CAPITOLO 2-BIGS

Il suo coltello è puntato ancora alla mia gola e adesso... cosa... cosa vuole fare?!
Sento che la punta della lama scende in mezzo ai miei seni, osservando i movimenti dell' arma, il mio respiro si fa più ansante.
Con lo sguardo sempre più terrorizzato seguo la sua mano che si muove sopra di me, mentre disegna un cerchio attorno al mio capezzolo, da sopra il top per farlo inturgidire.
Lo stesso fa con l' altro.
Smette solo quando li vede entrambi turgidi.
Posso sentire il respiro dell'uomo da dietro la maschera che stà sempre più diventando affannoso " Il porco si è eccitato" e questo non mi dice niente di buono.
Mi tremano le gambe, i battiti del cuore accelerano il ritmo, sembra come voglia uscire fuori dal mio petto.
Prego che tutto questo sia soltanto un sogno...un incubo.
Ma purtroppo non lo è.
Lo sconosciuto ancora sopra di me mi toglie la mano dalla bocca avvisandomi:
« Se urli ti ammazzo...»
"Cosa faccio? Cosa faccio ?"
Improvvisamente, tira fuori qualcosa dalla tasca della sua felpa, intuisco subito dopo che si tratta di una corda con la quale mi lega i polsi alla testiera del letto.
A quel punto cerco di aprire un dialogo con lo sconosciuto, adottando lo stesso sistema che adopero con i miei pazienti.
« Ascolta, io non so chi sei e neanche cosa vuoi da me! Non credo di esserci conosciuti o di esserci mai visti prima d'ora! O... O forse sì?! Sei un mio paziente? »
Improvvisamente, l'uomo si eleva da sopra di me sedendosi a bordo letto, silente.
" Forse ho colpito nel segno! Sarà veramemte un mio paziente dunque ".
L'uomo seguita a non manifestare niente...
Sto per tirare un sospiro di sollievo quando di colpo si volge nella mia direzione, appressandosi a me, cingendo i miei fianchi impedendomi i movimenti.
Armeggia con il coltello, tagliando
l' indumento al centro, lasciando il mio seno nudo, fa la stessa cosa con le mutandine.
Mi dimeno, implorandolo piangendo e latrando.
Cerco di tirare calci ma sono bloccata dal suo peso.
Provo a giocare d'astuzia cercando di farlo impietosire.
« Non farlo ti prego, perché vuoi farmi del male. Ti prego, tu sei meglio di così» gli dico, ma sembra non funzionare.

Lo sconosciuto si solleva a metà busto distanziandosi da me per un istante, giusto il tempo di enunciarmi:
« Tu non sai niente di me! E non urlare...se non vuoi morire! »
Si china su di me e con veemenza mi penetra con il suo membro.
A nulla sono valsi i miei pianti, le suppliche di non farlo.
Mi ha tenuta sotto per quasi un' ora.
Ha fatto male tanto, ha fatto i suoi porci comodi senza avere nessuna pietà per me. Come una bestia!
Probabilmente non si è accorto...nemmeno che ero vergine...oppure sì ma non gliene è fregato nulla.
Non posso credere di aver conservato la mia purezza per anni, aspettando quello giusto per poi farmela rubare così.
In un modo così brutale e violento, mi ripeto tra le lacrime e la rabbia di non averlo potuto impedire.
Il bastardo dopo che ha finito si eleva da me allontanandosi.
Sconvolta e in lacrime penso che forse se ne andrà via adesso. Se va via sarò salva a metà!
Ma le mie speranze svaniscono presto,
quando lo vedo rientrare con un piatto e dentro di esso due sandwich.
«Prendi pure la mia roba da mangiare adesso?
Dopo aver rubato la mia ...verginità...»
Dopo aver pronunciato quella frase, ho avuto come l' impressione di averlo interdetto!
" E come se la mia frase lo abbia turbato"
Singhiozzando gli chiedo:
« Che cosa ne hai fatto del...mio cane?»
Completa il suo pasto e senza rispondere conduce all' esterno della camera da letto.
Di getto odo dei rumori, come di una porta dischiusa e poi richiusa e subito dopo lo scalpitìo di zampette correre.
Intenta a sentire, non ho nemmeno il tempo di captare i suoni.
Qualcosa di pesante e peloso mi piomba addosso, si tratta del mio Bigs.
«Bigs, cucciolone mio ...dove sei stato?» esclamo rincuorata.
Nel contempo, seguita a leccarmi sul viso
scodinzolando, senza poterlo toccare a causa dei polsi legati.
Improvvisamente vedo l'uomo appoggiarsi allo stipite della porta osservare la scena.
Mi si approssima avanzando lentamente,
afferra il coltello, che prima aveva deposto sulla superficie del comò.
In quell' istante un pensiero urta la mia mente.
" Vorrà ricominciare? O... vuole eliminarmi?"
Sconvolta gli latro biascicando:
« Ehi? N-Non vorrai uccidermi? Rammenti di... indossare una maschera?
Quindi io non ho potuto vedere la tua faccia!»
Si arresta per pochi istanti e subito dopo avanza nella mia direzione, quando mi si è affiancato, leva la mano con l' arma su di me tagliando le corde che mi legano i polsi.
« Scommetto, che dovrei anche ringraziarti per avermi liberata dalle corde»
Si volta piano verso di me prima di andarsi a sedere nella poltrona in pelle bianca che tengo ai piedi del letto.

Mentre mi massaggio i polsi doloranti e segnati dalle corde, lo sento farfugliare qualcosa:
« Mi...mi dispiace ...non volevo...
non volevo farti del male...
Io... non so cosa mi sia preso.
So che non merito il tuo perdono ...»
« Ma come fai a parlarmi di perdono ...
sei un animale, uno schifoso e sporco maiale!
No , scordati il mio perdono perché non te lo darò mai! »
Senza dire niente si tiene la testa tra le mani continuando a stare seduto con un gesto di disperazione.
Cala il silenzio...
Nonostante il sole sia già alto e dalle tapparelle accostate entrano dei timidi raggi, la stanza è in penombra.
Ma riesco a vedere che ancora porta la maschera...
Ira e rabbia si impossessano di me ...
più ripenso a quello che mi ha fatto e più vorrei ucciderlo con le mie mani.
Ma come?
Bigs è sul letto accucciato accanto a me ringhia contro quell'essere schifoso, lo tengo calmo accarezzando la sua pelliccia.
Mentre medito la mia vendetta.
Lo sconosciuto ancora seduto sulla mia poltrona sembra dormire, tenendo la testa da una parte sorretta dalla mano chiusa a pugno sulla guancia.
"Quale migliore occasione" ...penso
Mi guardo intorno in cerca di un oggetto per colpirlo.
Quando i miei occhi ricadono su di un grosso vaso, deposto sul pavimento tra il comò e la parete.
Provo a scendere dal letto il più lentamente possibile per non fare nessuna vibrazione e nessun tipo di rumore, rischiando di svegliarlo.
Quando ho già messo un piede a terra,
mi accorgo del coltello adagiato sul bracciolo della poltrona dove sta dormendo lo stronzo.
Con passo felpato gli sono davanti
lentamente avvicino la mia mano per afferrare l' arma, sento il cuore pulsare persino dentro le orecchie.
" Ancora un po'... ci sei quasi - mi dico- preso!
Succede tutto in un attimo...
In un nano secondo afferro il coltello
e nello stesso istante,
lui afferra il polso a me...

~SPAZIO AUTRICE~

Ho deciso di revisionare questa mia storia...

Per cambiare...
Aggiungere...o eliminare qualcosa...?

Chissà... voi seguitemi e lo scoprirete...

Questo è il secondo capitolo (revisionato)...

Curiosa di sapere cosa ne pensate...

Ciao😎😉

(In continua revisione...)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top