3.
《Ripetiamo il piano: tu ti avvicini a lei, la saluti, sicuramente lei ti darà a parlare e ti farà mille complimenti, e poi...baaam le dici che vuoi presentarle una persona》
Shiniciro stava illustrando minuziosamente il piano, per la quarta volta probabilmente...Wakasa ne aveva perso il conto, già dalla prima frase che aveva ripetuto il corvino il quale, a un tratto del discorso quando aveva annunciato quel "baaam" aveva allungato le mani e allargato le dita per simulare una vera e propria esplosione con gli occhi spalancati.
I due si trovano seduti su una panchina posta al di fuori della scuola, stavano aspettando che la campanella suonasse mentre Wakasa attendeva anche che l'amico terminasse di fumare la sigaretta.
《Lo so, Shin. Non c'è bisogno che tu mi ripeta il piano.》
Brontoló l'albino, appoggiando le braccia sullo schienale della panchina e guardando il cielo limpido in quel momento; nonostante ci fosse il sole a illuminare la giornata, le nuvole erano grigie come un ammonimento del brutto tempo in arrivo.
Dopodiché gli occhi chiari di Wakasa si spostarono verso il suo amico; questi erano particolari, forse era una delle poche persone al mondo ad avere gli occhi di quel colore: così chiari da sembrare viola, sfumature di lillà si diramavano verso i bordi dell'occhio. Erano così belli, forse anche per quello che Wakasa era così popolare tra le donne. Insomma, era il sogno di qualsiasi adolescente in piena fase ormonale; tratti così delicati, androgini avrebbero osato dire, capelli chiari, albini e occhi di quelle sfumare. Non c'era una ragazza che non gli sbavasse dietro.
E poi...era sempre gentile, delicato e disponibile con tutti. Peccato che fosse gay però.
Se n'era reso conto quando per la prima volta alle medie aveva visto un amico nudo nelle docce, dopo un allenamento piuttosto sfiancante e lui, oltre a essere arrossito, si era anche...eccitato.
All'epoca aveva dato colpa agli ormoni,ma conoscendo Shiniciro aveva capito.
Ovviamente, tutto all'oscuro del corvino. Non gli aveva detto mai nulla, non voleva essere preso in giro e poi...facendo parte di gang di strada, piene di duri e persone che amavano fare a cazzotti con tutti, non era assolutamente il caso per lui dichiararsi.
Forse...Benkei, magari, aveva capito qualcosa ma non avevano toccato mai quel tasto. Non era un tipo di rose, fiori e innamoramento.
Benkei era più tipo da calci, pugni e ghigni insanguinati.
《Andiamo.》
Disse il corvino gettando la sigaretta ai piedi appena finita, giusto in tempo per lo scoccare della campanella, e la pestó con un piede per spegnerla. Poi infilò le mani nelle tasche e partì verso la struttura.
Wakasa lo seguì.
Stette in silenzio.
Era ancora fermamente convinto che quella non fosse una buona idea.
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Durante l'intervallo, fu Wakasa ad avvicinarsi alla tanto agoniata preda del corvino; Yuki era lì, che stava parlando con una sua amica nel corridoio scolastico.
Shiniciro si era appostato dietro la porta della loro classe apposta, guardava i tre con la coda dell'occhio però cercando di tenersi nascosto dai loro sguardi.
《Ciao.》
Wakasa, con tono basso e palesemente scocciato, alzò una mano in direzione della ragazza mentre l'altra l'aveva infilata in una tasca.
La ragazza ebbe la reazione predetta dal corvino; era arrossita e aveva sgranato gli occhi. Sembrava non crederci che lui, Wakasa Imaushi, le stesse rivolgendo la parola.
L'amica di lei, guardando i due, alzò un sopracciglio scuro e poi l'altro.
《Io vado...ho una cosa urgente da ...fare, ecco !》
Poi si girò verso Wakasa.
《Ciao anche a te.》
Infine l'amica sparí, lasciando i due da soli.
Iniziarono a parlare.
Della conversazione, Shiniciro riuscì a capire poco e nulla ma vide perfettamente il momento in cui lei estrasse da un quaderno un foglio e scrisse qualcosa al di sopra con la penna.
I due si salutarono, lei ovviamente con un sorriso a trentadue denti e le gote arrossate.
Wakasa rimasto solo, fece uno sbuffo e girò i tacchi, avvicinandosi alla porta della sua aula.
Vide Shiniciro appostato dietro di essa.
《Allora ?》
Fece il corvino, aveva le braccia conserte al petto mentre Wakasa gli allungò ancora scocciato il foglietto lasciato dalla ragazza.
《Questo è il suo numero.》
Lasciò che l'altro lo prese ed entrò in aula, ma prima di sedersi, sussurrò un:
《Fossi in te però eviterei di fare lo stalker in questo modo. È inquietante.》
Spazio autrice
Heyyyyy~~~
Finalmente sono riuscita ad aggiornare e mi posso concentrare solo su questa storia.
Ho visto che vi sta piacendo e sono felice anche io.
Vi ringrazio tantissimo 💕
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