Capitolo 14.
Levi's pov.
Percorsi la strada della città ad una velocità mai raggiunta prima.
Sentivo il ragazzo lamentarsi debolmente.
Guardai dietro controllando dallo specchietto posto in alto, lo vidi contorcersi.
Si posò debolmente una mano sul viso.
Lo sentii gridare per il dolore per il naso e il labbro fratturati.
Corrugai le sopracciglia in un gesto di dolore empatico alla vista di quella scena riportando lo sguardo sulla strada.
Vederlo soffrire in quel modo mi fece star male e non poco.
Ero agitato, non sapevo come comportarmi, ero pieno di sensi di colpa.
"F-farlan, ti prego...-"
Venni interrotto da uno straziante lamento.
Socchiusi gli occhi massacrandomi il labbro.
Raggiunsi il primo ospedale della zona, parcheggiai dove e come capitò per poi precipitarmi nei sedili posteriori afferrando il ragazzo per sollevarlo.
Gli presi il braccio e lo avvolsi dietro le mie spalle facendo leva sulle mie gambe.
Notai come i suoi polsi fossero stati gravemente irritati e sanguinanti, probabilmente per la corda che li legava.
Piombai all'interno dell'edificio venendo accolto da sguardi spaventati, quasi pietrificati, alcuni pure compassionevoli.
"C'È BISOGNO DI UN MEDICO, ORA"
Urlai senza troppo ritegno.
Mi raggiunsero tre infermiere che presero Farlan appoggiandolo su una barella e spintonandomi indietro.
Subito dopo ci fu il caos.
Altrettanti medici ed infermiere accorsero.
Vidi scomparire il ragazzo dietro una porta seguito da almeno una decina di persone.
Tentai di tranquillizzarmi, era in buone mani d'altronde.
Guardai in direzione delle mie dita impregnate di sangue.
Orribili ricordi mi pervasero la mente.
Trasalii dirigendomi nel primo bagno che riuscii a trovare.
Mi guardai allo specchio.
Ero di un bianco cadaverico, le occhiaie più accentuate.
Abbassai lo sguardo aprendo la manovella dell'acqua ed iniziando a scrostare il sangue del biondo.
Fui pervaso da un senso di panico.
Era sangue di Farlan.
Era tutta colpa mia.
Iniziai a tremare, sciacquai in modo più deciso ed insistente le mani sfregandole fra loro ed impregnandole di sapone.
Mi accorsi in un secondo momento di aver finito di pulire le mani dal suo sangue molto prima, e di star continuando a sfregarle fra loro.
Tentai di calmarmi ripuntando uno sguardo verso lo specchio.
Farlan.
I miei occhi divennero improvvisamente lucidi.
"È tutta colpa mia... scusa"
Dissi fra me e me.
Non avrei potuto continuare in quel modo.
Uscii dal bagno una volta ripreso il controllo.
Aspettai fuori dalla porta nella quale vidi sparire Farlan.
Aspettai tutta la notte, finché non vidi uscire un ragazzo sulla trentina.
Lo fermai afferrandogli il braccio.
"Posso sapere come sta?"
Gli chiesi.
"Oh, lei è il ragazzo che lo ha portato qui. Dovremmo farle qualche domanda a tal proposit-"
"Non ha risposto."
Dissi freddo.
Mi guardó storto.
"Si rimetterà."
Si limitò a dire.
Lo lasciai andare.
Quella sera restai in ospedale a fornire informazioni sull'accaduto inventandomi una storiella per tranquillizzarli.
Eren's pov.
Mi svegliai al solito orario, le 6:00, spegnendo la sveglia che continuava a tartassarmi le orecchie con musica a palla.
Mi alzai ed andai a vestirmi seguito dai ragazzi.
Finita la colazione andammo dritti a lezione e finite le abitudinarie cinque ore, dopo aver pranzato, tentai di contattare il corvino.
La sera prima mi preoccupò parecchio.
Parve teso, agitato, scortese, sgarbato e alla fine chiuse il tutto con una dolce azione.
Lo conoscevo fin troppo bene, era successo qualcosa di grave.
Lo chiamai.
"Dai... rispondi"
Dissi fra me e me fuori dalla camera continuando a passeggiare nervosamente avanti e indietro.
"Segreteria telefonica di 334-"
Mi morsi un labbro per la frustrazione.
Spensi il cellulare dirigendomi in camera del ragazzo.
Bussai con insistenza.
Bussai due, tre volte, ma niente da fare, non c'era nessuno.
Cercai di chiamare anche Farlan, ma trovai sempre e comunque la medesima situazione.
La segreteria.
Forse sono troppo paranoico. Levi sta bene, deve stare bene, me lo ha promesso
Continuavo a ripetermi.
Passò così il pomeriggio, senza avere una minima informazione di dove fosse o che cosa stesse facendo.
Ero in camera da solo.
Quella sera gli altri andarono a fare un giro, ed io mi limitai ad inventare qualche patetica scusa per rimanere al college.
Non mi andava di andare da nessun'altra parte.
Ero steso sul letto, lo sguardo perso nel vuoto.
Ero così arrabbiato, ma allo stesso tempo dannatamente preoccupato per quell'imprudente.
Finché non sentii bussare alla porta.
Mi alzai lentamente, non avevo tutta questa fretta.
Aprendo vidi il corvino.
Aveva delle profonde occhiaie, il viso sfinito.
Mi sentii estremamente sollevato nel vederlo lì.
"Eren io-"
Levi's pov.
Non feci in tempo a terminare la frase che mi lanciò uno schiaffo in piena guancia.
Sgranai gli occhi per l'azione improvvisa.
Ci guardammo entrambi spaesati.
"Mi hai fatto preoccupare."
Aggiunse infine titubante.
Mi morsi un labbro. Dato che Farlan era fuori pericolo potevo rilassarmi e non c'era modo migliore se non stare assieme ad Eren.
Continuai a guardarlo sperando facesse qualcosa prima che la facessi io.
Infine si decise afferrandomi per la maglia iniziando a baciarmi in modo abbastanza prepotente, come se ne avesse avuto la necessità.
Lo spinsi dentro la camera tenendogli i fianchi.
Continuai a baciarlo e a far incontrare le nostre lingue, indietreggiammo verso la porta. Il ragazzo mi spinse delicatamente contro di essa per chiuderla e continuare a baciarmi.
"Cos'è tutto questo potere Eren?"
Domandai ironico.
"Sono solo arrabbiato con te"
Lo strinsi di più a me.
Sobbalzó leggermente.
"Arrabbiato con me? Ma se mi hai praticamente infilato la lingua in bocca"
Continuai divertito.
Rise.
"Solo perché ero preoccupato. Tu Levi, mi devi una spiegazione"
Deglutii a fatica.
"Ma non ora"
Tentai di distoglierlo da quei pensieri guardandolo dritto negli occhi.
Sapevo lo facesse impazzire.
Restammo qualche secondo a guardarci intensamente senza dire una parola.
Subito dopo mi prese a sé continuando a baciarmi.
Arrivammo al letto senza staccarci un secondo spingendomici sopra.
Mi stesi attendendo il ragazzo.
Si tolse la maglia posizionandosi con le ginocchia sopra di me.
"Mnh... brava la mia cagna"
Dissi mordendomi il labbro e schiaffandogli uno schiaffo pronunciato sulle natiche.
Si contorse appena, mentre sul volto apparve un sorriso.
"Ancora con quella storia?"
Chiese ridendo.
Non dissi nulla, lo abbracciai semplicemente.
"Ho bisogno di te ora più che mai Eren"
La sua espressione cambió, smettendo di ridere e puntandomi uno sguardo serio e a tratti preoccupato.
Spazio Autrice
Muretti-chan!
Buonasera a tutti, spero abbiate apprezzato la one shot postata stamattina per problemi che wattpad mi ha causato :c
Scusate per eventuali errori ma ho fatto un po' di fretta
Noootte darling ♡
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