𝐱𝐯. sangue sulle mani














♱ 𝙱 𝙻 𝙾 𝙾 𝙳 𝚁 𝙴 𝚅 𝙴 𝙽 𝙶 𝙴 ♱
───── 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙦𝙪𝙞𝙣𝙙𝙞𝙘𝙞 ─────
⸌ solo uno stupido farebbe così ⸍















𝓢arebbe dovuto essere un giorno come tutti gli altri: Wooyoung si sarebbe svegliato a metà pomeriggio e avrebbe aspettato impaziente la sera per raggiungere l'unica persona capace di alleviare le pesantezze della sua vita. San, invece, sarebbe rimasto sul pontile dell'Utopia riempiendosi i polmoni della pungente aria autunnale e sarebbe rimasto incantato dalla tranquillità del mare.

Sì, sarebbe dovuto essere un giorno come tutti gli altri. Tuttavia, non lo fu affatto.

Infatti, il pirata, quel mattino aveva dentro sé una sensazione strana: s'era svegliato con un'angoscia logorante nel petto, con il mal di stomaco e delle preoccupazioni che occupavano insistentemente la sua mente.

Provò a evitare la sua irrequietezza, provò a metterla a tacere dormendo e bevendo del rum ma niente di tutto ciò pareva funzionare.
Così, con l'animo agitato come le onde durante una tempesta, si mise a bordo della scialuppa nel primo pomeriggio e, una volta arrivato a riva, si incamminò verso il castello.

Ed ecco spiegato in pochi istanti il motivo della sua mancata serenità.

Egli sgranò gli occhi e il suo cuore parve balzargli in gola: « Wooyoung! » gridò col respiro bloccato nei polmoni.

San osservava imperterrito la scena e, per quanto volesse muoversi, rimase bloccato per qualche istante. Aveva i nervi tesi a fior di pelle e la vena sul suo collo pulsava per l'angoscia più che mai. "Agisci, agisci ora."
Scosse il capo per riprendersi e si passò una mano sul viso, così uscì da quella fase di trance e si guardò attorno spremendosi le meningi per capire come raggiungere il Principe. Si arrampicò sul cancello, non prima di aver preso una potente rincorsa, e solo allora vide la raccapricciante situazione dalla giusta angolazione.

I vestiti del suo ragazzo erano dipinti di rosso, così come il volto. Leggermente sfigurato, ricoperto di sangue per colpa di alcune ferite, egli aveva il sopracciglio destro pulsante, lo zigomo sfregiato e il labbro tagliato e ingrossato; persino i suoi capelli color miele avevano sfumature rossastre come un tramonto primaverile.

Ma Wooyoung non era solo.
Sotto di lui, fermo tra le sue cosce, c'era qualcuno; ogni secondo che passava la tensione aumentava e il sangue si spargeva a terra e sui corpi delle due figure.
Il pirata aguzzò la vista cercando di mettere a fuoco per scoprire chi fosse il rivale di Woo. « Merda.. » sussurrò, poi, a denti stretti.

Steso a terra c'era l'ultima persona che San avrebbe immaginato di vedere ma, allo stesso tempo, era anche la prima a cui aveva pensato: Park Seonghwa.

Il Re sputava liquido rosso dalla bocca, teneva gli occhi gonfi socchiusi e respirava a fatica tra un colpo di tosse e l'altro mentre il fratellastro stringeva la presa con le ginocchia circondandogli il bacino. I suoi costosissimi abiti regali avevano perso completamente il loro aspetto elegante e immacolato: erano sporchi, stracciati, impregnati di sangue e malridotti, come lo era lui.

Hwa afferrò Wooyoung per il colletto della maglia con la poca forza che gli era rimasta ma il minore lo bloccò. Subito dopo, con un rapido scatto, quest'ultimo estrasse un pugnale dal suo stivale e, in quell'esatto momento, San capì che se non fosse intervenuto subito, lui lo avrebbe ammazzato. Ne era certo.  Non vedeva i suoi occhi, ma dai gesti poteva intuire la sua espressione, poteva percepire la sua rabbia e, quasi, sfiorarla con un dito. Aveva perso il senno, completamente. E il pirata, anche se in lontananza, percepiva il suo fiato corto, il suo battito accelerato e le sue peggiori intenzioni.

Si mise a correre con tutta la forza che aveva in corpo per tentare di fermare quella che si sarebbe trasformata nella più grande tragedia di Port Royale: sotto i suoi occhi mentre percorreva il giardino a falcate, il biondo circondò il collo della sua vittima e con l'altra mano impugnò l'arma allungando il braccio per aumentare la potenza dell'impatto.

Seonghwa non chiuse gli occhi nemmeno per un secondo ma, dentro di sé, si era quasi rassegnato a quella fine.
Le vene gli pulsavano prepotentemente in tutto il corpo e il suo cervello era diventato tanto stanco e pesante da fargli smettere di pensare.  Conosceva il suo fato, sapeva che stava sfiorando la morte con un dito. 
Ormai aveva capito che Wooyoung non si sarebbe fermato, aveva capito che per troppi anni il Re l'aveva sottovalutato e che, in quel momento, desiderava vedere il suo corpo esanime più di qualsiasi altra cosa.
Cercava vendetta.
Cercava riscatto.
E lo avrebbe trovato ammazzandolo.

Il Sovrano fissava nelle pupille colui che sarebbe stato il colpevole del suo assassinio pensando che, se l'avesse ucciso, avrebbe voluto non fargli mai dimenticare il suo sguardo.  I senso di colpa avrebbero così fatto il loro corso, sfinendolo e portandolo a togliersi la vita: avrebbero divorato ogni parte del suo corpo, avrebbero mangiato il suo stomaco e il suo intestino, si sarebbero impossessati del suo cuore, dei suoi polmoni, gli avrebbero distrutto le viscere e l'anima.

« Wooyoung! » gridò ancora San, precipitandosi il più in fretta possibile verso il Principe.  Ma lui non lo sentì.  O, almeno, parve non sentirlo.  Probabilmente non gli importava di nessun altro, avrebbe soltanto voluto mettere a tacere una volta per tutte quella lagnante voce, poi stare fermo a guardare il sangue sgorgare dal suo petto e, per una volta, sentirsi sollevato, libero. 

Con un movimento brusco e veloce puntò il cuore del fratellastro ma, quando fu ad una manciata di millimetri dalla sua camicia, il pirata gli piombò addosso salvando entrambi: ad uno la vita e all'altro il pentimento.

« Porca puttana! » urlò Woo, cercando di dimenarsi dalla presa del suo fidanzato.
« Lasciami andare! » sbraitò lacerandosi le corde vocali e muovendosi con foga.
« Wooyoung, fermati! — esclamò San, bloccandolo circondandogli il torace — Ascoltami cazzo! » continuò esasperato.
« Vattene via! » sputò lui, quasi con le lacrime agli occhi al pensiero che, l'unica persona che amava, lo avesse visto in quello stato.
« Non ci pensare nemmeno » replicò cambiando posizione e mettendolo con la schiena a terra.

Il corvino si mise inginocchiato accanto a lui con l'avambraccio che gli schiacciava leggermente il petto così da permettergli di sentire il suo stesso respiro e regolarlo.
Wooyoung tremava come una foglia sotto la pressione del suo fidanzato, socchiuse gli occhi afferrandogli le mani come per ringraziarlo di averlo fermato l'attimo prima del gesto.

D'altra parte Seonghwa era quasi incosciente, ma, era ancora abbastanza sveglio da capire chi quel giorno gli avesse risparmiato la vita.

« Finalmente ci incontriamo.. Quartiermastro. » sussurrò flebilmente, interrompendosi più volte per tossire.

Il sangue gelò nelle vene di San che chiuse gli occhi forse abbandonandosi a quel crudele destino e smise di respirare come se fosse in fondo al mare in apnea, smise di pensare come se la sua bolla vitale fosse appena esplosa.
« Mh..? » farfugliò guardandosi attorno e rivolgendo un'occhiata spaventata al biondo, ancora sdraiato, sperando che non avesse sentito nemmeno una parola.

« Che.. Che vuole ancora..? » domandò proprio quest'ultimo, cercando di trovare le energie per mettersi a sedere e — testuali parole — "far smettere al castello di girare".
« Niente, Youngie.. Niente.. » rispose teso.
« Ho detto.. — iniziò a parlare il maggiore, schiarendosi la voce e provando a inalare aria — Finalmente ci incontriamo, Choi San. »

Per un secondo il pirata credette di perdere tutto.  Pensò che il Re stesse per rivelare la sua identità a Wooyoung e che quest'ultimo l'avrebbe ucciso oppure odiato.  In entrambi i casi, comunque, lui sarebbe morto.  Dentro o fuori poco importava.  Però, dopo quelle parole, il mondo riprese a vivere.
Fece un lungo e profondo respiro, forse il più lungo e profondo che avesse mai fatto, poi, il suo cuore ricominciò a battere, le sue dita a muoversi e la sua mente a pensare.

« Devi toglierti il suo cazzo di nome dalla bocca. In che fottuto modo te lo devo dire, Seonghwa? » ringhiò il Principe cercando di alzarsi ma venendo, immediatamente, bloccato dal corvino.  « Calmo, amore. » bisbigliò.

San si alzò in piedi sgranchendosi le gambe e pulendosi i vestiti dal terriccio, si avvicinò al Re e gli porse la mano, « Piacere, Park Seonghwa. Mi lusinga sapere che parliate tanto di me. » disse sfacciato, mascherando il timore d'esser scoperto con arroganza.
« Mentirei se ti dicessi che è un piacere anche da parte mia. » rispose a fatica l'altro.

Senza dargli ascolto il corvino tornò dal biondo, lo aiutò a mettersi in piedi e a camminare.  « Dove andiamo? » chiese lui zoppicando e gemendo per gli svariati dolori.
« In qualsiasi altro posto lontano da quel castello. » rispose lui.
Lo fece sedere alle radici di un albero e disse: « Aspettami qua, torno subito. »

« So chi sei » annunciò Seonghwa non appena il ragazzo mise nuovamente piede nel giardino del suo castello.  Lui deglutì.
Era giunto il momento di affrontare quella spinosa conversazione con, almeno, uno dei due reali.  « Cosa intendi? »
« Intendo che so che sei un pirata. »
« E come lo sai? »
« Non ti deve interessare questo »
« Mi interessa eccome »
« Beh, non te lo dirò comunque.. Rilassati, non lo dirò al tuo amato Wooyoung. »
« A cosa devo quest'opera di carità? »
« Semplicemente non capisco perché io debba fare tutto il lavoro sporco al posto tuo. Sarai tu a dirglielo e lui ti odierà per sempre. »

...

« Mi stai facendo male. » sbottò il Principe.
« Sto facendo del mio meglio, ma tu continui a muoverti. » rispose San.
« Mi muovo perché mi fai male. »
« E io ti faccio male perché tu ti muovi. Come la mettiamo? »
Wooyoung sbuffò roteando gli occhi e facendo qualche smorfia addolorata quando l'ago gli perforò nuovamente il costato.

« Mi manca poco » bisbigliò a denti stretti il pirata, tenendo tra le labbra il filo che stava utilizzando per ricucirgli la pelle.
« Dio non ce la faccio più » si lamentò sofferente, afferrandogli i capelli con forza e tirando leggermente.
« Resisti ancora cinque minuti »
« Cinque minuti?! — sbiancò spalancando gli occhi — No. Non ce la faccio più mi sembra di svenire ogni volta che mi fai un cazzo di nodo » fece respirando più velocemente e spingendo via il corvino.

« Wooyoung.. Devo finire la medicazione. »
« Non me ne frega un cazzo non mi toccare più, mi fa troppo male San »
« Non guarirai con la ferità chiusa per metà »
« T'ho detto che non me ne frega un cazzo »
« Smettila »
« Di fare »
« Di comportarti come se fosse colpa mia »
« Non— »
« Si, lo stai facendo. E prima che tu possa dire altro, sta' zitto e fermo che finisco di metterti questi punti di merda. » sputò innervosito.

Senza fiatare, con l'amaro tra le labbra e le lacrime che facevano capolino dai suoi occhi, il biondo afferrò i fili d'erba tra le dita per resistere a quel male insopportabile che, però, stava fortunatamente per terminare.

« Ho finito. » sbottò il maggiore, sistemando in una bisaccia tutto ciò che aveva usato per curare le sue innumerevoli ferite.
« Grazie.. » sussurrò l'altro arricciando il naso per via del dolore non appena provò ad alzarsi.
« Ti metto una garza o continuerai a perdere sangue, poi dovrai stare a riposo per un po' »
« Grazie anche di questo »
San non rispose.
« Hai perso la voce? »
Ancora nulla.
« San? Che c'è? »

« Che c'è?! — sussultò il pirata, subito dopo aver concluso il suo lavoro — Davvero, Wooyoung? Mi stai prendendo in giro? »
Un'espressione innocente, o quasi, comparve sul volto del Principe.
« Non guardarmi con quella faccia. Non fare il finto tonto, non con me. »
« Non sto facendo niente »
« Wooyoung... »

Passandosi una mano sul viso e tra i capelli, il corvino si allontanò dandogli le spalle e camminando avanti e indietro per calmarsi.

« Mmh... » mugugnò il minore, cercando di alzarsi senza crollare a terra.
« Dio mio stai fermo » lo rimproverò.
« Voglio parlarti »
« Sono qua »
« Mi stai dando le spalle »
Sbuffò. « Che c'hai » lo guardò.

« Perché sei arrabbiato con me, Sani? »
« Ma davvero non capisci? » chiese spalancando le braccia.
« No »
« Wooyoung vaffanculo » ringhiò.
« Ma che cazzo stai facendo? »
« Che cazzo sto facendo io? Io?! Stavi letteralmente per pugnalare Seonghwa e ti chiedi a me cosa stia facendo?! » urlò.
« Oh, allora è per questo »
San rise nervosamente morendosi un labbro e scuotendo il capo guardando a terra.
« Tu proprio non ti rendi conto »
« Di che cosa? » chiese socchiudendo le palpebre il biondo.
« Del guaio in cui ti sei cacciato »

Calò il gelo, la freddezza più totale.

« Se non fossi così mal ridotto ti avrei già spaccato il naso Jung Wooyoung »
« Mi dici che cazzo ti ho fatto? »

« Potevi farti uccidere. Ecco che cazzo mi hai fatto. Potevi fottutamente morire davanti ai miei occhi. Buon Dio ma che ti è preso? »

Mentre il corvino gesticolava e parlava alzando sempre più il tono di voce, Woo non sentii più nulla e la realtà parve scomparire. Era solo, senza nessuno attorno, senza rumori, senza suoni, era nel silenzio più assoluto. Era nella sua mente, tra le sue emozioni, immerso nei suoi pensieri che non lo abbandonavano in quel tremendo giorno.

« Basta.. — borbottò — Basta San, smetti di parlare » continuò a testa bassa, chiudendo le dita di un pugno e provando a mantenere la calma, per quanto potesse riuscirci.
« Non vuoi sapere perché l'ho fatto? Non vuoi sapere che cosa mi sia passato per la testa per arrivare a cercare di pugnalare mio fratello, mh? Tu non cerchi nemmeno di capirne il motivo e pensi solo che sia uno stupido »
« Solo uno stupido si ridurrebbe nello stato in cui sei tu » lo sgridò nuovamente.

« Lo sai perché sto a pezzi cosi? Eh? »
« Perché? » domandò a bassa voce mordendosi un labbro e voltandosi leggermente.
« Guardami in faccia. »
Si girò.
« Per te »

San chiuse gli occhi.
« Perché l'hai fatto? »
« Mi hai sentito San, l'ho fatto per te »
Sospirò.
« Dimmi che scherzi »
« Sono serio invece »
« Perché? »
« Non hai idea delle cose che diceva di te. Non potevo più ascoltarlo stavo impazzendo, dovevo interromperlo e lui sapeva sarebbe finita cosi ma non si è mai fermato »
« Wooyoung.. » bisbigliò accovacciandosi davanti a lui, inclinando leggermente il capo.
« Sei il mio punto debole, San »

Non aveva parole. O meglio, ne aveva ma non riuscivano ad uscire dalla sua bocca.

Socchiuse gli occhi, prese il viso del Principe tra le mani e incollò le loro labbra in un bacio di pace, in un bacio di scuse, di amore.
Sopra loro il cielo si era annuvolato e riempito di macchie grigiastre, qualche goccia di pioggia cadeva e bagnava i loro corpi appiccicati, uniti per scaldarsi e proteggersi dal mondo reale, forse il nemico più crudele di tutti.

« Scusami » disse uno.
« Scusami anche tu » rispose l'altro.

« Promettimi che non proverai più ad uccidere Seonghwa e che, soprattutto, non ti ridurrai più in questo modo. Ho bisogno di sapere che non ti metterai in pericolo. Promettimelo. »
« Te lo prometto, mio San. Te lo prometto. »

...

















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꒱࿐ MY SPACE  𓂃୭̥
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heiii
come al solito mi scuso per avervi fatto aspettate ma continuò a dimenticarmi ho tipo la memoria di dory veramente🥲

comunque nulla, settimana prossima quando vi darò l'aggiornamento post capitolo avrò iniziato l'università aaaa

aggiornamento: sono stata a parigi è mooolto bella, in due giorni non ho visto molto, però ci tornerò sicuramente per vedere di più 🫶🏻😋

take care of u❤️

giulia

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