La notte di quel giorno arrivò rapidamente. Mirhyun era dovuta andare a casa di suo padre quindi erano rimasti loro due oltre alle guardie.
D'un tratto il telefono del biondo squillò a causa di un messaggio. Lo lesse e vide che era da parte di sua cugina che chiedeva se Yunho avesse mangiato qualcosa.
Mingi guardò l'ora e vide che erano le otto passate e dopo quello che si erano detti non lo aveva più visto, quindi ordinò ad alcune guardie di preparare qualcosa di mangiare e di portarlo in camera sua.

"Signor Song forse dovrebbe andare lei e provare a chiarire" gli parlò una guardia, la stessa che tempo fa aveva fornito dei vestiti a Yunho.
"Vai tu siccome mi sembra che tu abbia molto a cuore Yunho."
"Certo signore, ma credo sia meglio che lo faccia lei" Mingi sbuffò e si alzò, prese il vassoio col cibo e andò dal ragazzo.
"Tieni, mangia" disse e posò il tutto sul comodino accanto al suo letto. Poi fece per uscire ma la voce di Yunho lo bloccò.
"Scusa" sentì.
Il ragazzo spalancò gli occhi appena il suo cuore iniziò a battere più rapidamente, per la prima volta si era sentito in colpa e voleva fare qualcosa.
"Tu mi fai un brutto effetto" sussurrò Mingi.
"Dimmi perché fai così? Perché prima mi fai credere cose e poi mi inganni? Che cazzo significa "era solo per non farti stare male"?"
"Sei realmente rimasto male per quella frase?"
"No, sto fingendo e le lacrime sono disegnate."
"Devi smetterla di piangere" Yunho lo guardò qualche secondo senza parole.
"Guarda vattene via, fai prima."
"Intendo che non hai motivo di piangere."
"Mingi sei un bipolare del cazzo, prima ti comporti in un modo e poi in un altro."
"Scusa ma chi lo sapeva che tu stavi male per quello? È iniziato tutto quando volevi Mirhyun e non me."
"Quello che ti avevo detto nel parco tempo fa dov'è finito?"
"Quello era pri-"
"No, a me lei non piace e non mi piacerà mai" concluse Yunho. Mingi tirò fuori un piccolo sorriso.
"Rimani comunque dalla parte del torto" riprese Yunho.
"Io sono sempre stato sincero riguardo a quello che sento e se ti dico che non hai ragione per stare male allora ti devi fidare di me. Inoltre sei tu quello che ha detto che voleva morire, non io."
"Ti ha fatto male?"
"Si cazzo, voglio sapere se quando lo hai detto eri serio o solo preso dalla rabbia" gli chiese Mingi.
"Perché? Le parole di Mirhyun ti hanno dato fastidio?"
"Perché mai avrebbero dovuto?"
"Allora che ci fai qui?"
"Ero venuto a portarti da mangiare dato che non sei sceso nemmeno una volta, sei tu quello che mi ha chiesto scusa."
"Sì, è devo dire che ho fatto anche male. Grazie ma non ho fame. Dov'è Mirhyun?"
"Perché? Vuoi farti portare da Wooyoung e San così potrai stare meglio?"
"Vedo che afferri subito le mie idee" in realtà l'idea di Yunho non era affatto quella, voleva solo avere qualcuno al suo fianco in quel momento.
"Oh, fai quel che cazzo ti pare."
"Perché ti disturba tanto l'idea? Eh?"
"Non mi da fastidio, sono loro due che non mi piacciono."
"Non ti piacciono perché sai di essere come loro o perché loro sono felici insieme mentre tu cerchi di respingere tutto?"
"Da dove ti è uscita questa? Io non sono come loro e mai lo sarò."
"Per caso un'omosessuale ti ha violentato quando eri piccolo? Che male c'è in loro?"
"Tutto."
"Tutto? Secondo me a te non danno fastidio loro, tu li invidi perché si sono conosciuti e hanno capito di essere fatti l'uno per l'altro indipendentemente dal loro genere, e questa è una cosa che tu non sei in grado di fare."
"L'unica persona di cui mi ero fidato, estranea alla mia famiglia, era stata quella traditrice e guarda come è finita."
"Ma io ti sembro lei?"
"Tu?" Mingi fissò il suo sguardo negli occhi di Yunho.
Yunho si rese conto delle sue parole e si voltò dando la schiena a Mingi.
"Mi stai chiedendo di fidarmi di te o di avere un rapporto?"
"Ma che cazzo stai dicendo, queste sono solo le tue conclusioni infondate. Non puoi passare dall'essere incazzato a fare co-" Yunho si era voltato di nuovo ma questa volta si era ritrovato faccia a faccia con Mingi.
"Tu volevi di più ieri notte, vero?"
"Sei tu quello che mi aveva fatto capire che mi avrebbe dato di più."
"Ah si? E come?"
"Volevo baciarti."
"Notevole da parte tua dichiararti così."
"Tu mi avevi detto che in qualsiasi rapporto senza amore non baci."
"Dimmi qualcosa che non so."
"Dopo mi avevi detto che se facevo quella determinata cosa potevo scordarmi le tue labbra per sempre. Sei abbastanza intelligente da capire cosa intendo."
Mingi corrugò le sopracciglia e si allontanò.
"Lo vedi? Tu non mostri mai come sei veramente, alcune volte fai capire delle cose e altre volte altre cose."
"Questo non è affar tuo."
"Oh si che lo è, soprattutto ora."
"Devi dimenticare quello che è successo tra di noi. Io non ero in me e tu nemmeno, sono sicuro che se fossi stato sobrio non avrei mai fatto nulla con te."
"Sembra che ti faccia schifo detto a parole così, ma ad una persona a cui non piace il suo stesso genere non ci va a letto manco da brillo."
"Non ero solo brillo-"
"Non sparare cazzate. Probabilmente eri più che sobrio dato quello che era successo minuti prima."
Mingi non rispose.
"Perché non dici più nulla? Perché sai che ho ragione?"
Il biondo lo guardò male, ma l'obiettivo di Yunho non era a scopo di farlo dichiarare ma solo di dimostrare che aveva ragione.
"Eccola l'espressione che tanto mi mancava, quella con cui non passava giorno che non me la rivolgevi."
Il biondo sentì le parole dell'altro e si rese anche lui conto che Yunho aveva ragione dato che non si sentiva nemmeno tanto arrabbiato con lui. Semplicemente non si rispecchiava nelle parole del ragazzo che gli sembrava stesse ingrandendo la situazione.
"Senti, tu ti sei arrabbiato perché io ti ho detto quella frase. Perché dovrei essere arrabbiato io? Quello che sta sbagliando qui sei tu."
In quel momento Yunho non ci vide più e si avvicinò all'altro.
"Avrei sbagliato io? Ma ti rendi conto di quando parli cosa dici? O per te sbagliano sempre gli altri?"
"Io non ho fatto niente, se ti arrabbi per una frase sono cazzi tuoi. Devi maturare col cervello se no non andrai mai da nessuna parte."
Yunho si bloccò qualche secondo, incredulo di quello che aveva appena sentito.
"Sì esatto, forse hai ragione. Ho sbagliato a pensare che con te ci poteva essere più di un'amicizia, anzi, manco quella è possibile."