ix. senza difese
༉ ⋆ ೃ 𝐅𝐎𝐑𝐒𝐘𝐓𝐇𝐈𝐀 ... !
𝖺 𝚆𝙾𝙾𝚂𝙰𝙽 𝖿𝖺𝗇𝖿𝗂𝖼𝗍𝗂𝗈𝗇 ❨ 𝙰𝚄 ❩
ooi. 𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 𝑵𝑶𝑽𝑬
⏳💡— 𝘱𝘦𝘳𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰𝘭𝘭𝘰
𝗎𝗇 𝖾𝗎𝖿𝗈𝗋𝗂𝖺 𝗇𝖾𝗅 𝗆𝖾𝗓𝗓𝗈 𝖽𝖾𝗅𝗅'𝗂𝗇𝖿𝖾𝗅𝗂𝖼𝗂𝗍𝖺̀.
«Quindi?» insistette Wooyoung, notando che l'altro non dava segni di vita.
San si schiarì la gola, cercando di inventarsi qualche scusa al momento.
«Sai.. Seonghwa voleva-»
«No, no, fermo. Seonghwa lascialo fuori da questa storia. Quello è fidanzato da un sacco di tempo e ama Hongjoong più di sé stesso. Non lo farebbe mai.»
Il maggiore annuì esordendo con un semplice "effettivamente".
«Che c'è? Hai paura di essere giudicato da me? Dimmi solo la verità, mica ti mangio»
Deglutì. Non sapeva proprio come uscire da quella conversazione e lasciarsela alle spalle.
«Non lo so - disse insicuro - la verità è proprio questa. Io non so cosa ci facessi lì. Non posso dirti che ci sono capitato per caso, posso solo dirti che ero curioso. Tutto qua»
«Ti piacciono anche i ragazzi?» chiese Woo.
«N-no.. Io sto bene con Isabel»
«Non sembrerebbe»
San alzò le spalle, evitando di dar peso alle parole del ragazzo.
«Secondo me è tutta colpa sua» continuò.
«Colpa di cosa?»
«Non sei così tu, vero?»
«Odio quando non ti spieghi, Wooyoung»
«Non sei il ragazzo tutto d'un pezzo che vuole essere invidiato da tutti, non sei quello sempre sicuro di sé, non sei quello che vuoi far credere a Isabel, non sei un tipo che insulta chiunque. So di aver ragione, so che è così.»
"Incredibile." pensò San.
«Non sei una brutta persona, credo» concluse.
San abbassò lo sguardo guardando la coperta del letto, «Tutto apposto?» chiese Woo, preoccupandosi per lui. «Si» rispose alzando le spalle. «Non volevo dirti una cattiveria». cercò di scusarsi il minore, pensando di averlo ferito.
«Non l'hai fatto, tranquillo»
«Allora perché fai così?»
«Non preoccuparti, lascia stare. Facciamo il lavoro piuttosto.»
Il minore non capiva, ci provava, eccome, ma non capiva. C'era qualcosa che non andava in San e lui voleva saperlo. Perché non voleva essere sincero? Perché non cercava la felicità?Perché non provarci, almeno?
«Mh.. Si, che argomento hai scelto?»
«Questo, può andare?» domandò girando il suo computer verso il moro.
«"L'alcol e i problemi che ne comporta"... Scontato. Però va bene, gli altri non lo faranno, quindi perché no..» rispose.
«Sembri dubbioso»
Wooyoung abbozzò una sorriso, «Sei per caso astemio e stai cercando di convincermi a diventarlo?» chiese guardandolo.
«Ma ti pare! - esclamò allegro - Assolutamente no, sei matto?»
I due risero, per la prima volta, insieme.
Il minore non potè fare a meno di notare il sorriso luminoso dell'altro. Rimase quasi incantato, i suoi denti erano perfetti e le fossette che comparivano sulle sue guance erano davvero, davvero adorabili.
D'altra parte, San, credeva che il suo riso fosse - per quanto rumoroso - particolarmente contagioso.
DOPO TRE ORE
«Sah-ah! - esclamò - ho fame» lo guardò facendo, quasi, il broncio e gli occhioni.
«Mh, facciamo una pausa allora. Ti va di guardare qualcosa su Netflix?»
Wooyoung annuì.
Era davvero stupito di come stessero andando d'accordo, San si era pentito del loro primo approccio e lui lo capiva ogni volta che lo guardava con quei suoi occhi sinceri. Sembrava volerlo conoscere per davvero, questa volta.
«Se scendi in cucina e apri il cassetto accanto al frigorifero, trovi tutto il cibo che vuoi» fece.
«Posso prendere i pop-corn?» chiese Woo aprendo la bocca contento.
Il maggiore annuì ridacchiando mentre l'altro si catapultava giù dalle scale.
«Pop-corn..» sussurrava mentre cercava il sacchetto più grande che potesse trovare.
«Wooyoung, prendimi i biscotti al cioccolato per favore!» gridò San dalla stanza.
«I cookies?» chiese urlando.
«No, sono tutti al cioccolato!»
Il moro, pur di trovarli, quasi entrò in quell'armadietto, «Ma dove sono..» bisbigliò allungando le braccia.
«Uff.. San! Non li trovo, puoi venire?»
«Ah che palle! Arrivo» fece roteando gli occhi.
Scese i gradini e trovò Woo a terra circondato da venti tipi diversi di spuntini, rise guardandolo: sembrava proprio un bambino.
«Eccoli, stavano nello scaffale sopra» fece prendendoli e sistemando tutto ciò che il minore aveva messo in disordine.
«Ora possiamo andare?» domandò rivolgendosi a lui che stava già mangiando i suoi pop-corn. Con la bocca piena annuì e, mentre salirono le scale, qualcuno suonò al campanello.
San si avvicinò al citofono e aprì il cancellino, «Chi è?» chiese Wooyoung curioso, continuando a mangiucchiare. «Sh.. Zitto Wooyoung» rispose bruscamente l'altro, guardando il citofono.
«Scusa. Non è nessuno di importante, torna in camera tu» concluse.
Sotto i suoi occhi confusi, l'altro uscì dalla porta in fretta e furia. Gli aveva detto di andare nella stanza, però lui era curioso, molto curioso. Dopo aver aspettato qualche minuto sulle scale - esitando - si avvicinò alla porta per cercare di origliare e capire qualcosa.
Le espressioni sul viso di Woo diventavano sempre più confuse e disorientate, delle piccole rughe comparvero sulla sua fronte e spremendo le meningi si chiedeva di chi fosse quella voce che non la smetteva un secondo di urlare e insultare San.
All'ennesimo pezzo di cibo messo in bocca - secondo lui, mangiare lo aiutava a diventare più intelligente - finalmente riconobbe l'altra persona, era Isabel!
Effettivamente, si chiedeva per quale assurdo motivo ci avesse messo così tanto a rendersi conto che fosse lei.
«Ma non mi importa!» aveva esclamato San.
«E poi non è solo questo, c'è anche altro!»
«Che cosa? Sentiamo»
«Non te lo dico qua, perché non possiamo entrare in casa?! Perché dobbiamo parlare qua davanti alla porta! Fammi entrare! Non ne voglio parlare fuori!» si lamentava lei con tono infantile.
«Mio padre è tornato stamattina, sta facendo dei lavori e tutto è in disordine» mentì cercando di rimanere calmo.
«Tu mi nascondi qualcosa» insinuava la sua insopportabile fidanzata.
Il moro si pentì di non aver origliato prima quella conversazione tra il ragazzo dai capelli corvini e la bionda, se l'avesse fatto ora saprebbe il motivo del loro litigio.
E lui, quel motivo, voleva proprio saperlo.
«Senti, Isa, vattene per favore. Ho un sacco di compiti da fare per domani e sono le 18; non ho né tempo, né voglia di stare qua a discutere con te.» aveva concluso San, nella sua voce si poteva percepire parecchia rabbia.
«Ma..»
«Ma, niente. Ti chiamo quando ho voglia di parlarti, ciao» la liquidò spalancandole il cancello e invitandola ad uscire.
Quando improvvisamente rientrò, Woo, sobbalzò facendo cadere dal sacchetto qualche pop-corn che San nemmeno notò. Sbattendo la porta e facendo un rumore tremendo, il minore spaventò e gli rivolse una triste occhiata.
«Mi spiavi?» chiese fissandolo severamente.
«No.. No ti stavo solo aspettando»
Non sembrò dare troppo peso alla menzogna detta dal ragazzo, con un viso carico di odio si girò per prendere i suoi biscotti e tornare a chiacchierare con lui. Pensava che fosse stata giornata troppo bella per farsela rovinare da una persona del genere e, più si convinceva di questa cosa, più la sua mano stringeva la confezione di cibo.
«Ehi! Così finirai per spappolarli tutti!» esclamò Woo cercando di farlo sorridere.
San non rispose, scosse il capo e strinse ancora di più; le sue nocche diventarono bianche e si mordeva l'interno della guancia per concentrarsi su qualcosa d'altro.
Il minore poggiò il suo pacchetto sul tavolo e si avvicinò lentamente all'amico che, quando lo sentì più vicino aprì gli occhi.
«San Hyung..» disse a bassa voce.
Sentire Wooyoung chiamarlo "hyung" gli fece mollare la presa e tornare in sé.
«Calmati..» bisbigliò poggiandogli la mano sulla spalla e guardandolo negli occhi.
D'istinto, San, si spostò costringendo il più piccolo a levare le dita che lo stavano toccando.
Il moro rimase leggermente deluso da quel suo gesto, stava solamente cercando di aiutarlo a ritrovare la calma.
Wooyoung sapeva perfettamente cosa significasse perdere il controllo perché, a lui, era successo. Dal momento in cui accadde per la prima volta, si era ripromesso di stare più attento agli altri, di accorgersi dei segnali e di aiutare chiunque avesse visto in difficoltà.
«Okay.. Forse è meglio che vada..» disse il più piccolo, indietreggiando di un paio di passi per poi voltarsi, «Wooyoung-ah» pronunciò flebilmente, costringendolo a fermarsi.
Afferrò in fretta il suo polso e lo fece voltare verso il suo viso.
San agì d'impulso. Non ci pensò due volte: doveva, voleva, rimanere con l'altro.
Stavano andando così d'accordo che a lui iniziava a piacere la sua compagnia e, con Woo attorno, amava un po' meno la solitudine.
Non sapeva perché aveva reagito in quel modo o perché lo aveva fermato se la sua volontà era quella di tornare a casa, però sapeva che non voleva rimanere solo, o meglio, sapeva che voleva rimanere con lui.
«Non te ne andare.»
Il moro alzò gli occhi per far incrociare le loro pupille e sentiva il suo cuore battere più forte del previsto, un respiro si bloccò nella sua gola e non riusciva a smettere di guardarlo.
«Non me ne vado.»
"Cosa cazzo mi sta succedendo" pensò Wooyoung sospirando e abbassando le palpebre, lasciando che il cuore decidesse per lui e prendesse il sopravvento.
༄˚ ༘ ༉ ⋆ ೃ⁀➷ 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚗𝚘𝚝𝚎 ⏳💡
ciao belli come state? <3
BHO questo capitolo mi piace🤔🤔proud
e niente bho si più avanti si scoprirà tipo tutto di wooyoung e tutto quello che ha passato?
devo assolutamente scrivere bene quella parte -.- vabbe nada spero vi piaccia questo capitolo eeeee buone vacanze di pasqua non studiare troppo🙄dormite e mangiate il cioccolato fine
giulia
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