✨ 𝔏𝔬 𝔖𝔭𝔬𝔰𝔬 π”‘π”’π”¨π”©π”ž 𝔐𝔬𝔯𝔱𝔒 || π”“π”žπ”―π”±π”’ 𝟏 [ 𝐀𝐔 β„œπ”¦π” π”₯π”¦π”’π”°π”±π”ž π”‘π”ž @𝔭𝔡𝔰𝔱𝔒𝔩𝔭𝔲𝔯𝔦𝔫] ✨


Oltrespecchio.

Nel 1710 il principe dell'Ovest si presenta nella dimora dei Reghsar, una famiglia di aristocratici del Nord, per chiedere la mano del figlio maggiore di Lord Roderick, senza tuttavia ottenere altro che un rifiuto e l'imposizione di non rivelare mai niente di tutto questo al ragazzo, Godric. Il futuro sovrano sceglie di tener fede a quella promessa o, almeno, Γ¨ quello che inizialmente decide di fare, prima di cedere all'impulso di rischiare tutto quanto per amore, perchΓ© in cuor proprio sa che la sorte di entrambi Γ¨ stata forse scritta in modo ben differente.
Da qui avrΓ  inizio l'ascesa al potere del Sire della Morte dell'Ovest e del suo amato Sposo.

Questa storia Γ¨ stata richiesta con rigore daΒ clinomxniazzzΒ dopo che ha passato le pene dell'inferno leggendo i vari extra su Dante e Godric. Ha chiesto una Alternate Universe (AU) nella quale le cose sarebbero potute andare diversamente per i personaggi, partendo dagli eventi verificatisi nella "Parte 2" di "Come cademmo dalla grazia". Io sono stata piΓΉ che felice di poter scrivere questo racconto e vedere io stessa la ship DanRic prendere una rotta differente da quella canonica!
Per leggere questa narrazione, perciΓ², Γ¨ necessario aver letto in precedenza le parti de "La Feroce Volpe dell'Ovest" e "Come Cademmo dalla Grazia", quindi un po' tutto ciΓ² che ho inserito sotto la voce "DanRic", altrimenti il rischio Γ¨ di non capirci assolutamente niente.Β 

Lascio delle avvertenze: il racconto che segue Γ¨ indicato a un pubblico adulto. Saranno presenti scene dai contenuti maturi (sesso, violenza e altro) non adatte a tutti.Β Β 

«Non voglio un amore a metà, lacerato, spaccato in due. Ho lottato e sofferto così tanto che mi merito qualcosa di complesso, intenso, indistruttibile.»
β€” Frida Kahlo


π”π”ž π”“π”―π”¬π”­π”¬π”°π”±π”ž 𝔑𝔒𝔩 β„œπ”’



β€ŸSe provi davvero dei sentimenti per lui, allora ti chiedo di reprimerli o almeno celarli, e di lasciarlo andare. Permettigli di avere una vita tranquilla e sicura. Dimenticalo, per il bene non solo suo, ma anche tuo."


Dante imprecΓ² sottovoce mentre per l'ennesima volta cercava di assicurare entrambi i fermagli d'argento del mantello di una scura tonalitΓ  di blu.

Non aveva granché voglia di partecipare, quel giorno, alle nozze di Godric e la frase che Lord Reghsar gli aveva rivolto a un certo punto non faceva che tormentarlo. Andava avanti così da tredici anni e quelle parole erano tornate quasi a ossessionarlo il giorno in cui Godric si era presentato nella sala del trono con un dannato invito per lui a un matrimonio che, a quel punto, con grande soddisfazione avrebbe voluto tramutare in una carneficina nel tipico stile sanguinario targato Evergard.

Col senno di poi si pentiva di non aver sbattuto in faccia a Roderick il piatto della propria spada, e solo per bieca soddisfazione, per rivalsa, e lo infastidiva che quell'uomo neppure gli avesse dato la possibilitΓ  di sapere quale risposta Godric avrebbe o non avrebbe potuto dare in merito a una proposta di matrimonio.

Certo, da parte propria ammetteva di non aver mai fatto una mossa decisiva nΓ© eclatante per far capire al ragazzo la veritΓ . Aveva addirittura evitato quasi ogni minimo contatto con lui negli ultimi tredici anni pur di tener fede, seppur a denti molto stretti, alla promessa fatta a Roderick, ma ora che era giunto il momento decisivo...

Dannazione, sentiva che sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro.

Si Γ¨ rifiutato di concedermi la sua mano e poi approva le nozze con quella scema di Ravya o come si chiama.

Β«Accidenti a quella cretina e a me che ieri sera, a cena, non le ho messo una intera fiala di veleno nel vinoΒ» sibilΓ², posandosi sul capo con decisione la corona di foglie dorate. Β«'Fanculo.Β»

Aveva dovuto ricorrere a tutta la propria forza di volontΓ  per arrivare vivo fino alla fine della cena, anzi festa, in onore dell'ultimo giorno da scapolo di Godric. Anzi, pur di non cedere all'impulso di far fuori Ravya, alla quale a malapena aveva rivolto la parola, beccandosi pure una ramanzina da parte del giovane Reghsar.

E poi proprio non capiva perchΓ© Ravya avesse voluto ingraziarsi lui in qualche maniera.

SospirΓ². Β«Ma guardati, Dante... Stai facendo la figura del buffone davanti a questi stronzi del Nord. Che ti venga un colpoΒ» mormorΓ² abbattuto. Crepare prima di assistere a quella che per lui sarebbe corrisposta a una sorta di esecuzione sotto mentite spoglie non sarebbe poi stato un gran male.

SobbalzΓ² e bestemmiΓ² tra sΓ© quando qualcuno bussΓ² alle porte della stanza, strappandolo ai cupi pensieri che ristagnavano nella sua mente.

E ora chi cazzo scoccia?

Borbottando maledizioni d'ogni tipo e cose ben poco carine e regali in merito a chiunque avesse osato disturbare la sua giornaliera mezz'ora di depressione, andΓ² ad aprire.

Β«Vostra maestΓ , Lord Reghsar mi ha chiesto di dirvi che tra non molto si riuniranno tutti al tempio per il rito delle nozzeΒ» disse il maggiordomo con tono di rispetto, anche se pareva sempre un filo nervoso quando aveva a che fare con Dante.

Prima ancora di riuscire a controllarsi e di capire che in tal maniera sarebbe passato per cretino, il re chiese: Β«Nozze? Quali nozze?Β»

Il rispettabile maestro della casa evitΓ² di fissare con tanto d'occhi il sovrano dell'Ovest, ma dentro di sΓ© non resistΓ© al domandarsi se egli per caso non avesse alzato il gomito giΓ  di primo pomeriggio. Sembrava di no.

Va' a capire questi reali. Sono tutti matti a modo loro.

Β«Le nozze del figlio del duca, il conte Godric Reghsar, vostra maestΓ Β» spiegΓ² cordiale.

«Ah, sì» si riprese Dante, reprimendo l'impulso di rifilare una sberla al tizio, sapendo che il poveretto non c'entrava in fin dei conti niente con quella faccenda. «Uhm... dite loro di avviarsi, intanto. Andrò al tempio per conto mio.»

Β«Ma... maestΓ , siete un caro amico del conte! Dovete presenziare sin dall'inizio alla cerimonia.Β»

Β«E perchΓ© mai? Non mi sposo mica io.Β»
Β«No, ma...Β»

Β«Va bene, va bene, gioia, ho capito! Li raggiungo subito, e ora sciΓ²!Β» Il re chiuse le porte in faccia al maggiordomo.

Sapendo di non avere scelta, sistemò alla cintura d'argento il fodero della propria spada e infine uscì dagli eleganti appartamenti per raggiungere all'esterno Roderick e il figlio che erano già pronti a partire.

Il tempio della Grande Madre a Varesya era gremito di persone, tanto che alcune si erano viste costrette a restare fuori e a dover far uso dell'immaginazione per assistere al matrimonio in pompa magna del conte Reghsar con Ravya Dyrkas, figlia di un uomo la cui influenza e il cui rango erano altrettanto degni di nota.

La sposa indossava il tipico abito scarlatto dall'aspetto molto semplice e lineare, drappeggiato e stretto in vita, dotato di uno strascico lungo pressappoco un metro che originava dall'alta schiena e scendeva poi a terra. I capelli erano stati acconciati in un parziale chignon, il resto della chioma le copriva le spalle, Era molto bella, forse tra le giovani più affascinanti e ambite di tutta Varesya, ma il suo futuro marito non era da meno: Godric portava abiti sobri e al tempo stesso sontuosi dalle rifiniture e ricami d'argento. Non lo si era mai visto così preso da qualcosa e felice.

Dante non aveva bisogno di vedere la sua faccia per capirlo. Lo avvertiva chiaramente, non poteva farne a meno.

Quel giorno tutto lo stava facendo innervosire, a cominciare dalla statua di pietra nera e lucida della Grande Madre che con sguardo benevolo e propiziatorio osservava i due giovani al suo cospetto ascoltare in rituale silenzio il sacerdote del tempio sciorinare la funzione di rito.

Gli anelli nuziali si trovavano fra i due sposi, galleggiavano da soli a mezz'aria, circondati da una soffusa luce rossa.

«... e ora, a turno, pronunciate le vostre rispettive promesse» disse infine il sacerdote, facendo un cenno incoraggiante al giovane Reghsar. Godric deglutì, prese l'anello e fece sollevare la mano sinistra a Ravya, la quale gli sorrise, emozionata. «Con quest'anello io ti prendo come mia sposa. La tua gioia sarà la mia; sarò io a prendere sulle spalle la tua sofferenza, se il male mai dovesse bussare alla nostra porta; provvederò ad ogni tua necessità, nulla ti farò mai mancare. Ora e per sempre accetto di condividere con te ogni singolo istante della mia vita. Possa il nostro amore durare mille anni ancora e riecheggiare nell'eternità.» Le fece scivolare la fede sull'anulare e fu solo allora che il gioiello smise di brillare.

Fu il turno dunque di Ravya, la quale ripetΓ© ogni singola azione compiuta da Godric.

A quel punto sottili ramificazioni di luce scarlatta si originarono da entrambi gli anelli e attraversarono le loro rispettive mani unite, si intrecciarono, formarono un nodo e infine scomparvero. Il legame era stato stretto, l'atto compiuto, era stata la Grande Madre a giudicare valida l'unione e a benedirla.

Β«Possa il vostro matrimonio essere duraturo, felice e colmo di piccole e grandi vittorie.Β»

Quello fu il segnale che tutti e due, chiaramente, sin dall'inizio avevano atteso, perchΓ© subito Godric prese il viso della propria novella moglie fra le dita e la baciΓ² con autentico e amorevole ardore.

Dante, il quale aveva provato come meglio aveva potuto a reggere fino ad allora lo strazio, ne ebbe abbastanza e, roteando gli occhi con aria nauseata, si fece strada fra i presenti, deciso a uscire per non assistere oltre a quella gran presa per i fondelli, ma quando ormai era sulla soglia del tempio, le sue gambe un po' alla volta rallentarono il passo fino a fermarsi del tutto.Β 

Rimase lì, gli occhi che gli bruciavano per la voglia di piangere e urlare come un'anima dannata all'inferno. Il cuore gli riecheggiava nei timpani allo stesso ritmo di un tamburo di guerra, quello che in tempi molto più antichi e remoti aveva accompagnato la battaglia, il suono di uomini che massacravano altri uomini e si univano alla rude melodia dello strumento a percussione con quella delle spade che stridevano l'una contro l'altra, delle membra che venivano squarciate e il sangue che zampillava sui volti di soldati che ormai non temevano nient'altro, se non abbandonare il mondo privi di onore.

Dante, proprio come loro, alla fine permise a quella violenta e crescente litania di ipnotizzarlo, di galvanizzarlo sin nelle ossa. Lo indusse a non battere in ritirata e a riprendere possesso della battaglia e volgerla a proprio vantaggio.

Quando mai si era tirato indietro da una lotta? Quando un Evergard aveva permesso a chicchessia di imporsi su un uomo dell'Ovest?

Sei un re, maledetto figlio di puttana. Comportati come tale. Fa' vedere a questi damerini del Nord chi Γ¨ che comanda.

Dicevano che tutti gli uomini erano in grado di prendersi ciΓ² che desideravano o ritenevano di meritare, a patto che sapessero stringere i denti e combattere per averlo.

Lo ami, giusto? Allora prenditelo.

Oh, se lo avrebbe fatto.

Vaffanculo. Non lascio andare un cazzo di nessuno.

Al diavolo i buoni propositi. Al diavolo la promessa. Al diavolo tutto.

Si voltΓ² lentamente e guardΓ² oltre la folla, sull'altare ai piedi della statua della Grande Madre che ora sembrava quasi ammiccare a lui, attirarlo, tentarlo.
Gli occhi del re si spostarono in basso, sui due sposi che avevano appena finito di baciarsi.

Le gambe di Dante si mossero da sole. Aveva un'aria talmente risoluta e seria che non appena gli altri invitati si accorsero di lui, scelsero saggiamente di fargli spazio man mano che avanzava verso l'altare. Lord Roderick, quasi capendo le sue intenzioni, scosse la testa, pregandolo in silenzio di non fare ciò che aveva in mente di fare, ma lui lo ignorò e disse, non appena si fu fermato a pochi metri dall'altare: «Mi rincresce profondamente interrompere un momento così denso di emozione e ciarpame vario, ma avrei una cosa da dire».

Tutti si guardarono a vicenda e iniziarono a parlottare fra di loro, stizziti e quasi oltraggiati dal suo improvviso e inopportuno intervento.

Β«Ma come osa?Β» mormorΓ² qualcuno.

«È un uomo dell'Ovest. Non hanno il benché minimo rispetto per la nostra dèa o per le buone maniere.»

Ve le do io le buone maniere, pensΓ² Evergard.

Il piΓΉ sconvolto e spaesato, perΓ², era Godric, il quale si chiedeva se a Dante avesse dato di volta il cervello o roba simile.

Ravya, invece, sembrava voler uccidere con lo sguardo all'istante il re dell'Ovest.

«Tredici anni or sono mi recai in visita qui, a Varesya, presso la nobile casa di Lord Roderick Reghsar, con uno scopo ben preciso. Con tutta l'umiltà di cui disponevo, infatti, gli chiesi di concedermi la mano di suo figlio, ma lui, per ragioni che al momento neppure mi interessano più di tanto, mi indusse a tacere in merito alla questione con il conte qui presente. Non mi fu risposto né sì né no, la cosa rimase perciò, sotto molti punti di vista, in sospeso. Considerando un dettaglio del genere, mi vedo costretto a far presente a tutti voi che queste nozze non possano essere ritenute valide né ammissibili. Secondo le antiche leggi dell'Oltrespecchio che tutti, a prescindere dal regno cui appartengono, sono tenuti a rispettare, una proposta di matrimonio non rifiutata nel giusto modo e per giunta non dal diretto interessato può essere reputata ancora valida anche a distanza di anni dal giorno in cui è stata avanzata. Per coloro che non comprendono il mio altolocato linguaggio di re: non mi venne permesso di chiedere al figlio di Lord Reghsar di sposarmi e non ottenni una risposta sicura da parte del duca, e questo... beh, è decisamente irregolare e affatto nello stile di Lord Roderick, uomo così ligio alla parola data e alle leggi dell'Oltrespecchio. Queste nozze sono a dir poco offensive, un'autentica beffa, specialmente per un re considerato da una delle famiglie più rispettabili di Varesya un amico e un alleato. Chiedo, pertanto, che vengano immediatamente sospese finché la questione non sarà stata risolta, in un modo o nell'altro.»

Fece un cenno con la testa.

«Ora vi lascio, così potrete discutere della questione senza che io possa interferire, ma pretendo finalmente una risposta, dopo essere stato forzato per tredici anni a mentire alla persona che amo per amore di gretti interessi politici e sociali. Le conseguenze per una mancata risposta, stavolta, potrebbero rivelarsi assai gravi, perciò invito Lord Reghsar a non interferire nuovamente e a permettere a suo figlio di decidere da solo del proprio avvenire. Il conte sappia, comunque, che sono qui per offrirgli non solo una corona e un lignaggio invidiabile, nonché il governo incontrastato sull'Ovest e tutte le ricchezze in possesso della mia famiglia, ma anche l'amore e la passione che proprio a me, non molto tempo fa, disse di aver a lungo cercato. Se crede che io possa soddisfare questi requisiti meglio di quanto potrebbe fare lady Dyrkas, allora non dovrà far altro che venire a dirmelo di persona. Se la sua risposta sarà negativa, allora temo che questa dovrà anche essere la fine di un'amicizia per me logorante e insoddisfacente. Non è quella che desidero, non da parte sua, e non sono più disposto a tollerare di fare del male a me stesso così né a mentire a lui recitando una parte che non mi spetta.»

Proprio quando Godric si era finalmente ripreso dallo shock causato da una simile rivelazione, da quella inaspettata proposta sul filo del rasoio, con lo sguardo affollato di lacrime di sorpresa, di confusione, di incontenibile emozione, osservΓ² il sovrano abbandonare con silenziosa e altera dignitΓ  il tempio.

Avrebbe voluto urlargli di tornare indietro, di dargli il tempo per metabolizzare ogni cosa, ma conosceva bene le maniere di Evergard, così come sapeva che quest'ultimo a sua volta fosse consapevole che lui avrebbe dovuto riflettere a fondo in merito alla questione.

Con il viso in fiamme e il respiro ancora mozzato si voltò per guardare il padre, colui che lo aveva tenuto all'oscuro per tredici anni circa una simile verità. Per la prima volta nella propria vita si ritrovò a detestarlo. «È vero?» chiese, avvicinandoglisi.

Roderick deglutì. «Godric, cerca di capire, io...»

«Non mentirmi di nuovo, papà, e rispondi! È vero, sì o no?»

Il duca boccheggiava, incapace di rispondere. Se avesse risposto in modo affermativo, avrebbe fatto una pessima figura di fronte alla nobiltà di Varesya tutta riunita lì in onore di un matrimonio che, proprio come Dante sagacemente aveva detto, non poteva in effetti essere ritenuto valido e accettabile. Se avesse detto di no, sapendo di mentire, forse avrebbe salvato la faccia, ma avrebbe perso la fiducia di suo figlio, il quale gli leggeva negli occhi che sì, era vero, così come lo era che per tredici anni lui gli avesse spudoratamente mentito.

L'uomo si avvicinΓ² al figlio e disse, a voce bassa: Β«Ho solo provato ad agire per il tuo bene. Non avrei mai fatto niente di simile per nuocerti, Godric, e lo sai. Mai avrei volutoΒ».

Il ragazzo lo squadrò furioso. «Non volevi,» replicò a denti stretti, «ma l'hai fatto comunque.» Si girò per guardare Ravya, la donna che sì amava, ma che in fin dei conti era in un certo senso anche una scelta di riserva. Aveva provato ad amarla nel tentativo di superare un amore di gran lunga più grande e viscerale. L'aveva usata, le aveva mentito ogni volta che le aveva detto che fosse la sola persona al mondo per lui.

Lei non merita questo e io... io non posso piΓΉ fingere.

Era come se Dante avesse scelto di porre tutti e due di fronte a un bivio al quale era impossibile sottrarsi. Lo aveva costretto, senza neppure saperlo, ad affrontare la propria coscienza e i propri sentimenti una volta per tutte.

Si guardΓ² in giro, posΓ² gli occhi su Ravya, sui genitori di quest'ultima...

Ma cosa mi Γ¨ venuto in mente? Chi voglio prendere in giro?

Β«I-Io... io n-non possoΒ» sussurrΓ², la voce strozzata dal pianto. Β«Non posso, mi dispiace!Β»

SuperΓ² il padre e Ravya e scappΓ² letteralmente via dal tempio. Si guardΓ² attorno, ma non trovΓ² da nessuna parte Dante.

Proprio come una saette nel cielo che precedeva di solito la tempesta, aveva fatto il suo pezzo e poi era svanito nell'etere.

Ma dove sei? Causi una simile esplosione e poi mi lasci qui da solo?

Doveva trovarlo e dirgliene quattro prima di accettare o meno quella dannata proposta.

Mentre si avvicinava a una delle guardie stanziate fuori da suo padre per tenere d'occhio la zona durante la cerimonia, tanti momenti gli tornavano alla mente. Momenti nei quali Dante avrebbe potuto parlare, finalmente rivelare i propri sentimenti, e invece aveva taciuto.

RipensΓ² alla sera in cui avevano parlato, mentre si trovavano sulla via per Varesya. Vide di nuovo quell'uomo solitamente saldo come una roccia e talmente beffardo da meritare un bel po' di ceffoni celare nello sguardo un luccichio negli occhi che col senno di poi risultava assolutamente spiegabile e ovvio.

Ecco perchΓ© mi ha chiesto se amassi Ravya...

Come aveva fatto a non capire? A non cogliere quel segnale forte e chiaro? A non capire che il suo sogno piΓΉ tormentato e ardente si fosse da tempo realizzato, attendendo solo di essere colto come una mela ormai matura e pronta a esser addentata.

Spronò il cavallo, ignorando la guardia che gli chiedeva dove stesse andando e se fosse successo qualcosa, e partì al galoppo, sperando di trovare Evergard alla tenuta di famiglia.

Non quella solita. Sapeva che lì non poteva esser andato, perché avrebbero corso il rischio di subire interruzioni.

So dove sei e devi pregare che io non riesca ad arrivare fino a lì, altrimenti la prima cosa che farò sarà torcerti il collo per non aver detto un bel niente prima e avermi fatto fare una pessima figura con Ravya!

Quando finalmente Godric scese da cavallo al volo e attraversΓ² a spron battuto il cortile principale di fronte alla residenza di campagna dei Reghsar, vide uscire da essa e venirgli incontro la domestica, la stessa che aveva badato a lui per molti anni quand'era stato bambino e Dante si era assentato per un impegno o l'altro.

Β«Signorino!Β» esclamΓ² la donna, riprendendo fiato. Β«Oh, cielo! Finalmente siete qui!Β»

Lui le chiese di spiegargli il motivo di tanta fretta.

Β«C'Γ¨ qui il signor Evergard, voglio dire... perdonatemi! Intendevo il re dell'Ovest! Ha detto che sareste sicuramente venuto qui e che sarebbe rimasto ad attendervi finchΓ© non vi foste presentato!Β»

Ci avevo visto giusto, pensΓ² lui, non poco ansioso.

Β«Capisco, uhm... ora dov'Γ¨?Β»

«Si trova nel salone, naturalmente!» squittì lei un po' impettita. «E non è che abbia esattamente atteso che gli dessi il permesso di entrare!»

Il giovane, malgrado tutto, dovette lottare con se stesso pur di non scoppiare a ridere. Β«Beh, Γ¨ un po' come se questa fosse anche casa sua!Β»

«Passano gli anni, ma le maniere di quell'uomo restano a dir poco sconvenienti e rozze!» borbottò la domestica, raccogliendosi le vesti per risalire i gradini e andare dietro al padroncino. «Vi esorto a far presenziare anche me all'incontro! Parla di proposte di matrimonio e altre cose che mi hanno lasciata di sasso! Comportarsi così e fare simili scherzi nel giorno delle vostre nozze! Assolutamente sconveniente e villano!»

Godric si ricompose. Β«N-Non Γ¨ necessario, davveroΒ» insistΓ©, la voce che ancora tremava per lo sforzo di non ridere. Il punto era che si sentiva in parte intimorito e corroso dall'ansia, ma dall'altra... era euforico, eccitato e pieno di aspettative che pretendevano di essere confermate e rispettate.

Non posso crederci... sta accadendo sul serio!

Β«Ma... padroncino! Vi rendete conto di quanto sia irregolare e scandaloso parlare da solo con...Β»

«Ah, chi se ne importa!» Liquidò la faccenda Godric, agitando una mano e correndo per l'ingresso, diretto al salone. Appena fu lì si chiuse le porte alle spalle. Ansimava perché aveva corso fino ad allora; le gambe gli tremavano e il cuore gli scoppiava nel petto. Era sicuro di avere anche il viso arrossato, accadeva sempre quand'era sotto sforzo, e ringraziava in parte che Dante non potesse accorgersene.

Lo vide raggiungerlo e fermarsi a poca distanza da lui e Godric, tornando alterato, con decisione gli andΓ² vicino e al volo gli mollΓ² un ceffone. Β«Questo Γ¨ per aver interrotto la cerimonia nel momento sbagliato e a scoppio ritardato!Β» gli urlΓ² addosso, per poi schiaffeggiarlo di nuovo e sulla guancia opposta. Β«Questo Γ¨ per non avermi detto niente per non so quanto tempo!Β» Un'altra sberla. Β«E questo Γ¨ per essertene andato come un bastardo senza che potessi prima risponderti a dovere!Β» TerminΓ², lasciandogli un ultimo pugno sul torace che gli fece solo un gran male alle nocche. Β«Stupido idiota! Hai la minima idea di come mi sia potuto sentire? Rispondi, forza!Β» gridΓ² nuovamente, il viso rosso piΓΉ che mai per la collera e il pianto. Β«E poi mi proponi di sposarti senza neppure sapere se ricambio o meno i tuoi sentimenti? Chi ti credi di essere, dimmi?! Solo perchΓ© sei il re di questo o quest'altro non hai il diritto di fare il prepotente e di pensare che tutto ti sia dovuto, compreso il sottoscritto! Non sono una lingua di terra da conquistare con la forza, con la prevaricazione o l'arroganza!Β»

Neppure dopo ben tre ceffoni Dante aveva battuto ciglio e aveva subito in rigoroso silenzio la sfuriata di Reghsar, del tutto imperturbabile. SbattΓ© le palpebre. Β«Dunque?Β» chiese calmo.

Godric volentieri lo avrebbero preso a calci. «È TUTTO QUELLO CHE SAI DIRE?!» urlò stridulo, afferrandolo e scuotendolo. «SEI UNO STRONZO E HO DOVUTO PURE PIANTARE TUTTI IN ASSO AL TEMPIO PER COLPA TUA! CHE HAI DA DIRE A TUA DISCOLPA, SENTIAMO?!»

Β«Sai molto bene la risposta.Β»

Β«LA VOGLIO SENTIRE USCIRE DA QUELLA TUA BOCCACCIA!Β»

Dante lo squadrΓ², poi: Β«Sono innamorato di te. Sicuramente ti stai chiedendo da quanto vada avanti e ti rispondo subito: da quella maledetta sera. Sai bene di quale parlo. Non Γ¨ ovviamente accaduto di colpoΒ».

Non riuscendo a stare fermo mentre era costretto a essere onesto e a dire tutto quello che da tanto avrebbe voluto dire, per stemperare la tensione del momento che lo stava opprimendo, iniziΓ² a camminare per la stanza.

«Sappi che è stato davvero difficile per me. Persino traumatico, sotto tanti aspetti. Più il tempo passava, specie quello che trascorrevamo assieme, dopo la sera in cui Lord Arron mi aveva umiliato a quel modo alla festa in onore del tuo ritorno a casa, e più me ne rendevo conto, capivo che in te vedevo qualcosa di ben diverso da un semplice amico, da un semplice ragazzo che in passato ho avuto l'onore di istruire e proteggere con ogni mezzo a mia disposizione. Ma che dico... È stato un incubo e... negli ultimi anni una fonte di dolore, una dura prova per i miei nervi. Per questo, dopo aver parlato con tuo padre quella volta, ho deciso di mettere distanza fra me e te. Non volevo rischiare di rovinare tutto, avevo paura del tuo giudizio se fossi venuto a conoscenza della verità, di perdere la tua amicizia, anche se era un semplice premio di consolazione, l'assaggio di qualcosa di ben diverso che tanto bramavo da parte tua.»

Sotto molti aspetti era cresciuto insieme a Godric. Per la loro gente all'etΓ  in cui aveva preso il figlio di Lord Reghsar con sΓ© si era alla stregua di ragazzi, neppure interamente adulti, con le ossa non ancora giunte alla resistenza basilare di quelle degli Efialti giunti alla piena maturitΓ . Era cresciuto eccome, aveva messo da parte un po' alla volta ogni egoismo e si era messo in testa di dover diventare piΓΉ responsabile e meno impulsivo, di dover essere un esempio per Godric e non un pessimo modello.

«Ci ho provato a farmene una ragione, ma poi... poi sei tornato, sei venuto da me pretendendo che presenziassi alle tue nozze perché ci tenevi che fossi presente. Mi è crollato il mondo addosso, a esser sincero. Sapevo che sarebbe successo, ma speravo che quel giorno fosse ancora molto lontano. Così non è stato e... so di aver causato un gran bello scompiglio e di aver messo sia te che la tua famiglia in una scomoda posizione, ma non ho retto oltre. Non potevo stare zitto, lasciare che la menzogna perdurasse. Qualunque sia la tua opinione in merito a tutto ciò, sappi che la accetterò e sappi anche che non ho rimpianti. Aver tentato sarà per me comunque meglio del non averci provato affatto e aver a priori gettato le armi. Non ho rimpianti e ne ho ancor meno ora che posso dire, chiaro e forte, di amarti.»

Godric si passΓ² il dorso di una mano sotto entrambi gli occhi. Piangeva piΓΉ di prima, come se dentro di lui una diga emozionale fosse stata appena travolta da un'onda anomala. Fu costretto a coprirsi naso e bocca pur di provare a soffocare e a ricacciare indietro i singhiozzi. Non aveva mai pianto a quel modo, mai.

Porca miseria... lo ha detto... lo ha detto...

«S-Se q-questo è uno scherzo, sappi che non è divertente» replicò, la voce rotta dalle lacrime che continuavano a sgorgare. «Non è bello giocare così con le persone!»

Non ci credeva. Era troppo bello per esser vero, così tanto che lo terrorizzava. No, anzi, a fargli paura era la possibilità che fosse soltanto un sogno o un'allucinazione oppure, ancora, una burla crudele. Dante era uno di quelli da parte del quale ci si doveva per forza aspettare di tutto e di più, imprevedibile e difficile da leggere com'era.

Godric l'aveva sempre visto come un libro scritto in caratteri talmente arcaici e bizzarri da risultare sì e no incomprensibile.

Eppure sembrava serio, molto serio e... fragile.

Β«Ti sembro uno capace di scherzi del genere? Non sono un granchΓ© neppure a fare battute, lo saiΒ» replicΓ² Evergard, stringendosi nelle spalle. Β«Non per metterti fretta, ma... di' qualcosa per farmi almeno capire se le mie sono speranze vane.Β» Non lo dava a vedere, magari, ma si sentiva in bilico, sospeso su un ripido e buio precipizio chiamato ignoto. Dovendo giudicare la prima reazione di Godric, iniziava a credere di aver fatto solamente un disastro come al solito e di essersi giocato per sempre la sua fiducia e la sua amicizia, anche se lui per primo aveva chiarito di preferire, a quel punto, che le loro strade si separassero, se davvero non viaggiavano sulla stessa lunghezza d'onda.

Non voleva essergli amico. Non voleva vedere qualcun altro stringerlo fra le braccia, donna o uomo che fosse. Non lo avrebbe sopportato.

D'altronde non era fatto di pietra o ghiaccio, anche se spesso aveva dato l'impressione opposta.

Di' qualcosa, ti prego...

Il cuore gli sarebbe presto esploso, ne era sicuro.

Godric, nel frattempo, davanti a sΓ© non vedeva un re dallo scintillante e maestoso aspetto nΓ© un uomo forte, dalla bellezza mozzafiato e tentatrice. No... vedeva solo Dante, il vero Dante che per una volta aveva scelto di mostrarsi per com'era realmente, per la persona fragile e in fin dei conti passionale che era davvero. La persona che lui stesso a volte aveva intravisto oltre il traslucido velo dietro al quale aveva sempre potuto solamente scorgerlo di tanto in tanto, quando aveva pensato di non essere sotto esame.

Finalmente, perΓ², eccolo lΓ . Non piΓΉ timido e addirittura schivo, sospettoso nei confronti del mondo intero, ma disposto ad avvicinarsi e a rischiare la propria distruzione.

Lo vedeva ed era ancora piΓΉ meraviglioso della fortezza che lo custodiva.

E stavolta non mi scappi. Sei mio, pensΓ² risoluto Godric, come un cacciatore che aveva visto l'occasione migliore mai esistita per abbattere la belva dietro alla quale per anni e anni aveva corso inutilmente dietro. Si fece coraggio, lo raggiunse, lo afferrΓ² per gli abiti di velluto scuro, si sporse sulle punte e lo baciΓ². AbbattΓ© la belva, ma lo fece con amore, con l'inesperienza tipica del principiante, di una persona che aveva baciato qualcuno poche altre volte e mai con tanta passione.

Lo stomaco gli si attorcigliΓ² e il suo cuore frullΓ² nella cassa toracica come un'eccitata rondine che ormai era stufa di rimanere in gabbia e pretendeva di trovare un'uscita da quell'angusta dimora.

E fu per Godric splendido, talmente bello da far male, sentire Evergard ricambiare subito, disperatamente, il bacio; si abbandonΓ² al modo improvviso e a tratti impaziente con il quale l'uomo lo trasse di piΓΉ a sΓ© tenendolo per i fianchi e risalendo poi con una mano fino alla schiena e con l'altra, invece, piΓΉ in alto, fra i capelli, come se a propria volta avesse atteso per tutta la vita un momento del genere.

Il ragazzo, poi, si separΓ² quel poco che bastava a riprender fiato. Β«Sogno una cosa del genere sin da quando ero ragazzinoΒ» ammise, ridendo. Β«Per me eri il principe azzurro, sai? Sognavo che un giorno mi avresti portato con te sul tuo cavallo, che avresti ricambiato i miei sentimenti e ora so di aver fatto bene a non abbandonare mai fino in fondo la speranza!Β» Ancora in lacrime, lo baciΓ² ancora, stavolta con reale slancio.

Eccome se lo avrebbe sposato. Era sempre stata quella la sua ambizione, il suo sogno piΓΉ bello, per quanto a lungo proibito.

Si scostarono l'uno dall'altro quando le porte del salone si aprirono ed entrò la domestica, risoluta, che mosse le braccia come a voler scacciare sia l'uno che l'altro. «Va bene, va bene, voialtri! La situazione sta degenerando e non è dignitoso per un giovane rampollo adottare atteggiamenti troppo lascivi!» Era così imbufalita da tirare persino un orecchio al ragazzo, il quale squittì dal dolore. La donna guardò Dante. «Specialmente se si tratta di un briccone matricolato come voi! Ricordo ancora quando questa casa era trafficata ora da una poco di buono, ora da un'altra! Lestofante!» Gli schiaffeggiò via la mano che ancora era posata sul fianco del giovane nobile. «Mani a posto, se non vi spiace! Ho sentito tutto e aver chiesto la mano di questo ragazzo non vi dà il diritto di allungare le vostre prima del tempo! Contenetevi!»

Non spettava a lei giudicare le scelte poco appropriate di quel ragazzo, anche se aveva allattato Godric e badato a lui finchΓ© non era arrivato quel tale, principe di non sapeva neppure lei che cosa, a dettar regole e leggi a seconda di quel che lo aggradava. Gli puntellΓ² il petto con l'indice, lo sguardo ridotto a fessura. Β«Non mi importa se siete un re! Vi tengo d'occhio e il signorino Godric non abbandonerΓ  la casa di suo padre fino al giorno delle nozze, secondo i costumi ben precisi del nostro regno!Β»
Dante inarcΓ² un sopracciglio.
Β«E non vi azzardate a guardarmi in quel modo o vi cavo quei begli occhioni azzurri!Β» berciΓ² ancora la domestica, afferrando poi Godric per un braccio e trascinandolo letteralmente fuori dalla sala malgrado le animate proteste. Β«E tu vieni con me! Tuo padre deve parlare a quattrocchi con sua maestΓ !Β»

Infatti era appena giunto Lord Reghsar, il quale non disse nulla al figlio e si chiuse dietro le porte, squadrando con durezza il re dell'Ovest. Β«Dunque?Β» incalzΓ², un po' gelido.

Β«Tuo figlio sposerΓ  meΒ» replicΓ² a tono Dante. Β«E non c'Γ¨ niente che tu possa dire o fare per cambiare questa realtΓ , stavolta.Β»

«Lo so bene» ammise Roderick. «Ancora non so se la scelta di mio figlio si rivelerà col tempo giusta o sbagliata, ma... vederlo infelice o non del tutto convinto sarebbe per me ancora peggio. È solo per amor suo che ora, solennemente, scelgo di affidarti ancora una volta e per sempre la sua sicurezza, la sua felicità e la sua vita. Spero per te che riuscirai a mantenere almeno questa promessa, altrimenti... credimi, Dante: dovesse volermici tutta la vita, verrò a cercarti e non sarà un piacevole incontro, il nostro. Rendi il mio Godric felice, senza badare a spese né a sacrifici. È tutto ciò che ti chiedo, come suo padre e... come tuo futuro suocero.»

Il re di Elgorad annuì. «Lo farò senz'altro, puoi starne certo. E in quanto ai tuoi timori circa possibili rapporti tesi fra Nord e Ovest...» Si avvicinò. «Intendo recarmi, domani, dal vostro re per conferire con lui ed esporgli i molti vantaggi che potrebbero venire dall'unione di tuo figlio con me anche per il resto del popolo del Nord. Sto parlando di un'alleanza suggellata con un matrimonio, come da tradizione. Alleanza e reciproco aiuto nei momenti di difficoltà, nonché vantaggi in campo finanziario. Nord e Ovest, se tutto andrà come deve, potrebbero piano piano prendere il controllo sulle terre frapposte fra di loro e sulle coste. È ciò che mio padre avrebbe voluto, ciò che desiderava fare prima di morire anzitempo, e intendo portare a termine la sua opera.»

Roderick, suo malgrado, si ritrovò a sorridere debolmente. «Che mi venga un colpo» esalò. «Ti stiamo sottovalutando tutti quanti, non è così? Hai le idee decisamente chiare e hai deciso saggiamente di catturare due piccioni con una fava. Molto astuto, lo devo ammettere. Non solo sposerai mio figlio, l'erede della casata più importante e influente dopo quella del re del Nord, ma stabilirai anche una proficua alleanza commerciale e bellica con re Ivan, guadagnandoti probabilmente, piano piano, la stima del Nord e la gratitudine della tua gente quando tutti loro vedranno le casse di Stato traboccare di denaro in abbondanza per ricchi e poveri, denaro che servirà a rafforzare le difese del regno e a migliorare le infrastrutture della capitale e delle province limitrofe. E quando, sicuramente, grazie alla fede incrollabile di mio figlio nei confronti della Grande Madre, arriverà persino un erede, il gioco sarà fatto e l'alleanza cristallizzata, salvo eventuali tensioni fra Nord e Ovest che altrimenti condurrebbero a una guerra per il potere sul resto dell'Oltrespecchio. Guerra che porterebbe Godric a dover scegliere fra le terre in cui è nato e quelle che sono diventate la sua nuova dimora.» Dante era stato molto lungimirante e arguto, inutile sostenere il contrario. «Di' la verità, giovane e avventato Sire della Morte: l'ambizione è il tuo dono più grande, ho ragione?»

Β«Un re non puΓ² permettersi di non essere ambiziosoΒ» ribattΓ© l'altro prontamente. Β«Aspiro al meglio per il mio popolo, per me stesso, naturalmente, ma in primo luogo e soprattutto per Godric. Presto sarΓ  il mio sposo e non sia mai che il suo si riveli un marito privo di ambizione o lungimiranza. A lui ho intenzione di riservare il meglio fino al mio ultimo giorno in questa vita.Β»
Si avvicinΓ² al basso tavolino di legno stuccato magnificamente d'oro, prese la caraffa di vetro e ne versΓ² il vino all'interno contenuto in due calici giΓ  pronti per essere usati. Era stata la domestica a portargli da bere per ingannare l'attesa, quando era giunto alla villa.Β 

Roderick lo squadrΓ², poi si avvicinΓ² e accettΓ² uno dei calici che il re gli stava tendendo. Ogni singola azione era ben calcolata, era come se in un certo senso stessero duellando, ma con la mente e con strategie sottili, ed entrambi lo sapevano. Una sfida a scacchi portata agli estremi.

Β«La domestica, poco fa, ha accennato alla vostra usanza prematrimoniale che vorrebbe vedere Godric non abbandonare la vostra casa fino al giorno delle nozze, forse un po' prima, visto che Elgorad non Γ¨ esattamente dietro l'angolo. Per me puΓ² andare. D'altronde non farei una buona impressione sul popolo del Nord se non rispettassi le sue usanze, e comunque voglio dare a Godric il tempo necessario per salutare alla perfezione la propria famiglia e prepararsi mentalmente al matrimonio che... beh, guardiamoci in faccia, sarΓ  sicuramente molto piΓΉ sontuoso e scintillante di quello che oggi ho scelto di rendere nullo. SarΓ  degno della persona meravigliosa che Γ¨ tuo figlio.Β»

Roderick non stava facendo i salti di gioia al pensiero che suo figlio avrebbe presto vissuto così lontano da lui. I Reghsar erano sempre rimasti uniti, ma ora ogni cosa stava per cambiare. Presto avrebbero dovuto prestare fedeltà pressoché assoluta, per ragioni etiche e strategiche, agli Evergard. Questo Dante lo aveva già messo in conto e ciò faceva di lui, senza offesa, leggermente un piccolo bastardo presuntuoso.

I Reghsar sarebbero presto divenuti il vero ponte fra i due popoli che stavano per allearsi, gli intermediari e mediatori per eccellenza, e sarebbero stati i primi a fare una brutta fine in caso le cose si fossero messe male.

«Mio figlio è inesperto, se sai cosa intendo. Sii gentile e rispettoso a massimi livelli con lui. È del tutto innocente da quel punto di vista.»

Β«Di questo non devi preoccuparti. Ho intenzione di aspettarlo, nel caso non si sentisse pronto. Non ho fretta.Β»

Β«Taluni, alla corte dell'Ovest, oserebbero professare una storia ben diversa dalla tua.Β»

Β«Per Godric sono disposto a rendermi una persona paziente, dovesse trattarsi di una questione persino di altri due secoli a venire.Β»

Β«Ma nel frattempo rimarresti ancora senza eredi, un bersaglio facile per chi magari pianifica di spodestarti.Β»

Β«Tuo figlio vale un simile rischio.Β»

Β«Non so se ciΓ² renda Godric la persona piΓΉ fortunata al mondo o quella messa piΓΉ a rischio. Se tutti vedranno quanto tieni realmente a lui e fino a che punto, alcuni potrebbero sfruttare questa tua debolezza e fargli del male sapendo che Γ¨ il solo modo per colpirti al cuore.Β»

Β«VorrΓ  dire che lo proteggerΓ² fin dove la mia autoritΓ  e le mie capacitΓ  me lo consentiranno.Β»

Β«E se avessero un limite? Sei solo un uomo, corona o non corona.Β»

Dante restrinse lo sguardo e si versΓ² in gola del vino prima di rispondere: Β«VorrΓ  dire che supererΓ² i limiti. Li caricherΓ² come un toro in preda all'ira e li travolgerΓ² con la potenza di un'onda anomala finchΓ© non saranno ridotti in polvere. Ti basta?Β»

«I limiti esistono per una ragione. Se non ci fossero, non so dirti se questo ci renderebbe degli dèi o dei mostri.»

Β«Intendo essere entrambe le cose, se questo fosse un giorno il prezzo da dover pagare per vedere Godric al sicuro.Β»

Per molte ragioni, Lord Reghsar aveva concesso al figlio di rimanere nella tenuta di campagna, specialmente per evitare di morire per l'imbarazzo e il disagio con i Dyrkas ancora presenti nel castello situato a Varesya.

Sarebbe rimasto lì finché le acque non si fossero calmate, ovviamente in compagnia del re, nonché suo futuro marito, e dei domestici.

Β«Nicla sembra detestarti piΓΉ di quanto facesse un tempo.Β» Il giovane conte aveva sapientemente atteso che la domestica si ritirasse per la notte prima di sgusciare via dai propri appartamenti ed entrare di soppiatto in quelli riservati invece a Evergard. Era una liberazione immensa non dover piΓΉ fingere, non dover piΓΉ resistere a certi impulsi o desideri. Sedeva a gambe incrociate sul letto e osservava quello che era a tutti gli effetti il suo fidanzato scrivere con espressione concentrata quelle che sembravano missive. Β«Posso sapere, viste le circostanze, chi si sta contendendo con me le tue attenzioni?Β» chiese, celando l'infantile e debole accesso di gelosia.

Non trovava giusto che non potesse fare tutto quel che lo aggradava con la persona che presto avrebbe sposato e per lui sembrava piΓΉ difficile che per Dante contenere desideri ben precisi. Invidiava l'autocontrollo di quell'uomo.

Il re posΓ² la piuma con la quale stava scrivendo e si voltΓ². Β«Sto riferendo a mia madre e ai miei vari collaboratori le novitΓ . Non solo perchΓ© ci sono molti preparativi da fare, ma anche perchΓ© poi... insomma, dovrai seguire delle lezioni di etichetta e non solo.Β»

Β«Ovvero?Β» incalzΓ² Godric, sdraiandosi sul ventre e lasciando le gambe libere di galleggiare a mezz'aria.

Β«Beh... come gestire incontri diplomatici con gli altri sovrani, con gli ambasciatori e via discorrendo. Come presenziare alle cerimonie di Stato. Cosa dire o non dire, quando dirlo, e tanto altro ancora.Β»

Godric sbuffΓ². Β«Uffa, perΓ². PerchΓ© non posso sposare solo te? Sembra debba sposare il tuo regno interoΒ» borbottΓ².

Evergard sorrise beffardo. Β«Pensavi che essere un re o un principe consorte significasse solo fare quel che ti pare?Β»

Β«No, perΓ² la tua vita sembra noiosa! Ce l'hai del tempo per respirare o non Γ¨ concesso fare neppure quello? Quanto riusciremo a stare insieme, visto tutto quello che devi fare in un solo giorno?Β»

Β«Avrai anche tu un gran bel daffare, non temere.Β»

«Sì, ma il nostro matrimonio?» insisté Godric, indispettito. «Non credere che ti permetterò di restare alzato fino a tardi e negare a me le tue attenzioni! Dovrò essere la tua priorità, intesi? Altrimenti potrei rivelarmi presto uno sposo piuttosto insoddisfatto e scontento!»

Β«Parli come se sapessi giΓ  cosa ti aspetti la prima notte di nozzeΒ» lo apostrofΓ² Dante, appositamente divertito per farlo inalberare. Β«Potrebbe non piacerti. Ci hai pensato a questo?Β»

Β«Non sono innocente come ho fatto credere fino ad ora a mio padreΒ» rivelΓ² il giovane conte con aria determinata. Β«Non sono mai andato a letto con nessuno, Γ¨ vero e sacrosanto, ma sappiamo tutti e due che da adolescenti Γ¨ dura restare lontani dalle tentazioni.Β»

Β«Oh!Β» lo prese affettuosamente in giro Dante. Β«Le tentazioni! Sarebbe a dire?Β»

Β«Non sei tu quello esperto?Β»

Β«PiΓΉ di te? Sicuramente, ma non ho esperienza in fatto di tentazioni e di come resistere ad esse. Se da ragazzo volevo una cosa, me la prendevo e basta. E mentre ero in guerra durante il conflitto dell'entroterra ho capito che c'erano cose peggiori del finire a letto con un altro maschio. Tutte cose che vedevo il giorno successivo sul campo di battaglia e... a proposito dell'opinione dell'Ovest in merito a questo, la prima cosa che farΓ² quando tornerΓ² a Elgorad, prima di sposarti, sarΓ  abolire per sempre leggi che ormai neppure dovrebbero esistere. I tempi sono cambiati e anche il mio regno deve iniziare a farlo.Β»

Godric deglutì. «E se a loro non stesse bene?»

Β«Anche il cavallo piΓΉ testardo, alla fine, accetta la cavezzaΒ» rispose Dante. Β«E comunque, ho imparato a lungo andare che neppure un re Γ¨ capace di accontentare tutti quanti. Il suo compito, semplicemente, Γ¨ di far contente piΓΉ persone possibili. Ci sarΓ  sempre un detrattore qui, un fiero oppositore lΓ , il traditore di turno pronto a pugnalarlo alle spalle non appena gliene si presenta l'occasione. E allora? Dovrei vivere sempre in funzione di ciΓ² che gli altri vogliono che io sia o faccia? Temere sempre di voltarmi altrove perchΓ© corro il rischio di venire assassinato o venduto al nemico di turno? Non fa per me.Β»

Β«Neppure abbassare troppo la guardia, perΓ², sembra una saggia mossaΒ» lo contraddisse Godric, il quale non aveva mai avuto paura di contestare le sue prese di posizioni e opinioni. In quel modo, d'altronde, aveva involontariamente imparato a colloquiare con il prossimo e a scambiarsi con gli altri idee e concetti. Β«In base a che cosa scegli se fidarti o meno di qualcuno? Chiunque potrebbe mentirti.Β»

Evergard, capendo che probabilmente avrebbe dovuto rimandare al giorno successivo l'invio delle missive, si alzΓ² e si sedΓ© sul letto. Era ancora vestito, salvo per la corona e il mantello che si era tolto poco dopo aver terminato di parlare e di accordarsi con Roderick.

Β«So che non ne abbiamo mai discusso apertamente, ma penso tu ti sia accorto di un particolare sul mio conto.Β»

Godric capì al volo. «Per me non è mai stato un problema. Insomma, non ci vedo niente di male e sembri cavartela alla grande lo stesso.»

Β«In effetti non Γ¨ una tragedia. Ho imparato a sfruttare e ad affinare gli altri sensi, dopotutto, ma non Γ¨ del tutto vero che i miei occhi siano completamente incapaci di vedere ciΓ² che hanno di fronte.Β»

L'altro Efialte si accigliò, perplesso. «E allora cosa vedono?» chiese, davvero incuriosito. «Cioè... intendi che vedi almeno delle sfocate ombre o qualcosa di simile?»

Β«Non esattamente.Β» Dante sospirΓ². Β«Hai una buona immaginazione. Non sarΓ  difficile per te provare a figurarti cosa vedo. Chiudi gli occhi e ascolta le mie parole. Aspetta che tutto sia completamente buio, di vedere davanti a te solo il nero e nient'altro.Β»

Godric fece come gli era stato detto. «È... un po' strano. Non ho mai tenuto gli occhi chiusi per così tanto tempo. Quanto sbatto le palpebre non ci faccio neppure caso» commentò spaesato.

Β«Beh, Γ¨ questo che vedo ogni volta che una situazione mi costringe a tenere il mio Pheryon rinchiuso o troppo lontano da me. Non sono sempre stato cieco. Da bambino ci vedevo fin troppo bene e per qualche ragione che alcuni attribuiscono a una maledizione gli occhi con i quali venni al mondo risultavano letali per chiunque li incrociasse direttamente.Β»

Godric dunque riaprì gli occhi. «Come i basilischi?»

«Più o meno, se non peggio. Quelli tramutano le persone in pietra, io correvo il rischio di ucciderle in qualsiasi momento. I miei genitori mi tenevano sempre chiuso nella mia stanza o comunque nel castello dove abitavamo quando ancora loro si trovavano a Sverthian. Avevano paura che qualcuno prima o poi avrebbe fatto a me ciò che si è soliti fare con le creature pericolose per il prossimo, ma questo non bastò a evitare che si verificasse una tragedia. Di nascosto sgattaiolavo nei giardini, a volte, e un giorno, mentre mia madre e mio padre intrattenevano degli ospiti, io come al solito uscii per godermi la luce del giorno direttamente sulla pelle e per annusare il profumo dei fiori. Mi piaceva stare lì e non dar noie a nessuno. Quella volta, però, scoprii che c'era anche un'altra bambina. Era... la figlia di Lord Arron. Cercai invano di tornare indietro e lei si accorse di me. Devi considerare che non potevo frequentare i ragazzini della mia età per evidenti ragioni e fu la solitudine a spingermi a restare. All'inizio andò tutto bene, ma stavo così bene insieme a quella bambina della mia stessa età che mi dimenticai del mio orribile dono e la guardai, curioso di sapere che aspetto avesse sin nei minimi dettagli. Lei non fece in tempo a fare niente, morì davanti a me e successe il finimondo. Cornelius pretendeva che venissi allontanato per sempre o ci avrebbe pensato lui a farmi sparire, e i miei genitori non ebbero altra scelta se non affrontare l'esilio insieme a me e... venire a stare qui, nella patria dei rinnegati per eccellenza. Prima, però...»

Godric, giΓ  abbastanza scosso da quella storia e vedendo che per Dante era difficile proseguire, provΓ² a dissuaderlo, ma lui rifiutΓ². Non voleva nascondere niente e forse parlarne avrebbe per sempre chiuso quella porta rimasta sempre aperta sul passato.

«Mia madre, come sai, è una maga molto abile ed esperta. Fu lei a decidere che così non poteva andare avanti e a scegliere il male minore: con la magia mi sottrasse la vista, ma non fu semplice come sembra. Fu doloroso, come farmi strappare gli occhi dalle orbite. all'epoca non capivo perché mi stessero facendo una cosa simile, ma mi rendevo conto che avesse a che fare con quella ragazzina morta. Non diventai cieco subito, fu questione di... non so, penso qualche settimana. Da principio era tutto più o meno normale, poi sempre più sfocato, sempre più buio e indefinito, finché non arrivò una notte perpetua. Da allora è stato così per sempre e so che niente cambierà mai, purtroppo, ma ci si abitua a tutto, un po' alla volta. Ho imparato a vivere anche circondato dalle tenebre.»

Β«PerΓ² hai detto che vedi qualcosa.Β»

Β«Chiudi di nuovo gli occhi, allora, e sforzandoti un po' capirai meglio.Β»

Β«Come sai che li avevo riaperti?Β»

Β«Semplice intuito. L'ho capito dal modo in cui hai inclinato la testa. Se li avessi avuti ancora chiusi, saresti stato meno propenso a compiere quel movimento, come se volessi osservarmi meglio. Movenze troppo mirate e precise per una persona che di colpo si ritrova al buio. Visto?Β»

Godric si ritrovΓ² non poco stupito da quella sintesi. Β«Quindi puoi vedermi, almeno un poco?Β» chiese ancora.

«Ti vedo per come sei dentro. Come se tu fossi una sagoma luminosa e fumosa. I colori variano sempre e nessuna persona è uguale all'altra, salvo per dei particolari che restano gli stessi. Nel tuo caso ti riconosco subito perché il tuo colore è fra il bianco e l'azzurro molto chiaro. Col tempo ho capito che tonalità così chiare ed evanescenti corrispondono a un'anima buona e pura, priva di cattiveria o altre cose che la anneriscono e corrompono. Solitamente gli adulti finiscono per perdere questa caratteristica, ma nel tuo caso non è stato così e devi andarne orgoglioso. Vuol dire che sei una brava persona, Godric.»

Il ragazzo si sfregò il retro del collo e avvertì un intenso calore sulle gote. «Faccio del mio meglio» biascicò, ritrovandosi a pensare di non aver mai ricevuto un complimento migliore di quello. «E che mi dici degli altri colori e delle possibili combinazioni? Il rosso?»

Evergard fece una smorfia. Β«Un pessimo segnale. Quando lo vedo, subito mi rendo conto di dover stare in campana. PuΓ² significare molte cose: malvagitΓ , intenzioni poco nobili, rabbia o intenso dolore. Tutte cose che portano spesso le persone a compiere azioni terribili e a formulare brutti pensieri. Cornelius, ad esempio, Γ¨ sempre a cavallo fra il rosso sbiadito e il grigio scuro, ma non c'Γ¨ bisogno che badi a questo per capire che mi odia ancora e vorrebbe vedermi bello che morto.Β»

Β«Ma non Γ¨ stata colpa tua.Β»

«Vallo a dire a un padre che ha perso sua figlia. È questo ad avermi impedito di reagire quando mi fece gettare addosso del sangue di animale. Potevo davvero biasimare un genitore che cercava di lenire il proprio dolore?»

Β«Di nuovo: non Γ¨ stata colpa tuaΒ» insistΓ© Godric, categorico. Β«Non puΓ² prendersela con te per qualcosa che non potevi controllare. Eri solo un bambino, no?Β»

Β«Sapevo quali sarebbero state le conseguenze se avessi disubbidito ai miei, perΓ². Non fino in fondo, ma riuscivo a immaginarle. L'ho capito quando il nostro cane purtroppo fece una brutta fine. Non sono completamente difendibile.Β»

Β«E neppure da condannare a priori.Β»

Dante sogghignΓ². Β«Ci sarΓ  mai qualcosa su cui concorderemo?Β»

Β«Ah, non saprei. Forse un giorno ti deciderai a darmi retta come si deveΒ» replicΓ² Godric divertito. Β«Beh, tornando al discorso principale: cos'altro vedi con gli occhi di Magnus?Β»

«Tutto buio, ma al tempo stesso distinguo i contorni di ogni cosa. Al posto della stanza che tu puoi vedere così com'è, io osservo tante linee luminose del colore delle fiamme.»

Β«Come se fosse il bozzetto di un artista? Un disegno?Β»

Β«PiΓΉ o meno.Β»

Β«E...Β»

Β«Niente.Β»

Il ragazzo rimase interdetto. Β«Non sapevi neanche cosa stavo per chiedere! Non vale! Leggi anche nel pensiero?Β»

«Nah. Semplicemente immagino cosa tu stessi per domandare. È quello che tutti vogliono sapere: cosa vedo, dunque, quando mi trovo davanti a uno specchio o una qualsiasi superficie capace di riflettere la mia persona. La risposta è niente.»

«Ma non può essere! Come? Cioè... niente niente? Vedi me, perché non puoi vedere te stesso?»

Β«E io, allora, ti chiedo questo: hai mai conosciuto una sola persona al mondo che fosse in grado di conoscere se stessa meglio di quanto conosca gli altri? Qualcuno che sia mai stato capace di vedere dentro di sΓ©, dentro la propria anima, come probabilmente, con un minimo di accorgimento, riesce a vederla negli occhi altrui?Β»

«Sì, ma... neppure un contorno luminoso?»

«Neanche quello, e mi va bene così. Convivo meglio con questa mia capacità. Vivrei con il costante terrore, con l'angoscia di guardarmi allo specchio e scoprire, un giorno, che sono diventato una persona malvagia, anche se magari credo di essere nel giusto e di star agendo come una persona perbene. Chiunque impazzirebbe dopo non molto tempo, se riuscisse a vedersi per com'è davvero dentro. In questa maniera tutto è più equilibrato, no? Mi ricorda di dover agire in modo corretto per principio e a prescindere da chi ho di fronte, perché non ho altre maniere per capire se mi comporto bene o male, se non vedendo quali conseguenze hanno le mie azioni sugli altri.»

Β«Ma allora come fai a vestirti e a fare le cose piΓΉ elementari?Β»

«Tanta pratica, tanta abitudine, un po' di magia e l'aiuto del mio buon vecchio Magnus. Lui mi ha aiutato quasi sempre quando mi trovavo in guerra. È così che distinguevo i miei compagni dal nemico, era lui a segnalarmi chi era chi. E comunque era palese chi volesse ammazzarmi o tendermi una mano per aiutarmi a rimettermi in piedi.» Il re sospirò. «Mhm, cosa c'è?»

Β«Uh?Β»

Β«Hai le spalle incurvate.Β»

Godric sbuffΓ² sonoramente. A quell'uomo non si poteva comunque nascondere nulla, accipicchia!

Β«N-Niente, Γ¨ solo che... Γ¨ triste che tu non possa vedere le persone per come sono anche fuori. Insomma... stai per sposarmi e potrei essere mediocre o persino brutto come la morte.Β»

Β«L'aspetto trae solo in inganno. In generale non mi interessano le sembianze esterne di chi ho davanti. Io vedo una persona magnifica, Godric, e tanto mi basta. La bellezza lascia il tempo che trova, d'altra parte, ma un'anima pura e sincera Γ¨ preziosa e non decade facilmente.Β»

Β«E se dovessi cambiare?Β»

Β«Agisci in base al bene del prossimo e non accadrΓ .Β»

Β«Ma Γ¨ impossibile.Β»

Β«Non se ascolti davvero gli altri e capisci cosa vogliono veramente, se impari a distinguere le persone che meritano il bene che puoi fargli da quelle che invece se ne approfittano e basta.Β»

Quando Godric lo abbracciΓ², Dante non seppe se essere perplesso o meno. Β«Questa me la devi spiegare.Β»

Β«Mi andava di farlo, tutto quiΒ» borbottΓ² Reghsar, inspirando inavvertitamente il profumo di mirra che ormai collegava subito a Evergard. Era persino fra i capelli e... lo riportava a quasi un mese prima, quando avevano parlato a Elgorad nelle stanze del re. Doveva ammettere di preferire Dante con quegli abiti addosso nello stile dell'Ovest, specie perchΓ© erano decisamente meno costrittivi di quelli del Nord. Ripensare all'aspetto di allora del suo futuro consorte lo indusse a voler sfiorare con entrambe le mani, lentamente, il suo ampio torace ricco di rilievi e insenature tipici di una persona che sapeva come mantenere la forma fisica intatta.

Quando si rese conto di star scendendo un po' troppo e avvertì sotto le dita il modo in cui il plesso solare si contraeva e rimaneva in tensione, lo colse una sensazione ambigua di imbarazzo e compiacimento. In fin dei conti lo lusingava che quell'uomo lo desiderasse anche dal punto di vista carnale.

«Non penso sia una buona idea» disse rauco il sovrano. «Nicla ha il sonno pesante, ma non così tanto. Ci scommetto che starà dormendo con un occhio aperto.»

Β«Non credevo ti spaventasse tanto.Β»

Β«Nah, solo il rischio di una ramanzina che proseguirebbe fino al prossimo anno.Β»

Godric, però, se ne infischiava di Nicla. Aveva atteso anche troppo e fino a quella mattina si era convinto che niente di tutto ciò sarebbe potuto mai avvenire, perciò al diavolo le tradizioni. Si sporse e baciò Dante, il quale lo trasse di più a sé, almeno finché non riacquisì un minimo di controllo su se stesso. «Decisamente una pessima idea» constatò con voce ancora più rauca di prima.

Godric roteΓ² gli occhi. Β«Non Γ¨ che ti stai tirando indietro anche perchΓ© pensi, come mio padre, che io sia troppo inesperto o roba simile?Β»

Β«Non mi va di affrettare le cose, tutto qui.Β»

Β«Poco fa la pensavi diversamente.Β»

Β«E di chi Γ¨ la colpa?Β»

Β«Tu non sembravi aver di che lamentarti.Β»

Evergard fece un respiro profondo. «Quello che devi capire, è che le prime volte non ti garberà così tanto, Godric. Lo so per esperienza e...»

«Per me potrebbe essere diverso.» Il ragazzo si umettò le labbra. «Almeno proviamoci. Se non va così bene smettiamo e fine.»

Dante non riusciva a capire. «Perché ci tieni così tanto?» chiese smarrito. «Non è essenziale, dopotutto.»

PerchΓ© ti voglio da quando avevo quindici anni, ecco perchΓ©. PerchΓ© voglio sia tu e nessun altro a toccarmi e a rendermi tuo.

Erano tanti i motivi che spingevano Godric a insistere. Temeva che a lungo andare Dante si sarebbe un po' stufato e avrebbe cercato altrove un certo tipo di attenzioni e questo bastava a mandargli il cervello in fiamme.

Β«Tu... hai avuto molte amanti. Quindi... ho paura che...Β»

Β«Le avevo prima di questo giorno, ma non sono tipo da voler tradire la persona che sto per sposare solo perchΓ© non si sente del tutto pronta a un certo passo. Se tu fossi stato una ragazza, Godric, avrei pensato la stessa cosa. Non devi forzare te stesso solo per compiacere me. Prima non lo facevi e non voglio che tu inizi a farlo adesso. Anzi, ti voglio piΓΉ spontaneo e sincero che mai.Β»

Godric si strofinΓ² la punta del naso in maniera che ricordava molto quella di un ragazzino e lo rendeva in qualche modo tenero. Β«Va bene, per stanotte non se ne fa niente, ma la prima notte di nozze voglio giacere con te, e non parlo del dormire.Β»

Quella notte sentiva che sarebbe stato realmente pronto e deciso. Voleva che fosse una notte di nozze di tutto rispetto.

Dante sbuffΓ² una risata. Β«Non so che dirti. Probabilmente crollerai dalla stanchezza quella sera. SarΓ  estenuante, credimi.Β»

Godric sogghignΓ². Β«Parli della cerimonia e del ricevimento o di ciΓ² che verrΓ  dopo?Β» domandΓ² per provocarlo.

L'altro gli diede una lieve schicchera sulla fronte come faceva praticamente da sempre quando lo sentiva dire una sciocchezza o fare il cretino. Β«Parlo della prima parte, salame.Β»

Il ragazzo si massaggiΓ² il punto colpito. Β«Uffa, ma perchΓ© lo devi fare sempre?!Β» protestΓ² lamentoso.

Β«E tu perchΓ© devi sempre dire corbellerie, mhm?Β»

Β«Me le offri su un piatto d'argento, se proprio devo dirlo!Β» replicΓ² ancora Godric, imitando in modo ridicolo la sua voce e il suo accento che poteva esser definito straniero, vista la differenza di cadenza e termini fra Nord e Ovest. Β«E comunque parlavo sul serio, accipicchia!Β»

Β«Anche io.Β»

Β«Sempre la risposta pronta, eh?Β»

Β«Fossi in te prenderei appunti.Β»

Β«Davvero spiritoso. Sei piΓΉ simpatico quando fai il musone, credimi!Β»

Β«No che non lo faccio.Β»

Β«Lo dirai tu. all'inizio non sorridevi per niente e sembrava ti avessero ammazzato il cane. La prima volta che finalmente hai riso Γ¨ successo solo perchΓ© ho trasformato per sbaglio una seggiola in un mobile con la coda da procione!Β»

Β«Persino un morto avrebbe riso, che diamine. Mai visto un incantesimo riuscire peggio di quello!Β»

Β«Avrei voluto vedere te al mio posto!Β»

Β«Io a dieci anni facevo muovere un'armatura vuota e le facevo fare l'inchino a tutti quelli che passavano per quel corridoio. Mi divertiva parecchio nascondermi dietro un angolo e vedere i malcapitati farsi venire un colpo. Tu, se non sbaglio, avevi la stessa etΓ  quando hai inventato una nuova specie, l'anello mancante fra il regno animale e la mobilia.Β»

Β«Beh, posso dire questo: spera per te di saper insegnare ai nostri futuri figli meglio di quanto tu abbia fatto con meΒ» replicΓ² capriccioso Godric.

Β«Woha!Β» Dante arcuΓ² le sopracciglia. Β«Non ci siamo neppure sposati nΓ© abbiamo fatto alcunchΓ© e giΓ  pensi a quello?Β»

Β«Mi piace essere organizzato.Β»

Β«Beh, accidenti.Β»

Β«Ti lamenti tanto di non avere eredi e poi fai quella faccia?Β»

«Sì, ma non pensavo tu avessi tutta questa fretta.»

Β«Va bene, va bene. GiΓ  che ci siamo, perΓ²... quanti?Β»

Il re tossicchiò e schiarì la voce. «Porca vacca» disse fra sé. «Quanti? Uhm... uno. No?»

Β«Non stiamo parlando di prendere un cane, sai?Β»

«Fidati, meno sono e meglio è per il regno. Solo i tuoi amati dèi sanno quanti membri della mia famiglia si siano ammazzati tra fratelli e a vicenda pur di metter mano su quel benedetto trono. Alla fine si è stabilito di ridurre il numero dei figli a uno per evitare eventuali massacri.»

Β«Ma se hai uno zio!Β»

«Remus è una mosca bianca, infatti. È arrivato per errore, da quel che si vocifera, e comunque non ha mai dato noie a mio padre o ambito a diventare re. Non a tutti interessa il potere.»

Β«Appunto.Β»

Β«... il numero rimane comunque fermo a uno.Β»

Β«E se a me non garbasse?Β»

Β«Beh, allora auguri nel vedere i tuoi stessi figli scannarsi l'uno con l'altro per una seggiola!Β»

Β«PerchΓ©, tu a quel punto dove saresti?Β»

«Probabilmente nella tomba. Funziona così con la successione a un trono e non sono di certo immortale. Senza considerare che potrei ammalarmi o restare vittima di un qualche incidente.» Capendo subito, Dante sospirò e gli strinse una mano. «Va bene, scusami. Non volevo guastarti l'umore.»

Godric serrΓ² per un attimo gli occhi. Β«Non dire piΓΉ quelle cose, specialmente in quel modo.Β»

Β«Quale modo?Β»

«Come... come se per te la tua stessa vita non contasse niente e fosse qualcosa di poco valore che potresti perdere in qualsiasi momento chissà dove e chissà come, e accogliere l'accaduto con una semplice stretta di spalle. Non è bello, neppure nei tuoi stessi confronti. È come non avere rispetto per la propria persona o per il valore della vita in sé per sé.»

Β«Vengo da una educazione che non riserva la stessa importanza alla vita di quanta invece ne riserva alla dipartitaΒ» gli ricordΓ² Dante. Β«LaggiΓΉ molti parlano con la stessa noncuranza di questi argomenti. Mettiamo in conto la nostra scomparsa sin da quando riusciamo a capire cosa voglia dire morire. La accettiamo perchΓ© Γ¨ una sorte alla quale nessuno puΓ² sottrarsi e anzichΓ© temerla, la rispettiamo. E comunque, secondo la mia esperienza, la paura di vivere supera quella di morire. Da un lato c'Γ¨ un destino universale e inevitabile, che lo si accetti o neghi, dall'altro qualcosa che non puoi controllare, prevedere o gestire fino in fondo. Preferisco pensare al giorno della mia morte piuttosto che a domani o all'anno che verrΓ  e non sapere assolutamente niente, non avere una certezza. Mi fa sentire un po' piΓΉ in pace con me stesso.Β»

Godric si strinse nelle spalle. «Io amo la vita e tutto ciò che la riguarda. Anche io so che la morte esiste e verrà anche per me, prima o poi, ma ne ho lo stesso il terrore. E se avvenisse troppo presto, quando ancora ho così tanto da fare e da vedere? E se venisse per te nel momento sbagliato, quando potresti vivere ancora così a lungo? Se accadesse domani o... non lo so, metti durante il giorno delle nostre nozze? La accetteresti ancora con la medesima pace? Io non credo, Dante. Avresti paura, proprio come me.»

Evergard sorrise debolmente. «Eppure, come vedi, senza volerlo hai appena dato ragione a me. È ancora come dico: il domani spaventa. La vita spaventa. In fin dei conti è compresa anche la sua fine nell'insieme. Resta tale fino all'ultimo respiro.»

Β«PerciΓ² anche tu stai dando ragione a me e niente Γ¨ mai tutto bianco o neroΒ» replicΓ² Godric con la stessa arguzia.

Β«Anche questo Γ¨ dannatamente vero e mi porta a farti una richiesta. A chiederti un favore, anzi: insegnami ad amare la vita proprio come la ami tu.Β»

Il giovane conte sorrise a sua volta e lo baciò. «Ami me, che amo a mia volta la vita. È già un passo avanti, ma ci lavoreremo.» Istintivamente, poi, si accoccolò accanto a lui quando lo vide stendersi. «Non dovresti dormire ancora tutto vestito» gli ricordò.

Β«Fa nienteΒ» replicΓ² Dante, ancora a occhi chiusi, facendo un respiro profondo e rilassato. Β«Francamente pianifico di bruciarli, questi.Β»

Β«E perchΓ©?Β»

Il sovrano, allora, riaprì le palpebre e lo guardò. «Perché oggi per un attimo ho rischiato di mandare a puttane tutto quanto. È da quando ho fatto quel discorso davanti a tutti nel tempio che ho la sensazione di aver schivato una specie di invisibile mostro che stava per inghiottirmi e trascinarmi negli inferi da vivo. Perciò sì, brucerò questi abiti e non solo perché non voglio ricordare il motivo per cui li ho indossati, ma anche per scaramanzia. Che oggi sia l'inizio di qualcosa di meraviglioso e duraturo.»

Godric sorrise. Β«Lo sarΓ  senz'altroΒ» lo rassicurΓ², tornando a posare il capo sopra il suo cuore che batteva lentamente e con il sano vigore di un uomo che sarebbe vissuto ancora molto a lungo. E possa io andarmene nello stesso istante in cui il mondo smetterΓ  di sentire questo suono, perchΓ© non credo che a quel punto sarei capace di andare avanti senza udire piΓΉ questa meravigliosa melodia.

Β«Ti amo anch'ioΒ» aggiunse, ricordando solo allora di non aver ancora ricambiato quelle parole sul serio. Non che ce ne fosse stato bisogno, ma voleva che Dante non nutrisse neppure un flebile dubbio a riguardo e che sapesse che i suoi sentimenti fossero ricambiati eccome. Β«Ti amo in modi in cui non avrei mai potuto amare nessun altro al mondoΒ» ripetΓ© teneramente, baciandogli una guancia e vedendolo subito dopo, e per la prima volta, arrossire apertamente.

N.d.A

Per chiudere in bellezza, ecco due rappresentazioni molto fedeli e brillanti dei DanRic:

E sfido chiunque a dire che non è vero 🀣

BαΊ‘n Δ‘ang đọc truyện trΓͺn: AzTruyen.Top