10.
Mi conoscevo troppo bene e sapevo che quella sensazione non mi avrebbe abbandonata fino al giorno dopo, cercai quindi di dimenticarmene.
Puntai gli occhi nella loro direzione, ma il tavolo era vuoto. Cominciai a controllare ogni angolo della sala ma li avevo persi.
<Sono andati a riposarsi. Il sabato mattina hanno sempre allenamento e ora sono andati in dormitorio.> mi disse Kippeum prendendomi a braccetto.. <Sai Asami, le tue espressioni fanno capire subito cosa ti passa per la testa.> continuò ridendo della mia faccia spaesata.
Mi schiaffeggiai mentalmente perché sapevo benissimo di non essere mai stata brava a nascondere quello che mi passava per la testa. Ora che lo aveva capito anche Kippeum potevo ritenermi fregata, non le avrei potuto nascondere più nulla.
-------------------------------------------------
Varcammo la porta della nostra stanza e le ultime parole furono di Kippeum.
<Che gli Hunger Games abbiano inizio!>
Rovesciammo tutto quello che c'era nelle buste sui nostri letti e Kippeum fece partire una delle sue playlist.
Dopo solo un'ora, una trentina di vestiti si trovarono sul pavimento. Una valigia riempita esclusivamente da scarpe era stata abbandonata su uno dei letti. La scrivania fu ricoperta di palette e prodotti per il viso. Le uniche tre prese di corrente furono occupate da due piastre e un asciugacapelli.
Kippeum non scherzava, la nostra stanza divenne un campo di battaglia a tutti gli effetti.
Mentre la mia amica lisciava i miei capelli davanti allo specchio, cominciai a pensare alla serata e a cosa mi sarei dovuta aspettare. Se tutto fosse andato bene, mi avrebbe presentato quei ragazzi. Da quando li avevamo visti in mensa l'ansia aveva cominciato a divorarmi internamente.
<Ho finito. I capelli lisci ti stanno benissimo! Adesso non è che potresti dare tu una mano a me?> mi chiese porgendomi la piastra.
Annuii e cominciai a trafficare con quell'aggeggio sui suoi capelli.
Era proprio bella quella sera. Indossava un tubino bordeaux che arrivava sopra le ginocchia, con uno scollo quadrato che mostrava il giusto e la schiena abbastanza scoperta, ma dopotutto non avrebbe fatto freddissimo.
Diedi uno sguardo anche al riflesso di me stessa e dovetti ammettere che quella tuta non era niente male. Era una tuta corta e nera, con le maniche a campana. L'unica cosa che mi metteva un po' a disagio era la scollatura che era abbastanza profonda. Ma tutto sommato era gestibile. Il trucco era abbastanza semplice. Non amavo mettere colori forti sul viso, preferivo usare colori neutrali. Cosa che invece non potei dire di Kippeum visto che lei ci era andata giù pesante, ma riusciva a portare benissimo tutto il trucco e le stava magnificamente.
Saltammo la cena perché a quanto mi era stato detto, alla festa ci sarebbe stato cibo in abbondanza.
Prendemmo le borse e le chiavi della stanza, chiudemmo la porta alle nostre spalle e uscimmo dai dormitori. Erano le dieci meno venti e la festa sarebbe iniziata alle undici.
Camminammo fino all'atrio e io feci per avviarmi verso l'entrata della scuola ma Kippeum mi fermò. <Dove stai andando?>
<Credevo che la festa fosse fuori scuola.> affermai stranita.
<No, cioè sì. E' all'esterno, ma sempre nelle vicinanze. Non dobbiamo uscire da lì, tu seguimi.> mi disse indicando il portone. Ricominciammo a camminare e arrivammo in un luogo che non avevo mai visto.
C'era una porta abbastanza malandata. Kippeum l'aprì e mostrò un lungo corridoio illuminato da neon.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top