fiftyfour

[Fix you — Coldplay]

               
🌹 A R I E L 🌹

Nel momento in cui apro gli occhi è come se rivivessi ogni attimo della notte trascorsa insieme alla persona distesa al mio fianco, proprio qui, proprio con me.

Mi volto verso di lui e, : è ancora qui.

È qui vicino a me, è qui che tiene la mano intrecciata alla mia; è qui che il suo respiro regolare sfiora la mia pelle ed è qui che siamo stati un unico cuore che batteva per due, dove per una notte siamo riusciti a ripararci.

La sua pelle chiara è liscia sotto il tocco delle mie dita che raggiungono la sua mascella e ne tracciano delicatamente il contorno. Le labbra sono dischiuse leggermente e le mie si curvano in un piccolo sorriso, perché quello che sto provando mi inonda completamente, ed è talmente intenso che credo riesca a sentirlo anche lui.

I capelli sono sparsi in disordinati riccioli sul cuscino sotto la sua testa e le sue spalle scoperte mostrano i tatuaggi sulla pelle alla luce del sole. Le rondini sulle sue clavicole come quella sulla mia spalla.

I miei occhi scorrono sul suo braccio sinistro, fermandosi prima sul veliero e poi sul cuore, sulla rosa, poi sull'ancora all'altezza del polso. La sua pelle è tracciata indelebilmente e io vorrei così tanto conoscere cosa c'è dietro ogni singola linea che racconta la storia della sua vita e gli ricorda ciò che è.

La catenina di mia madre che ho intorno al collo è l'unica cosa che indosso; le lenzuola fresche e lisce dal profumo di Harry mi avvolgono coprendo il mio corpo.

Riporto lo sguardo verso il soffitto e non riesco ancora a reprimere quel sorriso. Mi mordo le labbra e sollevo le dita a sfregarlo.

È successo davvero.

Non è stata la mia prima volta, ma è stata la prima volta in cui c'era davvero l'amore che proviamo l'uno per l'altra. La salvezza, la fiducia, l'esserci e basta.

Il mio sguardo si sposta e percorre le pareti di questa stanza. È la prima volta che riesco a vederla, e ciò che mi colpisce è il pianoforte posto lungo la parete. È nero e lucido; alcuni spartiti sono sparsi al di sopra, sul piano d'appoggio.

Mi chiedo se io abbia conosciuto Harry anche per questo. Se ogni singolo dettaglio della nostra vita e di ciò che siamo sia concatenato in qualche modo.

Percepisco la presa di Harry intensificarsi sulla mia mano e intorno al mio corpo; le sue gambe ancora intrecciate alle mie.

Mi volto verso di lui e un sorriso prende forma sulle sue bellissime labbra mentre mi stringe di più a sé.

«Ciao», lo saluto, lasciandogli un piccolo bacio sulla mascella. Il suo sorriso cresce, gli occhi sono ancora chiusi.

«Ancora non posso dirlo?» domanda, la voce incredibilmente roca. Dio, adesso so com'è e cosa mi fa sentire.

Scuoto la testa, poi sorridendo aggiungo: «No.»

Finalmente i suoi occhi si aprono, e quel verde che riesce a darmi sempre speranza si riflette nei miei. Una sua mano è poggiata sulla parte bassa della mia schiena mentre l'altra tiene la mia.

«Allora credo che dovremo rimediare in un altro modo», sostiene, e senza neanche darmi il tempo di pensarci poggia le sue labbra sulle mie.

È incredibile come ogni volta sembri sempre la prima. Come riesca a farmi sentire in questo modo semplicemente sfiorandomi.

Mi tiene stretta a sé in un modo deciso ma gentile, e non ho mai creduto che sarei riuscita a sentirmi come mi sento ora, tra le sue mani, plasmata sotto il suo tocco.

Quando ci allontaniamo poggio la testa suo petto; le sue mani adesso sono tra i miei capelli mentre le mie dita tracciano distrattamente una delle rondini sulle sue clavicole.

«Si chiama Jake», affermo poi, rompendo il silenzio e senza un motivo preciso.

Il suo tocco esita per un breve istante, ma poi mi rendo conto che ha capito a cosa mi riferisco e riprende a far scorrere le dita tra i miei capelli.

«Ci siamo conosciuti a scuola, ma lui era più grande di me», continuo, perché so che Harry me lo lascerà fare senza interrompermi.

«Avevo avuto altri ragazzi prima, ma non era mai stato niente di serio. Con lui credevo che lo sarebbe diventato.» Lo credevo davvero.

«Iniziammo ad uscire insieme, lo portai anche a casa. Jake era dolce e per me rappresentava quello che credevo di avere bisogno. Credevo anche di essere innamorata di lui. Sarebbe stata la prima persona che io avessi mai amato.»

Chiudo gli occhi e sospiro, prima di continuare. «Fino al momento in cui scoprii che per lui io non ero l'unica nel modo in cui lui lo era per me.»

Il tocco di Harry esita ancora, ma questa volta non riprende. Sollevo la testa cercando i suoi occhi verdi.

«E fino al momento in cui ho conosciuto te.»

Harry continua a non dire niente, semplicemente mi ascolta. Mi risponde premendo le sue labbra sulle mie lentamente, assaporandomi come se volesse aggiustare il mio cuore dopo le mie parole.

Poggio la fronte contro la sua.

«È stato quando mia madre ha iniziato a stare male. Io ho cominciato a respingere tutti perché credevo che in quel modo non avrei vissuto per davvero quel dolore che non volevo conoscere. Ho respinto anche lui, ma una piccola parte di me, mentre lo faceva, voleva che nello stesso momento lui mi prendesse tra le sue braccia e mi dicesse che sarebbe andato tutto bene, anche se non era vero.»

Una lacrima cade dai miei occhi e Harry la raccoglie prima che possa farlo io. Non ho mai pianto neanche per la rottura con Jake. È per questo che tutto quel dolore mi ha prosciugata quando ho permesso a me stessa di viverlo.

«Non c'è stato neanche dopo. Neanche dopo averlo scoperto, lui non ha cercato di scusarsi. Non l'ha mai fatto e non l'ho mai fatto neanche io per avergli permesso di farlo. Per avergli permesso di cercare in qualcun altro quello che avrei dovuto dargli io.»

Ricordarlo fa male, e anche parlarne. Non l'ho mai fatto, e ho scelto Harry. Ho scelto Harry in tutto e per tutto, e so che con lui sono al sicuro.

«Credevamo di amarci, ma non è mai stato realmente così», sussurro, le dita di Harry ancora sulla mia pelle.

Non so cosa aspettarmi adesso. Non so se aspettarmi che dica qualcosa, qualsiasi cosa su di lui, o semplicemente qualcosa.

«E Zayn?» mi domanda poi, la voce roca e bassa.

«Zayn era il mio modo sbagliato per negare a me stessa quello che provavo per te.»

Ricordare Zayn adesso fa quasi male, per le false speranze e per l'illusione in cui ho trascinato entrambi. Niente è stato giusto e spero che un giorno lui riesca a perdonarmi.

«Non eri innamorata di lui?»

Scuoto la testa. «No, Harry. Non ero innamorata di lui.»

Harry sospira, mi guarda e tiene la sua mano sul retro del mio collo; la mia è avvolta intorno al suo polso.

«Tara mi ha lasciato», dice, e io non so cosa provo alle sue parole.

«Davvero?» gli chiedo retoricamente, sollevandomi e mettendomi a sedere.

Harry fa lo stesso e annuisce, poi sorride debolmente. «In realtà io avevo lasciato lei molto tempo prima, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo.»

«Di dirle cosa?»

Harry sospira ancora, porta lo sguardo davanti a lui; il suo petto è completamente scoperto mentre si passa una mano tra i capelli.

«Che non ero innamorato di lei. Che probabilmente non lo sono mai stato e che non meritavo che lei invece provasse questo per me. Che mi amasse anche quando sapeva che io non ricambiavo il suo amore e quando c'era invece qualcuno disposto a farlo.»

Mentre finisce si volta verso di me e io sento il cuore battermi forte nel petto, ma prima che possa replicare lui riesce a leggermi ancora una volta.

«Sì, Ariel.» Abbassa lo sguardo. «L'ho sempre saputo.»

«Mi dispiace», sussurro facendo lo stesso.

«Per cosa?» La voce di Harry continua ad essere bassa.

Alzo di nuovo di nuovo lo sguardo e scrollo le spalle. «Non lo so.»

«Per tutto questo. Tara, Zayn, Stephan», dico. «Tu.»

Harry dischiude le labbra, poi si avvicina a me e mi prende il volto tra le mani.

«Ehi, no», mormora sfregandomi la pelle con le dita.

Un piccolo sorriso si forma sulle sue labbra. «Non hai nessun motivo per pensare questo, Ariel. Per pensare che tu in qualche modo sia sbagliata a stare qui con me adesso.»

Mi guarda ancora con quegli occhi così verdi e intensi che quasi mi manca l'aria.

«Tu sei l'unica parte di cuore di cui io ho bisogno», sussurra, e poi mi bacia di nuovo.

Ancora e ancora, fino a ricomporre ogni mio frammento nel modo in cui mai nessuno è riuscito ad essere disposto a fare.

🌹 H A R R Y 🌹

Non riesco a reprimere questo sorriso che mi curva le labbra nanche adesso che non sono con lei. Ma la immagino.

La immagino ancora nella mia stanza, tra le lenzuola, il suo corpo coperto quanto basta e i capelli sparsi sul cuscino intorno a lei, le labbra dischiuse e gli occhi che osservano ciò che ha intorno.

Me la immagino mentre sta vivendo.

Stanotte è stato come non lo è mai stato con nessuna. Neanche con Tara, neanche dopo tutti questi anni insieme.

È quasi qualcosa di inspiegabile, come se se cercassi di razionalizzarlo con delle parole perdesse della sua essenza.

Non mi ha respinto per ciò che sono, non ha vacillato neanche per un istante e si è affidata completamente a me. Io non l'ho lasciata andare. Non l'avrei mai fatto; l'ho già fatto troppe volte ma non succederà ancora.

È stato quando mi ha parlato di Jake che l'ho capita per davvero. Che ho avuto quello che mi mancava per rendermi conto di quanto i suoi occhi e il suo cuore avessero bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi.

Ma io non le ho detto niente. Non sono riuscito a farlo anche se avrei voluto dirle così tante cose che alla fine sono stato in silenzio. Ciò che ho provato mentre le parole lasciavano la sua bocca e mentre lasciava a se stessa di rivivere quei momenti, quelle sensazioni che l'hanno portata da me.

Ho capito per quale motivo viveva e sentiva così tanto quello che abbiamo fatto all'inizio. Prenderci e volerci, ma senza pensare abbastanza alle persone che stavamo distruggendo intorno a noi.

E lei sente così tanto ogni cosa che non sono neanche sicuro se ne renda conto.

Attraverso il corridoio e raggiungo la mia stanza, fermandomi prima di farmi vedere da lei.

Lei che adesso è in piedi, che indossa la maglia che avevo io ieri sera e che lascia le sue gambe scoperte.

Lei che adesso è vicina al pianoforte sulla parete, che lo guarda come se nascondesse ancora troppe cose.

Cristo. Si rende conto di quanto è dannatamente bellissima?

Entro nella stanza e le avvolgo le braccia intorno alla vita da dietro e poggiando la testa sulla sua spalla. Il mio profumo e il suo sono su di lei in una combinazione che mi renderebbe ubriaco di questa ragazza nel modo più dolce che possa esistere.

«Cos'è che ancora non ti permette di vivere come dovresti, Ariel Green?» le chiedo stringendola tra le mie braccia.

🌹🌹🌹

Sono sempre tanto insicura quando devo descrivere quel genere di scene, ma ci tenevo a realizzare qualcosa che riuscisse ad esprimere quello che stavano provando Harry e Ariel e quello che sentono l'uno per l'altra, piuttosto che l'atto fisico in sé. Io l'ho immaginata un po' come la prima volta di Bella e Edward: dolce ma intensa, piena.

In ogni caso, vi ringrazio tanto per tutto il sostegno che mi date con ogni parola che scrivo.

Vi abbraccio forte forte. 🧡

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