Mingi si sedette su una panchina vicina al chiosco di gelati e rimase a guardare quello che aveva in mano. Poi lo portò alla bocca e iniziò a mangiarlo, ma per lui, in un certo senso, quel gelato gli sembrava più buono rispetto a tutte le volte che lo aveva mangiato.

D'un tratto si rese conto di cosa stava pensando e di quanto si stava addolcendo nei confronti del moro, e subito si ricompose alzandosi in piedi, con l'intento di continuare il suo piano. Anche se Yunho sapeva che gli stava seguendo, Mingi doveva rimanere lì per la cugina.
Cercò di riprendere la strada che aveva visto percorrere da Yunho e per un secondo perse le speranze, fino a quando non sentì la voce dolce e ben riconoscibile di Mirhyun.
Si girò di profilo e con la coda dell'occhio lì guardò dirigersi verso una panchina. Non c'era più nessuno nei dintorni oltre a loro. Si mise in silenzio ad ascoltare mentre finiva il gelato.
"Mirhyun va tutto bene?" il biondo si avvicinò un po' di più per cercare di sentire quello che il moro diceva, ma poteva anche già solo immaginare la risposta della parente. Aveva capito che suo zio aveva dato la notizia anche a lei.
"Tranquillo, va tutto bene" rispose lei, senza essere in grado di far apparire vera la sua risposta.
"Racconta, è il minimo che posso fare per te" Yunho si era girato sulla sedia verso la ragazza e si era messo comodo, come se fosse pronto ad ascoltarla.
"Be'... Non è tanto importante per te, ma per me si" Yunho aggrottò le sopracciglia, ma rimase in silenzio. La ragazza sospirò.
"Prima mio padre, quando mi ha chiamato, mi ha detto che Mingi dovrà partire per l'Inghilterra" il sorriso che la ragazza aveva tenuto per tutta la giornata si era appena spento. Ma a Yunho poco importava questa cosa, la sua mente stava ancora elaborando la frase di Mirhyun che ebbe un assoluto bisogno di qualcuno che lo circondasse con le sue braccia.
"Yunho?" il ragazzo non fece uscire alcun filo di voce.
Mingi si bloccò a guardare il moro, ma siccome era girato di spalle non riusciva a vedere la sua espressione.

"Yunho va tutto bene?" in quel momento il ragazzo si girò verso di lei e la guardò.
"Suppongo tu ci stia male..." era palese sia per Yunho che per Mingi che la cugina stava male, di fatto ella annuì.
"Non possiamo fare niente per impedire una cosa del genere?" domandò il corvino e Mingi assottigliò gli occhi.
"Penso tu ormai abbia capito come è fatto mio zio..."
Tra i due ragazzi regnò il silenzio, fino a quando Yunho non decise di spezzarlo. "Miri potresti lasciarmi solo per qualche minuto?"
La ragazza annuì dopo qualche secondo di esitazione, poi si alzò, sorrise e se ne andò.

Mingi osservò la ragazza tornare verso il parcheggio con la testa bassa, ma piuttosto che preoccuparsi di lei, si stava preoccupando per Yunho. Quest'ultimo era seduto sul bordo della panchina e teneva la testa bassa.
Non sapeva cosa c'era che gli dava così tanto fastidio, o meglio, lo sapeva, ma non lo voleva ammettere. Non voleva ammettere che, anche se da poco, quel ragazzo era diventato qualcosa nella sua vita.
"Mingi..." Yunho sperava che Mingi gli stesse ancora seguendo, ma non ottenendo risposta alzò la testa e si guardò intorno. "Mingi!"
Il biondo rimase nascosto, voleva vedere cosa avrebbe fatto il moro. "Mingi sei un coglione."
A quella frase si alzò un piedi e rispose: "Perché lo sarei? Non sono mica io quello che vuole andarsene".
Yunho si girò e lo vide, si alzò anche lui in piedi ma ammorbidì lo sguardo appena si rese conto che l'altro non lo aveva trattato male come faceva, rivolgendogli un duro "Come osi" o un "Chi cazzo ti ha dato il permesso di parlarmi così?", ma solo un semplice "Perché".
"Lo sei perché sì" rispose il più alto.
"Eh? Se è perché ti ho seguito allora stai completamente capendo ma-" Mingi venne interrotto dalla voce di Yunho.
"Non è per quello" il biondo agrottò le sopracciglia e si avvicinò al nero appena lo vide abbassare la testa. "Perché piangi?"
Mingi non sapeva che Yunho detestava quella domanda, quindi non poteva evitare di farla.
"Non sono... Non sono affari tuoi" il ragazzo rispose prima con un tono di voce alto, poi lo abbassò appena collegò i suoi occhi con quelli di Mingi.
"Sì, invece" il biondo rispose senza pensarci e Yunho iniziò a sentire una strana sensazione dentro di lui, qualcosa che gli faceva pensare di essere importante.
Mingi, invece, si rese conto dopo qualche secondo della sua risposta furtiva e abbastanza dolce, quindi cercò di rimediare. "Non pensare che verrò ad abbracciarti, non mi piacciono questo genere di cose, quindi se vuoi dirmi cos'hai, bene."
Yunho stava provando solamente dei sentimenti contrastanti tra di loro, ma quello di cui aveva bisogno era veramente un abbraccio, un posto in cui poteva sentirsi al sicuro e non di nuovo abbandonato.
"Se no? Giri i tacchi e te ne vai?" era quella l'idea che aveva in mente Mingi, ma una piccolissima parte di lui gli diceva che non poteva abbandonarlo così dopo tutto quello che aveva passato.
"Se no te lo farò dire con la forza. A te la scelta" in realtà Mingi sapeva perché Yunho era ridotto così. Aveva capito che era abbastanza sensibile riguardo i sentimenti.
"Perché non... Perché non provi a..." fu solo in quel attimo di secondo in cui il nero si rese conto di non riuscire a esprimere i suoi sentimenti con delle parole concrete.
"Sai che non posso" Mingi capì subito cosa intendeva e mise subito le cose in chiaro.
"Allora portami con te" Yunho alzò la testa e lo guardò negli occhi.
"Portarti con me?" richiese Mingi, assicurandosi di aver capito bene.
"Sì, portami con te. Non ti infastidirò e farò tutto ciò che vorrai, ma non lasciarmi qui da solo" il biondo si accigliò.

"Aspetta, tu vuoi me o vuoi stare con qualcuno per non tornare a essere solo?"