincitrice sulle altre carte.
«Signori, avete davanti il vincitore.» disse alzando le braccia. I ragazzi sorrisero e fecero un grande applauso «Ora dopo questa partite vorrei bere un bicchiere di whisky.» accennò alzando dal divano per andare verso in cucina.
Cheyenne e Nicole stettero sul divano con Nathan, mentre Michael si alzò per andare in bagno. 
Sandie lo guardò dirigersi verso il bagno e aspetto due minuti.
«Nicole, fammi da guardia.» le disse, lei scosse la testa non capendo, la sorella maggiore le morse il labbro inferiore.
Allora Nicole capí tutto e alzò il pollice.

Sandie così, si diresse verso il bagno dove Michael si era recato.
Lei bussò alla porta.
«Occupato.» lei ridacchiò.
«Sono io.»
«Vengo subito, sto facendo pipì.» lei accennò una dolce risata in segno di tenerezza.
«Ti aspetto fuori alla porta.» disse la ragazza, e aspettò solo cinque minuti, quando sentì il rumore del water.
Lei morse il labbro inferiore, e poco dopo Michael aprí la porta, con un bellissimo sorriso sulle labbra.
«Bene.» disse la ragazza, a quel punto lei entrò dentro al bagno chiudendo la porta a chiave «Ora nessuno ci può disturbare.» disse la fanciulla con voce roca avvicinando le sue labbra su quelle del cantante creando un bacio passionale.
Le lingue si incontrarono, formanando un vortice di eccitazione e di sospiri di piacere.
Sandie posò le mani sui fianchi del cantante, e lo fece appoggiare sul muro.
«S-Sandie.» provò a parlare.
«Shhh.»
«C'è tuo padre in salotto, Sandie.» la sua voce era in preda al panico, non voleva farsi scoprire.
«Non importa, io ti voglio. Adesso.» disse esplicita sbottonandogli i pantaloni «Voglio assaggiarti.» precisò lei, leccandosi le labbra.
La guardò.
Era eccitata come un leone pronto a divorare la sua preda.
«S-Sandie, non è meglio farlo più tardi?» propose il moro mentre lei abbassò i pantaloni.
Girò la testa di lato.
Lei ridacchiò con aria maliziosa.
«E dimmi amore mio.» parlò «Vuoi rifiutare a questo?» domandò quando posò la mano all'interno dei suoi boxer bianchi, fino a toccare la sua carne bollente.
Michael ebbe una scarica elettrica nel suo corpo non appena sentì quel contatto.
Da tempo non sentiva quella sensazione.
Come poteva rifiutare?
«N-no.» rispose Michael chiudendo gli occhi.
«Allora rilassati.» disse la fanciulla mettendosi in ginocchio davanti a lui, e gli occhi della ragazza osservavano i boxer, lei tirò fuori il suo membro era più gonfio e lungo del solito. Forse al massaggio di qualche instate fa lo aveva fatto eccitare.
Ne rimase soddisfatta.
Ma non del tutto.
Leccò il suo membro, la sua lunghezza, ogni centimetro della sua carne.
Michael voleva gemere, quasi urlare dal piacere che Sandie le stava donando, ma lui si trattenne molto, si morse il labbro e strinse i denti e le mani formando a pugno.
Posò la mano sulla nuca della ragazza, mentre quest'ultima continuava senza fermarsi.
Respirava a fatica, emettendo dei suoi gutturali.
Fino a che Sandie non mise tutto in bocca.
«Oh mio Dio.» mormorò il ragazzo sospirando con intensità.
Resisteva.
Resisteva con tutte le forze.
Le accarezzava la nuca, spingendola piano piano.
Sandie accompagnandosi con la lingua, leccò come se fosse un gelato.
Come se fosse un gelato alla vaniglia e cioccolato.
Posò la mano sul fianco scoperto del moro, la sua pelle era così liscia.
Michael sudava, respirando sempre con intensità e il cuore che batteva forte.
Era vicino, non aveva scampo.
Muoveva la testa ai lati in continuazione e trattenne di brutto i gemiti. Non voleva farsi sentire fuori dalla porta in alcun modo.
Ridacchiò tra il piacere allo stesso tempo.
Come se stesse andando in estasi.
Ed era in estasi.
Provava un piacere che era indescrivibile per lui.
Il piacere sessuale non si poteva descrivere.
Sandie continuò rimanendo assolutamente soddisfatta. Era a lei a prendere il controllo e le piaceva. Le piaceva da morire prendere il controllo nelle situazioni intime.
«Sandie! Il dolce!» le urlò Nicole, a quel punto Sandie smise di fare quello che stava facendo. Passando la dita sulle labbra, divenute gonfie e bagnate.
Michael emise un sospiro, non venne.
Lei si alzò in piedi per baciare il moro, la sua mano la passò verso il petto, sentì il battito suo cuore.
«Il tuo cuore.» disse la ragazza tra i baci «Batte forte.»
«Per te.» rispose il ragazzo tra i sospiri «Solo per te.» precisò.
«Bene.» affermò «Sei venuto bimbo?» lui scosse la testa «Non ti lascerò uscire da questo bagno fino a che non sarai venuto.» disse la ragazza staccandosi delle labbra di Michael.
«Sandie, ma tua sorella-» fu interrotto dalla sua mano, di nuovo in quel punto «S-Sandie ...» disse chiudendo gli occhi.
«Ssshh, adesso siamo solo io e te. Forza, vieni bimbo.» massaggiò di nuovo la sua intimità e Michael non ci mise molto a venire. Soltanto tre minuti dopo.
Si accasciò per terra con il fiato sospeso in gola.
Sandie si abbassò per dargli un bacio sulla tempia.
«Bravo.» disse, ella gli morse il lobo dell'orecchio, sospirò «Non finisce qui.» era un avvertimento.
Sandie gli diede un bacio a stampo sulle labbra del ragazzo, gli fece l'occhiolino e se ne andò via dal bagno, dirigendo verso la sorella minore.
«Allora?» domandò la sorella per sapere qualcosa.
«Oh tutto ok, papà?»
«È andato in bagno.» Michael mise una mano sul petto, sospirò con un gemito sentendo il suo battuto completamente accelerato.
«Mio Dio.» mormorò il moro con il sorriso.




[...]




Allo scoccare della mezzanotte la famiglia Vrachnos si posizionarono verso l'albero per aprire i regali. Come tradizione per la famiglia, allo scoccare della mezzanotte c'era lo scarto dei regali e la consumazione del dolce.
In America lo scarto dei regali era proprio il giorno di Natale, al risveglio si aprivano i regali. Ma per la famiglia Vrachnos decise di fare una tradizione tutta loro.

Incominciarono da Cheyenne, che prese dei pacchetti e buste rosse.
Distribuì i regali uno ad uno.
A Michael gli regalo un vinile del nuovo album di Frank Sinatra, Duets, Sandie innamorata del regalo ricevuto al cantante gli pregò di metterlo in funzione.
Sandie adorava Frank Sinatra, era uno dei suoi cantanti preferiti dopo David Bowie, quando era piccola il padre lo faceva ascoltare sempre poiché era il suo cantante preferito.
Da bambina aveva sempre amato quella voce così profonda e piena di sentimento, e il volto di quell'uomo affascinante dei primi anni del Novecento.
Michael con la gioia nel sorriso, accontentò la ragazza, Alexandre mise in funzione il giradischi e il moro poggiò il disco da sessantacinque giri su di esso, posando la punta premendo il tasto play.
Fu così che parti la bellissima musica di Sinatra rendendo l'atmosfera vintage.

Cheyenne proseguì la distribuzione dei ragali a Sandie. Le aveva regalato tre VHS contenenti tre film di Clint Eastwood, come il primo film de "L'ispettore Callaghan", "Joe Kidd" e "Gli avvoltoi hanno fame" lei amava le VHS, e Clint Eastwood, era il suo attore preferito, nonché una delle sue tante cotte da bambina.
Fu un regalo che lei apprezzò molto da parte sua, disse a Michael che avrebbero guardato i film insieme, anche se lui li aveva già visti.

Proseguì con Alexandre, fece un regalo semplice, ma sempre di buon gusto per un uomo.
Gli regalò una camicia verde smeraldo di un brand americano che era nato da poco, il tessuto della camicia era sottile e di ottima qualità.
Alexandre collezionava le camice, ne era ossessionato ed era il regalo perfetto per lui.

Fu il turno della sua ragazza, nonché madre di suo figlio. Nicole.
Le regalò degli occhiali da sole della Ray-Ban neri, molto semplici, da tanto lei si lamentava di non avere dei buoni occhiali da sole, e poi erano tutti consumati, così andò sul sicuro, su oggetto che le piaceva e le serviva.
Nicole sorrise e si provò quegli occhiali, facendo smorfie buffe, tant'è che anche il piccolo Nathan sorrise alle smorfie della madre.
Lo ringraziò e gli diede un bacio a stampo.

Fu il turno di suo figlio Nathan, lo prese in braccio e con le manine lo aiutò a scartare la carta.
Era un giocattolo.
Era un pupazzo a forma di leone, con dei tasti da premere per farlo parlare, alcuni invece erano per fare lucine colorate.
Nathan gridò di gioia dal regalo del padre il che fece contagiare gli altri presenti.

Nicole iniziò a distribuire i suoi di regali, a Cheyenne gli regalò una felpa invernale con su scritto il numero dieci, a Michael una statuetta di Paperino, andò pazzo per quel regalo poiché lui era un grande collezionista di statue, soprattutto se erano personaggi della Disney, a Sandie una beauty case dove all'interno c'erano tanti trucchi, tre rossetti nude, un gloss e un mascara. Lei amava i trucchi, e sapeva perfettamente i suoi gusti, di fatti le piacque.
Nicole diede una bustina bianca da lettera, ad Alexandre, il regalo fu fatto insieme alla sorella maggiore. Alexandre con un espressione perplessa aprí la busta e dentro c'erano tre biglietti di un piccolo viaggio di famiglia, un weekend a Vienna. Era da tempo che Alexandre non viaggiava con le figlie e si commosse al regalo. Fu molto toccante per lui, anche perché dare il primo mini viaggio da sole, senza Chantal
Infine a Nathan una semplice completo della Blue Marines, lei adorava regalare al bambino delle tutine o delle piccole magliette e pantaloni, erano sempre utili.

Fu il turno di Alexandre, diede a Cheyenne un pacchetto regalo, lo aprì ed era una macchina fotografica nuova di zecca. Fu gasato dal regalo, non vedeva l'ora di fare foto con Nicole e con suo figlio, riprendendo i momenti più belli che avrebbero passato insieme.
Alle figlie fece dei regali molto semplici, ma che sarebbero impazzire.
Sandie, avendo l'amore delle borse le regalò una borsa di Gucci, mentre a Nicole un vestito firmato Prada. Le ragazze, amanti della moda esclamarono di gioia per il regalo del loro papà. Lo riempiono di baci e di tante carezze.
A Nathan un piccolo libro per bambini e un pupazzo ad elefante, il nipote sorrise vedendo quei tanti regali che stava ricevendo quel momento. Allorché alzava sempre le braccia e batteva le mani in modo impacciato. Era un bambino adorabile.
Infine a Michael regalo, senza farlo a posta, una macchina fotografica della Canon bianca, permetteva di fare foto e video. Michael essendo un grande amante della fotografia rimase molto contento del regalo, lo ringraziò con tono gentile e Alexandre non poté fare a meno di sorridere.

Toccava per ultimi Sandie e Michael.
Michael voleva dare i regali per ultimo così fece fare a Sandie.
Sandie, diede a Nicole una busta di un brand economico che ultimamente stava andando in fissa e le regalò un vestito blu elettrico invernale, era stupendo. Nicole si innamorò a prima vista.
A Cheyenne una giacca di pelle, il modello era identico a quello di Michael che aveva indossato per il videoclip "Bad" infatti al cantante gli venne subito in deja-vu.
A suo nipote un giocattolo della Disney, il personaggio in questione era Topolino.
Sandie sorrise con gioia di vedere la felicità negli occhi di suo nipote. Con la speranza che un giorno possa vedere quegli occhi così piccoli e innocenti, del suo futuro bambino.
Diede il regalo a Michael per ultimo, era una scatola nera con il logo di Tommy Hilfiger, era piccola e quindi intuì che fosse un portafoglio. Infatti era un portafoglio nero con il logo del brand, probabilmente Michael si ricordò di quando disse che doveva comprare un nuovo portafoglio, ci pensò lei a regalarlo, e dentro c'era una banconota di dieci dollari e poi un bigliettino con su scritto "Al mio unico e grande amore, che il tuo primo Natale sia l'inizio di tanti altri bellissimi e meravigliosi come questo. Grazie di esistere, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Ti amo amore mio, buon natale."
Quando lèsse il biglietto la baciò con tanto amore tra le labbra, qualche lacrime fuori uscì dai suoi occhi, ringraziando il Signore di poter amare una donna come Sandie Vrachnos, ogni volta si sentiva sempre Benedetto di averla al suo fianco. E mai l'avrebbe lasciata andare.

Come ultima persona a dare i regali, fu Michael a dare i regali per ultimo, Michael li fece all'ultimo momento ma era molto soddisfatto. Ed erano tutti regali molto costosi.
«Bene, ora è il mio turno. Amore mi passi quella busta nera?» chiese Michael alla ragazza con tono gentile, e lei gli passò la busta nera, con su scritto un brand di gioielli «Nicole è per te.» Nicole sorrise, aprí la busta e c'era un pacchetto bianco di pelle, quando apri la scatolina c'era una collana in oro bianco con su
scritto il nome di suo figlio "Nathan"
Nicole ebbe un barlume di commozione nei suoi occhi, guardando poi suoi figlio tra le sue braccia.
«È meravigliosa, grazie Michael, grazie.» disse la ragazza con voce rotta.
Gli ospiti si intenerirono, e la riccia in segno di ringraziamento abbracciò il cantante.

«Cheyenne.» lo chiamò per ricevere la sua attenzione, la busta era di grandezza media, verde con su il logo di Gucci. Il ragazzo rimase a bocca aperta vedendo il logo del famoso brand italiano.
«Gucci? Scherzi Michael?» domandò stupito.
«No.» Cheyenne aprì per vedere il contenuto. Una bellissima giacca bordo con il logo ai lati incise le due G intrecciate color marrone scuro. Era particolare, molto stile anni 70'.
«È stupenda, Dio mi sono innamorato. Adesso ho una nuova compagna. Mi dispiace Nicole ti tradisco con la signora Gucci.» scherzò il ragazzo alzando la giacca come un trofeo.
«Che cretino.» commentò la giovane.
«Grazie amico, davvero.» ringraziò Cheyenne con il sorriso sulle labbra.
«Figurati.» rispose il moro sorridendo.

Michael dietro all'alberò tiro fuori una sacca enorme, e dentro c'erano cinque pacchetti.
«E di chi sono questi?» domandò Alexandre accennando una risata.
«Sono per il piccolino di casa.» disse Michael riferendosi a Nathan.
Nicole e Cheyenne spalancarono gli occhi.
«Tutti e cinque?» domandarono a coro.
Lui ridacchiò, quando poi vide Nathan sbadigliare in segno di stanchezza.
«Apriteli, prima che si addormenti.»
«Si, Cheyenne passami quello grande.» il ragazzo le passò il pacchetto più grande, quando vide il piccolino appoggiato vicino alla mamma che voleva prendere sonno.
Michael istintivamente, avvicinò le sue mani su di lui, ma si bloccò.
«Posso?» domandò con tono gentile.
I genitori accordarono e Michael lo prese tra sue mani, in braccio.
Fece il giro per il salotto con il piccolo in braccio, il bambino da quando era tra le braccia del cantante in qualche modo divenne attivo e giocoso con il cantante.
Mimò qualche parola con il labbiale, emettendo i gemiti teneramente dalla sua bocca.
Michael giocava con amore il bambino, fino a che non si perse nei piccoli occhi profondi del bambino, il suo sorriso svanì, osservando con i suoi occhi quella creatura minuta.
Poi guardò Sandie, che vide i giocattoli che aveva regalato Michael al picccolino, erano tutti della Disney.
Un peluche parlante di Sebastian de "la sorenetta", un tablet per bambini di topolino, un peluche di paperino e paperina e infine un costume di Pippo.
Era un gesto semplice e adorabile da parte sua.
Nicole e Cheyenne lo ringraziarono con il cuore in mano, con il senso di colpa di aver speso così tanti soldi. Ma Michael non ci fece conto, l'importante per lui era vedere un sorriso di un bambino.

I regali più importanti li lasciò per ultimi.
Alexandre e Sandie.
Fu Sandie ad avere il regalo per primi e prese una busta da lettera bianca dalla tasca laterale della felpa.
«Per te.» Sandie sorrise e con aria curiosa come una bambina l'aprì, rimase stupita da quello che aveva letto in quei fogli.
«Biglietti? Budapest!?» domandò sconvolta.
«Leggi bene il terzo foglio.» la invitò, e lei obbedì. Spalancò la bocca.
«Alle terme? Sei serio Michael? Un viaggio a Budapest per andare alle terme?» lui annuì.
Aveva intenzione di fare di nuovo il giro del mondo da soli, e si incominciava da una tappa come Budapest.
Sandie rimase felicissima del regalo, era ammaliata. Era un primo passo di vivere la sua vita con lui, di creare i momenti più belli insieme a lui anche nei paesi stranieri. Nei paesi più belli dove governavano la bellezza e l'amore.
Vide poi un piccolo bigliettino e lo lesse a mente
"A colei che mi ha dato il sorriso, e la voglia di vivere. Grazie di esistere, sei il dono più prezioso e bello che la vita mi avesse mai donato. Ti amo da morire, ci divertiremo insieme vedrai. Ho ancora tanti progetti per noi. Buon Natale stellina, ti amo, tuo Michael"
La ragazza si buttò nelle braccia del cantante affondando le labbra con le sue, lui accennò una risata la strinse a sé dandole un lieve bacio al collo.
«Grazie! Grazie!» esclamò lei con tono felice, lui per un attimo chiuse gli occhi, sentendo il calore della ragazza e il battito del suo cuore, voleva non staccarsi mai e sentire la vita e l'amore che c'era in lei.
Grazie a te.

Per quando riguarda Alexandre gli disse che il regalo era troppo grande da portarlo in casa, così Sandie lo aiutò a portarlo in garage il giorno prima.
Si incamminarono e tra i due si scambiavano e qualche risata.
«Ma si può sapere che cosa mi hai regalato? Una macchina per caso?» ironizzò il padre.
«Avrei voluto regalatela.»
«Ragazzo mio, scherzavo, e poi ho la mia bellissima macchina che non mi ha mai tradito.» Alexandre tolse il lucchetto del garage e con un movimento precisò aprí la grande serratura di ferro.
Con la coda d'occhio vide subito un fiocchetto d'oro brillante.
Alexandre fischiò.
«Vedo già qualcosa.» disse l'uomo accennando un sorriso, quando poi accese la luce vide in lontananza il regalo che aveva fatto Michael che lo lasciò a bocca aperta.

Era una cantinetta vino.
Nuova di zecca.
Alexandre si avvicinò per vederla meglio da vicino.
Sembrava un gioiello, era un gioiello.
Aprí la cantinetta e dentro c'era una fila di bottiglie nuove di vino rosso, ne afferrò una e lèsse la scritta.
Duckhorn Neyards, uno dei migliori vini americani.
«M-Michael ...» lo chiamò con lo stupore negli occhi, lui si avvicinò con il sorriso.
«Sandie mi ha detto uno dei regali dei tuoi sogni una cantinetta per il vino. Così ho pensato di regalartela personalmente.» spiegò il moro, Alexandre si voltò verso di lui «È anche un modo per ringraziarti di avermi invitato e per permettere di stare con tua figlia.» il padre accennò un piccolo sorriso.
«Non so che cosa dire, la desideravo da tanto tempo ... Michael ti ringrazio tanto. Tu sei.» disse posando la bottiglia all'interno della cantinetta «Sei e sarai per sempre un uomo d'oro.» finì la frase «Non ho mai creduto a quello che ti hanno detto. Lo so che non saresti mai capace di fare una cosa del genere, in te ho visto sempre il buono e l'altruismo, soprattutto verso mia figlia. Ti ringrazio di amarla Michael, ti ringrazio di renderla felice.»
«Chi non amerebbe una donna come lei? Hai una figlia meravigliosa, non si può descrivere a parole una persona splendida come sua figlia. Mi ha ridato la speranza di una vita completa, e la voglia di vivere.» rispose il moro con il cuore tra le mani.
Alexandre lo guardò ammirato, quasi aggraziato che sua figlia amasse un uomo come lui, un uomo che la rispettasse e che la rendesse felice.
Gli diede una pacca sulla spalla in segno di ringraziamento.
Michael osservò gli occhi dell'uomo, erano lucidi, quasi come se stesse per piangere.
«Ehi.» lo chiamò «Va tutto bene Alexandre? Ho detto qualcosa che non va?» domandò con tono gentile. L'uomo scosse la testa.
«Al contrario, sono felice. Sono felice che le mie figlie stanno bene, e sono contento della loro vita e degli uomini che hanno trovato. Mi sono reso conto grazie a te, di aver fatto un buon lavoro con loro. Quando diventerai un papà allora capirai.» Michael sorrise quasi commosso e i due si abbracciarono.
«Buon Natale Alex.» disse il cantante.
«Buon Natale anche a te Michael.»

I due rientrarono in casa, e Alexandre con il sorriso sulle labbra disse agli ospiti di andare verso la cucina per mangiare il dolce.
Il dolce non era stato preparato in tempo dalle figlie, così le ragazze lo presero nella loro pasticceria di fiducia.
Il dolce era l'altro momento clou della cena di Natale in Grecia. Mangiarono i kourabiedes, dei pasticcini alle mandorle e burro, i melomakaroni, graziosi dolcetti a forma d'uovo preparati con miele, farina e olio d'oliva, e poi il christopsomo, un pane dolce speziato che viene farcito con uvetta, noci e pinoli.
Fu tutto buonissimo, e tra sorrisi e chiacchiere il Partenone si illuminò come una stella. Come la stella più bella di tutta la Grecia, illuminando la città e l'atmosfera natalizia di tutte le persone della città.




[...]




«Dunque, organizziamoci.» disse Alexandre «Nicole e Cheyenne dormiranno insieme.» Cheyenne emise uno sbadiglio in preda alla stanchezza.
«Sono stanco morto.» mormorò.
«Ma se non hai fatto un cazzo per tutto il giorno.» disse Nicole, Cheyenne ridacchiò.
«La mente si stanca anche se non fai un cazzo.» la stuzzicò, Nicole ridacchiò scuotendo la testa.
«Papà e noi?» domandò Sandie.
«Noi chi?»
«Io e Michael.» disse con il sorriso.
«Michael tu dormirai nella stanza degli ospiti, tu Sandie dormirai nella camera dove dormivi quando eri adolescente.» il sorriso di Sandie svanì.
«Ma come? Papà-»
«Niente storie, siamo intesi?» domandò con tono serio, lei sapeva perché faceva così, era geloso in qualche modo.
Guardò Michael, ma la rassicurò con uno sguardo.
«D'accordo, Den boró na pistépso.» non ci posso credere, sussurrò la ragazza.
«Molto bene, voi due vedere di non fare casini, se vi lascio dormire insieme è solo per mio nipote.» disse puntando il dito su Nicole e Cheyenne.
Anche se volessi fare sesso non ho neanche la forza di spostare un capello pensò Nicole
Da come aveva stabilito Alexandre, nessuno osò dire una parola, se non la parola buonanotte per poi cogedarsi nelle rispettive stanze.

Sandie non era d'accordo di passare la notte senza Michael accanto a sé.
Fece i capricci come una bambina in stanza con sua sorella. Quella stanza piena di ricordi e spensieratezza.
«Non concepisco questa sua decisione, cascasse il mondo anche se litigheremo. Io andrò a dormire da lui.» disse Sandie mettendosi la maglietta del pigiama.
«Ti coprirò ma almeno sii furba.» commentò la sorella.
«Furba di cosa?» disse voltandosi verso di lei.
«Almeno facciamo finta che tu dorma qui. In realtà metteremo i cuscini sotto alle lenzuola e una parrucca che sembrano i tuoi capelli. Così quando papà il giorno dopo ci controllerà, in qualche modo ti vedrà qui in camera e ci cascherà come un pollo.» Sandie sorrise all'idea dell'inganno. Le piaceva. Per un attimo le due sorelle tornarono adolescenti, due nelle e tremendi adolescenti com'erano allora.
«Bene, lo farò.»
«Perfetto, ora però vado a dormire Adelfì, sono stanca morta. Mi raccomando non fate troppo rumore.» ella ridacchiò scuotendo la testa.

Fece proprio come aveva suggerito la sorella, prese dei cuscini e li mise sotto alle lenzuola e in uno appoggiò una parrucca che sembravano proprio i suoi capelli.
Per rendere il tutto più realistico, mise sopra ad un cuscino un suo pigiama.
Fu un inganno perfetto.
Controllò suo padre, dormiva come un ghiro.

Scese al piano di sotto senza fare rumore per andare da Michael che si trovava nella stanza degli ospiti.
Aveva messo il pigiama ed era steso sul letto a guardare il soffitto.
Fino a che qualcuno bussò alla porta.
Lui si alzò dal letto per andare ad aprire ed era Sandie.
Aveva un tenero pigiama rosso, con su il capellino di Babbo Natale.
Michael accennò una piccola e dolce risata.
«Sei adorabile amore.»
«Adorabile eh?» disse mordendo il labbro inferiore, il moro la fece entrare «Io e te abbiamo un conto in sospeso Jackson.» disse stellina facendolo stendere sul letto, lei abbassò il capo verso il collo con l'intenzione di baciarlo.
Ma lui la bloccò.
«C'è tuo padre Sandie. E poi tua sorella con Cheyenne e tuo nipote.» le ricordò «E poi non dovresti stare in camera tua a dormire?»
«Voglio stare con te.» confessò.
Lui sorrise, con il palmo della mano le accarezzò la guancia. Stellia tolse il cappellino.
«Anch'io.» ammise.
«Michael.» lo chiamò
«Si?»
«Fatti guardare.» lui la guardò interrogativo, lei afferrò il viso dolcemente per guardarlo meglio, tutto il viso. Guardò la fronte, gli zigomi, la mandibola, le labbra. Sembrava essere una statua di Michelangelo. Era così bello, il suo viso era definito e perfetto.
«Com'è possibile?» si chiese.
«Cosa?» domandò Michael.
«Che sei così bello, la tua bellezza mi illumina l'anima. Possibile mai che tu non ti renda conto che sei bellissimo? Sei perfetto Michael, mio Dio, più ti guardo, più mi innamoro di te, e più mi perdo di te.»
«Allora se per te sono bello, mi sento anch'io bello.»
«Non bello, bellissimo.» lo corresse, lui ridacchiò.
«E va bene, bellissimo.» lei sorrise.
«Lo sei veramente Michael.»
«Se la donna che amo mi dice che sono bellissimo allora mi sento l'uomo più bello del mondo. Solo tu puoi farmi alzare un po' la mia autostima.» le prese la mano intrecciando le dita «Mi sento bellissimo per te, perché me lo dici tu. Non c'è cosa più bella di sentire quella frase dalla persona che ami. È una sensazione inspiegabile.»
«Allora te lo dirò più spesso.» sorrise fino ad unirsi con un dolce bacio sulle labbra.

Le mani di Sandie erano dentro la maglia del pigiama del ragazzo, sfioravano il petto.
Lui sospirò.
«S-Sandie ...»
«Spogliati, facciamo l'amore Michael.» lui le alzò lo sguardo dandole un dolce bacio a stampo.
Lei abbassò lo sguardo.
«Non vuoi fare l'amore con me?» domandò con tono triste e piccolo, come quello di una bambina.
Lui le fece alzare lo sguardo mordendosi il labbro inferiore.
«È da un mese che voglio fare l'amore con te.» parlò con tono provocante.
«Beh, se le cose stanno così.» lei si alzò dal letto mettendosi di fronte a lui, si spogliò davanti a lui in maniera molto sensuale.
Una sensualità elegante e non volgare.
Rimase solamente con degli slip rosso ricambiati, era terribilmente eccitante.
Lui la guardò con lo sguardo di fuoco pieno di passione, la voleva, la voleva da un mese e non appena la vide spogliare davanti a se, le voleva fare gridare il suo nome.
Guardò i seni, erano grandi e bellissimi.
Una forma rotonda appresso che perfetta.
Sentì la sua erezione gonfiare fino a scoppiare.
«Lo so che mi vuoi Michael, prendimi. Papà ora dorme e ha il sonno e profondo non si sveglierebbe neanche con le cannonate.»
«Perfetto.» la prese a se fino a buttarla sul letto, lei sorrise. Lui si avvicinò all'orecchio «Sarà una notte indimenticabile.» sussurrò mordendole con delicatezza il lobo dell'orecchio.
Sandie non vedeva l'ora.

Michael tolse il pigiama rimanendo solamente in boxer, Sandie era lì, stesa sul letto sotto di lei. E lui era sopra di lei.
«Apri le gambe.» le ordinò, lei obbedì e guardò quelle dita, quelle lunghe e perfette dita.
Si eccitò.
«Le vuoi non è vero?» lei annuì «Bene, ti accontento.» disse con voce roca e profonda.
«Dio mio Michael.»
«Non ho fatto ancora niente.»
«Mi ecciti comunque.» ammise. Lui ridacchiò.
«Anche tu mi ecciti quando diventi sensuale e mi piace.» lui con sorpresa inserì due dita dentro dentro lei. Era bollente quando le fiamme dell'inferno. Michael spalancò gli occhi «Wow, possibile mai che ti eccito così tanto?»
«Sta zitto scemo, non è colpa mia, sei tu che sei troppo sexy da farmi ingravidare anche con uno solo sguardo.» disse tra i gemiti.
«Ingravidare eh? Interessante.» disse leccandosi le labbra, spinse le dita più in profondità.
Lei gemette.
«Ah sì, così.» Michael alzò le sopracciglia, continuando a spingere con le dita, avanti e indietro, avanti e indietro. La ragazza alzò il petto mettendo in risalto i suoi seni, chiudendo gli occhi gemendo del piacere. Aveva gli occhi chiusi.
Lui a quel punto chinò il capo per baciare i seni, torturandoli con le labbra poggiate sui capezzoli duri e gonfi, e la lingua che accarezzava quella meravigliosa protuberanza.
Odorò la sua pelle, era così profumata, bagnoschiuma della Dove alle mandorle.
Lui continuò a fare il suo lavoro con le dita, mentre sentiva Sandie gemere dal piacere.
Alzò poi lo sguardo puntando il suo volto, aveva un'espressione appagata, e la luce lunare illuminava ancora di più la sua bellezza.
Con la mano libera, posò le dita sulle labbra della ragazza.
Lei alzò il capo e baciò le labbra.
«Sei così bella.» mormorò incantato mentre lei gemeva, ella sorrise al complimento «Non smetterò mai di guardarti, sei tremendamente bella. Sono perso di te lo sai?» lui fece uscire le dita non facendola venire, a quel punto Sandie aprí gli occhi.

Quei meravigliosi occhi verdi erano una vera opera d'arte.
Lui scosse la testa e le prese il volto.
«A volte la natura fa paura.» disse «Possibile mai che Dio ti abbia creato in una maniera così perfetta? Possibile mai che madre natura ti abbia donato così tanta bellezza? Sei la creatura più bella che Dio abbia mai creato.»
«Oh Michael.» lui la baciò con dolcezza tra le labbra, incontrando le loro lingue per unire in una danza.

Michael la fece posizionare a pancia in giù, lui spostò i capelli per baciare quella schiena così pulita, chiara e liscia dipinta da qualche neo. Era stupenda.
«Non stancherò mai di baciare la tua schiena.» disse lui tra i baci.
La mano di Michael era posata sulla natica, talvolta la strinse come se stesse stringendo un cuscino. Sandie sospirò.

Aspettò con ansia la sua mossa, e pochi minuti dopo avvenne. La fece posizionare a pecora.
Lei ridacchiò compiaciuta.
Il volto di Michael si avvicinò alla sua spalla, per darle un dolce bacio, la ragazza sentiva il suo calore e il suo bellissimo respiro.
Il moro le diede una leggera pacca sulla natica.
«Mhmm ... » mugugnò la fanciulla.
Fino a che non sentì entrare da dietro.
«Oh mio Dio ...» mormorò il moro, posò le mani sui fianchi della ragazza per aggrapparsi, iniziando mano a mano a spingere prima sempre con lentezza.

Sandie alzò il capo in preda alla passione che stava avendo in quel momento.
A lei piaceva così.
In modo passionale.
E Michael lo sapeva bene.
Quella notte fecero l'amore in un mix di passione e amore, come piacevano a loro.
Michael nei movimenti era sempre delicato con lei, con la paura che la potesse far male, capitavano talvolta incidenti del genere in momenti come questi. Era sempre attento e lucido nonostante il grande impulso.

Spinse aumentando la velocità, erano vicini.
Troppo tempo non sentivano i loro corpi unirsi.
Troppo tempo non si toccavano.
Troppo tempo non fecero l'amore.
Un mese.
Un maledetto mese.
E volevano rifarlo nel modo più bello possibile.

Poco dopo l'orgasmo arrivò.
Ma solo per Michael, perché Sandie non venne in tempo.
Michael si stese sul letto, Sandie fece lo stesso, non era venuta in tempo e questo non le diede fastidio, ma lui se ne accorse subito dallo sguardo della ragazza.
«Non sei venuta vero?» domandò lui, lei si imbarazzò restando in silenzio «Scusami, mi sono lasciato andare.» si giustificò il moro con tono mortificato.
Lei si intenerì e gli diede un bacio a stampo per tranquillizzarlo, ma Michael si posizionò sopra di lei lei.
«No Michael, stai tranquillo.» lo rassicurò, ma lui scosse la testa.
«Voglio farti venire.» disse lui deciso, e con una spinta entrò dentro di lei.

Emise un gemito, e iniziò con le spinte.
Lei strinse le lenzuola talmente che il piacere che sentiva nel suo corpo era immenso.
«Mio Dio ...» mormorò la ragazza tra i gemiti.
Lui continuò a spingere, stando attento e prudente come sempre.
Lei lo guardò quasi con vergogna, lui la baciò tra le labbra.
«Amore mio.» mormorò lui.
Sandie a quel nomignolo le si sciolse il cuore.
«Ridillo.» disse.
«Amore mio.» ripetè il moro e le sue labbra finirono tra il collo della ragazza, baciandolo con dolcezza talvolta lasciando qualche morso.
«È così bello.» mormorò la ragazza con il sorriso «Magico.» continuò, lei lo guardò negli occhi «Siamo capaci di creare una magia.» disse la ragazza emettendo un gemito.
Lui sorrise in segno di accordo, guardando quella ragazza come se fosse la creatura più bella che esista sulla terra.
«Noi siamo la magia dell'amore.» commentò il moro, fino a che Sandie non venne completamente, riunendo le loro labbra con un bellissimo bacio.

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