𝐎𝐭𝐭𝐨
@kimareum: " La Vie en Rose"
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— Secondo te come reagirà?
— Non lo so. Aish, Jungkook! Sai benissimo ch'è una frana, perché cercare di aiutarla?
— Mi stava facendo pena, nessuno voleva passarle la palla.
— Sì, ho capito. Ma non ne valeva la pena. E per rispondere alla tua domanda: beh...reagirà sicuramente malissimo.
Dopo aver realizzato che non ero nel mio letto, ma nell'infermeria della scuola perché mi ero presa una bella pallonata in piena faccia, i miei occhi si spalancarono facendosi abbagliare dalla forte luce ed alzai rapidamente la testa. Ma mi feci frenare da un forte dolore che si diffuse a tempo record su tutta la mia testa partendo dal naso.
— A-Areum, balbettò Jungkook mortificato, mi dispiace.
— Aigo, Jungkook!
— Volevo veramente passarti il pallone, non l'ho fatto apposta.
— Certo! Gridai ironicamente totalmente arrabbiata. Avresti almeno potuto lanciarmelo con una forza ragionevole. Mi chiamo Kim Areum ed ho diciassette fottuti anni! Non c'è mica scritto"brutta stronza" sulla mia fronte! Adesso come cazzo faccio? Aigo, se mi hai rotto il naso io giuro che-
— Ma basta! Mi interruppe il mio fratello gemello. Il tuo naso ha solamente sanguinato, non è mica rotto. Ne dici di stupidaggini a volte...
— Aish, sospirai alzando gli occhi al cielo. Dov'è Jimin???? Voglio il mio Jimin. Jimin! JIMIIIIIN!
— La lezione di educazione fisica non è finita, mi spiegò Jungkook, è ancora in palestra.
— Tu non parlarmi più! Ritorna da The Love of Your Life, Eunmi, piuttosto! Brr, tremai sentendo dei brividi spiacevoli sulla schiena, mi viene la pelle d'oca quando parlo di quella strega. Anyway, Taehyung, dov'è la mia borsa? Ritorno in palestra.
— Per svenire una seconda volta? Scordatelo!
— Ecco perché preferisco Jimin, sbuffai contrariata, lui almeno non fa problemi. Scesi dal letto ignorando la mia testa che girava e sollevai la mia borsa con un po' di difficoltà, essendomi scordata che per una volta non mi ero portata appresso solo i trucchi. Ci vediamo dopo, coso, dissi passando davanti a mio fratello per poi girarmi, arrivederci, Jungkook.
— Areum, disse quest'ultimo nel momento in cui spalancai la porta dell'infermeria, aspetta!
"Oh" pensai credendo che volesse scusarsi per essere stato così cattivo con me il giorno prima. Non scordatevi che uno: avevo le occhiaie, due: avevo anche del cotone nel naso. Ed entrambe queste cose erano a causa sua!
— Che c'è?
— Stavi scordando il tuo zainetto di ginnastica. Si avvicinò a me tendendomi lo zainetto per poi guardarmi dall'alto verso il basso con le guance leggermente arrossate. E forse sarebbe meglio se ti cambiassi, disse schiarendosi la voce, voglio dire...questi pantaloncini e questo top non devono essere molto comodi...
— Tutto qua? Gli chiesi di stucco. Nessuna scusa?
— Ti ho già detto scusa par la pallonata in faccia, rispose Jungkook confuso.
— Ok, ma non hai altro da dirmi?
— No, tieni.
Mi lanciò lo zainetto addosso prima di andarsene come se nulla fosse.
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— Mamma!
— Che c'è, tesoro?
— Vieni, per favore!
In meno di dieci secondi, entrò nella mia stanza mettendosi degli orecchini nello stesso momento.
— Dimmi.
— Non riesco a fare i compiti, potresti aiutarmi?
— Non posso, devo uscire con delle amiche.
— E non puoi annullare per tua figlia?
— No, tesoro, non posso proprio. Dopo essersi data un'occhiata allo specchio del mio armadio, abbassò il capo all'altezza della mia fronte per lasciarci un bacio. A stasera!
Benissimo, non potendo contare su l'unica donna della famiglia con un minimo di cervello, mi rimaneva un'unica soluzione (visto che avevo giurato a Jimin che non avrei avuto bisogno del suo aiuto per fare i compiti).
— Papààààààààààààààà!
Visto che non mi sentiva, presi il cellulare per chiamarlo.
— Pronto.
— Pronto, papà, potresti venire in camera mia per favore?
— Mi stai prendendo in giro? Ti basta salire un piano e sei nel mio ufficio!
— Ho smesso lo smalto ai piedi e non è ancora asciutto quindi-
— Riattacco.
— No, pàpà! Non ti sto mica chiedendo la Luna! Ma solamente di venire in camera mia, prendere il mio quaderno, portarlo nel tuo ufficio, fare i miei compiti e- tut tut tut. Pronto??? Papà? Papà!? Pff, non è nemmeno capace di fare un favore a sua figlia, che razza di padre...TAEHYUNG!
— Che diamine vuoi?!
— Te, fratellino adorato.
In pochi secondi, Taehyung venne nella mia stanza e si avvicinò alla mia scrivania fissandomi sorpreso.
— Questo è un quaderno? Stai facendo i compiti?
— Esatto, e sarebbe perfetto se me li facessi, devo ancora mettere lo smalto alle unghie delle mani.
— Scordatelo! Arrangiati.
— Come sarebbe a dire "arrangiati"????? Non vi sto chiedendo nulla di difficile, ma rifiutate tutti di aiutarmi! Dai Taehyung, per favore! Sono già le venti, non ho ancora postato la mia foto del giorno e se non mi sbrigo a trovare qualcuno che mi aiuti, le mie occhiaie saranno ancora troppo visibili!
— Allora la prossima volta evita di fare un pisolino alle diciotto. In questo modo potrai postare la tua foto giornaliera delle venti ed i tuoi compiti saranno tranquillamente fatti.
— Certo, tesoro, ma ricordo che certi lavorano duro la giornata.
— Esatto, ed io faccio parte di questi certi, rispose girandosi. Quindi, arrangiati.
— Taehyung! Aigo, pensavo fossimo gemelli!
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— Areum, svegliati. Siamo quasi in classe.
— Mmmh, Jimin...Sono stanca, lasciami dormire finché non siamo in classe e non camminare così in fretta, è fastidioso.
— C-ciao Areum. C-ciao Jimin.
— Ciao Juna, la salutò il mio migliore amico smettendo di camminare, come va?
Alzai la testa ed aprii gli occhi totalmente affaticata.
— Ciao Juna. Jimin, perché ti sei fermato?
Scheda di identificazione numero otto:
-Nome: Chan Juna
-Età: diciassette anni
-Rango sociale: PG (Piccola Golosa)
-Difetto più grande: la sua timidezza
-Qualità più grande: la sua discrezione
-A cosa non resiste: le fette di torta alle fragole (non può passare un giorno senza mangiarne una ogni mattina)
-Il suo essenziale: la sua scatola piena di biscotti
-Cosa odia: i biscotti e le torte bio
-Cosa le piace: mangiare (ed anche se non ne ero sicura, sembrava avere una cotta per Jimin)
-Cosa colleziona: i barattoli di marmellata e creme spalmabili
-Il suo motto: "I dolci sono meglio dei ragazzi, perché sono sempre buoni"
— Scusa, volevo salutarla.
— Aigo, Juna! Cammina mentre parli con Jimin, per favore.
— Va bene, scusa. Jimin mi sollevò meglio per evitare che cadessi e si mise a camminare con me in braccio mentre parlava con Juna. Anche se dal suo tipico visino da secchione lecchino non si vedeva, il mio migliore amico era molto muscoloso. E non è come se camminare trenta metri con in braccio quarantanove chili fosse così difficile. Ehm, Jimin...t-ti volevo dare questi. L'altro giorno mi avevi detto che ti piacciono i biscotti al cioccolato bianco.
— Da quando ti piacciono i biscotti al cioccolato bianco? Chiesi sbalordita aprendo gli occhi. Aigo, ho l'impressione di non conoscerti per niente a volte. E cammina più in fretta o faremo tardi alla lezione di matematica!
— Grazie mille Juna.
— Ok, ho capito. Mettimi giù, sei troppo lento.
— Scusami.
— Non fa niente, tanto sei scomodo!
— Io vado Juna, disse Jimin prendendo la scatola che conteneva i biscotti che essa aveva fatto con tanta gentilezza per lui, a dopo!
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