Il Cartone
Era sera tardi, ma Joe non riusciva lo stesso a dormire.
Continuava a stare steso e inerme come un verme sul suo letto, o meglio lettino, perché visto che non aveva i soldi per un letto nuovo, decise di riutilizzare il bellissimo letto di quando era bimbominchia.
Purtroppo, come tutti i bimbiminchia che pensavano di risolvere il problema del Medio Oriente con la bomba atomica, lui aveva scarabocchiato il letto.
Quindi il ragazzo che ormai era vicino ai quarant'anni, dormiva in un casa più disastrata di un Casino, con un letto che sotto la testata nascondeva tutti i nomi delle sue vecchie cotte, compresa una certa Mariangela, che sembrava uno scimmione travestito; veramente Joey non sapeva come poteva essersi innamorato di una tizia tanto brutta.
Visto che Giuseppe era ancora single, aveva tanta voglia di trovare una ragazza, così invitava delle femminette Certaldesi a casa sua per mangiare la gru che un suo amico di nome Checco portava ogni mese.
Purtroppo Giosuè non aveva molta fortuna con le ragazze.
A un certo punto un languorino gli stuzzicò lo stomaco.
Aveva una voglia pazzesca di qualcosa di proibito, qualcosa che lui non poteva mangiare, o meglio, bere.
Lo desiderava in quel momento come il cazzo di Hardy, il vicino di casa con cui condivideva il telefono, il buon e vecchio duplex.
I due si dividevano la linea telefonica, e quindi quando uno era al telefono, l'altro non poteva telefonare, il chè era davvero irritante, perché Hardy era sempre al telefono quando Joseph aveva bisogno.
Per esempio un giorno si accorse di avere un foruncolo proprio sul suo pretty ass, così decise di chiamare il dottore, perché quella sera Geltrudina sarebbe venuta a casa sua per cenare, e se casomai fossero andati a finire sotto le coperte, il brufolone giallo avrebbe spaventato Geltrudina, ma purtroppo la linea era occupa.
Giuseppe il sognatore così si avvicinò quatto quatto al frigorifero, per prendere il suo odiato ma amato latte.
Quando vide il povero cartone indifeso che giaceva all'interno dello scomparto fatto per le bottiglie, non potè resistere alla tentazione.
Con una foga tale che neanche i camionisti che vedono una bella ragazza sono così eccitati, prese a mani nude il cartone verde e azzurro con la scritta "Milk" in rosso e gli strappò l'angolo.
Joe prese il povero recipiente e se lo rovesciò nella bocca, come se non bevesse da quando c'era Carlo Magno.
Schizzi di latte colpivano la parete e il frigo, alcune cadevano sul pavimento, e il fluido bagnava il corpo di Gioia come se fosse appena stato sotto una cascata.
Finito il latte, Joe si mise a ridere.
La sua risata si trasformò velocemente in un pianto, quando si accorse che la pastiglia per la reazione allergica al lattosio era FINITA.
Il povero Giuseppe si mise a piangere, ma stranamente le lacrime non erano salate, ma erano latte.
Stava piangendo latte.
"Come pvò cvesta cosa esseve vera?" urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni.
Dopo tre secondi sentí suonare al campanello.
Forse Dio aveva ascoltato le sue parole e aveva mandato San Cecilia a portargli le pastiglie diuretiche?
Senza farsi troppi film mentali decise di aprire la porta, ma quello che si ritrovò davanti aveva tutto tranne che l'aspetto di San Cecilia.
"Santa Clelia?" domando Giuseppe assai perplesso
"No, sono Ben" rispose il blondie con voce squillante.
"Oh divina creatura, ha lei dei diuretici da dare alla mia povera persona?" aggiunse Joe mettendosi in ginocchio con le mani giunte.
"Mazzello, è sicuro di stare bene?" chiese Ardi poggiando la sua mano che sembrava scolpita da Michelangelo nel marmo migliore di tutta Roma sulla spalla magra e ossuta di Jesus.
Josie alzò la testa, e si mise a fissare Hardiello bello.
Ben si accorse che Joe aveva due cartoncini a forma di cuore sugli occhi, così prese in braccio il piú giovane e gli diede un bacio sul suo COLLO PROFUMATO.
Purtroppo Benedetta si ricordò che quando era a casa stava tagliando il burro, e quindi, avendo le mani scivolose, il povero e piccolo San Giuseppe gli scivolò dalle braccia e sbatté il suo ASS a terra.
"Oh scusa, ma oggi ho le mani di burro"
"No, sono ricoperte di burro"
Il pretty ass forever leccò le dita e la mano a Benvenuto, che stupito da quell'azione insolita, si chinò su Josephine e sveltamente gli tolse i pantaloni.
Benjamin si abbassò i pantaloni e si posizionò tra le gambe del Moretto.
"Fai il bravo ragazzetto" gli disse prima di ViOlArLo CoSì vElOcEmEnTe E DuRaMeNtE che Joe UrlÒ.
Dopo qualche minuto di letto per terra, Joe alzò lo sguardo, e si accorse di non aver preso l medicina ma di stare bene comunque.
Benji si alzò e si rimise i pantaloni, stessa cosa fece Joe, ma più lentamente.
A un certo punto, Ben si girò verso Joe ed incominciò ad urlare.
"Tu mi tradisci"
"Non è vero, e anche se fosse...con chi?" chiese Jostino.
"Con una sagoma di cartone che mi assomiglia" disse Ben accigliandosi.
Joe indietreggò "Non parlare così di Cardy B! Comunque lui per me non è nulla, posso anche starpparlo se la cosa ti fa felice!".
"Lo faresti davvero?" pronunciò una voce da dietro di lui.
"Chi sei?" chiese Joe stranito
"Con chi parli?" Il biondo provò a parlare, ma Joe gli tappò la bocca.
"Io e te siamo stati sempre assieme, tu ami me non lui!" disse ancora quella voce.
Joe si voltò e ben presto si accorse che la voce proveniva dalla sagoma di cartone di Hardy.
Anche Ben se ne accorse e disse "Cardy B ci sta fissando" ma non appena parlò, la figura di cartone mosse gli occhi.
I due si spaventarono, ma Joe decide comunque di fare chiarezza su questa storia, così si avvicinò a Cardboard Ben, ma la sagoma si mosse, e i due urlarono.
Joseph si mise a correre, ma sfortunatamente sbattè la testa e svenne.
Si svegliò sul pavimento della cucina, suo cugino Gwilym, e Hardy lo stavano guardando, Gwil aveva in mano uno dei barattoli dove Joe teneva le medicine di riserva.
"Cos'è successo?" chiese Josie prendendo la mano del cugino.
Gwilym sorrise, e poi guardò Giuseppe.
"Stavi per morire per colpa del latte".
Joe capì presto che quello che aveva fatto era solo un sogno, o almeno così sembrava.
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So che è mezzanotte passata, ma mi sono ricordata solo ora di pubblicare questo speciale di Halloween, scritto con i piedi e le orecchie e che fa piangere anche gli analfabeti.
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