CAPITOLO 25

LUNA P.O.V

Dopo aver parlato un altro po' con Ringo ci siamo incamminati verso casa.
John e Paul erano davanti mentre io e George dietro, un po' più distanti dai due.
Il ragazzo più giovane sembrava turbato, come se qualcosa gli avesse dato fastidio.

"George, cosa succede? Perché sei così strano?". Lui ignorò la mia domanda, continuando a camminare avanti e a guardarsi i piedi.

"Dai George, cosa ti ho fatto? Perché sei arrabbiato?", chiesi ancora.

"Niente Luna. Proprio niente", rispose lui.

"Georgie dai, per favore", e detto questo mi fermai.

"Cosa fai? Dai, vieni che Paul e John se ne stanno andando". Infatti i due ragazzi erano così occupati nel loro discorso che in poco tempo erano già spariti dalla nostra vista senza accorgersi che mancavamo noi.

"Io non mi muovo finché non mi dici cosa c'è che non va. Sono o non sono la tua migliore amica?", dissi le ultime parole con un po' di dispiacere. Non che essere amici del chitarrista fosse brutto, anzi. Ma sarebbe bello se fossimo qualcosa... di più.

Allora mi sedetti su una panchina che era posta alla fine del marciapiede, aspettando una risposta dal ragazzo.

"Io me ne vado allora", disse facendo per andarsene.

"Ok George, io ti aspetterò qui".

"Dai vieni, non ti posso lasciare da sola", si girò a guardarmi con aria supplichevole, ma non mi fece cambiare idea.

"Io non vengo, te l'ho detto".

"Dai Luna".

"No".

"Vieni".

"No".

"Suvvia non fare la sciocca".

"Io voglio solo sapere cosa ti passa per la testa. Solo questo".

George sbuffò ma poi si avvicinò e si sedette accanto a me.

"Tu... tu provi qualcosa per Ringo?", chiese.

Io lo guardai stupita.

"Ma cosa vai a pensare, George?", ridacchiai, "Poi per prima cosa l'ho incontrato oggi e per seconda cosa non è il mio tipo. È carino e divertente ma mi piac-... Come ho detto prima non è il mio tipo di ragazzo", dissi l'ultima frase velocemente, sperando non avesse capito.

"Scusa Luna...", disse lui abbracciandomi, "... Mi sono sentito geloso. Mi piace quando tu stai con me e ridiamo assieme, ma non posso negarti di fare amicizie con gli altri. Scusami, scusami tanto".

"Oh George. Non ti devi preoccupare. Io ti vorrò sempre tantissimo bene".

"Grazie Luna, anche io".

Allora George si alzò, allungò la sua mano verso la mia e mi aiutò ad alzarmi dalla panchina.
Dopodiché ci siamo rincamminati verso casa mia.

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

"Allora ci vediamo Luna", salutò George.

"Certo Georgie".

"Dimentichi qualcosa...", disse George ridendo e indicando col dito la sua guancia.

"Vero", ridacchiai prima di dargli un bacio sulla guancia.

"Ciao!", salutai ancora prima di chiudere la porta dietro di me.

"Ciao Mimi, sono tornata!", esclamai ma nessuno rispose.

Guardai l'orologio: erano le sei e mezza, vuol dire che era ancora a lavoro.

Allora mi tolsi il vestito giallo e ne misi uno per casa. Presi un bicchiere d'acqua e successivamente mi buttai sul letto, a riposarmi dopo questa lunga e intensa giornata.

Non avrei mai pensato che George potesse essere così tanto geloso, ma ciò mi faceva anche sorridere, perché vuol dire che ci teneva molto a me.

Appoggiai la testa sul cuscino e in poco tempo mi addormentai.

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