Capitolo 19.

Eren's pov.

Si fece mattina, lo potei percepire dai raggi che fuoriuscivano dalle tapparelle, ma era ancora presto.

6:00 a.m.

Gli altri dormivano profondamente, io invece me ne restai fermo a fissare il soffitto bianco e desolato, pensando a tutto quello che mi successe in quella maledetta scuola.
Poi però, pensai anche che quella maledetta scuola mi aveva accolto come mai nessun altro, i miei compagni... loro mi accettarono fin da subito e cosa ancora più importante, non ebbero pregiudizi, come invece erano soliti avere i miei vecchi compagni delle precedenti scuole.
Lì mi sentivo a casa, essendoci tutto quello di cui avevo bisogno.

Dato che non riuscii a riprendere sonno mi alzai andando a fare una doccia.
Adoravo la sensazione dell'acqua fredda sul mio corpo.
Una volta finita, girai la manovella sentendo le ultime gocce scendermi sul viso.
Afferrai un asciugamano e me lo avvolsi al bacino, mi asciugai in fretta dirigendomi subito dopo in camera.

"Oh ragazzi siete svegli."
Notai rientrando in camera, stavo sfregando con un altro asciugamano in modo spettinato i miei capelli.

"Buongiorno..."
Risposero in coro strofinandosi gli occhi.

"Eren... la tua prima partita è fra poco, sei pronto?"
Iniziò Jean con voce assonnata.

"Pff... certo."
Gonfiai il petto in segno di orgoglio.

"Se perderete come pensi possa reagire Heichou?"
Domandò Armin.

"Oh... bhe non saprei, non perdono una partita da tanto quindi... comunque credo ci punirebbe.."
Riflettei.

Deglutii a fatica pensando a quell'immagine, non avrei mai voluto essere picchiato sul serio da Levi, anche se ci andai vicino varie volte.

"Punisce eh? Chissà come..."
Jean mi guardó con aria maliziosa.

Vidi Armin ridere.

"Dai Jean!"
Arrossii.

"Eren, non dirmi che non vorresti scopartelo perché non ci credo."
Riprese il castano senza tanti giri di parole.

"Non ti interessa..."
Dissi stringendomi nelle spalle.

"Ah, però non hai detto di no."
Mi guardó con ancora più malizia.

"No, non ho detto di no."
Le gote iniziarono a scottarmi di più per averlo ammesso esplicitamente.

"Vedi che avevo ragione?"
Continuò soddisfatto.

"Ragazzi... andiamo, o saremo in ritardo."
Ci interruppe Armin.

Annuimmo ed arrivammo a lezione.
Avevamo il test di matematica, ma con qualche aiuto da Armin e Bertholdt la prova passó velocemente.

Finite le lezioni ci recammo tutti a mangiare.
"Ragazzi, che farete a Natale?"
Connie spezzò il silenzio.

"Già pensi a Natale?"
Chiese Reiner seguito dalle risate degli altri.

"È che non vedo l'ora di andare in vacanza."
Lo vidi emozionato, i suoi occhi brillarono.

Finimmo di mangiare e ognuno si ritirò nelle proprie camere o nei loro impegni pomeridiani. Ripensai a quello che disse Connie. In effetti a Natale che cosa avrei fatto? Era ancora abbastanza lontano dal pensarci, ma effettivamente non ne avevo la minima idea.
Mi diressi in palestra. Era ancora presto per gli allenamenti, ma non avevo nulla da fare, quindi decisi di anticipare la lezione.

Era vuota, andai ad indossare la divisa negli spogliatoi e aprendo la porta vidi come tutto iniziò a risplendere a contatto con i raggi del sole.
Era tutto così dannatamente pulito.

Levi ci tiene davvero tanto.
Pensai.

Restai un po' negli spogliatoi avvicinandosi l'ora degli allenamenti.

Sentii la porta aprirsi.

"Ehi Le-"

Mi guardó di scatto.
Era evidentemente spaventato.
Non si aspettava di vedermi lì, e come biasimarlo?

Mi lanciò la prima cosa che ebbe a portata di mano, fortunatamente uno shampoo, che mi colpí in piena faccia.
Mi fece barcollare, ci aveva messo davvero tanta forza.

"Ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo deficiente."
Si avvicinò passandosi una mano fra i capelli ancora evidentemente spaventato.

"S-scusa... ma dovevi per forza lanciarmi qualcosa addosso?"
Chiesi massaggiandomi il capo.

"È stato un momento di panico okay? Fammi vedere."

Storsi il naso con ancora il capo dolorante.
Lo vidi avvicinarsi, si alzò leggermente in punta di piedi per raggiungere la mia fronte trovandolo dannatamente tenero.
Mi spostò i capelli da una parte in modo delicato per mostrare una piccola e sanguinante ferita sulla fronte.

"Tsk... che palle, vieni."

Lo seguii confuso fino ai lavandini.
Prese un fazzoletto, lo bagnó con acqua gelata e me lo posò sulla fronte.
Sobbalzai leggermente per il contatto improvviso sulla pelle.

"È solo acqua."
Mi rassicurò notando la mia reazione.

"Lo... lo so."

Lo vidi un po' in difficoltà a raggiungere la mia fronte, così mi posai su una panchina lì vicino.
Sì, così sarebbe stato decisamente più facile per lui medicarmi la testa.
Mi divaricó le gambe per farsi spazio e raggiungere del tutto la fronte.

"È incredibile come capitino tutte a me."
Dissi un po' rammaricato.

"Tutte a te? Ma fammi il piacere."
Aggiunse in modo divertito.

"Okay... forse non tutte a me ma, mi sono beccato una pallonata e uno shampoo in faccia, uno shampoo!"
Enfatizzai l'ultima parte.

"È colpa tua."
Si limitò a dire noncurante di ciò che mi ritrovai in fronte.

"Ma lo spavento lo hai preso tu!"
Risposi.

"Te la sei cercata."

Risi leggermente.
Strinsi le gambe così da tenere il corvino fermo, o almeno dal bacino in giù.

"Eren."
Sospiró esasperato assumendo un'aria scocciata.

Lo avvicinai a me.
Non fu un caso che lo feci, anche se non calcolai il fatto che lui fosse in piedi.
Ovvero quando lo avvicinai a me, l'unica visuale che mi ritrovai davanti fu il suo addome e le sue parti basse.

Il ragazzo ignoró il mio gesto continuando a medicarmi la fronte.

Finché.

"EREN cosa diamine stai guardando?"

Sobbalzai e in preda al panico arrossii.
Okay, stavo guardando il suo membro, ma non lo feci con malizia, più o meno.

"Eh?! Nulla, non stavo guardando nulla, s-stavo solo pensando."
Mi affrettai a dire.

Sospiró rumorosamente.
"Comunque ho finito."
Finí di disinfettarmi la ferita per poi posare la sua mano lungo la mia guancia accarezzandola.
Iniziai ad accaldarmi sempre di più.

Giocó un po' con i miei capelli, per poi afferrare un lembo di pelle della guancia con due dita.
Mi alzai avvicinando il ragazzo a me, esitai prima di avvicinare il mio viso al suo.
Appoggiai poi la fronte sulla sua spalla.

"Oh cazzo! Non di nuovo."

Non capii.

Si staccò da me, nonostante i nostri corpi fossero ormai a contatto diretto.
"Eren. No, cazzo no."

"In... in che senso?"

"Non qui e non ora."

Mi guardò serio, a differenza del mio sguardo che assunse un'espressione rilassata quanto eccitata.
Mi staccò definitivamente arrivando al ciglio della porta.

"Avanti, dobbiamo allenarci."
Aggiunse solo.

"S-sì arrivo..."
Risposi rammaricato raggiungendo il corvino.

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