xxxii. tra ricordi e tempeste
༉ ⋆ ೃ 𝐅𝐎𝐑𝐒𝐘𝐓𝐇𝐈𝐀 ... !
𝖺 𝚆𝙾𝙾𝚂𝙰𝙽 𝖿𝖺𝗇𝖿𝗂𝖼𝗍𝗂𝗈𝗇 ❨ 𝙰𝚄 ❩
ooi. 𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 𝑻𝑹𝑬𝑵𝑻𝑨𝑫𝑼𝑬
🍃🍵 — 𝘢𝘣𝘣𝘢𝘴𝘴𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘪𝘢
𝗅𝖾 𝗍𝗎𝖾 𝗆𝖺𝗇𝗂 𝗌𝗎𝗅 𝗆𝗂𝗈 𝖼𝗎𝗈𝗋𝖾, 𝗅𝖺 𝗍𝗎𝖺 𝗏𝗈𝖼𝖾 𝖽𝖾𝗇𝗍𝗋𝗈 𝖽𝗂 𝗆𝖾.
Abbassi la guardia.
Ecco cosa fai quando cedi alle debolezze e credi che le tue giornate si siano finalmente sistemate. Quando credi che, finalmente, sia arrivata per te un po' di serenità.
Abbassi la guardia e vivi, sorridi, sei quasi felice. Poi, però, arriva un pugno dritto nello stomaco che non eri pronto ad incassare.
In realtà, non si è mai pronti ad incassare pugni nello stomaco, soprattutto quando sono duri come il cemento, ma a volte certe cose te le aspetti. È quando accade il contrario, quando è tutto improvviso, quando vieni colpito alle spalle che la situazione cambia.
Così era successo a Wooyoung, di nuovo.
Aveva trovato la sua stabilità e, con tutto sé stesso, provava ogni secondo a mantenerla e a non lasciarsela scappare. Capita però che quando le cose vanno troppo bene, arrivi un duro colpo per farle tornare nel mezzo.
Era pomeriggio, uno dei pomeriggi di pioggia che lui odiava, quando la sua paura più grande prese nuovamente forma davanti ai suoi occhi. I suoi occhi spaventati, ma cresciuti.
La paura si materializzò davanti al suo volto però, dopo qualche attimo, la sua espressione non si coronò di tristezza come qualche anno precedente, bensì di rabbia e giustizia.
Ma, per capire il motivo di una nuova sfortuna nella sua vita, bisogna tornare indietro di qualche ora; più precisamente alle 11 del mattino stesso, quando lui ancora non sapeva ciò che lo avrebbe aspettato dietro l'angolo.
Per strada, come avevano sempre fatto da un paio di mesi a questa parte, Wooyoung e San camminavano mano nella mano parlando di inutili sciocchezze che si sarebbero dimenticati poi l'ora dopo. «Voglio un bacio» disse poi il maggiore, fermandosi improvvisamente dopo aver visto una coppia in lontananza scambiarsi effusioni su una panchina al parco.
«Ma come? Ora?» replicò l'altro ridendo, divertito per la richiesta inaspettata.
«Si, ora. Ci deve essere sempre un motivo per baciarti o posso farlo a caso?» fece San sorridendo come un bambino.
Il moro, dal canto suo, non avrebbe mai potuto rifiutare quelle soffici e dolci labbra che tanto amava, perciò, si avvicinò prendendogli il volto tra le mani e baciandolo appassionatamente.
Ciò che entrambi non videro in quel momento, erano i genitori di Wooyoung che, da dietro di loro, avevano appena assistito a tutta la scena. Era la prima volta che i due vedevano il figlio baciarsi con la persona amata, ma, l'idea che questa fosse un ragazzo li faceva rabbrividire.
Non dissero una parola, pietrificati nel mezzo della strada come se avessero appena assistito ad un duplice omicidio, non ebbero nemmeno il coraggio di guardarsi negli occhi e rimasero imbalsamati mentre i due si allontanavano verso l'auto del patentato.
Ignari di ogni cosa, i ragazzi passarono una mattina memorabile in uno dei posti preferiti dal maggiore. «Ti faccio vedere questo posto un po' sperduto, ti piacerà» disse in macchina, guidando tra le campagne in periferia.
«Uff.. Quanto manca? - domandò spazientito il minore, dopo quasi mezz'ora di strada - Mi fanno male le gambe se sto fermo per tanto tempo!» esclamò poi sbuffando.
«Aspetta, aspetta.. Manca poco, te lo giuro» rispose San ridendo e cambiando musica.
«Uh si! Questa mi piace, lascia questa Sani!» disse tutto contento, puntando il dito verso lo schermo dell'auto. Ridendo, l'altro scosse il capo iniziando a canticchiare Youngblood.
«Ecco, siamo arrivati, felice?»
Il corvino non fece in tempo a finire di pronunciare la frase che Woo già era sceso dall'auto e si stava stiracchiando tutti i muscoli saltellando a destra e sinistra.
«Seguimi, dobbiamo girare in un paio di vie per vedere un panorama fantastico» informò San, prese poi le dita dell'altro e le intrecciò alle sue prima di iniziare a camminare.
«Non mi lamento di tutta questa strada solo perché ti amo, sappilo» mugugnò il minore, trascinando i piedi a terra.
«Amore mio, però deciditi! - esclamò roteando gli occhi e ridacchiando - Se stai fermo ti fanno male le gambe, se cammini ti lamenti! Non so, vuoi che ti prenda sulle spalle?»
«Oddio si! Ti prego Sani! Ti prego, ti prego, ti prego!» supplicò fermandosi in mezzo alla piccola e stretta strada sterrata.
«Mamma mia, cosa mi tocca fare! Certe volte mi sembra di avere a che fare con un bambino di cinque anni» ammise facendolo salire sulla sua schiena. «Attaccati forte, non voglio finire in ospedale, tienilo a mente» aggiunse.
Dopo una manciata di minuti eccoli arrivare a destinazione. Il panorama, così come aveva detto San, era davvero fantastico, quasi mozzafiato. Perso tra le colline e la natura c'era un piccolo castello abbandonato di cui in pochi sapevano della sua esistenza, le mura in mattoncini antichi e le vecchie finestrelle rendevano l'atmosfera romantica e unica.
Di fronte alla struttura c'era una piccola panchina messa per i turisti o per chi, come loro, veniva per staccare la mente dalla città. Essa si affacciava ad un arco, un arco fatto tutto di mattoni che pareva avere minimo cinquecento anni. «Wow..» si lasciò sfuggire Wooyoung dalle labbra, quando si sedette e riuscì, finalmente, ad ammirare il panorama.
L'edera si faceva strada tra le fessure e copriva di verde ogni piccolo buco, la strada sterrata e gli alberi attorno creavano un clima quasi fiabesco ma, il pezzo forte, era proprio al centro dell'arco: stando comodi su una panchina in legno si poteva vedere tutta la città dall'alto. Ogni tetto rosso o marrone, case colorate o grigie, piscine, parchi, grattacieli e villette a schiera. Insomma, tutto.
«Ci venivo sempre con mia nonna, qua» disse San guardando le nuvole, con tono malinconico. «Perché sei triste?» chiese Wooyoung, poggiandogli una mano sulla coscia. «Non sono triste, solo malinconico. È la prima volta che ci vengo senza lei» bisbigliò.
«Ti va di raccontarmi di questo posto, San?» domandò flebilmente, continuando ad accarezzargli la gamba.
«Lo sai che i miei genitori sono divorziati, no? Ecco, hanno firmato le ultime carte quando avevo quattordici anni più o meno. Non sono stati anni facili, diciamo. Soprattutto quelli precedenti, ogni volta che stavano nella stessa stanza litigavano e urlavano fino a perdere la voce. Io piangevo, a volte, altre volte invece mi chiudevo in stanza e smettevo di parlare per tutto il giorno.. Poi arrivava nonna, sempre in tempo per aiutarmi quando stavo peggio, non so se la chiamasse mia madre o se avesse una specie di superpotere per capire quando stavo male e avevo bisogno di lei..» iniziò a raccontare San, prima di fermarsi per asciugarsi una lacrima.
«Non diceva niente, entrava in stanza, mi abbracciava forte e mi prendeva per mano portandomi nella sua auto, poi mi guardava e diceva "sono ancora tua amica?" e io annuivo sorridendo, "bene, allora ti porto in un posto in cui vanno gli amici", poi prendevamo il gelato e mi portava qua. Ci sedevamo su questa panchina e parlavamo di tutto, dai cartoni animati, alla scuola, ai problemi a casa.. È stata la mia salvezza per tanto tempo, sono cresciuto con lei..» disse ricordando i bei momenti con un sorriso.
Continuarono a parlare per ore, dimenticandosi di dover tornare a casa prima che scoppiasse il temporale.
«Corri! Corri o la prendiamo tutta!» gridava Wooyoung ridendo, mentre il cielo sopra le loro teste si annuvolava e anneriva a vista d'occhio. «Dai San! Fai andare quelle gambe!» urlava di fronte alla macchina, mentre il suo fidanzato non aveva nessuna intenzione di correre, «Te l'ho già detto! Mi fa male la gamba per colpa tua, scemo!» ripeteva lui sbuffando e allargando le braccia.
Fecero giusto in tempo a sistemarsi sui sedili prima che il temporale scoppiò risuonando rumorosamente attorno a loro, «Per un pelo» disse sospirando il maggiore, poggiando la testa sul volante, «Già, ma avremmo fatto molto prima se ti fossi dato una mossa!» ribatté il minore, solo per infastidirlo.
San, però, non rispose e si limitò a fulminarlo con lo sguardo: «Okay, okay scusa. È colpa mia che ho voluto salire sulle tue spalle prima.. - ammise toccandosi la testa e ridacchiando impacciato - ora mi porti a casa, amore mio?»
Una volta varcata la soglia della dimora, Wooyoung non ci mise molto a capire che la tempesta non era scoppiata solo all'esterno, ma pure tra le pareti della sua casa.
༄˚ ༘ ༉ ⋆ ೃ⁀➷ 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚗𝚘𝚝𝚎 🍃🍵
ECCOMIII
ok ve l'avevo detto di prepararvi perché sarebbe tornato un casino👍🏻
vabbe comunque.... il peggio del peggio è nel prossimo i guess :/
comunque comunicazione di servizio ho ufficialmente finito di scrivere questa storia e il mio cuore ha pianto tutte le lacrime possibili e immaginabili, devo ancora realizzare onestamente anche perché mancano 6 capitoli
ultima cosa, capitolo dedicato minhothecatboy_ ovviamente solo la parte bella❤️❤️❤️grz l'ispirazione per il pezzo della nonna e in collina me l'ha data lei tvb❤️❤️❤️
giulia
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