ᴋɪʙᴏᴜ ɴᴏ ᴛᴀᴋᴀʜɪᴋᴜ, ʙɴʜᴀ ʀᴘ || ᴛsᴜᴊɪ ʏᴀsᴜʜɪʀᴏ


Nome: Yasuhiro.
Il nome Yasuhiro è composto a sua volta da due nomi, come è molto facile notare, i quali sono "Yasu" e "Hiro", entrambi abbastanza comuni nella lingua giapponese. Il nome viene scritto con due kanji, quelli dei rispettivi composti, accostati, i quali sono: "安裕". Il primo kanji rappresenta il nome Yasu, il secondo Hiro. Analizziamo singolarmente i nomi per poi concentrarci sul significato in generale: Yasu, scritto col kanji da me riportato poco sopra, significa "tranquillità, mitezza" e può essere riferito sia ad un ambiente che alla natura delle persone, nonchè il loro carattere. Viene spesso utilizzato come descrizione, tanto che preso singolarmente ha proprio la finalità di affibiare al portatore di tale nome la caratteristica di "tranquillo", sperando poi che nella sua natura vi sia tale tratto. Il secondo nome, invece, è Hiro; scritto in quel modo assume il significato di "abbondante" seppur come nome- a seconda delle variazioni di kanji- i significati ad esso attribuito sono svariati. Viene spesso usato come composto in altri nomi ma non è raro trovarlo da solo. Combinati assieme questi nomi assumono il significato di "abbondante tranqullità" o "abbondante mitezza" e a Yasuhiro fa comodo credere fosse predestinazione per lui portare tale nome. I suoi genitori sembrano aver azzaccato completamente con la scelta del nome: rispecchia in modo sorprendentemente corretto il carattere del ragazzo, il suo stile di vita e il modo di approciarsi a tutte le situazioni, qualsiasi sia il loro genere. Ritiene di essere stato molto fortunato ad avere un nome che si adatti in modo tanto preciso alla propria personalità e che è favoloso poter far comprendere alle persone il proprio carattere anche solo dal nome, dopotutto un giapponese riuscirebbe facilmente a intuire dal kanji il significato della parola, cosa che vale anche per i nomi. Per quanto riguarda la decisione del nome da parte dei genitori risulterà ironico che la scelta era tra Yasuhiro e Narses, che sostanzialmente è la grecizzazione di un nome aramaico proprio della religione zoroastriana (per intenderci, zona della Persia) che è composto da due termini che significano "maschio" e "parola" (sinceramente non ho voglia di cercare un significato di senso compiuto quindi vi tenete questa spiegazione). Perché Yasuhiro era una delle opzioni? Semplicemente i genitori del ragazzo, dopo aver trascorso un bel po' di tempo a ragionare su come chiamare loro figlio, hanno deciso di fare un azzardo sperando vivamente che il ragazzo sarebbe cresciuto con uno spirito mite e tranquillo in modo che non recasse loro troppe difficoltà: quale genitore non vorrebbe un figlio tranquillo? Di certo i coniugi Tsuji hanno avuto fortuna dato che si sono ritrovati come figlio un santo.
Per quanto riguarda la questione "soprannomi" a lui non interessa più di tanto, dopotutto se la gente vuole chiamarlo in un modo chi è lui per lamentarsi? Inoltre non è quel tipo di persona che si offende per le prese in giro, per i gnomignoli essendo il primo a ridere quando chiamato "nonnino". Sì, alla fine i soprannomi "Yasu" o "Hiro" sono molto banali, per questo quelli che si possono definire in confidenza con lui lo chiamano "Nonnino", non per l'età ma per il comportamento tipico di una persona anziana: tende a stare sempre seduto da qualche parte, bevendo qualcosa (spesso té) e dando consigli utili alle persone.

Cognome: Tsuji.
Prima di trattare ciò che riguarda la famiglia di persè mi sembra corretto soffermarmi un momento sul significato del cognome di Yasuhiro. Il cognome scritto in kanji è "辻" e la traduzione è "bivio" o "incrocio". Non un significato importante e nemmeno interessante, è molto semplice e lineare, riferito principalmente alle strade. Yasuhiro non è nemmeno sicuro di aver mai avuto parenti che lavorassero nel campo dell'edilizia stradale ma magari parecchi anni addietro qualcuno c'era stato. Non che gli importasse la discendenza della propria famiglia, semplicemente ha sempre avuto interesse nel capire il motivo del significato del proprio cognome. Come si suol dire "conosci te stesso" e lui è una di quelle persone che prima di far qualsiasi cosa deve essere sicuro di saperla fare. Tsuji è il cognome del padre, quello della madre è Saito (kanji "藤") che scritto col kanji appena riportato assume il significato di "glicine", nonché il nome di una pianta. Al ragazzo piacciono entrambi i cognomi dei genitori, dispiacendosi un po' di poter portare solo quello del padre, ma ha sempre dimostrato il proprio apprezzamento nei confronti di quello della madre a parole, soprattutto quando era piccolo. Inizialmente Yasuhiro si trovava a disagio col proprio cognome perché molto diverso da quelli delle persone attorno a lui, questo nella prima parte della sua vita, circa fino agli otto anni. Egli è nato e cresciuto in Grecia, da genitori entrambi giapponesi: il padre per lavoro era stato mandato nella sede di Atene, la madre ha deciso di seguirlo e continuare il proprio lavoro in Grecia. Una volta tornato in Giappone si è sentito di nuovo a proprio agio, ma comunque mai ha incontrato persone che lo hanno deriso per la priopria nazionalità, di conseguenza non avrebbe dovuto provare disagio nell'avere un cognome straniero, ma dopotutto era um bambino, si voleva sentire parte di una comunità. Parlando dei genitori: il padre si chiama Oda Tsuji e la madre Mutsumi Saito, entrambi possiedono quirk e attualmente vivono e lavorano in Giappone. Mutsumi ha frequentato la sezione del dipartimento di eroi della scuola Shiketsu ed è diventata un'eroina professionista seppur la maggior parte della propria carriera l'abbia svolta in Grecia e non in Giappone. Era nota come "Kiruke" in giappone e "Kirki" in greco e il suo quirk si chiamava "Damasa re yasui" (traduzione giapponese per "facile lasciarsi ingannare", come il figlio aveva il quirk di creare illusioni ma lo spiegherò meglio nella parte quirk della scheda). Nella famiglia di Yasuhiro solo la madre era un'eroina e sinceramente lui avrebbe desiderato non fosse così: il lavoro di eroe professioniosta non ha fatto altro che rendere sempre più difficile la vita della donna, l'ha messa in pericolo un'infinità di volte fino a costringerla- ad un certo punto- a lasciare la carriera per dedicarsi ad altro.
Vi è una caratteristica fisica che viene trasmessa di generazione in generazione da parte di madre e riguarda l'utilizzo dei quirk legati alla creazione di illusioni: appare come qualcosa di assolutamente non collegato ad esso e chi non ne è a conoscenza non ci fa nemmeno tanto caso. Questa caratteristica si trova negli occhi del ragazzo e consiste in un piccolo cerchio color oro che si trova tra la pupilla e l'iride. Ovviamente ne parlerò meglio nella parte della scheda riguardante l'aspetto.

Età: 15 anni.
Ad essere sinceri non ci si aspetterebbe di parlare con un quindicenne quando si incontra Yasuhiro per strada o per i corridoi: viene spesso scambiato per qualcuno delle classi superiori, più che altro per la sua altezza e per i suoi modi di fare molto composti e formali, mai infantili e che non lasciano mai trasparire immaturità. Yasuhiro ha sempre avuto un aspetto che dimostrava molti più anni di quanti ne avesse in realtà: già a dodici anni ne dimostrava sedici, ora che ne ha quindici ne dimostra circa diciassette/diciotto ma a lui poco cambia, dopotutto non ha la necessità di fingersi più grande di quello che è. Per quanto riguarda l'atteggiamento c'è molto su cui ridere: se da piccolo era letteralmente la creaturina più dolce e coccolosa che esistesse, attualmente sembra più un nonno che aspetta di incontrare i propri nipotini- almeno questo è quello che dicono i suoi più cari amici-. Ha sempre una storia da raccontare, un consiglio da fare, maniere gentili e affettuose, offre sempre qualcosa alle persone con cui parla (di solito è un sorso di té oppure una merendina, si porta sempre da mangiare in giro, metti che a qualcuno possa venir fame). Seppur abbia un atteggiamento da persona più che adulta non è il tipo di persona che sgrida gli altri per comportamenti inadeguati, si limita a far notare gli errori con estrema calma, cercando di evitare liti il più possibile. A quanto pare nessuno ha mai visto Yasuhiro partecipare ad un litigio verbale, per quanto riguarda risse o combattimenti sarebbe bello dire anche in quelli non è esperto ma poiché ha sempre la necessità di aiutare i suoi "nipotini" (letteralmente lui definisce suo nipote chiunque sembri avere bisogno del suo aiuto, qualsiasi sia la sua età) spesso prende le difese delle persone, scontrandosi con chi dà loro fastidio. In poche parole è un vero e prorpio nonnino dentro, aspetto giovane a parte.

Data di nascita: 19 Gennaio.
Yasuhiro è nato il diciannove gennaio e si troverebbe sotto al segno zodiacale del capricorno. Secondo quello che dice il mio fidato sito sui segni zodiacali le caratteristiche del Capricorno sono riconducibili a quelle del suo animale simbolo, ovvero lo stambecco, che si tratta di un animale fierissimo, dotato di muscolatura grandiosa, che gli permette di raggiungere vette altissime, dalle quali il resto degli esseri viventi gli appare piccolo e quasi insignificante. Non è un caso che il segno del Capricorno sia quello abbia, numericamente, meno esponenti. Di conseguenza è un segno attentissimo ai risultati e differenza dell'Ariete, è raramente aggressivo (se non quando vuole ottenere qualche risultato con tale comportamento). Diversamente dallo Scorpione, non è mai crudele nel raggiungere i suoi scopi. L'unica cosa che gli interessa è arrivare in cima. Ha un culto quasi smisurato del successo e del potere tuttavia, non pone mai l'attenzione su di sé: se si vanta di qualcosa, lo fa dei propri risultati. Le persone sotto al segno del Capricorno vengono spesso considerate solitarie e incapaci di godere dei piaceri della vita. In realtà, hanno buon gusto e un fine palato, nonché un ottimo senso dell'eleganza: quello che trae in inganno è che, il più delle volte, vogliono godere di questi piaceri in solitudine.
Nella sua corsa verso il successo, il Capricorno può essere tacciato di avarizia. In realtà, egli preferisce fare qualcosa per gli altri, più che donare. Parallelamente, è estremamente leale. Se, per raggiungere un obiettivo, è costretto a scavalcare un individuo, lo farà senza remore, ma a carte scoperte, senza sotterfugi. Bene! Ora paragoniamo Yasuhiro alla descrizione generica del Capricorno: la prima cosa che crea distacco tra il ragazzo e ciò che ho appena riportato è la fierezza e la superiorità rispetto agli altri, poi vi è l'interesse al successo e ai risultati in modo quasi ossessivo e per ultima cosa l'incapacità di godere dei piaceri della vita. Proseguiamo con ordine: Yasuhiro non è una persona fiera e tantomeno con manie di grandezza (strano, per essere un mio oc è sano) e preferisce lasciare il centro della scena agli altri purché questo li renda felici, ha sempre avuto la predisposizione a rallegrare gli altri più che se stesso, per questo tende a trascurarsi molto spesso. Poi, per quanto possa essere determinato a diventare un eroe professionista e a rendere il mondo più sicuro per tutti, Yasuhiro non è ossessionato dai voti e dai successi, forse dai risultati: considera tutto una sfida volta all'auto-appredimento e al miglioramento delle proprie qualità in modo da diventare sempre più forte e avvicinarsi al suo obbiettivo. Paradossalmente ha voti molto alti, statistiche eccellenti e grandi obbiettivi ma questo è solo frutto del suo impegno, non della sua ossessione: se è ossessionato da qualcosa, quel qualcosa è il tè, di certo non i successi. Per concludere parliamo dell'incapacità di godere dei piaceri della vita: totalmente errato. Non penso esista nessuno migliore di Yasuhiro nel godersi i piaceri della vita: non vive in uno sfrenato edonismo, attenzione, ma è ben conscio di come rendere la propria vita più piacevole e rilassante. Si prende sempre il proprio tempo per riposarsi, per riflettere ed è sempre disponibile ad invitare gli altri a fargli compagnia, qualora questi vogliano. Può vantarsi di aver imparato a vivere con calma dalle persone conosciute negli anni trascorsi in Grecia, ad Atene.. dopotutto non è una novità che i greci siano fantastici nel prendersi lunghe pause (parlo per esperienza: la loro pausa caffè dura tre ore. Me lo ha detto un greco quando sono andata ad Atene, mi fido di lui.)

Aspetto: Mikazuki Munechika- Touken Ranbu.
Plot twist: scriverò il suo aspetto appena avrò tempo dato che la scuola non sembra voler contemplare la possibilità di darmi un pomeriggio libero. Per ora vi beccate gif e immagini, la descrizione arriverà più avanti.

Carattere:
Guardando Yasuhiro, la prima caratteristica che si nota nel suo comportamento è la tranquillità con cui si muove, con cui si guarda attorno e con cui fa qualsiasi cosa, importante o meno che sia. Yasuhiro è un ragazzo di natura molto calma, cosa che si riflette sul modo di relazionarsi e di approciarsi alle diverse situazioni: come persona non salta subito all'occhio, è molto ordinario e scherzosamente lo definivano un "bradipo" per il modo rilassato e calmo con cui si muove; il fatto che si mostri così "piatto" non implica che in realtà non stia provando niente, non è privo di emozioni e non è insensibile a ciò che ha accanto, semplicemente non trova piacevoli le preoccupazioni e per questo motivo cerca di evitare di mostrare il più possibile il suo lato pacato e sereno, in modo da trasmettere la sua serentà e quiete anche agli altri, sperando che il suo sguardo pacato riesca a far sentire le persone più tranquille. Per essere un ragazzo di quindici anni, che generalmente dovrebbe essere pieno d'energia e attivo, Yasuhiro sembra più interessato a vivere la propria vita con calma, senza fretta, godendosi momento per momento le sue giornate. Per lui è estremamente importante il non lasciarsi turbare troppo da ciò che ha attorno, il non distrarsi dalla via della pace interiore: ovviamente non fa tutto questo per reprimere istinti aggressivi o attacchi d'ira, ad essere onesti è sempre stato un bambino molto calmo che al posto di correre in giro con gli altri si sedeva a giocare con i propri giochi in un luogo, alzandosi solo per andare a casa. Il suo comportamento imperturbabile è solamente una facciata che cerca di mantenere costantemente anche se chi riesce a superarla può comprendere come in quel ragazzo non vi sia solo monotonia: ha sempre qualcosa per la mente, spesso si perde nei suoi pensieri, distraendosi persino dalle lezioni, rischiando di inciampare mentre cammina. Sì, è un ragazzo abbastanza "sbadato", forse un po' impacciato e goffo quando viene colto alla sprovvista, finendo per imbarazzarsi da solo e desiderare di sparire. Ha un atteggiamento solare, raggiante, tanto che il suo sorriso è contagioso, così hanno sempre detto le persone che gli stanno accanto: un ragazzino capace di far tornare il sorriso ai bambini tristi, sempre pronto a porgere la mano a chi ne ha bisogno. Lui tende a sottovalutarsi molto, non in senso negativo, ma ha la tendenza a non dare troppo peso alle proprie capacità, risultando spesso incoerente con la sua autodescrizione: dice spesso di non essere bravo a relazionarsi ma è la prima persona a porgere la mano agli altri (metaforicamente parlando: in Giappone non ci si stringe la mano.. era per dire). Non è una persona dalla grande autostima, a lui basta essere sicuro di poter fare una cosa e non si lamenta, ritenendo il poter e saper fare certe atticità già qualcosa di cui andare fieri. Se non si fosse capito, si esalta per poco: ci sono molti motivi per cui una persona come lui possa esplodere improvvisamente e lasciarsi sfuggire tutto l'entusiasmo che tiene a freno per non infastidire gli altri, a lui basta anche solo un complimento per far crollare la maschera di serenità. Non che non sia abituato ai complimenti, per sua fortuna è cresciuto in una famiglia amorevole, semplicemente per lui è qualcosa di fantastico sapere di essere accettato dagli altri. Non che sia insicuro, solo che ha sempre paura di venir lasciato da parte, venir ignorato e disdegnato dagli altri: vuole essere amico delle persone, poter conoscere gente nuova con cui scambiare opinioni e ridere, non desidera altro che qualcuno con cui trascorrere il proprio tempo. Attenzione: seppur spesso si trovi da solo, apprezzando il silenzio e la tranquillità, non ha mai affermato di disprezzare la compagnia degli altri. Se qualcuno gli si siede accanto a lui fa solo piacere, lo rasserena a tal punto da farlo sorridere quasi inconsciamente. A modo suo è una persona disponibile nei confronti degli altri: non bisogna aspettarsi da Yasuhiro che da un momento all'altro si presenti davanti alle persone pieno d'entusiasmo, probabilmente per approciare qualcuno si limita a sorridere in modo molto calmo e sereno, per poi fare una o due domande, per "tastare il terreno", per vedere se l'altra persona è disposta a parlargli. Non vuole costringere nessuno a parlargli, se qualcuno sembra seccato dalla sua presenza, Yasuhiro farà in modo che quella seccatura sparisca anche allontanandosi. S ec'è una cosa che per lui è importante è la tranquillità nella mente delle persone e se lui può essere causa di turbamento farà di tutto pur che questo non accada. In realtà c'è un motivo dietro a questo suo comportamento tanto angelico e tranquillo: il suo quirk (come spiegherò meglio dopo) agisce sulla mente delle persone, poiché risulta stancante anche per lui far in modo che la mente delle altre persone accetti l'illusione, ha imparato che la tranquillità riduce le barriere innalzate dalla mente e di conseguenza gli risulta più facile far uso del suo quirk. Ha sviluppato parte della propria personalità attorno al funzionamento del proprio quirk anche se un esterno lo considererebbe più un fanatico di quei culti che inneggiano alla pace dell'anima. Il suo essere una persona disponibile spesso gli crea problemi: fa fatica a dire di "no" alle persone, venendo coinvolto in cose che non sempre gli fanno piacere, gli è capitato più volte di ritrovarsi con in mano i quaderni dei propri compagni perché non era stato in grado di rispondere di no alla domanda "mi aiuti con i compiti?". Tra aiutare e far fare, però, per un ragazzino non c'è molta differenza. Yasuhiro è una persona molto razionale e logica: è sempre stato bravo nelle materie scientifiche, lo dimostrano i suoi voti, ed è altrettanto bravo a ragionare e inventarsi risoluzioni ai problemi quotidiani. Ha uno sguardo acuto, analizzatore, che si nasconde dietro alla calma e serenità: tende a studiare le persone con cui parla, in modo spesso impercettibile. Non dico che sappia leggere le persone come Sherlock Holmes, ma è bravo a leggere la lingua del corpo, a comprendere attraverso i gesti come reagire. Si applica molto in quello che fa, mette tutto il suo impegno in ogni cosa: vuole assolutamente vedere i risultati, più per questione di appagamento personale che altro. I genitori pretendono sì buoni voti ma non in modo ossessivo o almeno, ultimanente gli stanno dando un po' più di libertà. Bisogna ammettere che sia molto bravo a gestire il proprio tempo: è sempre in grado di fare qualsiasi cosa, senza lasciare indietro niente. Questo perché è un ragazzo pieno di passioni e desideri: i suoi sogni erano sempore stati molti, aveva sempre avuto i pomeriggi occupati da corsi extrascolastici ma non ha mai fatto nulla che non volesse fare, anche perché qualora non voglia fare qualcosa si impunta e smuoverlo risulta difficile. Ecco, Yasuhiro non è una persona rassegnata anzi, se qualcosa non va cerca di trovare una soluzione, se cade si rialza sempre. Avere come madre un'ex-eroina ha avuto i suoi frutti, no? Soprattutto in ambito relazionale-sociale: cercare di far sorridere gli altri per lui è fondamentale. Le persone attorno a lui devono sentirsi a loro agio o lui si sente profondamente in colpa e inizierà a mostrarsi visibilmente turbato e in ansia: se c'è qualcosa che odia è essere un peso per gli altri. Ha deciso, quando ha scelto di iscriversi alla Shiketsu, che da quel momento in poi gli altri non si sarebbero mai dovuti preoccupare per lui ma avrebbero dovuto appoggiarsi alla sua spalla quando ce ne sarebbe stato bisogno, perché il suo ruolo è quello di un supporto, non di un peso. Per questo motivo è diventato sempre più indipendente e intraprendente ma non ha mai fatto nulla che potesse portare svantaggi ai propri compagni, inoltre ha una straordinaria capacità di adattamento alle varie situazioni (probabilmente legata al fatto che deve essere sempre in grado di reggere il gioco alle proprie illusioni quando in esse compare anche lui, quindi ha sviluppato la propria capacità recitativa). Non è una persona divertente per natura, si vergogna quando gli viene chiesto di fare una battuta e ha sempre puara di offendere qualcuno, per questo preferiscere ridere alle parole altrui piuttosto che alle proprie. Inoltre tende a non apprezzare essere al centro dell'attenzione, trovandosi a disagio. Su questo deve lavorarci dato che vuole diventare un eroe, un personaggio pubblico sempre sotto ai riflettori. Per ora, invece, ha difficoltà a parlare davanti ad un pubblico: un conto è fare amicizia con qualche persona, aiutare qualcuno con i compiti.. un altro conto è esporre una presentazione in aula magna davanti a mezza scuola (?). Quando non bisogna parlare in pubblico, invece, riesce a reggere la pressione in modo straordinario: ha sempre i nervi saldi, sangue freddo e un obbiettivo prefissato. Può metterci tutta la fatica del mondo ma raggiungerà il suo obbiettivo, anche a costo di trascinarsi tutti gli altri. Non è, però, un leader naturale: a lui piace suggerire opzioni, non deciderle. Avere il compito di decidere gli mette pressione e si ritrova a ragionare molto più di quanto dovrebbe, finendo per confondersi da solo e fare figuracce.
Fino a questo punto vi ho presentato un ragazzo piuttosto equilibrato, con grande autocontrollo.. ovviamente non è solo questo: Yasuhiro è perfettamente capace di perdere le staffe e litigare. Tende ad evitare scontri a parole, trovando scorretto ferire con le parole, preferendo confrontare le persone in combattimento vero e proprio, anche se risulta essere molto scorretto in ciò.. dopotutto il suo quirk non è ultile in attacco, per questo lo usa in modo furbo. Ed ecco uno dei suoi difetti: non è una persona veramente onesta nelle sfide. Non gli piace perdere, come ad chiunque dopotutto, ma una cosa che odia è perdere a qualcosa proposto da lui stesso. Sa benissimo che barare sia scorretto ma non sembra molto interessato a ciò, come ho già detto a lui piacciono i risultati positivi. Questo non vuol dire che i suoi voti siano frutto di trucchetti e copiature: la questione del barare si limita solo alle sue proposte. Penso sia impossibile vederlo copiare durante le verifiche, come massimo suggerisce a chi chiede aiuto, dopotutto non sa dire di no. Un altro difetto caratteriale del nostro Yasuhiro è la sua aggressività: può essere calmo quanto volete ma quando gli girano i nervi diventa estremamente pericoloso. Quando Yasuhiro si arrabbia- e ciò succede di solito quando si va a toccare l'onore dei suoi amici, suo o della sua famiglia- bisogna sempre considerare il fatto che quella sua testolina non sappia solo fare calcoli matematici ma sia in grado di elaborare vendette. Nulla di grave, di solito non va mai ad attaccare fisicamente le persone, si limita a rispondere con la stessa moneta o a fare qualche infamata come lasciarsi sfuggire per errore qualche informazione sulla gente. Non ci vuole molto a far partire voci di corridoio, no? Ovviamente il suo livello di infamia non ha ancora raggiunto l'apice e probabilmente non lo farà mai anche perché ora che vuole fare l'eroe certi comportamenti sono da evitare. Yasuhiro è un ragazzo educato e cortese e soprattutto rispettoso verso coloro che sono più grandi di lui, ritenendo importante rispettare chi ne sà di più; la prima volta che gli si parla può risultare eccessivamente formale ma chi è fortunato può scoprire che in realtà sa perfettamente come si infrangono le regole e come passarla franca. No, non è un genio del male, semplicemente fa funzionare i suoi due neuroni in modo da evitare ripercussioni e va molto fiero della capacità di far connettere le sinapsi neuronali quando serve. Quando non collega le sinapsi neuronali- tanto per mantenere uno tono scherzoso tanto ormai sapete che sono un clown- risulta molto più rilassato del solito, finendo per perdersi anche nei discorsi più semplici e pensare a solo una cosa: il té. Bisogna precisare che non sempre è in grado di riprendersi e usicre da questa fase di "relax" in pochi istanti, a volte perde interi pomeriggi a guardare il soffitto della sua camera per poi riprendersi alle nove di sera accorgendosi di non aver fatto i compiti.
Prima di concludere mi sembra corretto citare il suo finto disinteresse: quando non ha voglia di socializzare, è offeso o scemate simili parlargli risulta molto più difficile di quanto non ci si aspetti. Se non vuole conversare sarà in grado di ascoltare gli altri parlare, infastidirlo pur di farlo rispondere, restando in assoluto silenzio, facendo finta di niente. Ammette lui stesso di risultare parecchio antipatico quando si comporta in questo modo, dato che può andare avanti per ore- sì, è una di quelle persone che se se la prende sul personale è un problema serio-.

Quirk: Dóxa.
Il quirk di Yasuhiro ha un nome che di giapponese non ha assolutamente nulla, dopotutto la sua vita- per quanto gli piaccia lo stato nipponico- è iniizata e si è sviluppata da tutt'altra parte: in Grecia. Lì ha manifestato a quattro anni il suo quirk, lì gli è stato insegnato a controllarlo e lì per la prima volta gli hanno suggerito un nome da associare ad esso. Il nome del quirk si rifà sostanzialmente alla filosofia greca e viene usato nei trattati di Parmenide, Platone e Aristotele trattando la questione della verità, se sia possibile raggiungere la verità assoluta. La parola "dóxa" significa opinione e genericamente esprime la convinzione che una o più persone si formano nei confronti di specifici fatti in assenza di precisi elementi di certezza assoluta per stabilirne la sicura verità. L'opinione in ambito filosofico ha due significati: l'opinione è ogni conoscenza o credenza che non ha in sé una garanzia di verità accertata e qualsiasi asserto basato su una esperienza sensibile, immediata e contingente, che in apparenza si presenti come teoreticamente vera. Innanzitutto il nome non l'ha scelto lui ma glielo ha suggerito il padre, che è sempre stato appassionato di filosofia greca e di quanto riguarda il Peloponneso. A Yasuhiro sembrava anche un nome carino, si è anche informato a riguardo in modo da sapere da dove derivi il nome del proprio Quirk e così ha deciso di tenere dóxa. In cosa consiste il quirk del ragazzo? Innanzitutto è la fusione del quirk della madre con quello del padre: lei è in grado di creare illusioni di tipo visivo mentre lui ha un quirk più fisico, legato alle sensazioni e ai cinque sensi. I quirk dei genitori, combinati assieme, hanno dato origine a quello di Yasuhiro che essenzialmente si basa sulla creazione di illusioni. Vi sono tre tipologie di illusioni anche se spesso le prime due vengono create fuse assieme poichè una senza l'altra renderebbe l'illusione pressoché irrealisitca.
- "Eikasìa"
Il termine eikasìa significa "immaginazione" ed è riferito al concetto della dóxa secondo Platone e consiste nella capacità di pensare, indipendentemente da ogni precisa elaborazione logica, al contenuto di un'esperienza sensoriale qualsiasi. Il tipo di illusioni che Yasuhiro associa all'eikasìa sono quelle legate al senso della vista, quindi tutto ciò che fa sembrare la realtà diversa da come è realmente agli occhi delle persone. Questo tipo di illusione è quello necessario, senza di esso nessuno potrebbe comprendere di trovarsi in un'illusione ed è il primo ad attivarsi quando vi è la necessità di utilizzare il quirk. Ha un raggio d'azione abbastanza ampio ma più dettagliato deve essere e più concentrazione deve usare, di conseguenza si limita la superficie che il suo quirk è in grado di coprire. Inoltre può variare l'aspetto esteriore delle cose e lasciare quello interiore uguale, per ridurre la fatica, ma se dovesse fare un buon lavoro cercherebbe di evitarlo. Per quanto riguarda il numero di persone che possono essere affette dal suo quirk non c'è un vero e proprio numero massimo anche se per lui è consigliato non superare i dieci contemporaneamente; Yasuhiro afferma a riguardo:"Il mio quirk può funzionare anche solo su una persona oltre a me, che sono in grado di vedere le illusioni da me create, ma di solito è consigliabile usarlo su tutti quelli che si trovano nell'area che agli occhi di quella persona viene cambiata, in modo che se questa chieda agli altri anche questi ultimi si trovino in difficoltà". Ovviamente Yasuhiro deve avere bene in mente cosa dovrà cambiare nell'illusione e non deve sconcentrarsi o finirà per annullare l'effetto del suo quirk.
- "Pìstis"
Ed eccoci arrivati al secondo tipo di illusioni che il ragazzo è capace di creare grazie al suo quirk. La parola "pìstis" fa parte anch'essa del linguaggio filosofico e significa "credenza"(oppure "fede", ma in questo caso significa credenza) e riguarda le cose sensibili, percepite nei loro rapporti. Al contrario del primo tipo, che si concentra sul senso della vista, questo genere di illusioni è quello che riguarda gli altri sensi (udito, tatto, olfatto e gusto) e ha il compito di rendere il più realistica possibile l'illusione facendo in modo che il corpo creda, venendo a contatto con un'illusione rappresentante un qualche tipo di oggetto, di percepire tutte le caratteristiche che esso dovrebbe avere. Per esempio: Yasuhiro fa credere a qualcuno di star tenendo in mano un gelato quando invece si sta tenendo in mano un astuccio, partendo da ciò le illusioni generate sotto il nome di "pìstis" faranno in modo di rendere quell'astuccio un gelato ai sensi della persona (in poche parole se prova a mangiarlo sentirà il sapore dei gusti del gelato, non del tessuto dell'astuccio). Questa parte del suo quirk va spesso a braccetto con quella appena citata e allo stesso tempo è la fase precedente a quella che verrà descritta dopo.
- "Alétheia"
Passiamo alla terza e ultima tipologia di illusioni generata dal quirk del ragazzo: questa è quella più utile nel combattimento e non si limita a disorientare e creare confusione nell'avversario come invece possono fare le altre due, questa è più volta all'attacco. Ma prima vi spiegherò perché Yasuhiro ha scelto come nome "Alétheia" che significa- sempre in greco- "verità". La scelta di questo nome è legata al fatto che tra tutte le illusioni che è in grado di creare solo questa è in grado di influire veramente sulla persona che subisce: verità perché ad un certo punto le illusioni smetteranno di essere tali per il cervello della persona, da irreali diventano reali. Ma in cosa consiste questo tipo di illusioni? Innanzitutto è quello che gli consuma più energia in assoluto: se fosse costretto a farne uso alla fine di uno scontro in cui si è servito del suo quirk più volte si ritroverebbe con la possibilità di lasciarci la pelle lui stesso o di finire vicino a passare all'altro mondo (il malus lo spiego dopo). Se fino ad ora Yasuhiro si è divertito a creare illusioni nella mente delle persone, a manipolare i loro sensi affinché credessero in qualcosa che non esiste veramente, ora la finzione diverrebbe realtà: poiché per creare illusioni si agisce direttamente sul cervello, Yasuhiro costringerebbe la mente dell'avversario a credere di subire veramente colpi creati dalle illusioni e se magari senza questa abilità la persona si ritroverebbe piena di proiettili in corpo senza sentire un briciolo di dolore, con il supporto di quest o quirk il dolore vi è, e anche molto realistico. In poche parole: se in un'illisione ci si trova a fronteggiare un duello con armi da fuoco e si viene colpiti quest'abilità del suo quirk fa in modo che ogni colpo venga sentito dal corpo. Il cervello viene spinto a credere che il corpo sia stato colpito fino a quando non si convincerà a tal punto che non vi sarà solo dolore ma i colpi sembreranno quindi "materializzarsi". Ovviamente se il corpo crede di essere stato colpito da un proiettile, per fare lo stesso esempio, non si vedranno buchi nella pelle ma le ferite rimarranno interne, per questo è consigliabile correre dal medico dopo aver affrontato Yasuhiro, anche solo per un controllino.
-Debolezze:
-- Innanzitutto usare troppo le prime due tipologie di illusioni gli causa forti fitte di mal di testa, curabili semplicemente con una pastiglia per il mal di testa o un po' di tempo a riposo. Il mal di testa di solito colpisce nella zona delle tempie e diventa sempre più forte quando gli sforzi fatti dal ragazzo diventano via via più pesanti. A causa del mal di testa spesso tende a perdere la concentrazione o a distrarsi, facendo fatica anche a reagire a qualsiasi cosa, per questo motivo porta sempre con sè una piccola confezione di pastiglie per evitare di diventare un peso per gli altri nel bel mezzo di uno scontro.
-- Poiché per creare illusioni per gli altri deve farlo anche su se stesso se fa uso della stessa illusione troppo a lungo finirà per venir convinto da essa per un periodo di tempo variabile a seconda dello sforzo fatto. Certo, questo succede molto raramente, ma non è impossibile che assieme al mal di testa se ne esca con qualche scemata poichè il suo cervello non è più in grado di distinguere il falso dal vero. Lui dice spesso che quando era in prima media si dimenticava costantemente il té a casa e poiché odiava bere l'acqua a ricreazione si illudeva di bere la bevanda che non aveva portato, ha fatto così fino a quando ha iniziato a credere sul serio di bere té tutte le mattine quando invece nella sua borraccia c'era l'acqua. Sono dovuti intervenire i professori poiché lui non voleva assolutamente realizzare di essere stato vittima del suo stesso quirk.
-- Questa è una delle più grandi debolezze del quirk del ragazzo anche se sarebbe più corretto definirlo un vero e proprio "malus", ancora più grave dei due appena citati. Se i precedenti due si attivano solo con le prime due tipologie di illusioni, questo si limita ad essere uno svantaggio legato al terzo tipo, le illusioni fisiche. Non è sempre possibile che avvenga come reazione anzi, sotto questo punto di vista è instabile e difficile da controllare: dipende soprattutto dalla forza mentale e fisica del ragazzo, deve essere in grado di rimanere lucido durante tutto il periodo in cui il quirk Alétheia rimane attivo o l'effetto di esso diventerà una vera e propria lama a doppio taglio. Per spiegarlo farò uso di un semplice esempio. Mettete che un combattimento tra Yasuhiro e un villain stia andando avanti da parecchio, il ragazzo è stato costretto a usare più volte il proprio quirk e seppur sia sfinito non vuole arrendersi; per impedire al villain di farla franca decide di usare le maniere drastiche, attivando l'Alétheia e facendo illudere il villain di venir colpito quattro volte con un'arma da fuoco in punti non vitali. Se la sua attenzione non è abbastanza alta, se si distrae per la stanchezza, il quirk otterrà di certo l'effetto da lui desiderato e il suo avversario verrà abbattuto come sperato ma gli effetti subiti dall'altro verranno dimezzati e subiti a loro volta da Yasuhiro, come se fossero rimbalzati su uno specchio. Anche questa debolezza è legata alla questione di "illudersi da solo" anche se si limita a fare la sua comparsa in situazioni di estrema stanchezza. Yasuhiro tende a sottovalutare alquanto questa debolezza, essendo sicuro di potersi controllare ma è ben consapevole che la sua arma potrebbe ritorcerglisi contro in ogni situazione. Ma essendo sempre pronto a dare la propria vita per qualcuno, non si scoraggia davanti a questo suo malus.
-- Non penso sia una vera e propria debolezza ma può essere usata a suo svantaggio in svariati modi: il suo quirk si attiva a contatto visivo. Egli, per poter avere campo libero sulla mente dei propri avversari, deve riuscire a guardarli dritti negli occhi e questi devono fare lo stesso: qualcuno senza occhi è ben avvantaggiato. Yasuhiro deve mantenere lo sguardo fisso negli occhi dell'altro per qualche secondo, quello basta per permettergli di attivare il proprio quirk. Se si vuole impedire al ragazzo di usare il proprio potere bisogna semplicemente impedirgli di guardare: bendarlo, coprirgli gli occhi.. non sta a me deciderlo ma poiché risulta necessario specificare il modo in cui attiva il quirk mi sembrava corretto dirvi come questo sia anche uno dei difetti del potere del ragazzo.
-- Come ho già detto, Yasuhiro è in grado di usare il proprio quirk su dieci persone contemporaneamente. Bisogna specificare che queste dieci persone devono essere tutte d'accordo a subire l'effetto del suo quirk poiché riuscire a superare la barriera di difesa delle menti dei suoi avversari risulta comunque stancante. Se le persone oppongono resistenza il massimo che può raggiungere è cinque, escluso se stesso. Questo riguarda le illusioni di tipo sensoriale (Eikasìa e Pìstis), parlando dell'Alétheia la situazione invece cambia. Il massimo di persone che possono essere soggette a questo tipo di illusione è di una, oltre a se stesso. Per questo motivo è la sua ultima spiaggia, oltre ad essere estremamente pericoloso: avere un limite così ristretto di persone che possono essere soggette a tale illusione rende difficile il trattenere gli altri, facendo indebolire l'illusione generale per concentrarsi sui danni da far subire. Ha provato una volta a fare ciò su più persone, in addestramento e senza il fine di ferire ma solo di colpire, e inutile dire che il risultato è stato disastroso e doloroso. Seppur sia convinto di poter usare l'Alétheia su due persone contemporaneamente, per ora non lo ha mai fatto se non in allenamento. Gli stessi insegnanti gli hanno suggerito di evitare.
- Vantaggi:
-- Il quirk del ragazzo sembra alquanto inutile in combattimento, dopotutto in genere non fa uso delle illusioni che provocano danni e per questo motivo non risulta essere adatto a scontri frontali. In realtà è comodo se si ha la necessità di bloccare in un luogo gli avversari, impedendo loro di scappare, aspettando che arrivino i rinforzi o la polizia. Il principale vantaggio del suo quirk è proprio questo: può essere usato come "contenimento" per impedire la fuga delle persone o eccessivi disastri. Dopotutto può alternare illusioni che permettono libero movimento a quelle che non lo permettono (in poche parole, alcune sono più simili alla realtà virtuale in cui alla fine tu non devi muoverti in giro ma stare fermo, altre lasciano libertà di movimento).
-- La durata massima delle illusioni in realtà non è ben definita anche se lui tende a non andare oltre ai dieci minuti per ogni illusione (quelle meno complesse possono durare di più perché la fatica è minore), se si parla dell'Alétheia gli basta un minuto o un minuto e mezzo. Per quanto riguarda la possibilità di interrompere le illusioni la questione è molto semplice: o le annulla lui prima del tempo limite, o non essendo più in grado di mantenere la concentrazione dopo aver raggiunto il tempo libero le annulla, o lo si costringe a farlo con la forza. Quest'ultima opzione è quella più veloce da usare in battaglia e consiste semplicemente nel colpirlo, distraendolo, o nell'abbatterlo. Considero la durata e la possibilità di disattivarle come un vantaggio poiché all'interno delle illusioni non vi è un vero e proprio modo per annullarle, bisognerebbe trovare Yasuhiro e costringerlo a disattivare il proprio quirk.
-- Il maggiore vantaggio è la possibilità di prendere alla sprovvista gli avversari: egli può decidere quando attivare il quirk, se farlo o meno, e di solito anche se a conoscenza del quirk del ragazzo si rimane sempre sorpresi dal momento in cui lo attiva. Yasuhiro non è una persona banale e scontata, sa ragionare in termini di strategia e per questo motivo risulta difficile prevedere quando attiverà il quirk. Inoltre non sempre ci si accorge di essere in un'illusione, a volte sono talmente reali che distringuerle dalla realtà risulta difficile. Ci sarebbe un modo per capire se stia usando il quirk o meno ma è una sottigliezza a cui nessuno fa mai caso: l'anello d'oro che si trova tra l'iride e la pupilla si illumina per qualche istante. In battaglia di solito non si ha il tempo di guardare negli occhi una persona tutto il combattimento.

Backstory:
I genitori di Yasuhiro, Tsuji Oda e Saito Mutsumi (sì, sappiate che ho invertito nome e cognome come fanno in Giappone, la madre si chiama Mutsumi e il padre Oda), si sono conosciuti circa tre anni prima del loro matrimonio e cinque prima della nascita di Yasuhiro e avevano lui poco più di venticinque anni e lei poco meno di ventiquattro. Vivevano entrambi in una città del Giappone occidentale, in una città della prefettura di Okayama, senza saperlo avevano anceh frequentato la stessa scuola media ma non si erano mai incontrati. Sono stati presentati l'uno all'altra da degli amici e hanno iniziato a frequentarsi l'anno dopo essersi incontrati; la particolarità del loro rapporto che piace ricordare alla coppia ormai sposata è la questione riguardante i quirk: nel periodo prima di fidanzarsi non avevano mai parlato dei rispettivi lavori e dei quirk, ritenendole informazioni che avrebbero potuto minare la loro amcizia. Solo dopo essersi fidanzati hanno affrontato la questione con serietà: Mutsumi lavorava come eroina in un'agenzia presente in città, un'agenzia nemmeno poco nota in realtà. Aveva iniziato a lavorare lì da quando la scuola le aveva concesso di fare il tirocinio con un'agenzia: non aveva avuto dubbi. Mutsumi aveva frequentato una scuola il cui nome è noto anche attualmente, una scuola con le sezioni del corso per eroi: la Shiketsu High School. Il sogno della donna era quello di diventare un'eroina famosa e poter aiutare chi ne aveva bisogno, lo aveva promesso a sua madre prima che questa la lasciasse col padre per colpa di una malattia. Mutsumi era decisa a mantenere la propria parola e così divenne "Kiruke", l'eroina delle illusioni- seppur il suo quirk non fosse realistico come quello del figlio, infatti non aveva la capacità di accostare i cinque sensi alle proprie illusioni- che però sarà molto più famosa in Grecia piuttosto che in Giappone. Oda è un impiegato in un'azienda, attualmente si trova in una posizione anche abbastanza elevata, e al contrario della moglie non ha frequentato una scuola prestigiosa come la Shiketsu, ha volutamente deciso che la carriera dell'eroe non avrebbe fatto per lui e si è dedicato a studi di un diverso genere. Il suo quirk gli permette di di alterare le percezioni delle persone (in poche parole agisce sui cinque sensi), per questo motivo Yasuhiro è nato con un quirk che gli permette di agire sia sui sensi che sulla mente.. è la combinazione dei quirk dei genitori. Dopo essersi sposati hanno dovuto affrontare la questione "famiglia": volevano figli o no? La donna era un'eroina e Oda non voleva che il suo lavoro risentisse della sua vita privata ma a sua volta sapeva quanto lei ci tenesse ad avere un figlio. Quando nacque Yasuhiro, la coppia viveva in Grecia già da due anni- si erano trasferiti lì perchè Oda aveva ricevuto una promozione e l'incarico di andare a lavorare ad Atene e Mutsumi aveva deciso di seguirlo, iniziando a collaborare con un'agenzia della capitale greca. Il fatto che fosse nato in Grecia da residenti in quello Stato gli ha garantito la carta d'identità greca ma attualmente egli possiede anche quella giapponese, poiché ai genitori era sembrato importante far in modo che il figlio avesse legami con il loro Paese d'origine in modo che se vi fossero tornati non avrbebe avuto troppi problemi, in casa parlavano persino giapponese al posto del greco. Il soggiorno ad Atene per la coppia fu piacevole solo fino al momento in cui Mutsumi non fu costretta ad abbandonare la propria carriera da eroina, cosa che fece con estremo dispiacere e che rattristò molto anche i suoi colleghi greci, dopotutto era diventata anche un'eroina nota nel Peloponneso, faceva parte della top ten eroi greci. Yasuhiro aveva due anni quando la madre fu costretta a ritirarsi, a soli trentun anni: la donna e la sua squadra stavano affrontando un gruppo di villains e la situazione sembrava anche a loro vantaggio fino a quando un altro villain non si è aggiunto al combattimento, prendendo di sprovvista la maggior parte degli eroi presenti, uccidendone uno e lasciando in gravi condizioni Kiruke e un'altra. Lo scontro fu comunque vinto dagli eroi grazie al supporto di un'altra agenzia intervenuta in tempo, i feriti furono portati subito in ospedale. Fisicamente non aveva subito gravi danni a parte qualche frattura, ma ciò che le impedì di continuare la carriera fu il fatto di aver perso la vista dall'occhio destro e poichè il suo quirk necessitava di incrociare lo sguardo degli avversari con entrambi gli occhi, non era più in grado di farne uso. Yasuhiro, che fino a quel momento era sempre stato entusiasta degli eroi, li amava e li stimava, quando andò a trovare la madre in ospedale e sentì la discussione tra il medico e il padre sulla situazione della donna vide le sue speranze infrangersi. Gli eroi non erano immortali, non erano imbattibili e sua madre ne era l'esempio. Da quel momento il piccolo Yasuhiro perse parte della fiducia che aveva nel mondo dei pro hero: non è che li disprezzasse, li ignorava e mentre tutti i suoi amici li elogiavano, lui non se ne interessava e cercava di parlare di altro. La sua vita in Grecia non era malaccio: aveva molti amici, seppur si sentisse spesso a disagio per la propria nazionalità era sempre stato accolto bene dagli altri bambini, si era sempre integrato bene. I genitori lo avevano sempre supportato in qualunque cosa, lo aiutavano e gli volevano veramente bene: trascorrevano i weekend sempre assieme, facendo qualche attività in famiglia o facendo gite e passeggiate. Erano una famiglia molto tranquilla, apprezzata dai vicini e dagli altri. Yasuhiro è sempre stato fiero di avere due genitori amorevoli e interessati a lui, che lo spronavano a migliorarsi non solo perchè volevano buoni risultati dal loro unico figlio ma anche perché volevano che lui potesse avere un futuro brillante. A Yasuhiro piaceva tantissimo vivere in Grecia: il clima mite e caldo, il mare non troppo ditante, splendidi luoghi di vacanza.. se fosse stato per lui sarebbe rimasto lì e non sarebbe tornato in Giappone. Quando, però, il padre ricevette un nuovo incarico e fu costretto a tornare nella sua isola natale, la famiglia Tsuji lasciò il Peloponneso. Fu una delle situazioni più triste della sua vita: non voleva lasciare i propri amici, non voleva dover ricominciare da capo una vita in Giappone. Aveva otto anni quando i genitori tornarono a vivere nella loro città natale. Inizialmente la vita in Giappone gli parve difficile: aveva abitudini diverse- soprattutto relative agli orari- e spesso si dimenticava di non essere più in Grecia. Impiegò sei buoni mesi ad ambientarsi anche se si era subito fatto nuovi amici. Fu costretto a lasciare da parte alcune delle sue attività pomeridiane per studiare bene la lingua giapponese- che sapeva parlare bene seppur non fosse molto bravo a leggere e scrivere i kanji- fino a quando non raggiunse il livello dei suoi coetanei. Rimase in contatto con gli amici che abitavano ad Atene, li sente regolarmente e una volta sono persino andati tutti a trovarlo in Giappone durante le vacanze estive assieme alle loro famiglie. Solo dopo essersi trasferito in Giappone cambiò idea sugli eroi, che fino a quel momento aveva ignorato, e sui villains, che aveva disprezzato. Tutto cambiò in seguito ad una discussione iniziata con uno studente di una scuola superiore che stava elogiando gli eroi: riuscì a convincere Yasuhiro che senza gli eroi il mondo sarebbe un inferno e che sacrificarsi per salvare delle vite era il modo migliore per morire, che gli eroi erano persone favolose e andavano rispettati. Non fu subito molto convinto il ragazzo, ci impiegò un paio di giorni ad elaborare il tutto e realizzare come il suo disprezzo per gli eroi era dovuto solamente a ciò che era successo a sua madre. Così le andò a chiedere cosa pensasse degli eroi e sentendo la sua risposta si convinse sempre di più che era necessario che vi fossero eroi pronti a tutto per salvare gli altri, come aveva fatto sua madre. Mantenne segreta questa sua decisione, di voler entrare in una scuola per eroi, fino a quando non giunse il momento di scegliere la scuola superiore. Ed ecco che successe il finimondo a casa Tsuji: i genitori avevano iniziato a proporgli rinomatissime scuole superiori che non avessero corsi per eroi, anche istituti privati, ma il ragazzo aveva garbatamente rifiutato ogni loro proposta fino a quando non propose la fatidica sezione per eroi della Yuuei. La madre, che era stata una studentessa della Shiketsu, oltre ad avere un profondo ribrezzo verso la Yuuei diede letteralmente di matto e anche il padre, uomo molto calmo e tranquillo, non sembrò apprezzare l'affermazione del figlio. Andarono avanti a discutere sulla scuola superiore talmente tanto a lungo che passarono in secondo piano tutte le scuole che non avessero la sezione per eroi. Dopo numerose liti, ricerche e compromessi la famiglia Tsuji riuscì a trovare un modo per soddifare tutti: avrebbero escluso dal UA dalla lista delle scuole da frequentare, soprattutto perché alla donna non andava a genio come scuola, e al primo posto nella lista delle possibili scuole posero la Shiketsu. Inutile dire che a Yasuhiro andasse benissimo, per lui l'importante era riuscire a frequentare un corso per eroi, UA o meno non cambiava più di tanto. Quando venne accettato alla Shiketsu non poteva essere più felice: riuscì persino a convincere i genitori a cenare fuori per festeggiare (anche se per loro non c'era niente da festeggiare: il loro bambino avrebbe rischiato la vita e non volevano accettarlo).
Vi lascio solo immaginare la reazione dei due Tsuji al sapere che Yasuhiro avrebbe avuto a che fare con gli studenti della Yuuei.

Nome da Hero: Totsuka.
Probabilmente da uno come lui ci si sarebbe aspettati un nome non giapponese, internazionale, o almeno ispirato alla Grecia. Yasuhiro inizialmente aveva pensato ad un nome in inglese in modo da dimostrare il suo sguardo rivolto non solo al Giappone ma anche al resto del mondo; solo in seguito, una volta trasferitosi stabilmente nello stato nipponico il ragazzo comprese quanto la cultura di quel luogo, tramandatagli dai genitori, fosse affascinante e stupenda. Partendo proprio dalla cultura giapponese è riuscito a trovare un nome da eroe, avendoci riflettuto anche abbastanza: Totsuka. Il suo nome da eroe si rifà a un'arma della mitologia giapponese (sì, Yasuhiro non riesce a non dimostrare le proprie ampie conoscenze in campo culturale): Totsuka No Tsurugi è una katana che è in grado di trasportare la persona ferita dalla sua lama in una dimensione in cui vi è un'illusione eterna. La decisione di denominarsi come una katana deriva dalla propria passione per quel tipo di armi (ne parlerò anche nelle curiosità) e per la leggenda attorno all'arma: quale nome sarebbe stato migliore di quello di un'arma collegata alle illusioni? Sta persino valutando la possibilità di combattere con una katana poiché nel combattimento corpo a corpo-per sua sfortuna- non eccelle.

Perché ha voluto iscriversi alla Shiketsu:
Ad essere sinceri Yasuhiro per gran parte della sua infanzia ha ripetuto di non voler diventare un eroe, preoccupato per la propria famiglia: se avesse scelto di intraprendere la strada dell'eroe si sarebbe trovato davanti rischio di morte, molti nemici e pericoli di ogni genere. Nascosto dietro a quell'espressione tranquilla e indecifrabile c'era sempre un velo di egoismo dovuto al desiderio di non lasciare i propri genitori per la fama, per la gloria, per la ricchezza o per il desiderio di salvare tutti. Era il primo a difendere chi ne aveva biosgno ma sembrava alquanto convinto a non intraprendere la strada che avrebbe potuto condurlo alla professione di eroe. Inutile dire come, una volta tornato in Giappone, si sia reso conto di quanto fosse necessario prendere una decisione e scegliere se rimanere nell'ombra ad aspettare che qualcuno di esterno a lui risolvesse i problemi del mondo o se prendere in mano la propria vita e darsi da fare per migliroare il mondo. Stranamente i genitori, che gli erano sempre stati vicini e lo avevano supportato per qualsiasi cosa, quando vennero a sapere della decisione di voler entrare in una delle scuole per eroi, seguire il corso per eroi e diventarne uno lui stesso si mostrarono alquanto stupiti e indecisi su come reagire. Tra i due, quella che avrebbe dovuto supportare il figlio sarebbe dovuta essere la madre, ex-eroina professionista, ma al contrario di ogni aspettativa quella sembrò rifiutarsi di permettere all'unico figlio che aveva di andare a correre a braccia aperte contro la morte. Sapeva che non avrebbe mai superato l'esame per la sezione d'eroi della UA per il fatto di possedere un quirk non volto alla distruzione o al combattimento fisico e inoltre non aveva interesse nel diventare famoso subito (spoiler: in realtà è una persona pigra e dover prendere il treno per più di un'ora ogni giorno e andare alla UA non era una grande trovata per lui): scelse la scuola Shiketsu più che altro perché gli sembrava la soluzione migliore e perché era il compromesso raggiunto con i genitori, non gli avrebbero permesso di andare a frequentare la UA e diventare un bersaglio ambulante per i villains. Di certo non cambierebbe idea, la scuola Shiketsu aveva la stessa buona fama della UA e si trova anche bene in quell'ambiente. Ma in conclusione, per quale motivo Yasuhiro ha deciso di intraprendere gli studi per diventare un eroe tanto improvvisamente? Come già detto non cerca fama, nemmeno ricchezza ma ha la genuina e spontanea necessità di aiutare chi ha bisogno di supporto, chi si trova in situazioni di necessità. Potrebbe sembrare banale ma Yasuhiro ha il profondo desiderio di migliorarsi e difendere chi non è in grado di farlo da solo.

Cosa ne pensa dei villains?:
Per lui i villains sono semplicemente persone che hanno perso la strada della rettitudine, accecati chi dal desiderio di vendetta e chi dalla brama di potere e ricchezza, chi dall'odio e dalla frustrazione. Secondo Yasuhiro non si può nascere malvagi, si nasce con una certa predisposizione a comportamenti di tal genere ma è facilmente prevenibile con la dovuta attenzione. Certo, controllare che in tutto il mondo non vi sia nessuno in situazioni difficili è impossibile ma gli eroi non dovrebbero solo affrontare nemici davanti alle telecamere dei mass media, non dovrebbero solo dar mostra delle proprie abilità con vanità: un vero eroe dovrebbe cercare di aiutare tutti- e con tutti si intende anche i villains. Il fatto che questi combattano contro le forze dell'ordine, contro la giustizia, di certo non è una motivazione per definirli "cause perse", devono avere anche loro la possibilità di redimersi, di ragionare sulle decisioni prese e sui propri comportamenti. Comprende bene la pericolosità di tali individui, la loro aggressività e il loro odio nei confronti degli eroi ma molti di questi non agiscono per loro crudeltà ma spinti da necessità. Yasuhiro non combatterebbe mai con l'intento di uccidere, dopotutto qualora arrivasse ad uccidere il proprio avversario, anche se questo è "malvagio", cosa lo differenzierebbe dai villains? Lui stesso ha creduto a lungo che combattere la violenza con la violenza non è una grande idea poiché comunque continuerà in eterno il ciclo di scontri e combattimenti ma ha raggiunto la conclusione che non vi sono altri modi.
In conclusione non odia i villains, non li disprezza, ma li guarda quasi con pietà e dispiacere per la loro situazione. Quello che ho esposto atualmente è quello che lui direbbe, più o meno, qualora gli venisse posta la suddetta domanda; se gliela aveste posta qualche anno prima di scegliere di fare l'eroe, probabilmente avrebbe risposto in modo meno razionale e calmo, lanciandosi con invettive e critiche ai villains, per odio personale. Diciamo che ha capito che arrabbiarsi fa venire le rughe, di conseguenza col crescere ha sviluppato anche le proprie opinioni.

Curiosità:
- Fin da piccolo gli è stata tramandata la tradizione e la cultura giapponese, tanto che a casa sua parlava principalmente la lingua madre dei genitori. Su suggerimento del padre Yasuhiro accettò di iscriversi ad un corso di katana, l'arte del combattimento con la nota spada giapponese. Quando si parla dello sport legato alla katana si parla più di una sorta di danza armati, non si combatte come facevano i samurai. Inoltre ha praticato anche lo sport della scherma, non concentrandosi più di tanto sulle gare e sul ranking, prenendo il tutto come un modo per ampliare le proprie conoscenze nel campo delle armi bianche. Ultimamente ha iniziato a combinare la scherma e la katana, studiando le tecniche di combattimento dei samurai in modo da crearsi uno stile di combattimento da poter usare nella vita di tutti i giorni. Il suo obbiettivo è migliorare tale stile per poterlo affiancare al proprio quirk e ridurre almeno di un po' la pesante carenza nel combattimento corpo a corpo.
- Come penso si sia intuito, a Yasuhiro piace tantissimo il tè, qualsiasi esso sia. Quando sente la necessità di rilassarsi o di riflettere si siede a sorseggiare una calda tazzina di tè: ritiene che tale bevanda riesca ad aiutarlo quando è in difficoltà. Inoltre ha iniziato a portarsene sempre dietro un po', abbinandolo a qualsiasi cibo potesse stare bene col té per poterne bere il più possibile. Possiede un set di tazzine giapponesi da té e una quantità industriale (metaforicamente parlando) di tipologie di té, sia in bustina che no. Apprezza soprattuto il té di qualità e di marca, trovando poco piacevole quello che si compra al supermercato: ha un palato un po' viziato, questo è vero ma a chi non piacerebbe bere un té tanto pregiato? Inoltre non è per nulla possessivo: quando invita qualcuno a casa o è fuori a pranzo offre sempre agli altri la propria bevanda, senza essere parsimonioso. Per lui condividere il té è un gesto di grande educazione e rispetto. 
- Yasuhiro è madrelingua sia in giapponese che in greco. Essendo nato e cresciuto fuori dallo Stato nipponico ci si aspetterebbe che il suo giapponese non sia tanto perfetto e invece ci si sbaglia: egli parla e scrive perfettamente sia in greco che in giapponese. Certo, a volte gli capita di inserire parole in greco nelle conversazioni, ma ciò è alquanto raro. Quando non vuole farsi capire tende a parlare in greco e faceva lo stesso invertendo le lingue quando si trovava in Grecia. Inoltre parla molto bene l'inglese: la Grecia è un Paese turistico e gli capitava spesso di incontrare bambini di altre nazionalità o di dover dare indicazioni ai turisti che si erano persi. Per questo motivo ha concentrato parte della sua attenzione sull'inglese, ritenendo importante conoscere tale lingua in vista di viaggi all'estero o necessità.
- Se c'è una cosa che Yasuhiro apprezza particolarmente è la mitologia greca: fin da piccolo era appassionato delle leggende sugli Dei ed eroi dell'Olimpo, sapeva a memoria tutti i dettagli di ogni mito e diceva alla madre che gli avrebbe fatto piacere poter incontrare Zeus. Col tempo ha iniziato ad interessarsi molto anche della mitologia giapponese, iniziando a confrontare le due mitologie trovando punti in comune e divergenze. Non che creda negli oni o negli yokai, è solo incuriosito dalle leggende popolari, dopotutto la cultura degli Stati si basa molto anche su quello. Per comprendere molto sulle usanze del passato basta guardare i miti.
- Yasuhiro non è molto convinto sulla questione "orientamento sessuale", non ci ha mai riflettuto più di tanto, anche perché la scuola superiore Shiketsu vieta ai suoi studenti di avere relazioni. DI cotte ne ha avute, negarlo sarebbe da stupidi, ed erano rivolte sia verso ragazze che verso ragazzi, cosa che ha sempre mantenuto segreta per paura dei giudizi. Ad essere sincero, Yasuhiro non si interessa se una persona sia donna o uomo, se gli piace va bene così e il sesso non deve influire sul modo in cui vede la persona in questione. Si può definire, quindi, pansessuale. Ovviamente non ha ancora fatto coming out e non ha intenzione di farlo, non ancora, preferendo concentrarsi su altro e tornare sulla questione quando sarà più maturo e sarà in grado di affrontarla meglio.. anche perché non ha intenzione di andare a letto con qualcuno a 15 anni. Non è un tipo da "sesso solo dopo il matrimonio" ma per lui quindici anni è troppo poco, non si è ancora abbastanza responsabili a quest'età. Per quanto riguarda la disponibiltà la questione si fa più sottile: di persé non avrebbe problemi ad avere una relazione romantica, basta che l'altra persona non voglia accelerare troppo le cose. Il problema riguarda una regola imposta dalla Shiketsu, la regola che prevede che gli studenti di tale scuola non possano avere relazioni nel periodo in cui frequentano gli studi. Per concludere: se non si riesce proprio a far a meno di una relazione non gli costa niente mentire ma preferirebbe aspettare la fine degli studi.

• 𝐄𝐭𝐭𝐲'𝐬 𝐬𝐩𝐚𝐜𝐞 •
Pardon per il ritardo- anche se vi ho mandato la scheda in chat su telegram. Ho deciso di finire la scheda di Yasuhiro per la role di -morrigvn e -sandprince al posto di correggere una presentazione che ho fatto per storia. Ma non soffermiamoci sulle cose futili.
Ecco a voi Yasu!
+ sono una simp per Mikazuki Munechika e non lo nego. Se qualcuno vuole venirmi a dire che Mikazuki non sia un adorabile nonnino è benvenuto ma sappia che in caso di omicidio la responsabilità (non) è mia.
Ora taggo -lycxris perché so che apprezza sempre gli oc per le role di BNHA.
Grazie della vostra attenzione e adios! (Non uccidetemi per gli errori di battitura ma ma pigra per correggere)

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