xi. mille parole

When love led to tragedy.
; CAPITOLO UNDICI
🌱 -  nascondere qualcosa


"dialoghi in italiano"
«dialoghi in giapponese»

༄ ༄ ༄

Axel's pov

Ma cosa stavo facendo?
Perché mi ero comportato in quel modo?

Era come se non riuscissi più a prendere coscienza delle mie azioni e di ciò che usciva dalla mia bocca.

Io però avevo sempre bramato quel tipo di contatto, volevo raggiungerla in qualche modo e farle capire che non era sola; ogni problema che l'affliggeva doveva essere affrontato, non represso.

Sentivo mia la sensazione e quasi il dovere di starle accanto, di capirla, di migliorarla; avrei fatto di tutto pur di vederla felice, ma le sole parole purtroppo non bastano mai. Avrebbe preteso dimostrazioni sulla mia presenza nella sua vita, però di questo non me ne preoccupavo poiché ero sicuro che sarei rimasto per un bel po' nei paraggi.

Pensavo che il tempo fosse stato dalla mia parte, quindi decisi di aspettare che le cose si evolvessero come avrebbero dovuto.
Mi sarei affidato completamente al mio istinto per la prima volta, ero curioso di vedere fin dove mi avrebbe portato.

Magari c'era un motivo preciso per cui
noi due ci fossimo incontrati,
e se il mio destino era legato al suo
non avrei avuto nulla da obbiettare.

Il suono della campanella mi riportò alla realtà e nel frattempo la professoressa richiamava l'attenzione di tutti noi in classe, dato che era in procinto di fare l'appello.

Mi appoggiai nuovamente con la schiena al muretto, in modo tale da vedere la maggior parte dei ragazzi seduti, e strabuzzai gli occhi vedendo Mark e Jude che mi mandavano segni e gestacci di ogni genere. Probabilmente avevano assistito al momento non poi così privato tra me e la Persico; dopo le lezioni sarei stato assalito da mille domande più che lecite.

Che cretini.

In tutta risposta inarcai il sopracciglio fingendomi infastidito e affranto guardai la professoressa in procinto di spiegare l'isomeria.

Sembravano aver smesso dopo ciò poiché lei li rimproverò per l'ennesima volta.

[...]

Temporeggiai molto, dato che non mi interessava minimamente la lezione.
Quella materia non mi prendeva molto, infatti all'epoca ero molto più propenso per le discipline umanistiche, soprattutto filosofia;
un po' insolito per il mio "personaggio".

Proprio per questo, non curante dei miei gesti e sopraffatto dalla noia, mi voltai indietro notando la ragazza con cui avevo parlato prima assumere un atteggiamento totalmente opposto a quello che mi sarei aspettato: era seriamente concentrata e assumeva un'espressione seria ogni volta che afferrava un concetto, riportandolo sul suo quaderno ad anelli.

Rimasi sbalordito dalla sua full immersion nel seguire la lezione, in effetti la fissai probabilmente per l'intera durata dell'ora, che per me pareva un'eternità piacevole.

Vederla sospirare compiaciuta e sentire il rumore dei suoi pendenti color glicine ad ogni suo movimento come se fossero delle campanelle dal suono incantevole mi rasserenava; avrei pagato tutto l'oro del mondo per vederla così, pura e impacciata.
Sarei stato disposto a partecipare tutti gli incontri che l'appassionavano in questo modo.

Questa passione però non era paragonabile a quella che esprimeva in campo.

Purtroppo la mia mente iniziò a vagare verso pensieri poco casti poiché mi soffermai sulle sue labbra rosee e carnose. Non le avevo ben notate precedentemente per la distanza ravvicinata creatasi tra noi, però guardandole da quella prospettiva mi generavano delle sensazioni piacevoli che volevo soddisfare al più presto; sapevo che solo lei ne era in grado. Ero pur sempre un adolescente con le sue fantasie, ma dovevo calmarmi; stando in classe non potevo permettermi un atteggiamento simile.

Mi voltai di scatto con le guance leggermente colorate, riuscendo parzialmente a scacciare le mie voglie improvvise.
Iniziai a pormi l'ennesime domande sul perché quella ragazza mi stava prendendo anche su quel fronte, e la cosa non mi piaceva per nulla all'inizio.

Dopo poco decisi di non voltarmi e di non trasmetterle la sensazione di essere osservata, non volevo disturbarla ulteriormente.

Quando suonò la campanella mi richiamò, ma non disse una parola.

La nostra intesa ne valeva mille.


FINE DELLE LEZIONI - ORE 16:00

« HEY~ »
Sentii in lontananza quella voce fastidiosa che avevo tanto atteso dopo un'intera giornata scolastica.

Mi ero preparato psicologicamente a qualsiasi domanda che mi avrebbe potuto fare quello sciocco di Mark, scelse proprio il momento in cui stavamo tutti tornando nei nostri dormitori.

« Mark, dai spara... »
« Oh! Mi stavi aspettando proprio eh!
Allora già sai quello che sto per chiederti! »
« Beh, dipende da come vuoi che ti risponda. »
« Dai Axel è così evidente!
Basta solo che lo ammetti! »
« Già amico, Mark ha ragione, abbiamo visto tutto,
il dubbio è più che lecito...
Quindi, sei interessato al capitano?
O più che altro stai andando oltre
il semplice interesse? »
mi chiese Shawn intromettendosi nel discorso.

Mi misero davvero alle strette in quel momento, anche perché neanche io sapevo darmi una risposta.
Decisi di giustificarmi, anche se avevo promesso a Celia di non farne parola con nessuno e di non pensarci.
Sotto sotto però lo pensavo davvero.

« Si, mi interessa, ma solamente perché credo ci stia nascondendo qualcosa.
Non una sciocchezza, ma un qualcosa di più grande, persino di noi. »
« Cosa te lo fa pensare, Sherlock? » mi disse incuriosito Stonewall.

« Non so, proprio il suo modo di fare. Ho avuto
il sentore quando ci siamo litigati per la prima volta in mensa un mese fa, quando ebbe quella reazione esagerata, e poi quando oggi abbiamo chiarito... beh se non l'avessi calmata probabilmente sarebbe accaduto il peggio. »

« Quindi dovremmo affidarci solo ed unicamente alle tue sensazioni? Mio caro Blaze io penso che
il capitano sia solamente drammatica, testarda
e irascibile; non tutti abbiamo lo stesso indice
di pazienza. Fattene una ragione,
è una cosa partita tutta dalla tua testa. »
concluse Stonewall superandomi con la sua aria da saccente solita.

« Nah amico, non credo.
Kris sembra proprio una ragazza dalla personalità più che trasparente... Anche secondo me è una questione di carattere e, dato che è decisamente in contrasto con il tuo, ti attira proprio per questo! »
« Shawn, se per questo anche i vostri sono completamente diversi, e invece hai avuto un approccio completamente nuovo, quasi insolito!
Tu sei sempre stato molto timido a primo impatto, ma ora ti vedo più solare ed espansivo, come se avesse sciolto completamente
tutto il ghiaccio che hai in corpo. »

« Non hai detto male. Forse Kris è solamente un'influenza positiva per me e mi sta cambiando, anzi migliorando! Se è davvero come dici tu
ne sarei davvero felice. »
sbottò quasi infastidito.

Rimasi impassibile, non avevo modo di obbiettare
e Mark, che rimase accanto a me tutto il tempo, sembrò notarlo nonostante la sua incomprensione sulla faccenda.

Apparentemente nessuno mi credeva.

Dopo che mi disse ciò avanzò verso Nathan e Vic, lasciando completamente il discorso.

Nel frattempo mi si avvicinò il rasta.
Senza dargli modo di parlare riuscii a precederlo.

« Che c'è? Anche tu sei venuto a farmi la predica? »
« Assolutamente no, perché sai che questi affari amorosi non sono di mia competenza, ma anche secondo me quella ragazza ha un qualcosa di particolare che nessuno riesce a vedere, anche se non in maniera esagerata come hai detto tu prima. Forse avrà avuto un trauma adolescenziale che l'ha colpita particolarmente e soltanto adesso
sta cercando di andare avanti. »
« Ora che me lo fai venire in mente, quando parlai con Irina, che da quanto ho capito è la ragazza più vicina a lei, mi disse che non riusciva a capire il suo essere fredda e distaccata. Però aggiunse che ogni tipo di esperienza plasma il nostro carattere...
Forse intendeva una cosa del genere! Anche se non ho voluto andare oltre perché
non mi sembrava il caso. »

« Sai, invece io penso di aver già visto Kris in passato, e la stessa sensazione c'è l'ha anche mia sorella... Se vuoi continuare ad indagare o cercare qualche indizio conta su di me. »
« Ti ringrazio di cuore amico. »
« Ah! Un'ultima cosa prima che cambiamo discorso, se davvero non ti interessa minimamente
non ti spingeresti così tanto per lei.
Addirittura vorresti rivelare la sua vera identità. »

Gli risposi semplicemente guardando verso il basso, non sapevo davvero cosa dirgli.

Un aspetto che odiavo di Jude era il suo essere dannatamente onesto e brutale, utilizzando parole dirette, senza se e senza ma. Riusciva con la sua intelligenza a capire anche le situazioni più difficili
o di cui magari non sapeva un granché, abilità
che riuscì ad assimilare dal campo.

Però lo consideravo una persona meravigliosa,
una costante, perché nel corso della mia vita mi ha aiutato a riflettere e a maturare su qualsiasi aspetto. Volevo ricambiare tutto questo suo preoccuparsi per me inconsciamente e, in quel momento, mi frullò in testa un'ipotetico modo.

« Comunque se hai bisogno di una mano con Lucia chiedimi pure! So che state andando molto d'accordo e credo che secondo me stareste bene insieme. »
« Non mi aspettavo che ti saresti reso conto di una cosa del genere... Comunque ti ringrazio, sai che non so comportami in situazioni del genere.
Mi trovo molto in sintonia con lei, e poi è così
dolce e accomodante... »

« Amico mio si vede da lontano un miglio che sei cotto di lei. »

« Dovrei dire lo stesso di te, Axel. »



₊°✧ ˗ ˏ ˋ ♡ ˎˊ ˗ * • ○ ° ★ 
🔮 spazio me 🔮
Scusatemi per aggiornare una volta ogni morte di papa ma sto cercando di godermi appieno l'estate prima di ritornare sui libri per preparami ai test d'ingresso all'università!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto dopotutto!
Ci vediamo nel prossimo 🌱

- fede

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