sixtyfour
[Your guardian angel — The Red Jumpsuit Apparatus]
Nel momento in cui i miei occhi si aprono non c'è nessuno accanto a me. Non lo vedo eppure lo sento, e la melodia che sento riecheggiare tra le pareti della stanza mi porta da lui.
Il suo profilo si delinea davanti a me che mi sollevo lentamente e incrocio le gambe scoperte tra le lenzuola sfatte. C'è una matita tra le sue labbra, e alcune ciocche di capelli gli ricadono davanti agli occhi. La maglia grigia che indossa gli si appoggia sulla schiena, e i pantaloni di tuta rivelano i piedi nudi che premono sul pavimento.
Non si accorge di me, ma mi basta. Mi basta continuare a guardarlo, ad ascoltarlo, perché so che tutto questo un giorno mi mancherà. Che non l'avrò più con me e che dovrò soltanto aggrapparmi ai ricordi. Adesso mi sto già aggrappando a questo.
Il modo in cui riscrive le note per cambiarle e poi riprovarle mi porta a sentire qualcosa dentro, questa intensa sensazione che parte dalla punta dei piedi e arriva a quella dei capelli, attraversandomi completamente e illuminando anche i miei contorni.
Poi penso a Jane, alle sue parole, e mi rendo conto di sentirmi esattamente come si sentiva lei.
Mi costringeva ad amarlo senza neppure guardarmi.
Ed è esattamente questo il modo in cui Harry mi fa sentire. Non ho nessuna via d'uscita, e non voglio averne.
Le parole che mi ha sussurrato questa notte si ripetono ancora nella mia mente mentre lui continua a suonare, fino a quando il suo sguardo si sposta e i suoi occhi raggiungono i miei.
Mi guarda e non dice nulla, ma neanche io lo faccio. Succede sempre con Harry, ci guardiamo e basta. Ci leggiamo dentro e ci curiamo, ci salviamo insieme.
Poi un angolo delle sue labbra si solleva, e io non riesco a non fare lo stesso.
«Sei sveglia da molto?» mi domanda voltandosi completamente verso di me.
Scuoto la testa. «Continua.»
Harry mi guarda ancora una volta prima di riportare le sue mani sulla serie di tasti e riprendendo a suonare, ma questa è diversa da quella che stava suonando prima che si accorgesse di me. Trasmette più sicurezza e anche lui sembra più sicuro mentre le sue dita scivolano sul piano riproducendo la sequenza di note che ha impressa nella mente.
Prima che lui termini mi alzo e lo raggiungo, attraversando la sua camera con soltanto la sua maglia a coprirmi il corpo.
Mi metto dietro di lui e gli faccio scivolare le braccia sul collo, poi sul petto. Lui continua a suonare, con il mio mento poggiato sulla sua spalla e il mio respiro sul collo, mentre i miei occhi che si spostano dal suo volto alle sue mani.
Non mi stancherei mai di guardarlo in questo modo.
Nel momento in cui il suono dell'ultima nota risuona nella stanza, Harry solleva le mani e le mette sulle mie, prima di tracciare con le sue labbra la pelle intorno ai miei polsi e sulle mie braccia scoperte.
Poi improvvisamente si alza e mi prende tra le braccia, facendo aderire la mia schiena al suo petto. Mi lascia un bacio sul collo e poi uno sul mento.
Mi volto tra le sue braccia con il sorriso impresso sul volto.
«Cosa facciamo?», gli chiedo incrociando le mani dietro al suo collo.
«Tu cosa vuoi fare?»
«Te l'ho chiesto prima io», rispondo, sembrando una bambina e scaturendo la sua profonda risata, che riecheggia tra le pareti mentre getta la testa all'indietro ma continuando a tenere le sue mani intorno al mio corpo.
«Sul serio, Ariel Green?»
«È colpa tua», mi giustifico, prendendo il tessuto della sua maglia tra le dita e nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.
«Cos'ho fatto?» mi domanda, come se davvero non ne avesse idea. Come se non sospettasse neanche quello che mi fa sentire.
Vorrei dirgli che semplicemente esiste, ma non lo faccio.
«Ehi», mi incita, facendomi sollevare la testa per guardarlo.
«Ricordi la prima volta che ci siamo visti, in aeroporto?»
Harry sorride ancora. «Non riuscirei a dimenticarla neanche se ogni fibra del mio corpo lo volesse.»
Dio santo. Come può non rendersene conto?
«In quel momento io ero praticamente persa. In ogni senso, e la cosa peggiore è che a me stava bene, che io volevo essere persa e non volevo che qualcuno mi trovasse.»
Le dita di Harry spostano una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio e mi accarezzano delicatamente la pelle del volto, mentre mi ascolta senza interrompermi.
«Però poi ho visto te.» Lo guardo. «Ho visto te e i tuoi occhi, che sembravano nascondere così tanto ma che allo stesso tempo erano così diversi dai miei. Così luminosi e così vivi, e ogni istante che tu passavi a guardarmi mi sembrava di risalire sempre un po' di più verso la superficie.»
Porto una mano sul suo volto, le mie dita sfiorano i suoi capelli.
«Io non volevo che qualcuno mi trovasse, ma poi ci sei stato tu che non mi hai neanche chiesto il permesso per provarci. Lo hai fatto e basta, e io ho capito che non volevo essere trovata da nessuno che non fossi tu.»
Harry sospira, appoggia la fronte contro la mia e mi tiene stretta mentre io chiudo gli occhi prima di concludere.
«Era come se tu sapessi ogni cosa ancora prima di conoscermi davvero.»
«Sapevo soltanto che avrei fatto qualsiasi cosa pur di rivederti ancora», dice Harry dopo qualche istante. «E sapevo che sarebbe successo, che quella non era una semplice coincidenza, che non poteva esserlo. Neanche tu mi hai mai chiesto il permesso per avermi fatto tutto questo, per avermi reso quello che sono adesso. E io ti avrei trovata lo stesso, anche se tu me l'avessi impedito.»
Prende il mio volto tra le mani, i miei capelli fra le sue dita. Vorrei poter fotografare questo momento per poterci riguardare ogni volta che ne sentirò il bisogno.
«Ti avrei trovata ovunque tu fossi stata, perché mi sarebbe bastato seguire quello che sentivo per arrivare a te.»
Ogni sua parola si ricrea uno spazio sul mio cuore per potersi incidere su di esso e restare lì per sempre.
Le sue labbra trovano le mie prima che riesca a percepirle davvero, e sigillano ogni singola promessa non pronunciata e quelle incise ormai dentro di noi.
«Non sarebbe un mondo con me senza di te», sussurra Harry contro le mie labbra, e io lascio ancora una volta che mi stringa e che mi tenga contro di sé. Che non mi lasci più andare. Voglio perdermi e voglio che lui mi ritrovi, sempre.
«Sarò sempre qui con te, Ariel Green», sostiene un'ultima volta, così intensamente che questa io sono pronta a dimostrargli di credergli con tutta me stessa.
🌹
Lascio Harry nella sua camera, ma lancio un gridolino e poi sorrido quando inciampo nelle mie scarpe, sparse sul pavimento nella sala. Assicuro Harry che sia tutto okay quando i suoi occhi trovano i miei, nel momento in cui si sporge oltre la porta della stanza per controllare.
Raggiungo il bagno e quando chiudo la porta alle mie spalle mi ci appoggio contro, chiudendo gli occhi e sospirando. Sembra tutto così perfetto.
Mi sposto davanti allo specchio e osservo il mio riflesso. Mi sento cambiata anche fisicamente: è come se adesso avessi compreso il vero valore che ha il mio corpo dopo il modo in cui Harry mi ha toccata, sfiorata e amata. Me lo ha dimostrato in ogni suo gesto, in ogni più piccola carezza e in ogni sguardo.
Prendo tra le dita il ciondolo di mia madre intorno al mio collo e lo sfrego più volte, fino a quando mi sembra di averla qui con me.
La maglia di Harry nasconde quasi completamente le forme del mio corpo, e il suo profumo riuscirebbe quasi a curarmi se non lo fossi già.
Prima di sfilarmela mi rendo conto di non aver portato niente con me.
«Harry, potresti portarmi qualcosa da mettere?» gli chiedo alzando la voce di un tono per farmi sentire da lui.
Ma non mi sente.
«Harry?» riprovo ancora.
Poi ancora.
Riprendo il ciondolo di mia madre tra le dita nello stesso momento in cui metto una mano sulla porta per aprirla. Attraverso il corridoio, poi la sala. Lentamente, mentre qualcosa che non riesco a sostenere mi cresce nel petto e mi rende pensante ogni movimento, quando io vorrei soltanto potermi svegliare e rendermi conto che tutto questo è soltanto un sogno. Anche se dovesse significare perdere tutto quello che abbiamo vissuto stanotte.
«Harry?» la mia voce si abbassa sempre di più, è instabile e non riesco a controllarla.
Ma tutto questo non è niente in confronto all'urlo che mi taglia la gola e alle mie ginocchia che sembrano rompersi contro il pavimento nel momento in cui vedo il corpo di Harry disteso sul pavimento della sua stanza, ai piedi del letto e circondato dal sangue che scivola dalle sue labbra.
🌹 H A R R Y 🌹
Tutte le voci, le pareti bianche e il rumore del movimento mi riportano a prima di questo. A tutto questo prima di lei.
Sapevo che sarebbe successo. Non sapevo che sarebbe stato oggi, in questo momento, ma lo sapevo. Sapevo che avevo vissuto ogni singolo momento che questa vita mi ha donato insieme a lei, e se anche mi dessero la possibilità di scegliere una vita senza tutto questo in cambio di una vita senza di lei, io continuerei a scegliere lei.
La sceglierei sempre.
L'ho scelta dal primo momento in cui l'ho vista. In quel momento ho capito che non avrei potuto farne a meno, che forse non ne valesse più la pena come pensavo. Come invece le ho detto sempre. Perchè anche io ho pensato che non ne valesse la pena, l'ho pensato così tante volte nonostante con lei io abbia sempre sostenuto il contrario. Perché c'è lei. Perché lei mi ha fatto rendere conto che anche se credi di essere all'ultimo respiro, c'è sempre una ragione a cui aggrapparsi, a cui affidare la propria speranza.
Così la guardo. Non importa che faccia male, non importa che non riesca a definire i contorni, io so esattamente lei dove sia. La sento. La sento nel modo in cui sento qualcosa fermarsi e poi le sue mani sul mio volto.
E poi la sua voce.
«Ti prego, riportalo da me», dice, la sua voce è piccola e instabile. È insicura e vulnerabile, e io vorrei soltanto riuscire a stringerle le dita tra le mie e dirle che andrà tutto bene.
Poi è ancora una volta lei a tornare da me. Ed è come se ci fosse solo lei, come se ci fossimo soltanto io e lei e nessun altro.
«Torna da me», mi sussurra piano accanto al viso, e percepisco il suo tocco sulla pelle. Mi sta curando ancora, sta ancora prolungando la mia esistenza in questa vita e non se ne rende neanche conto.
Poi ci sono le sue labbra sulle mie, e il suo respiro alimenta il mio. Le sue lacrime bagnano la mia pelle, e io vorrei soltanto riuscire a raccoglierle per farle mie.
«Ti amo», dice, salvandomi per l'ultima volta.
🌹🌹🌹
Alla fine del prossimo capitolo non scriverò nulla, ci sarà uno spazio autrice direttamente dopo l'epilogo.
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