[Κεφάλαιο 48]




5 Settembre 1993

TAIPEI, TAIWAN


Il giorno dopo lo svenimento che Michael ebbe prima dell'inizio dello spettacolo, il cantante riprese le forze, si sentì molto meglio dopo le cure di Sandie.
Andò in ospedale a fare degli esami, e successivamente il cantante rilasciò un comunicato registrato per i suoi fan, scusandosi per il disguido successo la sera prima:
«La scorsa notte sono stato inaspettatamente male, mi dispiace aver dovuto cancellare il concerto e chiedo scusa per gli inconvenienti che posso aver causato ai miei fan di Singapore. Non vedo l'ora di essere con voi allo stadio domani. Grazie per la vostra comprensione e per il vostro continuò sostegno. Vi voglio bene, grazie.»

Chiaramente tutti i membri dello staff erano preoccupati per la sua salute, in particolare John, la sua famiglia e Sandie. Da quel momento che lo vide privo di sensi per la seconda volta restò attaccata al cantante come una colla. Il che fece scaturire grandi litigi tra i due innamorati.

Michael voleva avere libertà, si lamentava di essere in continuo sotto d'occhio. Sandie cercò di fargli capire che se lo faceva era per il suo bene, avrebbe smesso solo se lui avrebbe giurato di non prendere più i farmaci.
Il moro, non fece nessuna promessa.

Sandie sapeva che per lui era frustrante, lo sapeva bene e le dispiaceva. Ma lo faceva per il suo bene.

Da quel giorno in poi, i fanciulli non facevano altro che litigare.
Sandie gli provò a spiegarlo in tutti i modi, con le lacrime agli occhi, la situazione che si era creata. Ma egli fu irremovibile.
Successero vari episodi in cui entrambi alzarono la voce, in particolare quando Sandie gli toglieva dalla bocca le pasticche, oppure prendeva le boccette e le buttava nella spazzatura. Si creava una sorta di terza guerra mondiale tra loro.
Ma Michael non voleva litigi con Sandie, nessun tipo di discussione, aveva già tanti pensieri nella testa e non voleva averne altri. A tal punto di prendere dei procedimenti, non fece entrare Sandie nella sua stanza. Mettendo così un bodyguard fuori alla porta, in modo tale da mandare via la ragazza.

La fanciulla rimase di sasso del gesto di Michael, per un attimo pensò di aver esagerato con la sua troppa presenza. Abbassò lo sguardo e pianse tornando in camera sua.
Capì di aver sbagliato in un certo senso, in particolare una cosa, Michael non voleva essere aiutato, le venne questa brutta impressione. Il che la fece arrabbiare.
Ma Sandie aveva un carattere molto forte, non era un tipo che si arrendeva facilmente.
Lei nonostante ciò, avrebbe continuato a tenerlo d'occhio.

Il cantante si sfogò con John per quello che stava succedendo con Sandie. Sentí di avere un brutto presentimento, temeva che con questi continui litigi, la loro relazione sarebbe finita come un schiocco di dita.
«Mettiti nei suoi panni Michael, ti ha visto svenire due volte. Ha dovuto salvarti la vita due volte, se lei fa così è perché non vuole che tu stia male una terza volta. Ha tanta paura per te, lo so che magari sbaglia a starti appiccicato come un koala ma dall'altro lato la capisco. Mi metto nei suoi panni. Perché credimi, se io fossi un dottore e la mia fidanzata svenisse ben due volte anche io farei la stessa cosa.
Michael, a volte ho l'impressione che tu preferisca farti del male piuttosto che farti curare dalla donna che ami.» il moro provo ad obiettare la John lo zittí.
«Fammi finire, ora ascolta le mie parole Michael.» lui stette in silenzio e ascoltò.
«È come se avessi un amante.
Ma non è un amante fatta di carne umana, ma di pillole. Solo di pillole Michael. Ed è pericolosa questa amante.
Se tu continuerai a prendere queste pillole non farai una bella fine. Rischierai la vita, la cosa più cara che abbiamo. Respirare quest'aria del nostro pianeta e affrontare le giornate è il dono più bello che Dio possa aver mai creato. E tu vuoi buttare la tua vita per questi farmaci? Michael, io so che stai passando un brutto momento, le accuse ti stanno mangiando vivo, ma ci sono modi e modi per affrontare situazioni del genere.
Non puoi sfogarti impasticcandoti come un pazzo. Tu morirai Michael, ed io non voglio perdere un amico.
Tu non sei solo Michael Jackson, il Re del pop e leggenda della musica. Ma sei un uomo, un bambino, un figlio, un fratello, un essere umano come tutti noi. E tutti ti vogliono bene, in particolare le persone che ti stanno più accanto. Perciò apprezza di più quello che fanno le persone che ti amano.
Io sono convinto che oltre a vari componenti della famiglia, Sandie è l'unica persona che ti ama davvero, alla quale può darti una felicità immensa.
E sai, questo un po' mi imbarazza, provo un po' di invidia nel vostro rapporto, non in senso cattivo per carità, perché anche io vorrei un amore come lo hai tu. Anche io vorrei una ragazza che mi sappia amare, comprendere e prendere cura di me. Lo vorrei davvero, se succedesse mi sentirei un uomo completo.
Hai la fortuna di avere una donna che ti ama da morire, la quale ti darebbe la vita, il corpo e l'anima solo per vedere il tuo sorriso. Combatterebbe con le persone che ti fanno del
male cacciando gli artigli e ruggire contro quella persona che ti ha ferito, diventerebbe una casa, un rifugio nella quale ti senti protetto anche a sentire la sua voce.
Ora dimmi Michael, dove la trovi una donna come Sandie? Dove la trovi un'altra donna che ti sappia amare in quel modo? Da nessuna parte, perché le persone sono diverse dall'uno e dall' altro anche nell'amare. Sai, sono convito che le persone sono nate con un destino scritto dalle stelle, e lei è nata per amare te. Solo te.
Il fatto di amarti è il regalo più bello che le sia mai capitato. Lei si sveglia la mattina solo per te, per stare con te, per prenderti cura, e supportarti nei momenti di bisogno. Perciò apprezza questi gesti, perché un giorno ti mancheranno, implorerai di riavere quell'amore. Io ti auguro di non lasciarti con Sandie, ti auguro di stare con lei per il resto della tua vita. Ma la vita è imprevedibile, ci sorprende ogni giorno, e qualora succederebbe un giorno non vi amate più, sono più che certo Michael. Ti mancherà da strapparti l'anima. Urlando dalla frustrazione di riaverla tra le tue braccia.» quelle parole, quelle frasi, sembravano uscite dalla bocca di Shakespeare.
Il cuore del fanciullo gli mancò un battito udendo il lungo discorso di John, per un attimo aprì gli occhi, rendendosi conto della donna che aveva al suo fianco, dell'amore immenso che provava nei suoi confronti e dei tanti sacrifici che aveva fatto solo per lui.
Egli restò in silenzio, non disse nessuna parola, abbassò per poco lo sguardo cominciando a riflettere.
Sollevò il capo per guardare l'orologio poggiato sul muro.
Erano le due di notte, emise un sospiro.
Camminò verso la porta, uscì e disse al bodyguard di andare a dormire. L'uomo obbedì.

Michael si incamminò verso la stanza di Sandie, vide che la porta non era del tutto chiusa. Sorrise, la conosceva bene, era da lei lasciare le porte leggermente aperte per farsi che lui andasse da lei. Allor dunque, entrò e la vide stesa sul letto, completamente preda del sonno.
Michael guardò il suo viso, notò che aveva un po' di occhiaie, e gli occhi leggermente gonfi.
Pensò che era semplicemente stanchezza e mancanza di sonno, controllò sul comodino una scatola di pasticche, alzò un sopracciglio e la prese. Erano semplicemente pasticche di valeriana, una pianta che permetteva di dormire.

Non sapeva che Sandie aveva passato delle notti in bianco, a causa di vari pensieri la quale le tormentavano la mente. Per questo non riusciva a prendere sonno.
Pensò che la causa ere sua, si sentì responsabile.
Le spostò delicatamente una ciocca di capelli, si avvicinò per darle un bacio sulla fronte.
Si tolse le scarpe, e piano piano, alzò le coperte per poi stendere accanto a lei.
Poteva sentire il suo respiro, mentre russava in modo adorabile, si muoveva di lato in lato per trovare la posizione giusta, fino a che lei non si girò nel suo lato, proprio di fronte al moro. Egli, le diede un bacio sulla punta del naso e le accarezzò i capelli.
Lei, era in preda al sonno ma poteva sentire un bellissimo calore di fronte a sé, sorrise.
Michael chiuse gli occhi, e prima di addormentarsi pronunciò alla ragazza una semplice parola.
«Grazie.»

Nei primi giorni di settembre andarono via da Singapore per arrivare a Taipei nel Taiwan, dove avrebbe svolto un paio di concerti, per poi proseguire il tour verso il Giappone.
Sandie e Michael avevano fatto pace, e il loro rapporto mano a mano tornò a regnare la calma.
I tre nipoti di Michael, detti i 3T [1*] raggiunsero lo zio per stare con lui e supportarlo nel momento del bisogno.
Amavano suo zio, come lui amava i suoi nipoti, intensamente.

Michael era contento di stare e vedere i suoi nipoti, ma allo stesso tempo la stanchezza e lo stress si facevano notare per il tour e per le accuse.
Il cantante non chiudeva occhio, ciò nonostante prese di nascosto, sfuggendo lontano dagli occhi di Sandie, i farmaci.
Lo aiutarono a calmare, ma ben presto si notava che Michael, in certi momenti, sembrava essere in un altro mondo.

Sandie più spaventata non seppe più cosa fare, se ne avesse provato a parlare con lui sarebbero finiti in una lunga e noiosa litigata, ma non poteva restare in silenzio. Più i giorni passano e più Michael veniva descritto dai taiblod come un pedofilo, e questo lo portava a prendere un numero folle di farmaci.

Si sfogò al telefono con sua sorella Nicole, che non sentiva da diversi giorni, aveva mandato alcune lettere ma il lavoro le aveva impedito di prendere il telefono e parlare con la sua famiglia.
«Lo ammetto, non sta in una bella situazione adelfí, pensa che i notiziari qui non fanno altro che parlarne. È praticamente lo scoop dell'anno.» parlò la riccia dall'altra parte del capo mentre dava da mangiare a Nathan.
«Nicole.» la chiamò Sandie, ci furono vari secondi di silenzio «Mica ci credi?» domandò, Nicole spalancò gli occhi alla domanda.
«Assolutanente no, sono tutte stronzate, non hanno trovato nemmeno una straccio di prova che possa incriminarlo. E poi ho imparato a conoscerlo, non farebbe mai una cosa del genere. Piuttosto si ucciderebbe.» Sandie sospirò sollevata «Perché sospiri? Davvero pensavi il contrario?» chiese la sorella stupita.
«No no, vedi io sono molto preoccupata per lui. In questi ultimi giorni non abbiamo fatto altro che litigare, Michael ha avuto un secondo colosso ed io l'ho salvato. Ma poi ho scoperto che prende ancora i farmaci, da lì non ho più visto la ragione, l'ho iniziato a perseguitarlo come uno spirito, gli proibivo di prendere i farmaci, prendevo una boccetta e lo buttavo nell' immondizia, che ti dico a fare, si era creata una bomba tra noi. Non ci siamo parlati per vari giorni, quando poi stavo andando da lui c'era un bodyguard fuori alla porta della sua stanza, mi ha detto di andarmene.» la sua voce divenne rotta solo a ricordare l'uomo di fronte alla porta della stanza di Michael, dicendole di tornare in camera perché Mr Jackson non voleva vederla.
Avrebbe potuto sfondare la porta, ed entrare non importandole nulla. Ma Sandie aveva un cuore molto molto sensibile. Capí che Michael non voleva vederla, e le fece male, se si fosse opposta, avrebbe solo litigato. Non ne valeva la pena.
«Io se fossi stata in te avrei sfondato la porta.» commentò Nicole.
«Avrei potuto farlo, ma ho capito che avrei peggiorato la situazione. Ho lasciato perdere.»
«Ma poi avete fatto pace?» lei sospirò.
«Si.» rispose stellina.
«E ora come vanno le cose?» domando.
«Ancora male, nonostante Michael è in grande compagnia ha gli occhi completamente stanchi e pieni di tristezza. A volte si chiude nella sua stanza, non lascia entrare nessuno, nemmeno me, e dalla porta lo sento piangere. Mi si spezza il cuore solo a pensarci Nicole, perché io voglio aiutarlo. Voglio vederlo sorridere. Non sopporto vedere il mio amore con gli occhi pieni di lacrime, è insopportabile.» si sfogò stellina con la voce piena di tristezza arrivando nella sua mente l'immagine di Michael completamente spento.
«Mi dispiace tanto, gli sono vicina in un momento del genere. Mandagli i miei saluti.» disse la riccia con tono gentile.
«Certo, glielo dirò quando tornerà, sai è andato con i suoi nipoti a fare shopping in un negozio di giocattoli. Spero si sia divertendo, i nipoti sono adorabili e molto dolci, anche loro cantano, sono un trio. Amano follemente il loro zio, e si nota tantissimo.» spiegò «Nicole papà come sta?» domandò la ragazza.
«Papà sta bene, sta lavorando molto in questo periodo e ...» si bloccò
«E?» ripeté Sandie per farsi che Nicole continuasse a parlare.
«Non è stato bene Sandie, d'un tratto per qualche settimana non è andato a lavoro, e non è nemmeno uscito di casa. Infatti sono a casa sua, ora sta dormendo .» parlò mentre la giovane madre puliva con un fazzoletto la piccola bocca del piccolo.
«Perché?» domandò con tono preoccupato.
«Per la mamma, ha detto che si sente responsabile per il suo cambiamento, e che se non l'avesse tradita a quest'ora sarebbe con noi e supportarci per le nostre situazioni.» Sandie fece un sorriso triste, suo padre era sempre stato innamorato di Chantal, ma per un periodo i sentimenti di Alexandre scesero verso la moglie, e in un momento di debolezza la tradì. Quando Chantal scoprì il tradimento fu la fine del loro matrimonio e della loro storia, niente fu come prima. Chantal prima era una donna amorevole, presente per le sue figlie e dolce, ma da quell'episodio da un piccolo e adorabile coniglio divenne una tremenda arpia. Una donna irriconoscibile, Alexandre si dette le colpe per la fine del matrimonio e per aver causato alle sue figlie un brutto trauma, come quello di una madre assente e malvagia.
«Papà non si deve dare nessune colpe, perché tutti noi abbiamo un momento di debolezza, nonostante il tradimento l'ha amata, fino a quando lei non ha distrutto tutto.» commentò Sandie giocando con una ciocca di capelli.
«Sono d'accordo, ma lei poteva benissimo reagire in modo diverso, affrontare la situazione in modo diverso. Invece no, ha preferito fare del male a noi e a papà.» parlò poi Nicole con la rabbia nella gola, Sandie lo percepì.
«Nicole.» la chiamò.
«Si?»
«Se un giorno mamma ti dicesse che si è pentita di come ti ha trattata, e chiedesse il tuo perdono tu-»
«No.» rispose decisa la sorella minore, con il cuore spezzato «Non la perdonerò mai, anche se è mia madre, lei mi ha fatto un male indescrivibile, molto peggio delle botte. Mi ha creato un buco nel cuore. Mi ha trattato come se fossi la cosa più brutta che le sia capitata nella sua vita. Ed io per questo mi sono promessa qualora facessi un figlio lo avrei trattato come il mio gioiello da custodire, e amare.» Sandie poteva percepire dalla voce della sua amata sorella una tristezza incolmabile. Per Nicole, il dolore di non essere stata amata da colei che l'aveva messa al mondo le faceva molto più male di uno semplice schiaffo.
«Non meritavi tutto questo Nicole, non lo meritavi per niente, a volte mi sento in colpa. Perché mamma ha avuto delle preferenze enorme nei miei riguardi, perché non mi hai odiato?» domandò con il cuore a mille.
Nicole ridacchiò nervosamente.
«Sei mia sorella, sangue del mio sangue, tu non c'entravi nulla, e poi avevo papà al mio fianco. Lui ha fatto anche da madre ed è l'uomo della mia vita. È un grande uomo e non voglio che soffra. Magari in questi giorni lo porto al cinema a vedere un film, chiederò a Cheyenne di tenere Nathan.» ipotizzò la riccia prendendo in braccio il suo amato figlio, reggendo il telefono tra le mandibola e la spalla.
Sandie sentì un dolce gemito di Nathan.
«Amore mio, la zia ti ama tanto e mi manchi da morire.» disse Sandie con voce tenera.
«Chi è? Zia Sandie?» domando Nicole a Nathan e lui fece un altro verso «Si? Si amore, saluta, dici ciao zia, torna presto.» la mora ridacchiò.
«Tornerò presto amore della zia.» rispose accennando un sorriso.

«Come va con Cheyenne?» domando stellina.
«Tutto bene grazie a Dio, sta studiando molto in questo periodo. Gli manca solo un esame e finalmente si laurea!» esclamò adelfì con tono felice.
«Uuh! Anche Cheyenne si laurea! Che bello, sono così contenta.» commentò Sandie con tono felice «Mi sembra ieri che era al terzo anno.» continuò accennando una piccola risata.
«Ed io che l'ho conosciuto e fatto un figlio con lui.» commentò Nicole a sua volta «Per fortuna ho trovato un ragazzo che mi sappia trattare con cura e amore. Lui è così speciale, sono benedetta di aver incontrato una persona come Cheyenne.»
«A me mai mi ringrazi, sono stata io a fartelo conoscere idiota.» risero.
«Lo stavo per fare, se non fosse stato per te non lo avrei mai conosciuto, ne tantomeno diventata mamma. Grazie. Grazie mia dolce adelfì.» ringraziò Nicole con tono dolce verso la sua sorella maggiore.
«Non devi ringraziare, meriti sempre la luce nella tua vita e mai le tenebre.»
«lo stesso vale anche per te Sandie, soprattutto per te.» lei fece un piccolo sorriso.
«Ora che farai adelfì?» domandò la mora.
«Cercherò di far mettere allegria a mio padre, magari gli prenoterò un piccolo viaggio solo io e lui. Magari a Barcellona, non ci sono mai stata.»
«Brava, e poi respirare aria nuova non fa mai male. Tu con il bel umorismo che hai sono sicura che papà si riprenderà.» accennò stellina.
«Dovresti farlo anche tu con Michael.» ipotizzò.
«A fare cosa?»
«Un viaggio Sandie, un viaggio che lo faccia distrarre dai suoi problemi, solo tu e lui e nessun altro. So che non sarà facile, ma cercalo di portarlo in un posto dove lui sorrida.» la considerazione di Nicole non venne messa in secondo piano, anzi, ci rifletté seriamente, portarlo a fare un piccolo viaggio dove possa divertire non era affatto una cattiva idea.

Michael quel giorno non aveva concerti, era andato con i suoi nipoti a fare shopping al negozio Toys'R'Us, i negozi di giocattoli erano i negozi preferiti del cantante, amava spendere le ore la dentro, guardare e ammirare un pupazzo oppure provare i videogiochi. Era il suo mondo.
I suoi nipoti cercarono di farlo divertire e fare le cose che gli piacciono, proprio come andare nei negozi di giocattoli e stare le ore là dentro ad osservare i giocattoli, e quelli che gli piacevano di più li metteva dentro ad un carrellino.

«Zio! Guarda questo!» esclamò Taj era una bambola di chucky, ovvero la bambola assassina «Me la regali? Ho sempre desiderato averla.» Michael sgranò gli occhi.
«Stai scherzando Taj? E se quella bambola si muovesse davvero per ucciderti?» domandò con ironia il cantante.
«Macché, diventerà il mio migliore amico.» rispose accennando un sorrise.
«La bambola assassina.» puntualizzò TJ.
«Si!» rispose Taj, suo fratello gli diede un pugno sulla spalla.
«Ma fammi il piacere!»
«Ehi! Intanto io avrò visto il film almeno più di dieci volte e poi stai zitto che tu non hai mai avuto il coraggio di vederlo.» sbroccò il nipote puntandogli il dito contro.
«Taj, secondo hai qualche problema.» intervenì Taryll scuotendo la testa.
I tre fratelli stavano iniziando ad avere una litigata quando Michael li fermò.
«Dai ragazzi, non è carino che litigate per queste sciocchezze, e per quando riguarda la bambola Taj, te la regalo.» il nipote spalancò gli occhi.
«Sei serio?» domandò quest'ultimo.
«Serissimo, te la comprerò.» disse il moro.
A quel punto Taj scoppiò a ridere «Perché ridi?» domandò Michael con uno sguardo perplesso.
«Perché era uno scherzo applehead.» affermò il nipote scoppiando a ridere.
«Ah ah ah, molto divertente. Muovete il culo e continuiamo.» rispose in maniera sarcastica.
«Wooo.» dissero i tre nipoti in coro «Michael Jackson is a bad guy now!» esclamò Taryll, lo zio fece il segno di restare in silenzio.
«Volete che farvi cacciare dal negozio?» domandò il cantante con il sorriso.
Loro fecero un furbo sorriso.
«In verità zio vorremo che cacciassero te. Solo a te, noi no perché siamo buoni.» rispose Taryll con finta vanità, Michael alzò un sopracciglio.
«Se vi vedono come siete realmente vi cacceranno a calci nel sedere.»
«In culo zio, si dice in culo.» precisò TJ.
«TJ, sii educato.» lo riprese
«Scusa zio.»
«Non importa, continuiamo il giro.»


[..]

Durante il giro nel negozio di giocattoli misero nei carrelli di tutto, videogiochi, vari tipi di giocattoli e le pistole ad acqua, andarono verso il reparto dei peluche, i tre nipoti giocherellarono con vari peluche diversi, chi aveva un panda, oppure un coccodrillo, giocarono come dei bambini. Lo stesso fece anche Michael, fino a che non trovò un piccolo coniglio di peluche.
Lo prese in mano, e in automatico pensò a Sandie, aveva sempre pensato che stellina come animale rappresentasse il coniglietto, per la dolcezza, la tenerezza e il suo modo di essere pura e giocherellona.
E subito ci fu un deja-vù

Sandie le cadde l'occhio su in peluche a forma di coniglietto dai colori del giallo dagli occhi dolci, il sorriso svanì e rimase ferma a guardarlo, come se fosse interessata. Fu un colpo di fulmine.
«Sandie va tutto bene?» domandò Michael con tono preoccupato verso la fanciulla, lei non rispose, i suoi occhi erano incollati su quel tenerissimo peluche «Ti piace quel peluche?» domandò lui sorridendo.
«Si, mi ricorda uno che avevo quando ero piccola, ed era il mio pupazzo preferito ma purtroppo mi fu rubato quando andai all'asilo. Fu un colpo al cuore, ci tenevo tanto a quel pupazzo, era un regalo di mia nonna quando avevo solo tre anni, buon'anima ...» i suoi occhi divennero lucidi, quei ricordi erano rimasti nel cuore. La città che ha sempre amato, Atene, insieme ai suoi genitori, amabili nonostante molto appressivi, la sua amata nonna, colei che le fece scoprire il mondo della cultura, senza la sua formazione non sarebbe mai diventata una ragazza con tante capacità e interessi su tutto, il merito della sua curiosità e della sua formazione in parte lo deve a sua nonna. Nella quale la considerava come una seconda madre.
Purtroppo morì a causa di un tumore al cervello, Sandie all'epoca aveva diciassette anni, fu un grande dolore per lei, e nonostante avesse tanti ricordi di sua nonna in forma di oggetto e foto, quel peluche era il segno del suo amore verso la fanciulla stessa. La ragazza si trattenne le lacrime, ma Michael notò subito il suo stato d'animo. Si intristì anche lui, entrambi erano delle persone molto empatiche, riuscivano a percepire lo stato d'animo dell'uno e dell'altro «Perdonami, forse ti ho fatto ricordare qualcosa di brutto.» mormorò il cantante con dispiacere, ma lei scosse la testa.
«Mia nonna era come una seconda madre per me, e quel peluche era un oggetto che mi rese felice, ne sono contenta di aver trovato uno simile.» disse la ragazza sorridendo poi alla fine della frase. Decise di volerlo comprare, costava 15$, prese il portafoglio ma purtroppo aveva soltanto 7$. Ci rimase di sasso, aveva speso tutti i suoi soldi per i libri universitari e vestiti. Ma Michael mise la mano sopra a quella della ragazza che teneva in mano il portafoglio.
«Te lo regalo io.» affermò il cantante, e la ragazza spalancò gli occhi.
«No Michael, è fuori questione.» protestò Sandie in segno di negazione.
«Ti prego, voglio regalartelo, so che ti fa rendere felice, e per favore lasciamelo fare. Nei tuoi occhi ho visto l'eterna gioia quando hai visto questo peluche, sopratutto il ricordo di tua nonna.» mormorò il ragazzo dai capelli ricci con tono felice di voler fare un gesto così bello alla dolce e tenera ragazza dai capelli mori.
«No Michael, non voglio che tu spenda soldi per me, ti prego.» replicò la fanciulla di nuovo. Ma Michael non l'ascoltò, prese il pupazzo e lo mise carrello pieno di giocattoli «No! Michael ti prego!»
«Ti ho detto che te lo regalo, non si discute Sandie.» bottò Michael camminando verso la cassa.
«Ti scongiuro Michael, per favore.» supplicò la ragazza, e il cantante le cacciò un occhiata gelida e fredda.
«Se c'è una cosa che non sopporto, è il rifiuto, sopratutto se voglio rendere felice una persona. Quindi il peluche te lo regalo, e non voglio sentire protestare Sandie.» disse il ragazzo con tono freddo, Sandie capì dal tono della voce che doveva arrendersi.

Michael pagò i giocattoli per i nipoti, in più il peluche di Sandie, spese almeno in totale 550$ di giocattoli, aveva praticamente svuotato il negozio ma questo era altro per far rendere felice le persone che amava.

Uscirono dal negozio di giocattoli verso le otto di sera, Michael e Kylie misero le buste nel cofano, e prima di entrare in macchina il cantante prese dalla busta il peluche di Sandie, che nel frattempo era già entrata in macchina.
Lui entrò, e si mise vicino a lei dandole così il tenero coniglietto di peluche.
Sandie lo prese in mano, era così morbido e soffice, era bellissimo e gli occhi della ragazza brillavano di gioia ma sopratutto di gratitudine verso il cantante.
«M-Michael.» cercò di dire qualcosa, ma le parole non bastavano per dire un semplice "grazie".
«Non c'è bisogno di ringraziarmi, l'ho fatto con il cuore. Sono felice che ti piaccia.» disse il ragazzo felice di aver fatto una cosa buona per la sua nuova amica.

Michael sorrise nostalgico, quella volta fu una delle loro prime uscite, come amici.
Lui sapeva dentro di sé, in quel periodo, che sarebbe nato qualcosa di molto profondo tra loro.
Si dette dello stupido a non ammettere sin dal principio i suoi sentimenti e aspettare due anni, se l'avesse fatto, probabilmente le cose sarebbero cambiate.

«Che carino.» annotò Taryll.
«È molto tenero.» rispose il cantante con voce dolce.
Accarezzò il peluche, immaginando di accarezzare i capelli lunghi e morbidi della sua amata.
Sospirò con aria innamorata.
«Sai zio.» disse TJ, il moro si voltò verso il nipote «Quando ti vedo con quella ragazza ti vedo rinato, felice, tanto felice.» sorrise.
«Lei è la mia felicità in un momento di orrido buio nella mia vita.» rispose lo zio con voce rotta.
No, non piangere. Trattieniti.
Aveva gli occhi lucidi, non poteva non pensare ogni giorno a quelle maledette accuse disgustose, lo avevano accusato della cosa che più amava al mondo mettendo sé stesso all'ultimo posto, i bambini. Solo a pensare gli tremavano le mani.
I nipoti lo abbracciarono in segno di affetto, egli li strinse, formando un bellissimo abbraccio di gruppo. Una lacrima rigò sul volto del giovane, chiuse gli occhi, spaventato per il domani.

Dopo due ore di shopping tornarono in hotel stanchi ma divertiti con delle buste enormi tra le mani, Michael salutò i ragazzi in ascensore quando arrivarono al piano dove si trovavano le loro camere.
Michael invece non andò in camera sua, cliccò il quinto piano, dove c'era la camera di Sandie, che nel frattempo parlava con John.

«Sono così preoccupata, aiutami John non so che cosa fare.» supplicò stellina.
«Vorrei poter fare qualcosa, ma l'unica cosa dobbiamo fare è stargli vicino. Tu stai facendo tanto per lui e anch'io sto cercando di aiutarlo. Dobbiamo solo sperare che la situazione non si aggravi del tutto. Altrimenti Michael non reggerà ancora per molto.» spiegò.
«Dio, non ci voglio pensare John, non ci voglio assolutamente pensare.» commentò Sandie, ci furono vari minuti di silenzio.
«Dobbiamo fare qualcosa, almeno per farlo distrarre.» propose John con tono preoccupato «Non mi piace vederlo triste, non merita tutta questa crudeltà. I media parlano di lui ogni giorno e lui lo sa. Non sorride più, e ha gli occhi tristi.» continuò.
Sandie sospirò mettendo una mano sulla fronte.
«Non merita di soffrire, non merita di patire tutto questo. E devo fare qualcosa.» rispose la mora.
«Promettimi che ci penserai Sandie.» annuì.
«Conta su di me John.» disse stellina con tono determinato, i due si salutarono e il manager se ne andò.

Michael uscì dall'ascensrore e si recò nella camera di Sandie, e nel mentre incontrò John, che si stava dirigendo nell'ascensore, i due si salutarono con molta fretta.

Il moro bussò alla porta, e Sandie aprì la porta dopo due minuti, aveva una maglia che le copriva i seni.
«Ciao amore.» gli fece spazio «Entra.» sorrise ed entrò, ella si mise di spalle, buttò la maglia sopra al letto, Michael vide la schiena scoperta della ragazza era così bella, con vari nei sparsi.
«Allora? Com'è andata con i tuoi nipoti?» Michael non rispose, era troppo impegnato a guardare la sua schiena, si avvicinò a lei, mise le mani sulle spalle e le diede un bacio sulla schiena.
«Molto bene.» rispose, e diede un altro bacio.
«Ti sei divertito?» domando la ragazza con il sorriso.
«Molto.» le sue labbra erano sulle sue spalle, ella alzò il capo chiudendo gli occhi, amava sentire le labbra del suo amore sulla sua pelle nuda «Lo fai di proposito eh?» disse il moro tra i baci.
«C-cosa?» domandò la ragazza.
«A provocarmi Sandie. Sei un fuoco continuo per me.» lei sorrise, le palpò un seno che la fece gemere.
«Dai, fammi mettere il pigiama cretino.»
«Sono le sei del pomeriggio e già metti il pigiama?» domandò il cantante.
«Sono un po' stanca.» rispose prendendo il pigiama dalla sua valigia e mise la maglia.
Michael gli passò il pantalone.
«Efcharistó.» ringraziò stellina in greco, ella si tolse il pantaloncino di jeans e mise quello del pigiama.
Michael le prese il viso e la baciò con amore.
«Ti amo.» disse tra i baci. I due si strinsero divenendo un'unica persona, continuando a baciarsi con amore e tra i sorrisi sulle labbra.



LOS ANGELES

Dipartimento di polizia

Dopo due settimane all'uscita delle presunte accuse di molestie sessuali di un minore a Michael Jackson, il dipartimento di polizia di Los Angeles decise di mettersi in azione.
Vari investigatori, e membri del dipartimento interrogarono quelle che sarebbero le testimonianze di quelle accuse.
Interrogarono vari membri dello staff personale di Jackson, e le persone interrogate un 50% erano contro il loro capo e la metà lo difesero.

Toccava ad Iris, la cameriera, ella era vestita in modo semplice, un paio di jeans neri, una maglia bianca con su una giacca leggera gialla, e i capelli raccolti in una semplice coda.
L'investigatore le diede una piccola Bibbia dove le ordinò di appoggiare la mano sopra, e con l'altra di sollevarla
«Miss, giuri di dire la verità tutta la verità e nient'altro che la verità in nome di Dio?»
«Lo giuro.» rispose determinata
«Nome e cognome prego.» disse un investigatore incominciando a registrare la testimonianza.
«Iris Hilary Vivian Barlow.» rispose la fanciulla.
«Luogo e data di nascita.»
«26 aprile 1969, Los Angeles, California.»
«Per quando tempo lavora per Michael Jackson?» domandò.
«Circa un anno.» rispose diretta la ragazza.
«E in quest'anno ha mai trovato dei strani comportamenti da parte di Jackson sui bambini?» ella scosse immediatamente la testa.
«Assolutamente no, Michael è sempre stato molto educato e dolce con i bambini, un uomo che ha tanto tanto rispetto, lui non farebbe mai azioni del genere, non è in grado.»
«Per caso lei c'era nei momenti in cui Jackson invitò il piccolo Chandler?» domando l'uomo.
«In alcuni.» rispose.
«Quando precisamente?» domando l'uomo interessato.
«Beh quando erano in casa, loro passavano il tempo facendo cose assolutamente normali come in un comune rapporto tra amici, ad esempio guardare la tv, giocare ai videogiochi, andare nelle giostre di Neverland, giocare a nascondino eccetera.» raccontò
«E non ha mai visto comportamenti illeciti sul ragazzino da parte del suo capo?» domandò.
«Ripeto, no.»
«E quando c'era Jackson ha mai mostrato un comportamento bizzarro nei confronti di Chandler?» ripetè la domanda.
«Assolutamente no, no e no. Ho visto un semplice rapporto di amicizia tra loro due.»
«Lei c'era quando Jackson invitò il piccolo Chandler a casa sua per dormire con lui?» domandò.
«No.» rispose «Non c'ero, io finivo il turno nel tardo pomeriggio.»
«Neanche un accenno?» domandò l'uomo togliendosi gli occhiali.
Iris nella sua mente cercò di ricordare.
«Può darsi, ma non ricordo bene.»
«Okay, e mentre lei lavorava il suo capo cosa faceva?»
Ma che domanda è?
«Lavorava, ogni giorno lavorava fino a tardi. A volte nel suo ufficio, ma la maggior parte lavorava fuori alla residenza.»
«E nel tempo libero?» domandò ancora.
«Michael difficilmente trovava tempo libero, lo faceva solamente per ospitare i bambini malati per passare una giornata con lui.»
«E quando Jackson invitava questi bambini si comportava in maniera bizzarra da suscitare qualcosa di losco?» Iris alzò gli occhi al cielo.
«Per l'amore di dio no! No e no! Si comportava come un principe, con quei bambini diventava un bambino anche lui, giocava con loro, mangiavano dolci e facevano le giostre. Ripeto, è sempre stato corretto con i bambini e non ho mai visto e né accennato un comportamento sbagliato sui bambini.» l'investigatore decise non fare altre domande, era chiaro che quella ragazza era dalla parte di Jackson e che non aveva visto nulla di strano. Così decise di mettere fine la testimonianza.
Il procuratore che era in una parte della stanza sentì la testimonianza e andò verso l'investigarore con aria perplessa.
«Gesù, non la finiremo mai, c'è chi dice di averlo visto fare porcherie oppure no. Mi sto confondendo anch'io.» commentò il procuratore mettendo le mani dentro alle tasche della giacca.
«Non sto capendo più niente signore. Sembra una telenovela.» sospirò.
«Fai entrare l'ultimo testimone.» lo fece entrare ed era un uomo, si sedette sulla sedia di fronte al procuratore e gli passò la Bibbia.
«Giuri di dire la verità tutta la verità e nient'altro che la verità in nome di Dio?» stavolta era il procuratore a fare le domande.
«Lo giuro.» rispose.
«Nome e cognome prego.» cominciò.
«Ben Ammar.» rispose.
«Luogo e data di nascita.»
«4 ottobre 1947, Mumbai.» rispose.
«Lei ha dichiarato privatamente al mio collega di essere stato l'ex manager personale di Jackson, e di aver visto alcuni comportamenti bizzarri del suo capo sui bambini, in particolare su Jordan Chandler, è corretto?» Ben annuì con tanta sicurezza in sé, e di ciò che cosa avrebbe raccontato.
«Si, ed ora signori miei, vi racconto tutto.»








NOTA AUTRICE:
Ciao stelline! Eccomi tornata dopo un po'!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e di tutta questa situazione.
Se vi va lasciate una stellina, vi aspetto nei commenti per leggere i vostri scleri🫶🏻









1] I 3T sono un gruppo musicale statunitense composto dai fratelli Taj - Tariano Adaryll Jackson, Taryll Adren Jackson e TJ - Tito Joe Jackson.
Sono i figli di Delores Martes e di Tito Jackson dei The Jacksons, fratello di Michael.

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