94.

Passai l'intera serata a piangermi addosso, mentre fuori dalla mia porta Taehyung e Hoseok bussavano ostinati. Erano rimasti lì per un'ora o poco più, pregandomi di aprire e di smettere di comportarmi in quel modo. Probabilmente non erano a conoscenza della discussione che avevo avuto con Yoongi, e non immaginavano neanche in che stato versassi per colpa sua.

Più di una volta Taehyung aveva minacciato di buttare giù la porta, e dopo averci provato un paio di volte, si arrese mandandomi al diavolo e portando via di peso Hoseok che ancora credeva di ottenere una risposta in modo pacifico.

Qualche ora dopo riuscii a prendere sonno solamente grazie all'infinita stanchezza che mi ero procurata piangendo senza sosta. Dormii per qualche ora scarsa, obbligai me stessa ad uscire presto da quella stanza per raggiungere in fretta la mia classe, evitando di affrontare la grossa folla di studenti che si sarebbe creata nell'arco di cinque minuti. Non avevo piani precisi per quella giornata e non avevo particolare interesse nell'organizzare quelle stesse giornate che col tempo sarebbero soltanto peggiorate. L'entusiasmo con cui sopravvivevo alla routine era diminuito fino a sparire, e non avevo nessun piano B per evitare che l'apatia mi divorasse completamente.

Trascorse le prime cinque ore di lezione mi diressi verso la mensa, prendendo il percorso più lungo e scendendo dalla scalinata dell'ala opposta, pur sapendo che in quel modo le possibilità di incontrarli sarebbero cresciute dell'ottanta percento, ma in quel momento non mi importava più di nulla. Se avessi preso la più brutta delle due decisioni che mi erano rimaste, quello sarebbe stato un buon modo per cominciare ad abituarsi al loro distaccamento.

Una volta davanti alle porte di quell'enorme sala sospirai infastidita e avanzai verso il lungo bancone del cibo, decidendo di fare a meno del vassoio. Optai per un boccone veloce che avrei potuto consumare anche fuori da quel posto, e indicai alla signora Lim uno degli ultimi muffin rimasti. 

Lo afferrai velocemente ma fui fermata dalla sua stanca ma dolce voce. <Tesoro, sei sicura di voler prendere soltanto quel muffin? Se al tuo posto ci fosse stato Jungkook a quest'ora starebbe già zigzagando tra i tavoli con un vassoio colmo di cibo.> scherzò innocuamente. <A proposito, è da un po' che non lo vedo. Per caso sai che fine ha fatto quel mascalzone?> domandò con occhi luminosi.

A quelle parole mi rabbuiai e abbassai gli occhi sul piccolo dolce che avevo tra le mani, pensando intensamente al viso del ragazzo che rallegrava le giornate dell'anziana davanti a me.

Non avevo la minima idea di come stesse o di quando avrebbe fatto ritorno all'Hanyang. Speravo soltanto si risvegliasse dal profondo coma che lo costringeva a quel letto d'ospedale, e che dopotutto, potesse perdonarmi. 

Anche se non era a conoscenza degli avvisi che avevo ricevuto tramite messaggio, mi sentivo ugualmente in colpa per non aver potuto evitare la tragedia in cui era coinvolto. Sarei dovuta essere lì, avrei dovuto proteggerlo. Io, che avrei potuto evitare tutto, ero lì davanti al suo corpo a piangere sulle sue mani sporche di terra e a non fare nient'altro se non risultare totalmente inutile.

Mi ripresi da quella trappola di brutti pensieri e mi feci coraggio rispondendo alla donna. <Jungkook non è stato molto bene in questi ultimi tempi...> mi fermai per riflettere. <Ha deciso di prendersi dei giorni di riposo...> dissi cercando di rendere il mio tono più convincente possibile.

<Povero caro! Gli ho sempre detto di non allenarsi troppo ma non mi ha mai dato ascolto, sempre a correre avanti e indietro in quella palestra. Spero riesca a riposarsi. Quando tornerà gli cucinerò un bel piatto di carote, di quelle che gli piacciono tanto. Portagli i miei saluti, mi raccomando!>

<Certo signora Lim. Ora devo andare, a presto.> salutai la donna e finalmente mi diressi di nuovo verso l'entrata per andare via prima di fare qualche spiacevole incontro.

Distrattamente aumentai il passo per arrivare alle grandi porte della sala, ma sfortunatamente urtai contro qualcosa, o meglio qualcuno. 

Osservando il modo sgarbato con cui si era girato non sembrava affatto una persona ragionevole, né tanto meno qualcuno di apparentemente intelligente.

Un energumeno che sfiorava il metro e novanta si girò lentamente verso di me con occhi iniettati di sangue e narici dilatate dalla rabbia, mentre faceva lunghi sospiri tutt'altro che rassicuranti. Spalancai gli occhi in preda al panico cominciando a indietreggiare fino a finire con le spalle a muro, osservata dall'intera mensa mentre quella specie di troll avanzava verso di me.

<Che cazzo credevi di fare? Alza quella testa e guarda dove cammini!> scandì spavaldo.

<Ti consiglio di controllare quella lingua biforcuta che ti ritrovi, brutto ammasso di merda.> sibilai guardandolo negli occhi.

<Chiudi quella bocca altrimenti...> mi rimproverò avvicinandosi pericolosamente a me, puntandomi l'indice al petto.

<Altrimenti che fai, mi metti le mani addosso?> lo sfidai fissandolo intensamente. <Sfiorami soltanto e ti faccio espellere da questa fottuta scuola.> risposi duramente rompendo il silenzio che era calato in quel posto, in cui ci saranno stati almeno un centinaio di studenti che sprizzavano omertà da tutti i pori.

<Sta' zitta, non permetto alla puttana per eccellenza di parlami in questo modo.> affermò guardandosi intorno. <Ma se mi dessi qualcosa in cambio potrei dimenticarmi tutto...> pronunciò viscidamente, afferrando il mio polso e cercando di portare la mia mano sul cavallo dei suoi pantaloni.

Totalmente schifata dalla piega che stava prendendo la situazione feci l'unica cosa che quell'essere spregevole si meritava. Con uno scatto fulmineo sputai sul suo viso riuscendo a liberarmi dalla sua presa sotto gli occhi increduli di tutti. L'energumeno si passò una mano sulla faccia assumendo un'espressione disgustata che poco dopo divenne la pura rappresentazione di furia e ira.

<Quando avrò finito con te sputerai qualcos'altro. Ormai tutti sanno che hai un bel po' di clientela nei dormitori maschili, quindi per te non sarà un problema.> disse con un ghigno nauseante. 

Fece per avvicinarsi di nuovo ma una figura imponente si parò davanti a me, sferrandogli un violento gancio che lo fece barcollare all'indietro fino a farlo cadere a terra.

Coperte da una giacca di pelle nera, riconobbi le due possenti spalle che mi stavano proteggendo. 

Girò il viso di lato mostrando il suo profilo perfetto, mi osservò con la coda dell'occhio e velocemente mosse le labbra, provocandomi una miriade di brividi. <Non posso lasciarti sola nemmeno per un giorno e ti trovo a fare casino con questo coglione, davvero complimenti.> commentò facendomi la predica.

Cercai di rispondere ma la mia voce fu coperta dalle urla doloranti di quel tizio, che teneva la mano sulla mascella per via del colpo che aveva ricevuto dal ragazzo davanti a me.

<Oh ma guarda un po' chi è arrivato, il capitano Min che cerca di fare l'eroe. Quand'è che la smetterai di aiutare i casi persi come te?> lo insultò chinandosi alla sua altezza nettamente inferiore.

<Quando scarti della società come te smetteranno di infastidire i casi persi solo per avere cinque minuti di fama.> rispose con un'espressione ripugnata.

<Adesso ti spacco la faccia!> pronunciò il tizio scagliandosi contro Yoongi, che indietreggiò fino ad afferrarmi e buttarmi fuori dal cerchio di studenti che si era creato. 

Il ragazzo con i capelli bianchi schivò il colpo e si scansò di lato rendendo quel colpo vano.

<Sei troppo grosso e imbranato per avvicinarti a me, non riusciresti a colpirmi.> 

<Infatti io non voglio colpire te, ma la tua fidanzatina.> confessò l'altro rivolgendomi un sorrisino rivoltante.

<Toccala e ti ficco un coltello proprio qui.> ringhiò indicando la giugulare.

Nel frattempo la folla di studenti intorno ai due ragazzi cominciò a dividersi in due per fare spazio a Taehyung che corse nella nostra direzione con un'espressione atterrita.

<Hyung! Che stai facendo?!> chiese a occhi sbarrati.

<Prendi Asami e vattene via.> ordinò senza staccare gli occhi dall'idiota che aveva cominciato a gironzolargli intorno. 

Taehyung sospirò e cominciò a cercarmi con lo sguardo, fino a quando non mi trovò, correndomi incontro e prendendomi con forza per un braccio.

<Oh no, lei non va da nessuna parte, abbiamo un conto in sospeso.> asserì nuovamente quel tizio.

<I conti li chiuderai con me adesso.> lo stroncò Yoongi sferrandogli un altro gancio che stavolta riuscì a reggere senza barcollare. 

Quella specie di troll si rigirò verso di lui e con una furia incredibile lo colpì allo stomaco facendolo piegare in due dal dolore, inginocchiato sul pavimento.

<No! Yoongi!> gridai quasi in lacrime. 

Mossi un passo verso di lui, ma Taehyung mi anticipò trascinandomi via dalla mischia. Cominciai a dimenarmi come una matta per liberarmi dalla sua presa, a urlargli che fosse un completo imbecille mentre mi portava fuori da quel luogo. In sottofondo udivo le urla di studenti che incitavano i due litiganti a darsele di santa ragione, e anche le grida spaventate delle ragazze che assistevano a uno spettacolo di violenza gratuita.

<Smettila di fare la bambina!> sbottò Taehyung bloccando ogni mio tentativo di rientrare in mensa.

<Taehyung lasciami in pace!> esclamai gridando con aggressività.

<No! Dimmi che diamine ti sta succedendo!> parlò immobilizzandomi le braccia, mentre il suo sguardo corrucciato diventava sempre più minaccioso.

<Il mio ragazzo sta facendo a botte con un bulletto del cazzo, lasciami andare ti ho detto!>

<Finiscila! Non intendevo questo.> alzò la voce. <Voglio sapere che sta succedendo nella tua testa!>

<Succede che mi sono stancata di essere il collante di questo vostro puzzle malato! E' da quando vi conosco che cerco di aiutarvi, ma sembra che per quanto io mi sforzi di far del bene vada sempre a peggiorare. Vi vedo soffrire ogni santo giorno e mi sento così impotente.>

<Asami che stai dicendo? Sei l'unica cosa che può evitare il collasso di questa giostra e l'unica in grado di farci superare tutto questo. Se tu te ne vai, allontanerai quel lieto fine che tanto ho sperato per tutto questo tempo. Ti prego, non puoi farlo. Pensa anche a come potrebbe reagire Jungkook non vedendoti, non puoi fargli questo. Non puoi uscire dalle nostre vite come se nulla fosse, ci hai fatto una promessa. Non puoi lasciare Yoongi, e non voglio che lasci me.> disse guardandomi intensamente negli occhi.

Alla vista di quello sguardo percepii una stretta al cuore che mi tolse il respiro. Stavo davvero pensando di lasciare indietro tutto quello che avevo creato insieme a loro?

Ed eccola, nella scintilla dei suoi occhi la trovai, la ragione per rimanere e combattere ancora altre mille volte.

Forse l'idea di abbandonare tutto era totalmente sbagliata, forse avevo già cambiato idea, ma vedere l'unica speranza che gli rimaneva riposta in me mi fece capire che non meritavano di andare avanti in quel modo.

<Mi dispiace...> sussurrai prima di crollare tra le sue braccia.

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