35.
YOONGI'S POV
Ero lì ad ascoltare tutte le loro chiacchiere. Non volevo parlare. Le parole non sarebbe servite a niente, non sarebbero servite a fare giustizia. Volevo agire, ma sapevo che nessuno di loro si sarebbe sporcato le mani di nuovo. Erano diventati troppo pacifisti per i miei gusti.
Avrei pestato a sangue quei due pezzi di merda e gli avrei fatto provare dieci volte il dolore che aveva provato Hoseok, ma in mezzo a tutta quella rabbia non riuscivo comunque a spiegarmi il perché di quell'attacco.
Jungkook aveva ragione, non avevamo mai avuto nessuno contro a scuola.
O forse c'era, ma noi non lo sapevamo.
In ogni caso avrei reagito, solo che con loro tra i piedi sarebbe stato difficile. Tutti volevano far finta di niente, anche se l'unica adirata quanto il sottoscritto era la nana. Ma non credevo avesse il coraggio di fare di testa sua.
Fui risvegliato dai miei pensieri dal suono della porta che veniva spalancata. Stavano finalmente uscendo. Li seguii senza fare storie, e con pacatezza cominciai ad escogitare un modo per avere vendetta.
Solo che all'improvviso la voce di Asami si innalzò, nonostante fosse bassa e debole. <No, io non ci sto.>
In quel momento osservai i suoi occhi e constatai di non averne mai visti di così belli. Stavo scoprendo passo per passo quella ragazza sconosciuta, ma probabilmente riuscivo ad accorgermi solo io di quei particolari. Mi ero accorto di alcune sue abitudini, atteggiamenti, e il modo in cui il suo viso parlava senza pronunciare nemmeno una parola. Sapevo benissimo di non avere un rapporto rose e fiori con lei, ma volevo rimediare, volevo scoprire altro. E poi quel suo diventare feroce come una leonessa che difende il proprio territorio, mi aveva impressionato. Anche io ruggivo come un leone senza nasconderlo, ed era forse per questo motivo che il primo sentimento che si provava nei miei confronti era timore, ma lei invece riusciva a tirarlo fuori nei momenti opportuni. Volevo imparare.
L'unica cosa che sperai era che non venisse a conoscenza di quello che avevamo combinato a causa di Haewon, altrimenti sarebbe allontanata come tutti gli altri.
La vidi scattare nella direzione opposta mentre gli altri continuavano a gridarle contro. Li mandai al diavolo e la seguii. Avevo finalmente trovato qualcuno che osava, qualcuno come me, se non peggio.
ASAMI'S POV
Correvo, correvo, correvo.
Attraversai almeno metà dei corridoi di quella scuola.
Ero arrabbiata.
Arrivai davanti ad una parete vetrata che mostrava il giardino, che di notte era anche più bello. I suoi fiori venivano colpiti dai raggi della luna, e già si intravedevano le goccioline di rugiada che sarebbero durate fino al mattino. Mi incantai davanti a quello spettacolo fino a quando non percepii qualcuno alle mie spalle. Non ebbi il coraggio di voltarmi, potevano essere gli stessi tizi di prima, solo che non provavo paura, ma ribrezzo.
<Perché sei scappata?> disse una voce tra un sospiro e l'altro.
<Yoongi...> pronunciai con sorpresa, vedendolo riprendere fiato a pochi metri da me.
Voleva dire che mi aveva seguito, ma per quale assurdo motivo?
<Allora?> insistette lui.
<La vera domanda è perché tu mi hai seguita.> mi innervosii davanti al suo solito atteggiamento strafottente.
<Non si risponde a una domanda con un'altra domanda.> affermò lui ancora ansimante.
<Voglio fargliela pagare.> mi arresi confessando. <Hoseok era venuto qui per divertirsi e non per essere picchiato a sangue> parlai prima di dargli le spalle.
<Allora non mi ero sbagliato...> disse a bassa voce, ma feci finta di non aver sentito.
Perché mi stai rivolgendo la parola razza di idiota? pensai tra me e me.
<Che diavolo vuoi?> scandii con freddezza.
<Ci sono parecchie cose che vorrei dirti.> dichiarò mettendosi di fianco a me.
<Non ho tempo per le tue prese in giro, mi ero fermata solo per riprendere fiato, ora devo andare.> feci per scappare via ma lui mi afferrò il braccio.
<No! Tu adesso rimani qui e mi ascolti.> si impose con rabbia.
Mi spaventai per quella reazione decisamente eccessiva, ma cercai di nasconderlo. Non avevo davvero tempo per sorbirmi un'altra delle sue minacce.
<Immagino ti chiederai per quale motivo io non ti abbia ancora insultata. Ed è semplice, voglio una tregua.> dichiarò ritornando calmo.
Non potei credere alle mie orecchie, Min Yoongi che mi stava chiedendo una tregua? A quel punto niente era più impossibile.
<Tregua?> feci finta di non aver capito solo per vedere dove volesse andare a parare.
<Ti chiedo scusa per come ti ho trattata in questi mesi, non voglio odiarti. Ma mi ricordavi ogni giorno una persona che volevo dimenticare a tutti i costi.> confessò abbassando lo sguardo.
Kippeum aveva ragione, gli ricordavo la sua ex ragazza. Ma questo non scusava il fatto che mi avesse bullizzato da quando ci eravamo incontrati.
<Quindi mi stai dicendo che te la sei presa con me solo perché ti ricordo la tua ex ragazza?> esclamai incredula davanti a tanta immaturità.
<I-io... aspetta tu come fai a saperlo, te l'ha detto Kippeum?> domandò con la stessa espressione di un ladro che era stato appena scoperto.
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