Tubature, vi amo

«Luna, da quando sei un agente dello Shield?»
Chiedo a bruciapelo

«Aspetta che?»

È un ottima bugiarda.
Le faccio domande per una buona mezz'ora, e visto da una persona esterna sembra che io sia impazzita.

Un giorno la farò vedere, dovessero passare anni. Adesso sento che tutti i frappè siano diventati acido, devo trovare una nuova bevanda preferita, mh... La coca, quella che non si sniffa però?

Torno alla Tower e scendo nella palestra, perché sì, ce ne sono diverse a dire il vero, e inizio a provare la potenza di fuoco.
Ottima, devi dire, sono riuscita a aggiustare l'armatura senza intaccare le armi, un lavoro da maestra, e poi mi calza a pennello ora.

Do fuoco a mezza palestra e ceno con del kebab appena ordinato, con Pepper e Morgan, senza far scoppiare la terza guerra mondiale.

Sono le ultime volte che probabilmente vivrò questo, voglio un bel ricordo.

Lancio la sveglia contro il muro.
Quella non si rompe, dato che l'ho rinforzata, e io fisso il soffitto.
Devo andare.
Mi vesto di tutto punto e tocco il mio reattore che adesso è collegata alla Mark 50, e volo fino al centro.

«Come oggi niente scuola?»
Sento la voce di James dire.

Aspetta, che?

Coulson allarga le braccia, davanti a quella folla di studenti

«Scusate ragazzi. Nessuno potrà entrare per un paio di giorni, c'è stato un problema con del tubature, le aule non sono più accessibili.»
Imito la mossa di Superman all'incontrario e per poco non mi metto a saltellare.
Niente scuola! Vuol dire più tempo per fare casini, per cazzeggiare, per...

«Ehy, Edith, come stai?» mi chiede James

«Sto bene»

«Non mi sembra.»

«Invece sì»
Mi tira in disparte, metre tutti sciamano via, e Martha urla
«Hey, andiamo tutti insieme a mangiare una pizza?» urlo seguito da assenso generale

«Ho forse qualche informazione. Mia madre ha lavorato sul siero AW-349, forse»

«E perché non le chiedi informazioni così possiamo risolvere la situazione?»

«Non è facile ottenere qualcosa sullo Shield da lei, segreto professionale.»

«E?»

«Ho un piano»

«Spara»

«Domani tu vieni a cena da me»

Mi sbatto la mano in fronte.

«È questo il tuo grande piano?»

«Le spieghiamo tutta la storia e forse ci aiuterà»

«Non ho mai sentito piano peggiore. O forse sì?»

«Hai altre opzioni?»

Sono costretta ad ammettere di no, quindi accetto.

«Ah, e...»

«James, se dobbiamo mettere in atto un piano dobbiamo conoscerlo entrambi, non credi?»

«Potreiforseaverdettochestiamoinsieme»

Spara tutto di un fiato, ad occhi chiusi per paura della mia reazione

«James, caro, giuro che ti sparo»

«Non è colpa mia, ho pensato che potrebbe essere di aiuto»
Dice a disagio

«D'accordo. Non ne parliamo più, andiamo a goderci una pizza.»

E lo trascino dal gruppo che ride e chiacchiera, divertendosi. È così che dovrebbe andare, sempre.

«Perché sei vestita così, Edith?» mi chiede Morgan.

Guardo il riflesso sbiadito sul vetro della vetrata.

Sto malissimo

«Mi annoiavo.» Morgan sa cosa io combino quando mi annoio.
Almeno non ho fatto esplodere la casa!

Comunque, scappo pregando di non incontrare nessuno a parte la mia sorellina.
Corro fino all'appuntamento con James, che poi da gentiluomo di avrebbe dovuto condurre per le strade di New York.
Io lo sparo.

«Perché hai il fiatone?»

«Perché ho corso, magari?».

Mi appoggio a un palazzo per riprendere fiato.
«Tutto okay? Devo chiamare un medico?»

«Dio, James, devo solo respirare, sto benissimo»
Chiudo un attimo gli occhi e cerco di scacciare il mal di testa.
Mi faccio trascinare per tutta la strada, lamentandomi come una bambina.
Livello maturità: sotto quello del mare

Nessuno è morto.
Questo è un buon segno.
La cena è andata bene, a parte le domande scomode del capitano.
"Usate sempre il preservativo" cit- il capitano.
E io sono letteralmente morta.

Adesso possiamo un attimo parlare con Peggy dato che il capitano è andato a controllare Diana che si è messa a piangere.

«Mamma, ti dobbiamo dire una cosa» inizia James, titubante

«Non state insieme, Almeno non ancora? Lo avevo capito»
Peggy Carter ha la mia stima

«Sto morendo, e mi rimane circa un mese» sentenzio con tono da funerale.

«E con metodi non ortodossi abbiamo ottenuto delle informazioni sul come guarirla, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto, mamma» finisce James.
Evitiamo di dire i metodi.

«Voi raccontatemi la storia, sinceramente, e io vi aiuterò. Affare fatto?»

James annuisce. Racconta per filo e per segno tutto, senza nemmeno lasciare un particolare.
Io lo lascio fare, non credo che riuscirei a raccontare tutto così sinceramente, senza nemmeno una piccola bugia.
È uno dei miei difetti.

Peggy ci guarda, con un misto di preoccupazione e curiosità.

«Chi era l'intruso all'Avenger Tower, Edith?»

«Non ne ho idea.»

Non è vero.
Ho solo una stupida teoria. Ho ripensato molto a quella notte, e durante l'ora con la May mi è venuta l'illuminazione. Anne usava le stesse identiche mosse da combattimento dell'intruso, l'altezza è la stessa, e ho fatto ricerche su di lei.
Il suo cognome è Smith, e sembra uscita dal nulla più totale.
Ma no. È solo una mia suggestione, non può essere lei...

«Il siero è stata un idea di Howard.»
Drizzo le orecchie al nome di mio nonno.
«Era una garanzia per lo Shield, una protezione. Ma le formule sono andate perse in un incendio. Il progetto è stato abbandonato, e i file nascosti»

"Ecco cos'è quella stanza" comunico con gli occhi a Jamie.

«E l'antidoto?» domanda alla madre, speranzoso.
Sembra che ci tenga più lui che io.

«Distrutto nell'incendio. Nessuno sa nulla. Edith, mi dispiace» ingoio la saliva, con un groppo in gola.

Morgan se la dovrà vedere con un altro lutto.

James mi accompagna a casa, dato che è un idiota.

Guardo avanti con le mani in tasca, mentre lui prova a incoraggiarmi, o che ne so.

«...Troveremo un altro modo»

«James, basta» lo interrompo
«È il finale della mia storia, siamo a malapena a metà, ma è già la fine. Stop.
Non voglio che tu inizi a fare piani irrealizzabili, e ti illuda di poter fare qualcosa. Non puoi, lasciami andare»

È come un cagnolino bastonato.
Mi sento male a trattarlo così, ma è meglio chiudere la questione più che sperare che si possa risolvere e finire con una bara e tante lacrime.
No?

_Spazio me_

Sono tornata, gente!
Sì, di nuovo a darvi fastidio.
E nulla, mi hanno chiuso la scuola.
Seeeeh

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