/a thousand years/
🌷Heart beats fast
Colors and promises
How to be brave
How can I love when I'm afraid to fall
But watching you stand alone
All of my doubt, suddenly goes away
somehow 🌷
8 Agosto 2010
C'eravamo tutti; era l'ultima sera di un'estate e si sentiva sulle pelli, nelle voci, tra le risate che avrebbero anticipato le lacrime del giorno successivo. La quiete prima della tempesta, quella spensieratezza prima della consapevolezza della realtà.
Era l'ultima sera ma nessuno l'aveva mai detto a voce alta per non renderlo davvero reale, per tenere ancora quella magia come àncore prima di doverci necessariamente aggrappare soltanto ai ricordi. Ma il problema non era l'ultima sera.
Era la tua ultima sera, la nostra ultima notte.
Non ti ho mai detto quello che pensai quella notte, ma ero sicura, come lo sono adesso, che tu lo sapessi comunque.
In ogni caso, voglio dirtelo anche ora. È per questo che ti scrivo, per reprimere quei rimpianti e per sussurrarti quello che non ti ho mai detto; per ricordarti quello che non eravamo e che avremmo potuto essere.
Quello che non ho mai avuto il coraggio di dirti nonostante sapessi che in te avrei sempre trovato una soluzione a ogni singolo dettaglio, a ogni grande problema, a quello che mi sembrava irreparabile.
Eravamo appena arrivati sulla spiaggia, il buio ci avvolgeva e si rifletteva anche sul mare davanti a noi. Non ero mai stata sulla spiaggia durante la notte, non avevo mai visto il mare in quelle condizioni, mentre oscillava tra la calma e l'irrequietezza, come se non riuscisse a prendere una decisione. Non avevo mai visto niente nel modo in cui imparai a vederlo con te.
— Facciamo il bagno — quasi lo urlò Louis, anche se non ne aveva bisogno perché eravamo già tutti intorno a lui.
Un coro esplicito e tempestivo di sì si confuse con gridolini, risate e disapprovazioni da parte di alcune ragazze. Tu eri vicino a me, e stavamo ridendo ancora quando i nostri sguardi si incrociarono.
— Vieni con me — dicesti, toccandomi sulla pelle soltanto con i tuoi occhi.
Scossi la testa. — Non ho il costume, e si gela.
Sorridevo mentre lo dicevo, incrociando le braccia al petto per cercare di coprirmi meglio. Non nascondo che ti avrei detto anch'io quel sì senza neanche pensarci, ma non mi sarei messa in mostra per tutti gli altri, e forse non ero pronta neanche a farlo per te. Avrei detto sì anche per provare per una volta a fare quello che volevo davvero, che mi rendeva felice. Senza pensarci, facendolo e basta, senza nessun vincolo e nessuna riserva.
— Allora aspettami qui — sussurrasti, avvicinandoti al mio viso e sorridendomi ancora, prima di sfilarti la maglia che indossavi e poi finire con i pantaloni.
Spostai lo sguardo da te e mi avvicinai alle altre ragazze che erano nelle mie stesse condizioni. Vi guardammo mentre vi sistemavate in fila l'uno accanto all'altro a rivolgerci le spalle.
Fu Louis a contare, e quando iniziaste a correre nessuno si tirò indietro davanti al mare. Non ci riuscisti neanche tu, decidesti di combatterlo e ti osservai mentre con un solo movimento ti facevi avvolgere dall'acqua per poi riemergere pochi secondi dopo. Era buio e vedevo soltanto la tua ombra, i tuoi contorni, ma mi bastava. Mi sarebbe bastato anche dopo, quando tu avresti deciso di portare anche la tua ombra lontana da me.
Guardavo soltanto te. Ti guardavo mentre parlavi con gli altri e mentre urlasti insieme a loro. Noi dalla spiaggia sorridevamo, ridevamo e ci promettemmo che l'avremmo fatto l'anno dopo. L'anno dopo.
Fu come l'inizio di una speranza. Una speranza che in quel momento diventò la mia costante.
Velocemente iniziarono tutti ad allontanarsi e ad uscire dall'acqua, non smettendo mai di muoversi per cercare di recuperare calore. Louis fu uno dei primi e corse verso Avril, che non ebbe neanche il tempo di reagire quando si rese conto di quello che avrebbe fatto.
— Che cazzo, Lou! — stridulò, la sua voce si affievolì e cercò qualcosa per coprirsi, ma poi il ragazzo con cui era spesso fece lo stesso, e lei si arrese.
Tutti sorridevamo mentre li guardavamo, ma poi guardai te e quella luce intensa e viva nei tuoi occhi verdi mi fece rendere conto che quello probabilmente fu il momento in cui mi innamorai di te.
Ci sono tanti momenti in cui ho creduto di averlo fatto, ma non sono riuscita a trovare nessun punto di partenza o di arrivo, perchè per me ogni volta è stata come la prima, e ogni volta mi facevi innamorare di nuovo.
Ma quel momento, quello in cui un angolo delle tue labbra si sollevò un attimo prima di iniziare a venire verso di me, fu diverso da tutti gli altri. Anche da quelli che sarebbero venuti dopo.
Quella notte fu la nostra notte, e lo rimarrà per sempre.
Non mi desti neanche il tempo di provare a correre via da te, e forse non lo avrei neanche fatto davvero, perché tu velocemente mi raggiungesti e mi avvolgesti nelle tue braccia da dietro. Il tuo corpo era completamente bagnato come i tuoi capelli e il tuo viso, che nascondesti nell'incavo del mio collo mentre mi tenevi stretta contro di te. Sentii le tue labbra sfiorarmi piano e quasi impercettibilmente la pelle, ma per me fu abbastanza. Io misi le mie mani sulle tue e alla fine mi lasciai andare a te, restando tra le tue braccia.
— Dio, sei congelato — dissi, senza mai smettere di sorridere.
— Ho pensato che avresti potuto darmi un po' di calore — sussurrasti, gli altri li sentivamo lontani da noi più di quanto lo fossero in realtà.
— Forse hai pensato male — ti risposi, un sorriso sulle labbra di entrambi.
Riappoggiasti il tuo viso sul mio collo mentre una risata lasciava le tue labbra. Poi mi lasciasti andare e recuperasti i tuoi vestiti; scuotesti i tuoi capelli ancora umidi e io me ne stavo lì a guardarti, seduta sulla sabbia con le gambe incrociate.
Venisti dietro di me. Ti sedesti dietro il mio corpo e poi allargasti le gambe, in modo da potermi far appoggiare su di te. In modo da abbracciarmi, avvolgermi, proteggermi, salvarmi. Amarmi. Amarci.
Le tue braccia si chiusero ai lati del mio corpo, sui miei fianchi. Voltai la testa verso di te per guardarti e tu incontrasti il mio sguardo, io sorrisi e tu mi baciasti piano sul collo, quasi di nascosto, per non farti vedere e per tenere quel momento solo per noi. Perché fosse solo nostro e di nessun altro.
— Così forse posso riscaldarti io — mormorasti, e io sentii il mio cuore fondersi completamente.
Quello che pensai fu che noi avremmo davvero potuto farcela, che la distanza non sarebbe stata niente in confronto a quello che sentivamo, che io ne valessi la pena quanto quello che tu significavi per me. Pensai che ci saremmo amati e che sarebbe bastato.
Solo che a volte neanche quello basta.
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