VI- LA CASA DEL NONNO (2


𝐄𝐑𝐈𝐂

Shawn, mi ha sorpreso oggi. Ha deciso di partire insieme a me, nonostante questo gli creasse dei problemi al lavoro. È proprio un vero amico, non lo dimenticherò questo"!

Mi ripeto nella mente mentre lo osservo dormire appoggiato al finestrino con un piccolo cuscino sotto la guancia
sinistra.
Quella scena mi strappa un sorriso. Infilo gli auricolari per ascoltare un po di buona musica e cercare di dormire.

Senza accorgermene mi sono appisolato: " Almeno ne ho approfittato per recuperare il sonno perso".
Nel frattempo Shawn si sveglia anche lui. Allunga le braccia stirandosi, mi guarda e poi asserisce:
« Mi ci voleva questa dormita, ero proprio stanco, mi sento rinato. Vado a chiedere alla bella hostess, se mi porta un caffè ! Lo vuoi anche a tu ?»
Annuisco senza parlare, Shawn si allontana e io nel frattempo dò una fugace occhiata fuori dalla lastra di vetro del finestrino.
Ciò che vedo non mi lascia capire dove mi trovo ma lo spettacolo dell'immensità del cielo azzurro mi lascia senza parole e le nuvole, che da così vicino non le avevo mai vedute, candide e soffici da sembrare panna montata, mi sembra di librarmi in volo tra loro.

Arriva Shawn a riportarmi coi piedi per terra, o per meglio dire sull'aereo.
Mi fissa chiedendomi:
« Che cosa stavi guardando ? »
« Volevo solo capire dove ci troviamo ! »
Mentre conversiamo si sovrappone la voce dell'assistente di volo annunciando:
« 𝑰 𝒔𝒊𝒈𝒏𝒐𝒓𝒊 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒆𝒈𝒈𝒆𝒓𝒊 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒑𝒓𝒆𝒈𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒊 𝒂𝒍𝒍𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒆 𝒄𝒊𝒏𝒕𝒖𝒓𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉è 𝒔𝒕𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒕𝒕𝒆𝒓𝒓𝒂𝒓𝒆. 𝑮𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆»
« Finalmente, non ne potevo più di starmene seduto, ho le gambe intorpidite»
Ci prepariamo a scendere rispettando la fila. Quando arriva il nostro turno, la hostess ci saluta replicando:
« Buona giornata signore, spero che il viaggio sia stato confortevole. Torni a volare con noi»

Shawn, mi guarda in volto e poi afferma:
« Le assistenti di volo hanno sempre un gran da fare durante il volo, ma più di tutti alla fine del viaggio, devono ripetere la solita filastrocca per ogni passeggero che scende»
« Già»
« E il loro stipendio non copre la fatica e il rischio che corrono alle volte di mettere a repentaglio la loro stessa vita.
Ci basti pensare all' 11 settembre »
« È vero. Ma adesso cerchiamo un taxi. Forse quello è...»
«Oh-oh! Troppo tardi»
Mi fa notare Shawn, quando si accorge, come me, che è stato preso al volo da un tipo con un vestito grigio, occhialini sul naso, capelli tirati a lucido e ventiquattr'ore tenuta in mano a seguito.
«Pazienza, siamo stati troppo lenti» Asserisco.
« Ma il prossimo che vedremo ci fiondiamo dentro senza discutere»
Infatti nell'immediato ne scorgiamo un altro e lo prendiamo al volo.
Dò l'indirizzo al tassista, che con molta difficoltà riesco a leggere. Trattandosi di una vecchia lettera che mi ha mandato mio nonno, un paio di mesi prima la sua dipartita.
L'autista mi offre il suo aiuto e legge " Via Ciampa 27 - Afragola (Na).
Poi rivolgendosi a me chiede:
« È qui che dovete andare?»
Sì, se quello è l'indirizzo scritto nella busta di quella lettera?! Sì è lì che dobbiamo recarci, grazie»

Ci fa accomodare in auto, mentre lui carica i nostri bagagli nel vano apposito.
Mette in moto e ci dirigiamo verso la nostra destinazione.
Durante la strada, osservo con particolare attenzione, tutto ciò che la vista mi offre.
Bellissimi paesaggi di periferia, con appartamenti lussuosi, antichi castelli, fino ad arrivare nelle classiche strade di borgata.
Rivolgendomi a Shawn dichiaro:
« Guarda quelle rampe di scale Shawn. Ricordo di averle viste in uno di quei film che erano soliti guardare i miei nonni; quando li venivo a trovare per le vacanze. Avevo sette anni, ricordo delle donne solerti a vendere sigarette di contrabbando, incinta per evitare l'arresto. Si mettevano ai lati di questa rampa sui gradini costruiti in pietra.
Mi danno un'emozione vederle dal vivo. A te no?»
Il mio amico mi guarda stupito poi afferma:
« Giuro che in tanti anni non conoscevo questo tuo lato sentimentale. Comunque non ho mai visto questi film, neanche da piccolo. Però devo ammettere che l'Italia è bella. Anche questa città...? »
Schiocca le dita ripetutamente come gesto a ricordare il nome del posto. Così gli annuncio:
« Napoli! Precisamente ad Afragola, una frazione di Napoli»

Veniamo distratti dall'arresto improvviso del taxi, l'autista ci informa:
« Ragazzi, mi dispiace ma dovrete proseguire a piedi, da qui in poi non c'è una strada percorribile da auto per arrivarci. Sono spiacente, ma ormai dovreste esserci»
Con disappunto scendiamo dall'auto gialla, il tassista scarica il nostro bagaglio, paghiamo la corsa e a marcia indietro si allontana.
Io e Shawn, ci soffermiamo a guardare la grande rampa e poi ripeterci:
« Forza e coraggio, gambe in spalla amico»
Do una pacca sulla spalla al mio amico, per incitarlo ad alzarsi; che nel frattempo si era seduto su un gradino in pietra.
«Facciamo in fretta a salire che questo posto ha la fama di essere abitato da prestigiatori, fanno sparire le valigie»
A quelle parole Shawn esclama:
« COSAAA
Inizia a salire quei gradini come fosse inseguito da un cane con la rabbia.
Infatti arriva prima di me.
Alla fine entrambi con il fiatone ci ritroviamo davanti una discesa su una strada dissestata.
Ci mettiamo in marcia trascinando i nostri trolley sperando di trovare la villa prima che faccia buio.
Nel tragitto incontriamo un ragazzino, lo fermo chiedendo informazioni, ma lui non capisce la mia lingua. Allora cerco di sfoderare il mio italiano arrugginito, perché è da troppo tempo che non ho avuto modo di parlarlo. Visto che lo facevo solo quando venivo qui dai miei nonni.
Quando è morta la nonna non sono più venuto, neanche a trovare il nonno. Gli ero molto affezionato e entrare in quella casa sapendo che uno dei due mancava era troppo doloroso.
Comunque inizio a spiegare al bambino:
« No-i - due - do-bbia-mo an-da-re a Villa Balzano»
Il ragazzino mi guarda stranito, ma quando in parte capisce ciò che gli ho chiesto risponde:
«Ahh! Mò aggia caput»

Dopo qualche chilometro, dietro le lamentele di Shawn:
« Ma quando si arriva, io non ce la faccio più»
« Abbi fede, siamo quasi arrivati, riconosco queste abitazioni e gli alberi... si ci siamo. Eccola la casa del nonno»

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