SUPERHEROES - Caèl Soilèir

-𝘪 𝘵𝘳𝘪𝘦𝘥 𝘵𝘰 𝘣𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘧𝘦𝘤𝘵 𝘣𝘶𝘵
𝘯𝘰𝘵𝘩𝘪𝘯𝘨 𝘸𝘢𝘴 𝘸𝘰𝘳𝘵𝘩 𝘪𝘵❞

Tag: -Ibisco, Sof, Marghi
Others:Mary Tess Cindi Sere  Ell Mia Gio

NOME: Caèl
"Papà, Papà!" Strilla Caèl indispettito "Mi racconti la storia del cavaliere con il mio nome?" Christopher lo guarda divertito, si avvicina e gli stampa un bacio sulla fronte "È tardi bambino mio, devi dormire" Caèl sbuffa e si sistema sotto le coperte, tanto lo sa benissimo che papà non andrà a letto anche se è tardi: passerà tutta la notte nel suo laboratorio segreto.

Caèl ama il suo nome perché è stato suo padre a sceglierlo per lui, eppure lo odia per lo stesso identico motivo.
Sua madre gli raccontava che Papà non aveva accettato repliche, era arrivato in casa con un libro di folclore celtico e aveva indicato con aria imperativa un nome;
Caèl era un cavaliere delle leggende Irlandesi appartenente all'ordine segreto dei Feniani, un gruppo indipendente di soldati mitologici.
Era il più passionale e valoroso di tutti, tanto innamorato della sua donna che in battaglia sacrificò la propria vita per salvarla da una freccia.
Caèl infatti significa generoso, e il suo primo portatore fu così generoso da rinunciare alla propria vita per quella di qualcun altro.
Caèl non si è mai ritenuto così generoso, forse solo nei confronti di sua madre Sophie, ma non lo ammette.
Infondo però come nome non gli dispiace poi tanto, è un nome semplice, veloce e unico, ed in pochi se lo scordano facilmente.
Lo apprezzerebbe fino infondo se non fosse per il ricordo di suo padre che trascina assieme a sé.

"Mamma, ma perché io non ho un soprannome?" Domanda il piccolo Caèl leccando via la cioccolata dalle labbra.
Sophie sospira, afferra un fazzoletto e lo pulisce delicatamente "Perché hai un nome troppo bello per un soprannome amore"

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COGNOME: Soilèir
Il suo cognome invece Caèl lo detesta;
Il dialetto Celtico non l'ha mai capito, tantomeno quello antico, nonostante nel bar dove lavorava a Kinsale qualche vecchio ubriaco lo parlasse strascicato.
Soilèir significa limpido, come il cielo nelle belle giornate o come l'acqua di un ruscello, e fu il suo trisnonno a decidere che la propria famiglia avrebbe portato quel nome per il resto dei suoi giorni.
Caèl non riesce a starci comodo dentro, è troppo stretto per lui, radicato sia per significato che per pronuncia in quello che è il suo piccolo e monotono paesino;

"Soleil?" Chiede la nuova professoressa di matematica appena arrivata in città.
Caèl storce il naso "Soilèir" borbotta abbassando lo sguardo mentre Niall ride.
"Soliè magari..." Tenta ancora lei, ma il ragazzo sa già come andrà a finire "Ti chiamerò Caèl, è decisamente più semplice"

Ecco, questa è forse l'unica cosa che apprezza del suo cognome, ovvero il fatto che non importa dove vada o chi incontri, lui sarà sempre e soltanto Caèl, per tutti.
Gli piace infondo, lo fa sentire un po' più generoso, un po' più cavaliere.

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ETÁ: 17 anni
Esiste un'età fisica e un'età mentale, e se Caèl ne dimostra diciassette, una volta che avrà aperto bocca convincerà chiunque di averne almeno il doppio;
E questo perché Caèl un'adolescenza in piena regola non l'ha mai nemmeno sfiorata, figuriamoci avuta!
Riflesso di ciò è sicuramente l'autocontrollo che si impone, sopprimendo la sua indole e il suo bisogno continuo di nuovi stimoli per aiutare le persone che ama.
Nasce il 21 di Giugno del 2003, sotto al segno dei Gemelli, governato da Mercurio;
È un segno d'aria e dunque mutevole, che odia la monotonia, creativo e socievole, con una vena artistica e un iperattività invidiabile tanto quanto la sua capacità di astrazione e estraneazione.
Il ritratto quasi perfetto di Caèl, se non fosse che il ragazzo non crede allo zodiaco, dato che suo padre lo definiva solo come chiacchere per finte streghe e ciarlatani.
Al contrario, lo ha sempre divertito l'oroscopo Celtico, nel quale veniva associato alla pianta del Fico, e descritto come una persona emotiva e artistica, e forse a causa anche delle origini mitologiche del suo nome non lo reputa superficiale e astratto come quello astronomico, anche se sa che suo padre disapproverebbe.

"Lei signor Alèc Roisièl quanti anni ha detto di avere?" Chiede nuovamente la hostess dell'aereoporto che si occupa di strappare i biglietti poco prima della partenza.
Alèc Rosièl era il nome scritto sulla sua fiammante carta di identità stampata nel garage di Todd Anderson poche ore prima, avere degli amici che sapevano sporcarsi le mani aveva i suoi vantaggi alle volte.
Era l'anagramma di Caèl Soilèir, e Caèl adorava gli anagrammi.
"Diciassette" Risponde lui impaziente, osservando gli aerei che tagliano il cielo, il suo volo per Toronto stava per partire.
Non si preoccupa di mentire, in Europa si può volare per conto proprio dai dodici anni di età, e dov'è diretto lui sarebbe già considerato un vero e proprio adulto.
"Prego, può procedere" Si convince questa infine, facendosi da parte per farlo passare.
Caèl ringrazia con un sorriso tirato e si dirige a passo svelto vero la bocca dell'aereo, non è esattamente il momento più felice della sua vita quello, ma l'idea di attraversare il vento e l'aria gli fa battere il cuore a mille.
Non sa cosa ci sarà dopo, ma non gli importa poi molto, è sicuro che sarà meglio di quello che sta lasciando.

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NAZIONALITÁ: Irlandese
Kinsale è un paesino piccolo, familiare si direbbe se lo si guardasse dall'alto del vecchio e traballante campanile.
Ma per Caèl è solamente un paio di scarpe troppo stretto che lo tengono ancorato in Irlanda, che non gli permettono di essere libero come gli piacerebbe.
Suo padre Christopher e sua madre Sophie si erano incontrati nelle stesse vie che lui percorre in sella alla sua bicicletta, ma nonostante questa altra piccola conferma di appartenenza non riesce proprio a sentirsi parte di quel luogo estraniato dal mondo.
Al pub in cui lavora, il vecchio Raven gli dice che un giorno sarà un esploratore, proprio come quel pazzo di suo padre, e infondo un po' lui ci spera, tanto che la notte rimane sveglio per studiare gli scritti di Christopher.
Alla vista non lo si direbbe un irlandese: non ha i capelli rossi fiammanti o gli occhi verdi come vuole il luogo comune.
Di Irlandese porta solo un forte accento nella parlata, che ha tentato in tutti i modi di levarsi di dosso inutilmente.

"E tu Caèl? Che farai dopo la scuola?" Domanda Simon Carroll lanciando un sasso nel sottile fiume che taglia a metà il paese.
Caèl alza il viso stranito, non lo stava ascoltando, era perso nella sua testa.
"Ti ha chiesto cosa vuoi fare dopo, bell'addormentato!" Gli ripete Niall Sean ridacchiando divertito.
Caèl non ci pensa su molto, sa perfettamente quello che vuole fare: "Voglio viaggiare, andarmene via di qua"
Todd Anderson gli si siede accanto, tirando fuori dal taschino una sigaretta accartocciata "Ma certo pirata" gli dice sorridendo "E i documenti falsi per scappare da qua te li darà il sottoscritto"
Infondo quegli amici gli piacciono, non l'hanno mai giudicato nonostante sappiano tutto di lui, di sua madre e anche di suo padre.
Li guarda, sorride, afferra un sasso e prova a lanciarlo sulla superficie cristallina, nonostante l'acqua gli dia un senso di vuoto assurdo e divorante.

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ASPETTO: Robert Sean

"Posso accarezzarti i capelli?" Chiede la piccola Alice sedendosi affianco ad un altrettanto piccolo Caèl, sopra al manto erboso del prato dietro alle loro case.
"Perché?" Domanda il piccolo Caèl come se fosse la risposta giusta.
Solo la mamma gli toccava i capelli per sistemarli alla mattina.
"Perché sono belli" fa spallucce e gli passa le dita in mezzo a quel ciuffo rigido e fermo.

Quando era piccolo i vecchi del paese dicevano che i suoi erano gli occhi del demonio: piccoli e scurissimi, talmente scuri che potevano sembrare neri.
Eppure, se si osserva bene, quando Caèl è perso nella sua testa e nei suoi pensieri un bagliore li anima, lo stesso che anima gli occhi di sua mamma quando un barlume di lucidità prende il possesso di quel corpo ormai privo di vita cosciente.
Un bagliore di vita, ecco cos'è.
Un fulmine, uno squarcio in quel cielo bruno, totalmente inaspettato ma così bello che toglie il fiato a chi sa interpretarlo.
I capelli del ragazzo non vengono pettinati ed acconciati da quando era bambino, addirittura stenta a spazzolarli talvolta, semplicemente perché non gli importa di come il suo ciuffo appaia agli altri.
Sono scuri, non tanto quanto gli occhi, ma di un colore avvolgente, simile a quello della cioccolata calda invernale.
Caèl non ha mai fatto sport, tranne qualche anno di atletica quando aveva circa otto anni, ma da quando suo padre era partito e a sua madre avevano diagnosticato l'infermità mentale faticava addirittura a studiare o a vedersi con gli amici.
Tuttavia, ha un fisico atletico e longilineo, frutto della sua passione per la bicicletta e di tutti i lavoretti occasionali che si è trovato a fare per mantenere sé stesso e Sophie.
Non c'è molto altro da dire su di lui e sul suo aspetto, è un ragazzo abbastanza mediocre se ci si pensa, se non fosse per tutte le fossette che gli spuntano nel volto lentigginoso quando sorridere;
Ha le labbra sottili, uno spruzzo di lentiggini sul naso affilato e sulle guance e il mento leggermente a punta.
Non è perfetto, ed è proprio questo a renderlo così gradevole ed interessante, perché si sa che la perfezione è davvero noiosa a lungo andare
Caèl ha un pessimo rapporto con gli specchi da quando Christopher è partito;
La nonna Bridget prima di andarsene non faceva altro se non ripetere che era la coppia sputata di suo padre, il suo ritratto.
E ancora adesso, quando vede il suo riflesso, non può fare a meno di pensare a quell'uomo.
Forse è per questo che odia tanto l'acqua.

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STORIA: Abbandono
Ci sono quelle persone che devono semplicemente essere loro stesse affinché tutto vada bene, e poi ci sono quelle come Caèl che per quanto si sforzino di far filare tutto liscio non ci riusciranno mai;

11-08-2011
"Ti ho disarmata!" Strilla il piccolo Caèl, mentre osserva la spada della sua vicina di casa, Alice volarle via di mano.
"Oh cavaliere Caèl, risparmiami te ne prego!" Mugola lei cadendo in ginocchio.
Lui fa finta di pensarci, batte un piede sul prato e la guarda con aria furba.
"Principessa Calie alzati, ti sei battuta con onore, e per questo ti risparmierò" tuona infine con la voce possente del bambino di otto anni che è.
Calie era l'anagramma di Alice, ed era il nome da principessa della bambina che lui si era inventato poco prima: Caèl adora gli anagrammi.
La bambina si alza in piedi divertita, sistemando i capelli biondi con una mano, e iniziando a rincorrerlo scherzosamente.

07-12-2011
Caèl è nascosto dietro alla gonna lunga di mamma, papà non ha voluto accompagnarli, aveva troppo lavoro da fare nel suo laboratorio segreto.
Non era mai stato in stazione, non che lui si ricordasse almeno, ma pensò che fosse il posto più brutto di tutta Kinsale.
"Devi proprio andare?" Domanda con voce rotta ad Alice, la sua migliore amica, ferma a pochi passi da lui.
Lei annuisce con aria triste, Caèl vede una piccola lacrima scenderle sulle guancia, così decide di abbracciarla.
"Fai un viaggio principessa Calie" Le dice.
"E tu non smettere di essere così coraggioso cavaliere Caèl" Risponde lei, sorridendogli un ultima volta prima di salire sulla carrozza del treno in procinto di partire.
Non la rivedrà mai più, e lui lo sa.

23-04-2014
Caèl è appena tornato a casa dopo una giornata di scuola incredibilmente faticosa.
"Sono a casa!" Urla aperta la porta.
Silenzio, nessuno gli risponde, e il che è strano dato che solitamente suo padre gli grida di fare silenzio a mo' di risposta.
Si guarda attorno, eppure pare davvero non esserci nessuno, e in tavola non c'è neanche un piatto di pasta con un bigliettino scritto di fretta dalla mamma che gli spiega il motivo per cui lei è papà se ne sono andati.
"Mamma? Papà?" Chiede incerto uscendo nel giardino sul retro.
La macchina di Christopher non c'è, al suo posto si trova Sophie riversa a terra.
"Mamma che succede?" Caèl lascia cadere lo zaino e corre incontro alla madre, sta piangendo, lo sta facendo da ore.
"Dov'è papà?" La scuote, lei non risponde "Mamma!" La scuote ancora, niente "Mamma rispondimi ti prego!"

30-01-2017
Il vecchio Raven scende le scale traballanti del Plank Palace con due boccali vuoti che Caèl dovrà sicuramente riempire di birra.
"Sei un bravo figliolo, ragazzo" Borbotta mentre asciuga qualche bicchiere;
È un uomo alto e dalla corporatura grossa, con una lunga barba e la voce grave.
"Grazie signore" Risponde lui rigido.
Lavora nel pub da qualche mese, ha preso il posto di Sophie da quando l'hanno ritenuta non idonea a lavorare.
Ma sua madre sta benissimo, sono tutte bugie quelle, semplicemente è mal vista in paese, e Caèl lo sa.
"Oggi se vuoi puoi uscire prima, so che c'è una festa fra voi giovani giù al fiume" Insiste Raven, e Caèl lo osserva.
Todd, Niall e Simon lo avevano invitato, era vero, ma lui aveva detto loro che era troppo impegnato con il lavoro, e come al solito lo avevano canzonato definendolo un ragazzo modello, da rivista!
"Oh no signore, sto meglio qui al caldo"
"Come vuoi ragazzo, e chiamami Raven, non mordo mica" Borbotta risalendo le scale con i due boccali di birra pieni.
Caèl sorride, si trova bene al pub, e se serve questo per aiutare sua madre allora lo farà.

29-09-2017
"Christopher! Christopher!"
Caèl si alza dal letto, scende le scale scalzo stropicciando gli occhi.
È notte fonda, i vicini si verranno a lamentare l'indomani mattina, ma non può farci assolutamente nulla.
"Mamma" la chiama dolcemente per farla voltare verso di lui.
È in piedi in mezzo al corridoio, le braccia tese in avanti e gli occhi vuoti come sempre.
"Christopher, sei tu?" Domanda.
"No mamma, sono Caèl, papà se n'è andato"
"Ma lui è tornato, l'ho visto! L'ho visto!'
"Non è tornato mamma, non tornerà più"
L'accompagna in camera, qualche lacrima gli scende lungo la guancia, si sente incredibilmente solo.

13-06-2019
"Caèl?" Chiede piano Todd, soffiando fuori il fumo della sua sigaretta.
"Si?" Ha catturato la sua attenzione, Todd Anderson raramente è serio, e quello è uno di quei momenti.
"Come stai?" Chiede corrucciato, con voce così profonda da costringere Simon e Niall a voltarsi verso loro due.
Caèl non sa come rispondere, nessuno gli chiede mai come sta, o perlomeno a nessuno interessa la risposta.
"Credo bene, e tu?" Domanda indietro.
Todd fa spallucce, e lo guarda con aria indagatoria, sapendo benissimo che sta mentendo.
"Ah quasi dimenticavo" salta su Simon battendosi una mano in fronte "Sta sera te e tua madre siete invitate a cena da noi"
Caèl sorride grato, è pessimo in cucina, e la famiglia Carroll cerca di aiutarlo sempre.
Cala il silenzio fra i quattro, e a spezzarlo e Niall che si alza in piedi sollevando la bici: "Su su uomini, in uno dei pochi giorni in cui il nostro Caèl non è a lavorare non possiamo certamente poltrire!"
Caèl sorride, si mette in sella alla bicicletta e segue i suoi tre migliori amici.

24-12-2020
Caèl bussa alla finestra di Todd, sono le tre di mattina passate ed è la vigilia di Natale, ma è sicuro di trovarlo sveglio.
"Caèl? Ma che cazzo ci fai qua?" Chiede indispettito facendolo entrare.
Il ragazzo trascina con sé la valigia con tutte le sue cose, o almeno quelle che è riuscito a prendere, e spera che le lacrime non si notino più di tanto.
"Ho bisogno di una carta d'identità nuova" Dice in fretta, sa che Todd lo aiuterà.
"Te ne vai?" La risposta è inaspettata, il ragazzo non è mai stato un tipo affettuoso, però la voce pare incrinata quella sera.
"Me ne vado" Sentenzia Caèl.
Passa poco tempo, Caèl Soilèir si trasforma presto in Alèc Roisièl, e l'impazienza di partire in indecisione.
Sta per uscire dalla finestra, non ha voglia di salutare Todd, sa che farebbe solo male.
"Ehi Caèl" Lo richiama lui, e non può fare a meno di voltarsi "Mandami una cartolina"
Non riesce a trattenere un sorriso, un'altra lacrima gli riga il viso, e poi salta giù dalla finestra, incamminandosi verso la stazione.
Gli mancheranno Todd, Niall e Simon, così come gli mancherà il vecchio Raven e sua madre, ma Kinsale non ha più nulla per lui.

12-01-2021
Il Canada è decisamente diverso dalla sua piccola e familiare Irlanda.
È più grande, più caotico, più dispersivo.
È davanti al portone di una grande casa, controlla per la decima volta l'indirizzo sulla lettera sgualcita che conserva in tasca;
Si, è quello giusto, non c'è dubbio.
Bussa, non vede un campanello, ma si sente leggermente stupido.
Gli apre la porta un uomo insolito, alto e secco, dai baffi spessi e con un monocolo.
"Si?" Domanda con voce pesante.
Caèl deglutisce "Alèc Roisièl signore" non sa perché ha mentito, ma gli sembra la cosa più logica da fare in quel momento.
"Niente più bugie qui, Caèl Soilèir"
Aveva pronunciato bene il suo cognome, questa è l'unica cosa a cui pensa Caèl prima di entrare.

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CARATTERE: Mente iperattiva
"Caèl? Caèl mi stai ascoltando?"
Sempre la stessa domanda, e sempre la stessa risposta;
Caèl ha il brutto vizio di dissociarsi completamente dalla realtà, rifugiandosi in quel luogo sicuro ed imprevedibile che è la sua testa, dialogando con i propri pensieri.
Non importa dove si trovi, e nemmeno con chi sia, semplicemente se la situazione prende una piega monotona il ragazzo preferisce nettamente dimenticarsi di quella realtà così noiosa e banale.
Non lo fa per dispetto o per arroganza, alle volte nemmeno se ne accorge, ma i suoi pensieri si articolano così in fretta che per qualcun altro sarebbero addirittura soffocanti, ma per lui semplicemente sono una tentazione troppo forte da non provare.
Ha gli occhi vitrei, lo sguardo perso nel vuoto, le mani impegnate in un gesto ripetitivo, la bocca leggermente socchiusa.
Ed è in quel momento lì, quando un ragionamento infinitesimale trova la risposta, che un lampo squarcia la coperta scura dei suoi occhi.
A volte pensa a cose della vita di tutti i giorni, a volte pensa agli scritti di fisica quantistica o di scienza nucleare di suo padre, altre ancora a cosa potrebbe cucinare per sua madre a pranzo.
Più spesso però pensa a tutto contemporaneamente, con una velocità sbalorditiva grazie alla quale passa da un argomento all'altro in un secondo.
Quest'iperattivitá però non si riflette nel suo modo di comportarsi, anche perché a detta di tutti a Kinsale è il ragazzo più calmo e pacifico che si sia mai visto.
Caèl ha semplicemente bisogno di tenere la mente impegnata, e il corpo è semplicemente il mezzo attraverso il quale sfoglia nuovi libri, scrive nuove intuizioni, visita nuovi luoghi.
È da questo che nasce il suo odio per Kinsale e la staticità del paese, carattere al contrario amato dalla madre;
A Kinsale non succede mai nulla, non si vede mai un viso nuovo, non arriva mai una notizia piccante, un garbuglio da sbrogliare o un problema da risolvere.
Caèl ha bisogno di scoprire, imparare, toccare, sentire cose nuove.
Non ha sempre fatto altro se non attendere il raggiungimento dei diciotto anni per andarsene e seguire le orme di suo padre, esplorare il mondo e studiarne la scienza, la fisica, la matematica e la geografia.
Ma i suoi progetti gli crollarono sulle spalle non appena Sophie venne dichiarata inferma mentalmente dal medico di città.
E così, per amore della povera madre, Caèl accettò addirittura di rimboccarsi le maniche, di iniziare a lavorare e di rinunciare alle proprie ambizioni.
Sogni, adolescenza e vita buttati via per occuparsi di una donna ingrata che stentava a riconoscerlo in viso quando lo guardava rincasare la notte.
Eppure era la sua mamma, e Caèl non sopportava l'idea di pensarla dentro ad un ospedale psichiatrico attendendo il ritorno del marito scappato anni prima.
Diciassette anni sulla carta ma almeno trenta sulle spalle, si diceva di lui;
Con un'indole così creativa ed insaziabile come la sua, stiparsi in un pub per tutte le sere della propria vita non era esattamente ciò che ci si aspettava, visto anche il padre.
Ma la diligenza di Caèl era ragione di invidia per chiunque a Kinsale, e lo è tuttora, ritenuto il figlio modello da quasi tutte le madri che lo avevano visto crescere.
Silenzioso, diligente, curioso, con una mente fuori dal comune e il bisogno di tenerla sempre impegnata con cose nuove;
Caèl ad occhi attenti parrebbe la personificazione vivente dell'aria.

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POTERE: Volo, livello primo
"Tira su quel cappuccio ragazzo" borbotta Raven, guardandolo con i suoi occhietti piccoli e affossati "Soffia un vento mostruoso là fuori" E così dicendo sparisce, scendendo le scale verso la cantina.
Caèl si affaccia alla finestra, un sorriso smagliante in viso e il naso premuto sul vetro freddo, mentre osserva gli alberi danzare.
Adora il vento, adora la sua libertà e la sua mutevolezza, la stessa libertà che vorrebbe lui, la stessa mutevolezza che ha lui.

Caèl non ha idea di essere speciale.
È il primo a definirsi banale, è il primo ad emarginarsi, è il primo a precludersi la possibilità di brillare.
Eppure non è così, ha qualcosa di speciale dentro di sé, qualcosa che gli altri nemmeno immaginano.
È nata e cresce in lui, riflessa come una semplice voglia di libertà e una grande passione per il vento, che concretamente gli permetteranno di attraversare quelle stesse correnti a cui lui sperava di assomigliare.
Anche una volta che il suo potenziale gli verrà rivelato, non crederà in sé stesso fino infondo, e sarà questa la ragione per cui impiegherà molto tempo prima di sviluppare correttamente il proprio potere.
Arrivato all'accademia tuttavia è addirittura ignaro delle sue potenzialità, e dunque di potrebbe classificare il suo sviluppo del potere nel primo livello, che comprende fluttuazioni brevi e spesso occasionali.

Caèl non se lo spiega, avrebbe dovuto sbattere la testa contro il pavimento, aveva chiuso gli occhi in attesa dell'impatto;
Sua madre aveva avuto l'ennesimo attacco di panico durante la notte, e nel tentativo di allontanare il figlio lo aveva spinto giù dalle scale, che stava salendo per dirigersi nello studio del marito, convinta di trovarlo lì.
E Caèl non aveva opposto resistenza, non voleva farle male, eppure non aveva sentito nulla, era così veloce la morte?
"Mostro! Sei un mostro!" Le grida di sua madre gli fanno spalancare gli occhi.
Era a testa in giù, sospeso in aria, ed ecco che appena se ne rende conto cade per terra con un tonfo goffo e sordo.
"Mamma va tutto bene, sono io" Prova a dire avvicinandosi, anche se non ci crede molto nemmeno lui.
Sophie gli tira uno schiaffo e lo spintona "Vai via mostro, via da casa mia!" Grida ancora, con più cattiveria.
E così ancora, ancora e ancora, fino a quando il ragazzo non perde le speranze.
Caèl trattiene le lacrime, corre in camera sua e apre il borsone di atletica nascosto infondo all'armadio.
Infila i vestiti che la zia Roseline gli spediva mensilmente, e osserva per qualche istante quella lettera arrivata mesi prima, una lettera decisamente curiosa.
La afferra, non si sa mai nella vita, e sicuramente non è un peso in più.
Sta piangendo, non se ne era reso conto, e non sa se lo fa per la delusione di essere stato ripudiato da sua madre o per la consapevolezza di tutto quello che stava lasciando per sempre.
Issa lo scomodo bagaglio in spalla, andrà da Todd, lui lo aiuterà sicuramente.

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ABBIGLIAMENTO: Improprio

Caèl non ha uno stile nel vestire, semplicemente perchè ci sono rare occasioni in cui non indossa nè la divisa di scuola nè quella da lavoro, oppure anche perchè non ha decisamente soldi da buttare per scarpe o maglioni firmati.
Tutto quello che indossa è frutto di generosi regali da parte della zia Roseline, la sorella di suo padre Christopher, che guidata dai senso di colpa non bada a spese per il nipote, che vede bene o male un paio di volte all'anno.
Caèl non si lamenta, indossa tutto quello che arriva con piacere, che solitamente consiste in pantaloni larghi o in jeans slavati, magliette stampate o felpe tinta unita e scarpe vintage.

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CURIOSITÁ: Mente brillante
Chiunque sia capitato a Kinsale almeno una volta, avrà sicuramente notato un razzo con i calzini spaiati sfrecciare lungo le strade;
Quel razzo porta il nome di Caèl Soilèir, che fino a quando non gli venne regalata una bici fatta come si deve era un vero e proprio pericolo pubblico.
Caèl vive sul sellino della bici, ed è fortunato perché Kinsale è piccola, altrimenti ci metterebbe ore a spostarsi.
Va da casa a scuola in bici, da scuola a lavoro, e poi dal lavoro torna a casa.
Alle volte porta Simon sopra al cannone, ma solo quando Todd e Niall gli nascondono la bici per scherzo.
Quando non ha nulla da fare, e dunque abbastanza di rado, spalanca la porta del garage che si affaccia sulla strada, e tutti i ragazzini del paese sanno che quel giorno Caèl aggiusterà loro tutto quello che non va nelle proprie biciclette.

"Caèl sei sempre su quella bicicletta, prima o poi ti farai male" lo ammonisce la madre, dritta sul portico di casa.
Suo padre esce, Caèl lo vede e sorride, circonda le spalle della mamma con un braccio e le lascia un bacio sui capelli.
Perché dovrebbe farsi male sulla bicicletta? Come potrebbe fargli male qualcosa che ama così tanto?

Caèl ha un bisogno disperato di novità, di carne fresca di cui cibare la sua testa, e gli scritti di suo padre conte fino esattamente tutto ciò di cui ha bisogno;
Christopher Soilèir è (o era, dipende dai punti di vista) un fisico, uno scienziato e un geografo, uno dei più importanti del ventunesimo secolo.
Quando se ne andò di casa, lasciò quello che da piccolo Caèl chiamava il suo laboratorio segreto intonso, come se di lì non si fosse mai separato da quel posto.
E così, una volta superato il trauma dell'abbandono almeno in parte, Caèl trascorreva le sue nottate a rovistare fra quelle scartoffie, quei taccuini e quegli appunti, e si sentiva incredibilmente in pace con il mondo e sé stesso.
Era un'esperienza dolce-amara tutte le volte, perché ammettere a sé stesso di essere complementare a quello che era il pensiero del padre significa ammettere a sé stesso di assomigliargli davvero.
Questo è il tormento del ragazzo, la consapevolezza di essere esattamente come Christopher, la consapevolezza che proprio come lui non metterà mai radici da nessuna parte, che ogni luogo ad un certo punto gli calzerá stretto, e che scapperà anche lui, silenziosamente, senza dire una parola.
Gli scritti di suo padre sono una delle poche cose che Caèl si è ricordato di prendere prima di partire, a ancora desso all'accademia li tira fuori per leggerli durante le nottate.
Ovviamente non disprezza nemmeno qualche buon libro o qualche nozione da parte di persone colte.

"Ora dimmi chi diavolo sarebbe Neas Lianil, sentiamo" Sentenzia Niall, incrociando le braccia e guardandolo con un sorriso furbo.
Caèl sbuffa divertito, osservando l'adesivo per biciclette con il buffo nome disegnato sopra, che Niall curioso gli aveva messo sotto al naso.
L'aveva sicuramente trovata nel suo regalo di Natale, ne aveva fatto uno per ognuno dei suoi tre migliori amici.
"Niall Sean, è un anagramma e-"
"E Caèl adora gli anagrammi" gli fa il verso Todd, scompigliandogli i capelli più di quanto già non lo fossero.
Simon sorride, così come gli altri, stanno bene assieme, questo basta.

Come c'era da immaginarsi, Caèl ha una vera e propria passione per i giochi mentali, mnemonici, che stimano il suo cervello a lavorare con il ragionamento.
Gli anagrammi sono il suo pane quotidiano, ne crea addirittura senza accorgersene, e ormai chiunque a Kinsale è vittima di questo suo amore.
La settimana enigmistica lo annoia spesso, non ha nulla di troppo complesso o di troppo intricato, decisamente preferisce indovinelli che lo tengono impegnato per giornate intere.
Sicuramente i quesiti matematici rientrano nel Pantheon delle sue grazie, e probabilmente è grazie a questi e al suo continuo usufruirne che eccelle in tutte le materie scientifiche senza troppo studio, talvolta quasi zero.
Proprio per questa sua voglia quotidiana di mettere alla prova le proprie capacità mentali, Caèl è un grandissimo appassionato di Gialli e Thriller, in particolar modo quelli psicologici;
Che si tratti di film o libri non importa, Caèl cercherà sempre di arrivare alla soluzione prima del detective di turno, anche se preferisce nettamente i film appassionato di cinema com'è.
Christopher lo portava al cinema di Belfast almeno due volte al mese, erano l'unico momento che condividevano, e la loro passione erano appunto o i Gialli o i film di Fantascienza.

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PAURE: doppi sensi
Caèl è sempre stato un bambino coraggioso, o almeno così gli diceva Alice quando si offriva volontario per attraversare il corridoio buio e premere l'interruttore posto infondo.
No, il buio non gli faceva paura affatto, e nemmeno l'altezza, anzi quella lo affascina, certe volte fantastica addirittura su come possa essere volare, su come possa essere sentirsi vento.
Quello che lo terrorizza è l'acqua, la sua profondità e le sue tenebre;
Per lui è una materia oscura, non la può calcolare, non può fare pronostici o giochini matematici per anticiparla nelle sue mosse, o semplicemente non può leggere cosa sia nascosto sotto i suoi piedi galleggianti in qualche libro.
Non è un maniaco desiderio di controllo, piuttosto è il terrore di vivere nell'oblio di non sapere nemmeno per sentito dire cosa potrebbe accadere.
Il buio è banale, ci si nasconde esattamente quello che si rivela alla luce, ma l'acqua è un segreto che per lui non ha ancora trovato risposta.
L'altro suo terrore, che è ben più intimo e riservato, è la paura di assomigliare in tutto e per tutto a suo padre;
Che si tratti di aspetto fisico o della sfera emotiva non importa, ormai si rivede in lui in ogni piccolo gesto.
Il modo in cui passa la mano fra i capelli quando è nervoso, come impugna la penna quando scrive, il suo continuo e persistente perdersi nei suoi pensieri, il sorriso che gli nasce sempre meno in volto, e la sua immensa voglia di libertà e il difetto di curiosare ovunque.
Sapeva che prima o poi sarebbe successo, che se ne sarebbe andato via, e infatti è accaduto non appena sua madre non si è dimostrata riconoscente e affettuosa quanto avrebbe voluto.
Il suo terrore più grande è però quello di avere la sensazione di aver trovato il posto giusto, di mettere su famiglia, di affezionarsi, e di sparire di punto in bianco.
Non vuole essere la copia di suo padre;
Vuole essere un po' più generoso, un po' più cavaliere, un po' più Caèl.

NOTE, spazio Mic
Ho esitato tantissimo prima di iscrivermi a questa role/a questo off-role, semplicemente perché volevo partecipare in maniera abbastanza attiva e soprattutto non volevo far morire il mio bambino soffocato dalla polvere.
Comunque, Caèl è stato un tuffo nella mia testa incredibilmente veloce e appassionante, mi sono affezionata a lui nonostante ci abbia messo davvero poco per preparare questa scheda (nella quale tra l'altro mi sono anche sbizzarrita con lo stile e con l'estetica, apprezzate lo sforzo perché Mic non è per nulla Aesthetic), e niente lo amo, spero sia lo stesso anche per voi carissimi.
Ho finito, addio miei adorati <3

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