II
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— And I don't want the world to see me, 'cause I don't think that they'd understand.
Iris, Goo Goo Dolls.
Il solito e ripetitivo suono della sveglia mi portò ad aprire gli occhi, ma soltanto quando mi voltai mi accorsi che Seth non era più accanto a me.
Avevamo passato la notte insieme e, come ogni volta, lui mi aveva tenuta tra le sue braccia per lasciare che potessi dormire con più tranquillità.
Spostai lo sguardo poi sul letto di Cara, totalmente intatto. Probabilmente sarebbe venuta direttamente a lezione come mi aveva scritto nel suo messaggio la sera prima.
L'avevo conosciuta qui al college, ci incrociammo un giorno nei corridoi quando andai insieme a Seth a comunicare che fossimo arrivati e per sapere dove eravamo stati collocati.
Mi spaventava e allo stesso tempo mi era indifferente conoscere quella che sarebbe stata la mia compagna di stanza.
Quando iniziai a conoscerla mi resi conto che ero stata fortunata, specialmente considerando chi ero arrivata a frequentare in passato, ed erano passati cinque mesi da quando eravamo arrivate qui a Yale e avevamo imparato a convivere e a guadagnarci la fiducia dell'altra.
Mi feci una doccia veloce e quando tornai in camera trovai Cara piegata sulle ginocchia; quando si accorse della mia presenza sussultò urtando con la testa sotto la scrivania.
«Maledizione, Em» imprecò massaggiandosi il punto dolorante.
«Oddio, scusami» le dissi avvicinandomi a lei e aiutandola ad alzarsi. «Tutto okay?»
«Credo di sì, ma se prima avevo anche una sola possibilità di riuscire a seguire la lezione di Collins, adesso decisamente non ne ho più.» Sostenne poi facendomi sorridere e sorridendo con me, anche se era piuttosto improbabile che lei non riuscisse a seguire una lezione. Non so come facesse, ma in qualche modo era sempre tra i primi del corso, ed era determinata a mantenere la sua posizione.
«Come va con Kyle?» Le chiesi raccogliendo i capelli nell'elastico che portavo sempre al polso.
«Benissimo, grazie» mi rispose entusiasta, e riuscii a percepire il suo amore per lui da come istintivamente reagiva al solo pronunciarsi del suo nome.
Si erano conosciuti qui, e dopo quasi un mese che iniziarono a frequentarsi entrambi erano inevitabilmente ceduti all'altro.
Cara era molto diversa da me. Era diversa fisicamente, ma non era solo questo. Ogni suo gesto, ogni suo movimento e persino il modo in cui camminava erano perfettamente studiati.
Cara era una ragazza che avrebbe fatto di tutto per apparire sempre al meglio non volendo mai essere giudicata, e anche se lei sosteneva il contrario, io sapevo quanto in realtà ci tenesse.
Anche io ero così, ma poi ero stata costretta a cambiare, e solo adesso potevo dire di esserci riuscita.
Io vivevo costantemente con la paura di essere giudicata per ogni singola cosa, per ogni singolo gesto i parola, e anche la più insignificante io la rendevo un affare di stato.
Ciò che ammiravo di più del suo carattere e della sua personalità erano la sua determinazione e la sua sicurezza, che mostrava in ogni momento. Io ci stavo lavorando, ma quando tutte quelle che ritenevi certezze ti avevano trascinato giù nel momento in cui si erano distrutte era difficile riuscirci. Riuscire a crederci ancora.
Lei sapeva esattamente dove voleva arrivare, mentre io non lo sapevo, e forse non lo avrei mai saputo. Mi limitavo a vivere la mia vita così come si presentava, perchè avevo imparato a mie spese che non importa programmare, organizzare e vivere secondo i propri piani. Lo sapevo perchè ne avevo pagato le conseguenze sulla mia pelle.
A distogliermi dai miei pensieri su Cara fu la vibrazione emessa dal mio cellulare, poggiato sul comodino accanto al letto. Lo afferrai e vi feci scivolare il dito sopra lo schermo per sbloccarlo e aprire il messaggio che avevo appena ricevuto.
Facciamo colazione insieme al solito posto?
Era quasi una tradizione che io e Seth ci incontrassimo prima di andare a lezione per fare colazione insieme.
Con noi c'era stata qualche volta anche Cara, così le domandai se volesse venire con noi quel giorno, dato che supponevo non avesse ancora fatto colazione.
«Vogliamo andare?» Mi domandò facendomi portare l'attenzione su di sé, già pronta per andare via con la sua borsa sulla spalla.
«In realtà Seth mi ha chiesto di vederci. Vieni con noi?»
«No, ti ringrazio. Vorrei arrivare prima dell'inizio della lezione per prendere posto alle prime file.» Annuii assecondandola, essendo già a conoscenza di quando fosse irremovibile sotto quel punto di vista.
Questa era un'altro aspetto su quanto fossimo diverse.
Non saltavo le lezioni solitamente, cercavo sempre di essere in orario e di rispettare me stessa in quello che ero riuscita ad ottenere e che rappresentava la mia rinascita.
«Allora ci vediamo direttamente a lezione.» Le dissi, lasciandola andare.
«Certo, a dopo.» Mi sorrise e chiuse la porta della nostra camera dietro di sé prima di iniziare un'altra giornata.
Risposi velocemente al messaggio di Seth confermando che ci sarei stata e che ci saremmo incontrati direttamente fuori dalla caffetteria.
Uscii anch'io dalla stanza dopo aver recuperato la mia borsa e tutto ciò di cui avevo bisogno. I corridoi del dormitorio femminile non erano ancora molto affollati, e non impiegai molto ad arrivare nel posto che avevamo concordato io e Seth. Lui era già lì fuori, e tra le mani aveva due contenitori e un sacchetto.
«Caffellatte e donut al cioccolato, come sempre.» Affermò sollevando prima l'una e poi l'altra mano, avendo da una parte i contenitori e dall'altra il sacchetto.
Gli sorrisi e lo ringraziai, così ci sedemmo al nostro solito posto.
«Cara è tornata?» Mi chiese mentre finiva la sua ciambella.
«Sì, e le avevo anche proposto di venire con noi, ma ha detto di voler arrivare prima a lezione. A volte mi chiedo se quella ragazza sia reale.» Sospirai guardando un punto indefinito davanti a noi.
«Cosa intendi?» Mi chiese Seth, non capendo in un primo momento a cosa mi riferissi.
«Sembra non stancarsi mai, è come se avesse sempre le energie e le forze per andare avanti e fare qualsiasi cosa le venga chiesta o che imponga a se stessa.»
«Io preferisco sempre te» disse Seth, e io gli colpii giocosamente il braccio come ogni volta che mi adulava o che mi faceva dei complimenti. La sua dolcezza era principalmente ciò che lo distingueva da tutti gli altri, ma sapevo che con me lo faceva anche per sollevarmi, e per impedirmi di ricadere.
— 🌙 —
Ero al locale in cui lavoravamo io e Seth, ma essendo appena iniziata la settimana non c'era molta gente. Il pomeriggio trascorse in tranquillità, e spesso avevamo anche approfittato di alcune pause per fermarci e prendere una pausa.
Avevamo trovato il lavoro grazie al professor Collins, il mio insegnante di arti figurative che all'inizio del primo semestre ci aveva informati del bisogno del personale in questo locale e in altri, sempre nelle vicinanze di Yale.
Quando venimmo a presentare la domanda per poter lavorare non conoscevo ancora bene Cara, ma anche se le avessi chiesto di venire con noi non avrebbe sicuramente accettato, date le condizioni della sua famiglia e del tempo che poi avrebbe dovuto sottrarre allo studio.
«Anche domani mattina inizi alle nove?» Mi chiese Seth, così mi voltai nella sua direzione incontrando l'azzurro dei suoi occhi.
«No, ho la prima lezione alle undici. Perchè?» Gli domandai, pensando che forse volesse chiedermi altro.
Seth iniziò a dire qualcosa, ma la mia attenzione venne catturata dall'apertura della porta del locale, a cui fece il suo ingresso un ragazzo alto che si passò una mano tra i capelli scuri e mossi, prima di alzare lo sguardo.
«Non può essere» sibilai non riuscendo ancora ad essere sicura di chi avessi davanti agli occhi.
Author's Notes
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi assicuro che dal prossimo capitolo la storia inizierà a muoversi di più 👼🏻
ps. Logan è come io immagino Seth, ma voi potete immaginarlo come volete, così come Emma. Per Harry qualcosa mi dice che siamo un po' tutte d'accordo lol
Un bacio,
Chiara 💝
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