xiii. falò sotto le stelle
When love led to tragedy.
; CAPITOLO TREDICI
🌱 - fuoco che riscalda
"dialoghi in italiano"
«dialoghi in giapponese»
༄ ༄ ༄
ORE 19:55 - Axel's pov
Io ho sempre pensato che, nella nostra religione, ci fosse una divinità che, con i suoi fili sottili, impercettibili all'occhio umano, controllasse le nostre vite e di conseguenza anche
il nostro avvenire.
In quel momento però non era assolutamente
dalla mia parte.
Il mio volere era ben altro che stare per tutta la serata con un ragazzo sulla ventina.
Obiettivamente però era molto attraente:
spilungone ma non troppo, dotato di un ciuffo rosso ribelle e di occhi a mandorla ambrati che potevano farti innamorare ad una sola occhiata.
Mi ricordava Choi San degli Ateez, il mio gruppo preferito all'epoca.
Ma anche se mi si palesasse per davvero il ballerino coreano sarei corso via, la mia destinazione sarebbe sempre stata la stessa: in qualunque luogo in cui
ci sarebbe stata per certo la Persico.
Avevo fatto dei passi in avanti poiché affermai internamente la seguente frase:
" Voglio vedere con lei le stelle stasera.
Voglio stare con lei. "
Volevo risposte, volevo sentirmi bene, sapevo che con quel ragazzo avrei sprecato tempo prezioso,
ma non potevo lasciarlo da solo.
Magari se gli avessi chiesto di raggiungere gli altri insieme come mi aveva suggerito Mark sarei risultato capriccioso e immaturo, sapevo che lo avrei completamente snobbato per godermi in tutto e per tutto la compagnia della corvina.
Quindi ero per l'ennesima volta bloccato in una situazione e non trovavo il modo di uscirne.
« Axel, mi stai ascoltando? »
« Oh! Antonio scusami, si stiamo andando verso
il campo da pallavolo e- »
« No, non mi stavi ascoltando e l'ho capito perfettamente. Ti ho semplicemente detto che
io sono stato alunno di questa scuola, mi sono diplomato due anni fa!
So la strada meglio di te un altro po'. »
« Sei proprio un simpaticone!
Adesso mi metto a ridere guarda. »
« Non si trattano così i vincitori.
Ti prendi cura così della tua ragazza? »
« Ragazza? Io non ho una ragazza,
e al momento non mi interessa nessuno. »
" Sei proprio sicuro? Beh, allora meglio per me.
Sto in compagnia di un bel ragazzo che non aveva comunque niente di meglio da fare, no? "
« Eheh, si certo. Comunque siamo arrivati e si è quasi fatto l'orario, vuoi che facciamo qualcosa
di particolare? »
" Quello che già volevo fare l'ho fatto, per me possiamo anche aspettare qui. "
Al centro del campo si ergeva questa piramide di legna, pronta per essere arsa dal fuoco, e tutti i ragazzi si accerchiarono attorno ad esso.
Noi ci posizionammo tra le prime file, in prossimità della sezione occupata dalla 5B, e pazientemente attendemmo.
Alle 20:00 i professori accesero il falò e un applauso generale partì, con urla annesse provenienti dal lato quasi opposto al nostro. Fu anche trasportato dall'emozione il rosso che non smetteva di sentirsi un adolescente in procinto di diplomarsi.
« Axel dai un po' più di vitalità, questo periodo della tua vita non ritornerà più indietro.
Divertiti, fai tutto ciò che ti senti di fare
e non fermarti mai. »
« Mi dici questo perché ti sei pentito di molte cose durante i tuoi anni al liceo? »
« In realtà si.
Se potessi tornare indietro non lo lascerei andare
per alcun motivo al mondo, cambierei tante
di quelle scelte... »
« Scusami ma, se posso chiedere, che è successo? »
Ero curioso della sua storia, perché in Antonio probabilmente, vedevo un possibile Axel del futuro.
Volevo andare più a fondo nella faccenda.
« Beh ormai ho iniziato, non posso lasciare il discorso nemmeno a metà... scusami se spezzo l'atmosfera.
Allora, mi innamorai, e sono tutt'ora innamorato, di questo ragazzo, Yuri, italo-giapponese come tutti qui. All'inizio non sapevo perché provavo determinati sentimenti per lui e ne rimasi quasi spaventato. Volevo nasconderli perché non volevo sopportare un probabile rifiuto o magari non gli interessavano i ragazzi. Non si sa mai la gente cosa può pensare di una relazione
" al di fuori dagli schemi " che poi così al di fuori non è, perché questi schemi in realtà non li ha mai innalzati nessuno. »
Fece una pausa, osservando il cielo stellato, forse per formulare in parole quello che mi avrebbe detto successivamente.
« Yuri è un ragazzo molto irascibile, non accondiscendente e testardo, a tratti testardissimo.
A volte è anche esageratamente polemico.
Ma è questo quello che amo di lui, perché sono i difetti che contraddistinguono le persone.
Se parzialmente li accetti vuol dire che tu per quella persona potresti anche aiutarla a migliorarsi e non attaccarla per quello che è davvero.
Nel mio caso però non è stato così. »
Istintivamente cercai tra la folla la Persico, perché durante descrizione di questo fantomatico ragazzo
la pensai intensamente.
Forse erano simili, anzi fin troppo.
La ritrovai poco distante da noi che gioiva circondata da Celia e tutti gli altri tenendo in mano una stella filante, mentre osservava quasi sognante la fiammata davanti ai suoi occhi, quasi come se fosse parte di esso e che contenesse tutte le risposte
che cercava.
Fuori dal mio controllo comparve un sorrisino sulle mie labbra carico di consapevolezza dei miei sentimenti, ma al tempo stesso ignaro di essi perché erano molto più grandi delle mie aspettative,
persino di me.
Antonio sembrò notarlo, ma non lo disse esplicitamente.
A quel punto lo osservai preoccupato e lo incitai a continuare.
« Ci siamo avvicinati perché io avevo bisogno di ripetizioni di latino e, più lo vedevo, più volevo scappare per il motivo che ti ho detto prima.
Il momento in cui abbiamo raggiunto il punto di non ritorno è stato quando lui inciampò e accidentalmente mi finì addosso, che tempi.
Ero praticamente cotto che, davvero, lo avrei preso e baciato davanti a tutti. Ma non l'ho fatto perché c'era questa cosa in me che mi bloccava. Tante occasioni poi mi si sono ripresentate con il corso del tempo, ma scemo come sono ho fatto sempre un passo indietro, fino a quando non lo vidi mano nella mano con un'altra. Di recente abbiamo anche ardentemente discusso, per l'appunto il suo essere fin troppo pesante, a detta mia.
Ho sprecato il mio tempo perché ci ho pensato troppo su, devo lasciarlo andare ma onestamente non c'è la faccio. »
Aveva uno sguardo malinconico.
Amarezza e rimorso riecheggiava nelle sue parole.
Mi avevano davvero colpito nel profondo.
Intanto io non riuscivo a smettere di guardarla, non volevo perderla per nessun motivo al mondo.
Ma anche io avevo paura.
Paura di me stesso, paura di soffrire e di farla soffrire, non lo avrei sopportato.
Ma il mio desiderio stava mutando, dapprima
che era solo un rapporto opportunistico, in quel momento si stava trasformando davvero in preoccupazione, interesse, affetto sincero.
Le ultime parole che mi rivolse Antonio, fecero scattare in me un qualcosa che andava al di là del raziocinio. Stavo per sorprendere non solo lui,
ma persino me stesso.
« Io ti ho detto tutto ciò per un solo ed unico motivo. Axel vattela a prendere. »
Mi voltai di scatto verso di lui.
Come era riuscito a capire il mio caos in così poco?
Non mi riuscivo a dare pace, ma sembrava che lui non me la stesse trovando, anzi voleva farmi diventare parte del caos in questione.
Completamente.
E ci era riuscito alla perfezione.
« Il tempo non aspetta.
Se non lo farai te ne pentirai per tutta la tua esistenza, e un fardello del genere è duro da trainare.
Io so che la vuoi, l'ho inteso da come l'hai guardata in classe anche se era a pochi centimetri da te, soprattutto ora che siete distanti.
Sei stato così distratto nel guardarla che non
ti sei accorto che ricambiava,
e con molta attenzione devo dire. »
Mi prese saldamente le spalle come fanno di solito
i padri con i figli e concluse il suo discorso.
« Senti Axel tu sei un bellissimo ragazzo, comprensivo e astuto. Hai tutte le qualità per prenderti ciò che vuoi e renderlo tuo!
Dimostrale come secondo me già stai facendo
che ci sei per lei, che sei l'unico ragazzo che vuole vedere tutti i suoi difetti, tutte le sue oscurità e ombre così da affrontarle insieme.
Devi essere tu ad accompagnarla alla luce del sole.
Come qui mi hai dimostrato ardentemente
di volerla, mostralo anche a lei. »
« Cosa ti fa pensare che lei vuole me?
Perché proprio io? E se non le interessassi davvero
e mi considera solo un amico?
Il suo rifiuto non lo sopporterei. »
« Tu non puoi sapere se hai ragione o no finché non hai un confronto con lei su questa cosa.
Non fare il mio stesso errore ti prego, provaci.
Proteggila.
Prenditi cura di lei. »
« Io- c-cosa... non voglio lasciarti solo. »
« Ti concedo di essere immaturo questa volta e per avermi mentito prima. Vai. »
« Grazie mille Anto! Ci si vede in giro. »
Iniziai a scansarmi tra le persone per arrivare da lei, dalla frenesia di vederla andai molto di fretta.
Quel ragazzo mi aveva aperto gli occhi su molte cose di me stesso che neanche io sapevo semplicemente raccontando un suo aneddoto personale.
Avevo bisogno che qualcuno mi svegliasse,
o semplicemente non volevo.
Era quasi a pochi passi da me e appena incrociai il suo sguardo pensai a quanto fosse meravigliosa nonostante indossasse la divisa scolastica.
I suoi capelli neri come la pece erano sciolti, però i ciuffi frontali venivano tenuti fermi da due mollette che mettevano in chiaro risalto il suo viso imbarazzato.
« Hey... Kris. »
Era la prima volta che la chiamavo con il suo nome.
Un brivido percorse la mia schiena.
Non avrei mai immaginato di dover pronunciare quelle lettere, erano troppo preziose per essere dette in continuazione.
Per me erano e sono oro colato.
Mi ero preparato tutto un discorso da farle, ma davanti a lei tutto ciò che riuscii a fare era quello di starmene zitto e ad osservarla come al solito.
Ma non dovevo fermarmi, non volevo più scappare davanti all'evidenza e da lei perché a dirla tutta ero stanco di non riuscire a esprimerle davvero
me stesso.
" Hey, Axe- "
Mentre stava completando la frase le ultime fioche fiamme visibili si spensero e divenne tutto completamente buio.
" Oddio non ci vedo nulla! Axel dove sei?
Ma proprio ora sto cazzo di fuoco si doveva spegnere? "
« Sono qui, non andare nel panico.
Non muoverti, mi avvicino io a te. »
Tutti i presenti erano in preda all'agitazione,
infatti era una situazione parecchio strana; probabilmente i professori si erano dimenticati di accendere i lampioni del campo.
Lentamente mi avvicinai a lei perché, non sapendo come, riuscivo a intravedere il riflesso dei suoi occhi smeraldo in mezzo a tutto quel trambusto.
Senza farci caso sentii il suo respiro affannoso più che vicino al mio petto, l'ero pericolosamente vicino.
Le presi istintivamente la mano.
Il cuore sembrava quasi volesse uscire
dalla cassa toracica.
Avrei voluto davvero rimanere in quello stato per parecchio tempo, ma sarei risultato egoista e non poco, anche perché lei era visibilmente scossa.
Però ero felice, perché avevo scoperto un altro lato
di lei che nessuno conosceva.
Presi iniziativa e, senza fiatare e affidandomi al mio senso dell'orientamento, iniziammo a camminare cercando l'uscita del campo.
Durante il tragitto le dissi neanche un quarto di ciò che ero intenzionato a spiegarle davvero, ma, se così stavano le cose, un po' per volta avrei aperto per lei la mia anima.
Come io stavo scoprendo la vera Cristalia Persico,
lei avrebbe conosciuto il vero Axel Blaze.
« Io non ti lascerò per nulla al mondo, sappilo.
Nè ora, nè mai. »
₊°✧ ˗ ˏ ˋ ♡ ˎˊ ˗ * • ○ ° ★
🔮 spazio me 🔮
ciao bellissimx ecco il capitolo nuovo..
scrivendolo ho letteralmente avuto queste 🦋🦋 come anche per i prossimi che usciranno... 😜
io dico che non siete pronti poi non so!
comunque sto aspettando la graduatoria di biologia, spero di essere passata 🤞🏻
ci vediamo nel prossimo capitolo 🌱
- fede
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