[ FIRST THEME : FREE ]

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SHIP(S) : SHINKAMI

WORD COUNT : 4700

SONGS YOU CAN LISTEN TO WHILE READING : Hey There Delilah ( SLOWED ) / Mystery of Love ( SLOWED + REVERB ) / I Want to Write You a Song ( SLOWED ) / All of the stars - Ed Sheeran ( SLOWED )

SUMMARY :
Shinso e Kaminari sono due ragazzi molto diversi che hanno iniziato a frequentarsi da molto tempo, ma un ostacolo in particolare denota questa loro differenza: la distanza fisica l'uno dall'altro.

RATING : GREEN

TAGS : _melilissa_

«sì, mamma, torno presto-» La rassicurazione detta alla donna bastò al biondo per poi correre fuori dalla casa verso la città.

Adorava venire qui durante le vacanze di primavera, nel suo paese natale, il Giappone: pieno di fumetterie, sushi bar, maid cafè e molto altro. Se fosse stato per lui, sarebbe rimasto tutta la vita in quell'arcipelago così magico, ma sapeva che la sua famiglia doveva tornare ad Amsterdam e quei pochi giorni erano solo un breve periodo per rivedere qualche parente.

Denki lo sapeva, eppure-

«mh, che goduria» Sussurrò tra sé e sé, ricordando i mochi che aveva appena trovato e conseguentemente comprato da un negozietto trovato per caso, assieme ad un caffè ghiacciato. Sorrise leggermente, guardando i boccioli di sakura fiorire ed alcuni di essi staccarsi dai rispettivi rami e volare per chissà quale direzione il vento aveva deciso di mandarli.

Era talmente concentrato su quel rosa così delicato mescolato al blu del cielo di maggio che non si rese conto di stare andando a sbattere contro qualcuno. Questa sua disattenzione portò allo scontro dei due, e il rovesciamento della fredda bevanda sulla maglietta della persona su cui era finito addosso.

Appena si rese conto di ciò, Denki si portò una mano alla bocca, alzando gli occhi verso la persona a cui aveva appena rovinato la giornata, e presto la dovette abbassare per mancanza di forze, mentre le pupille di entrambi si ingrandivano sempre di più, causando anche una breve scintilla.

Ora, c'è da dire che nessuno dei due credeva nel colpo di fulmine - o amore a prima vista, come lo definivano alcuni - ma in quel momento dovettero ricredersi. Il biondo deglutì, ancora incredulo che una persona tanto bella fosse comparsa davanti ai suoi occhi. Dopo aver ammirato il ragazzo di fronte a sé, tornò con i piedi per terra e si ricordò del pasticcio che aveva causato.

«oh- oddio, scusami tantissimo, davvero» Disse completamente rosso, cercando nella borsa dei fazzoletti e tentando così di pulire l'enorme macchia marrone scuro.

Il più alto fu contagiato dall'arrossire del minore, prima di sospirare.
«tranquillo, ma- non riuscirai a pulirla con quelli» Gli fece notare, creando ancora più imbarazzo nel cuore del ragazzo che veniva dal Centro Europa.

Quest'ultimo gemette di frustrazione, si sentiva davvero in colpa.
«lo so, mi dispiace tantissimo- c'è qualcosa che possa fare per farmi ripagare? qualcosa di cui tu abbia bisogno? posso darti i soldi per fartela lavare, o per comprartene una nuova»
A quel continuo parlare il giovane dai capelli viola sospirò, prima di interromperlo.
«vieni a mangiare con me. e il tuo numero. credo basti»

Appena sentì quella frase, le guance di Denki da rosse assunsero una tonalità di viola unito al cremisi.
«um- ecco, sì? credo vada bene? okay, va bene, sì, certo-»

E fu così che i due si trovarono in un ristorante all-you-can-eat che mescolava la cucina giapponese e cinese. A dirla tutta, non si trovarono nemmeno male: bastò che Kaminari provasse un po' di Wasabi e si scolasse tutta l'acqua che avevano ordinato per far ridere Shinsou, e da quel momento il ghiaccio fu rotto.

Parlarono per ore, finché il locale per poco non dovette buttarli fuori a calci. Per tornare a casa, passarono per un parco, ma seppur avessero conversato di tutto, non erano ancora stanchi.

«e quindi anche tu sei giapponese?»
«sì, però vivo nel Nord Carolina, in America»
«pazzesco- io invece vivo in Amsterdam, nei Paesi Bassi. però preferisco di gran lunga stare qui che lì»
«sono d'accordo»

Ben presto, arrivarono di fronte ad una strada divisoria, e dovettero prendere strade diverse. Buffa, come metafora per indicare quanto diversi fossero.

Si guardarono per qualche secondo, prima che Denki lo salutasse.
«allora ci sentiamo, Shin- Hit- Toshi»
Dopo un po', annuì.
«sì, Toshi mi piace» Aggiunse contento, avviandosi per andare via. Ma prima che potesse avviarsi per tornare, la mano del ragazzo dai capelli viola lo fece voltare.

Le loro labbra erano millimetri lontane dal toccarsi, ma Shinsou non si avvicinò ulteriormente, probabilmente perché non voleva fare qualcosa che l'altro non volesse. Denki cercò di cogliere il segnale, e mettendosi sulle punte, baciò sulle labbra l'altro.

Fu un bacio leggero, delicato ed incredibilmente esplosivo, siccome entrambe le loro guance si tinsero di rosso come se della pittura fosse finita sui loro visi. Il biondo si allontanò leggermente, e sorridendo, guardò di lato.

«beh, credo che debba andare- scrivimi, in caso!» Disse, ancora più rosso e correndo via. Si fermò solo un secondo, voltandosi e urlando ‹ mi è piaciuto! › prima di continuare la sua strada a passo spedito, e lasciare Shinso là, con gli occhi che brillavano e il viso simile ad una fragola.

Appena arrivò a casa, fu svelto a rifugiarsi nel suo letto e chiudere la porta a chiave, cercando allo stesso tempo di calmare il battito del suo cuore e il sangue che pompava e affluiva nelle sue guance.

La notifica del telefono per poco non lo fecero gridare di spavento. Si decise a prendere il dispositivo, accenderlo e controllare chi potesse essere.

Il numero non era registrato, ma il contenuto del messaggio mandato fu abbastanza per fargli venire il sorriso.

‹ anche a me è piaciuto ›

Da allora, i due ragazzi cominciarono a sentirsi sempre più spesso, girando per la capitale nipponica, e man mano innamorandosi sempre di più, cercando sempre di mostrare l'amore appena nato tra loro in mille modi.

«Toshi, guarda che bello!»
Lo chiamò il biondo, sporgendosi dalla ringhiera che dava verso il mare, offrendo ai due ragazzi - e non solo - un meraviglioso spettacolo con le onde che andavano ad infrangersi sugli scogli dietro di loro.

Il ragazzo dai capelli viola guardò la persona con cui si stava frequentando, e sorrise, avvicinandosi ed avvolgendo una mano sul suo fianco con fare amorevole. «sì, è davvero bello»

«un giorno dobbiamo andare in spiaggia insieme» Iniziò il minore, al che l'altro ridacchiò e sorrise.
«immagina, io e te, sotto il cielo di mezzanotte, nudi nell'acqua ad abbracciarci-» Questo secondo pensiero da parte del più giovane, invece, non venne approvato come il primo dal più grande, che invece spalancò gli occhi per esprimere quanto fosse sconvolto.

«no, frena, frena- ma hai perso la testa?»
«perchè, Toshi? hai il sonno pesante e non riesci a stare sveglio a mezzanotte?»

Il viola sospirò, portando due dita ai lati degli occhi e del naso.
«non capisco se cerchi di prendermi in giro oppure sei serio»

Il biondo alzò un sopracciglio, prima di ridere divertito.
«beh, sarebbe come quelle coppie dei film»
«ah, quindi ora in un film una coppia fa un viaggio al centro della Terra- vuoi fare anche quello?»
«perchè, tu no?»

Un secondo sospirò lasciò le labbra del maggiore, che con una mano nascose il suo sorriso e soffocò una risata, mentre l'altro lo guardava confuso. «sei incredibile»

Passarono così le vacanze, e quando venne il giorno in cui dovettero partire - che, guarda caso, era proprio lo stesso giorno per entrambi - entrambi cercarono dei punti nascosti dove potersi baciare e coccolare, oltre che scambiarsi promesse di affetto e fantasie di un futuro dove stessero insieme.

I rumori che provenivano dal bagno dell'aeroporto avrebbero insospettito chiunque, ma fortunatamente l'essere umano era stato abbastanza intelligente da aver inventato il meccanismo di chiusura delle porte.

Quindi, il rumore degli schiocchi delle loro labbra l'una contro l'altra poteva continuare senza che venissero disturbati. Forse questo loro atteggiamento determinava mancanza di pudore etico, ma poco importava. Non si sarebbero visti per molto altro tempo, avrebbero avuto mesi per riscattare quel momento di immoralità sociale.

«toshi, non voglio che tu te ne vada» sospirò il ragazzo in uno dei loro bacio, aggrappandosi al collo del maggiore come per non lasciarlo andare, portandolo più vicino in quel lungo bacio.

Quest'ultimo non si lamentò, ma presto dovettero smettere per mancanza d'aria. «nemmeno io vorrei, piccolo- ma non possiamo farci nulla, almeno per ora»

Il biondo sospirò, guardando dentro le pupille lillà del suo ragazzo, così in contrasto con quelle sue dorate. Si strinsero dolcemente l'un l'altro, scambiandosi l'ennesimo abbraccio. Rimanere ancora un po', era tutto quello che desideravano. Ma sarebbero rimasti forti, insieme, l'uno per l'altro.

E se penserete che quel bocciolo creatosi in un breve periodo fosse in pericolo, non c'è pensiero più sbagliato: entrambi si diedero da fare, con gli attrezzi giusti - parole dette al tempo giusto, orari scelti attentamente e molti altri gesti affettivi che permettevano a ciascuno di innamorarsi dell'altro sempre più e viceversa - e tanta, tanta cura e amore, il bellissimo fiore della loro relazione continuava a germogliare e crescere rigoglioso.

A volte serviva empatia, a volte benignità, e altre volte molta, moltissima pazienza.

«ah, non ci capisco niente» Sbuffò il ragazzo, posando la matita e guardando di lato, sentendo il suo ragazzo sospirare dal computer. Poteva benissimo immaginarsi la sua espressione, anche senza guardare lo scherma della chiamata- stanco, preoccupato e forse un poco irritato.

«denki- ascoltami, non stai andando male. fai solo pochi errori concettuali, ma ci stai arrivando»
«eddai, toshi, non dirmi cose non vere. non lo capirò mai, i miei prof e i compagni hanno ragione»

Il viola incrociò le braccia, guardandolo per qualche minuto in silenzio, prima di bussare alla videocamera. «ehi, ascoltami. so che non è facile. ma loro sono solo stupidi e non capiscono il tuo potenziale, non vedono quello che puoi diventare»

Il ragazzo biondo si voltò, guardando gli occhi viola chiaro del suo fidanzato, che coronavano il suo piccolo sorriso. «non come lo vedo io»

Denki sospirò, guardandolo con occhi lucidi e cominciando a sorridere a sua volta. «sei sempre troppo buono con me»
«io direi più realista, ma va bene anche così, credo»

Altre volte, invece, potevano solo rilassarsi e dare sfogo alla loro fantasia e creatività, e condirle con del semplice affetto.

«sai, dovresti leggere Baudelaire» Disse Shinso ad un certo punto in chiamata, sorprendendo il biondo per qualche secondo, prima che quest'ultimo ridacchiasse e sogghignasse.

«e perché?»
«perché è un genio della poetica, e poi mi ricorda un po' te»

A quella frase, Denki si rimise seduto meglio, alzando un sopracciglio curioso ma non cancellando il suo sorriso di prima, mentre Shinso aspettava una sua risposta.

«che vuoi dire?»
«beh, egli ricerca sempre di scappare e di trovare un mondo migliore dove vivere, un po' come vuoi tu, no?»

Il minore stette zitto e fermo per qualche attimo, con le labbra aperte a mezz'aria, prima di arrossire leggermente e buttarsi sul letto. «sì, ma solo se ci sei anche tu»

Sentì la risatina dell'altro, e il suo rossore crebbe. «pensa, in una poesia egli dice proprio che vorrebbe scappare in un sogno con la sua amata»
«allora vorresti sognare per fuggire insieme?»

Quella domanda colse impreparato non solo il destinatario, ma persino il mittente, che non capiva da dove gli fosse uscita una simile frase. Fu, comunque, il primo colui che ruppe il ghiaccio. «mi piacerebbe tanto»

Comunque, non mancavano i momenti in cui il vento batteva contro il piccolo fiore per sdradicarlo dal suo terreno.

«ma perché devi fare così?»
«oh, quindi ora non devo preoccuparmi del mio ragazzo, giusto?»

Stavano litigando ormai da un'ora al telefono, e tutto per uno stupido commento poco formale che qualche ragazzo aveva fatto su una sua foto pubblicata quel pomeriggio.

«Shinso, non lo conosco nemmeno- probabilmente è qualche cretino che ci voleva provare senza aver visto che sono già impegnato- perché te la prendi tanto?»
«perché un tizio che né io né tu conosciamo ti ha scritto che bei fianchi avessi- mi stai dicendo che faccio male a scaldarmi per una cosa del genere?»

Denki sbuffò, mettendosi una mano sul viso per massaggiarsi le tempie, probabilmente già troppo usate e pressate a causa dell'eccessivo stress e stanchezza da quella litigata.

«no, ma non c'è motivo di portare avanti la cosa- non è che ti tradirò con il primo che mi dice qualcosa di carino sul mio corpo. non ti fidi di me?»
«non è che non mi fidi di te, Denki, non mi fido degli altri! non sono mica lì ad assicurarmi che tutto vada bene, che cosa vuoi da me?»

Quelle parole, in un contesto normale non avrebbero causato nulla, ma in quel momento tutta la rabbia accumulata stavano mandando il ragazzo letteralmente fuori di testa.

«non voglio nulla, proprio nulla! e non ho bisogno che tu ti assicuri di niente» Disse, chiudendo la chiamata senza salutarlo o mandandogli una parola di affetto, buttandosi sul letto e accucciandosi sotto le coperte, mentre il maggiore posò il telefono e tornò ai suoi compiti, anche se non riusciva a concentrarsi per la rabbia e i sensi di colpa.

Eppure, anche in quei momenti più difficili, dopo la pioggia spuntava il sole per dare un po' di sollievo ai petali, ormai stanchi e affaticati.

Ormai il viola stava fissando il telefono da troppo tempo, e così stava facendo il biondo. Uno dei due, alla fine, chiamò. Non era tanto importante chi, ma invece era degno di nota come la prima cosa che dissero entrambi fu "scusa".

Stettero in silenzio, prima di scoppiare a ridere con le guance rosse.
«ma perché siamo così?»
«ah, non lo so- non ti piace come siamo?»

Denki sospirò, guardando verso la finestra che ora era colorata di rosa, giallo e rosso. Un vero spettacolo, avrebbe tanto desiderato che Shinso lo vedesse.

«no, al contrario» Disse, con un dolce sorriso. «non vorrei fossimo in alcun modo diversi»

Hitoshi sorrise a sua volta, mentre la notte ormai blu e piena di stelle si affacciava dalla sua finestra.

«tranne stare insieme, giusto?»
Kaminari sorrise ancora di più, ridacchiando leggermente.
«già, tranne quello»

E così, in mezzo a quel giardino di emozioni, il loro fiore condiviso diventò l'orgoglio più bello che potessero mai desiderare.

Denki sbuffò, buttando per terra lo zaino e sul letto il libro che aveva preso e il telefono con le cuffie, prima di lasciarsi cadere su quest'ultimo mobile, con la faccia rivolta sul cuscino, e far fuoriuscire dalle labbra un gemito che sapeva di frustrazione, tristezza e stanchezza.

Si girò e rigirò tra le coperte, sospirando quando sentì il suono di una notifica dal suo cellulare. A dirla tutta, ora non voleva vedere o sentire nessuno, ma appena lesse il nome sopra la scritta ‹ posso chiamarti? › non poté fare a meno di cliccare sul contatto di quella persona e premere il pulsante per chiamarla.

Entrambi avevano bisogno di sentire la voce l'uno dell'altro, in quel momento.

«ci hai messo davvero poco»
La voce e la risata del ragazzo dall'altro lato della linea fecero comparire in pochi secondi un sorriso sul viso del biondo.
«non ridere- guarda che hai chiesto tu di sentirci»
«ma tu hai chiamato»
«e tu l'hai chiesto»

Presto, anche Kaminari rise leggermente assieme all'altro. Appena le risate di entrambi si spensero, però, Shinso parlò.
«allora, come stai? mi mancavi, volevo sentirti»

Sentire il ragazzo dai capelli violetto esporre i suoi veri sentimenti era un evento più unico che raro, e Denki questo lo sapeva: si ricordava le loro prime conversazioni in chiamata e la voce robotica e senza emozioni di quello che ora era il suo ragazzo.
«okay, chi sei e dove hai messo Shinso?»
«che scemo che sei-»

Altre risate da parte di tutti e due, che seguirono altri scherzi e parole piene di amore. Anche se, persino in queste occasioni tanto gioiose, non mancava la malinconia e la serietà.

«ricordi quando mi hai detto di provare a leggere Baudelaire?»
La domanda da parte del minore sorprese per qualche secondo l'americano, che alzò un sopracciglio curioso. Sapeva che il suo ragazzo non poteva vederlo, ma non riusciva comunque a contenere le reazioni del suo corpo sentendo quel tono così cupo e totalmente diverso dalla punta di malizia ed entusiasmo che il minore portava sempre.

«sì?»
«beh, ho comprato una copia de ‹ i fiori del male › e devo dirti che non è per niente male»
«te lo avevo detto»

Siccome non aggiunse altro, Hitoshi si vide costretto ad insistere un pochino.

«ma è successo qualcosa?»
Una pausa, prima che l'altro parlasse.
«beh, oggi l'ho portato a scuola»
Altra pausa, per cui Shinso si mise a sedere in modo più composto.
«e insomma, alla pausa alcuni ragazzi si sono messi a ridere vedendomi con quello a mano- roba tipo, ‹ ah, sceminari, non pensavo sapessi leggere › o ‹ ma che ci provi a fare, col cervello che hai mica ci capisci qualcosa › e altro»

Quelle parole seguirono qualche secondo di silenzio, prima che il più grande parlasse.
«sono degli idioti, non ascoltarli-»
«ma hanno ragione, Toshi»

Il nominato si massaggiò le occhiaie, ricordandosi quanto il suo ragazzo potesse essere sensibile riguardo questo argomento e cercando di trovare le parole giuste.

«è come dicono loro, sono uno scemo e non sono nemmeno tanto attraente. sono fortunato che tu abbia deciso di essere il mio ragazzo, anche se potresti avere molto di meglio-»
«denki»

Il tono dolce e profondo che il suo ragazzo usò riuscì a calmare almeno in parte l'olandese, che prese un respiro.
«scusa, lo sto facendo di nuovo, vero?»
«sì, ma non mi stancherò mai di ricordarti quello che dico sempre in queste occasioni- ovvero, che tu sei il ragazzo migliore della terra, che sono fortunato ad averti e che non desidero nessun altro. non devi considerare quello che dicono queste persone, perché sono degli stronzi invidiosi di merda che non riceveranno nulla di buono dalla vita e che ti dicono queste menzogne solo per farti del male»
Denki sospirò, girandosi con lo sguardo rivolto verso il soffitto.
«stai davvero migliorando nello studio, e sei bellissimo, come ogni giorno. e se stai pensando di dire che non è vero- mi stai dicendo che sono un bugiardo?»

Il biondo sospirò, mettendosi il braccio sugli occhi.
«non dirmi queste cose»
La sua voce ora suonava un po' rotta dal pianto, probabilmente si era commosso, pensò il ragazzo dai capelli viola, sospirando con un piccolo sorriso.
«hey, denki»
Sentì il rumore del suo fidanzato che tirava su col naso, prima di rispondere.
«cosa?»
«chiudi gli occhi e ascolta la mia voce»

Il minore fu un attimo confuso, ma si stropicciò gli occhi leggermente umidi ed obbedì.
«okay, fatto. ed ora?»
«immaginaci insieme»

Quelle due semplici parole crearono nel ragazzo che aveva chiuso gli occhi un turbinio di emozioni, ma fece come gli aveva detto l'altro e dipinse la scena nella sua mente, di loro due tenendosi per mano.
«un giorno sarà così. te lo prometto, in un modo o nell'altro verrò da te. in macchina, aereo, treno, ma anche se non ci siano tutte queste cose, camminerei miglia per arrivare da te- anche se mi rideranno dietro, non me ne frega niente, un giorno prometto di arrivare dove sei tu. e quando ciò accadrà, ti stringerò così forte da non lasciarti mai andare»

Quelle parole furono abbastanza da farlo singhiozzare per l'ennesima volta, tutto sotto il volto mosso a compassione del maggiore, prima che il giovane dall'altro lato della linea disse il suo nome.

«shinso»
«mh?»
«hai la chitarra lì vicino?»
Il ragazzo, un attimo confuso, si voltò, prima di notare lo strumento a corde vicino alla scrivania dove era stato a sedere accanto per tutto quel tempo.
«sì, perché?»
«puoi suonare per me?»

Hitoshi stette un secondo in silenzio, prima di annuire, mettere il telefono sulla scrivania - con il vivavoce attivato- e prendere lo strumento, strimpellando qualche corda e cominciando a cantare una dolce melodia, mentre Denki ascoltava tutto - anche lui con il vivavoce messo - steso sul suo letto.

Le note dello strumento e la voce che il biondo tanto amava non solo gli fecero scorrere qualche altra lacrima, ma inoltre lo calmarono talmente tanto che ben presto sentì le palpebre stanche. Non si addormentò subito, però: volle ascoltare tutta la canzone prima di fare ciò.

Appena non sentì più nulla, uno sbadiglio uscì dalla sua bocca, e una piccola risata da parte del suo partner lo fecero sorridere ancora di più.

«buonanotte, denki»
«notte, toshi» Una piccola pausa, prima di riprendere a parlare.
«ti amo» Un'altra piccola pausa, prima che l'altro rispose.
«ti amo anch'io»

Fu così che la chiamata si interruppe, ma ormai il biondo aveva chiuso gli occhi, con il volto rigato dalle lacrime già asciutte e il sorriso sulle labbra.

Il giovane, però, non poteva sapere che il suo ragazzo fosse sul punto di uscire da casa, per raggiungere un luogo preciso.

Non poté nemmeno rispondergli, né guardare i messaggi. Però aspettava con ansia il momento in cui avrebbe potuto fare quello, e non solo.

Una volta nella sua stanza, posò tutto quello che si era portato e messaggiò il suo ragazzo. Aveva 5 chiamate perse e 47 messaggi non letti da Denki.

47 MESSAGGI NON LETTI

heyy amore

senti, passa una buona giornata mi raccomando

ricordati che ti amo

vuoi fare chiamata?

heyyy

sei arrabbiato?

sei seccato con me?

ehyy

a

a

a

a

a

a

AOOO

perché non rispondi

😾

rispondi subito

oppure

mi metterò a piangere

non scherzo

non mi tentare

sai che lo faccio

vuoi delle foto hot?

te le mando 😼

no okay forse no

ehi

se è successo qualcosa, puoi dirmelo eh

mi sto preoccupando

ho provato a chiamarti due volte, dove sei?

so che ti dò fastidio, ma non ci posso fare niente

mi manchi tantissimo

mi manca tutto di te

ho bisogno di sentire la tua voce

di vedere il tuo viso

di sentire le tue labbra sulle mie

il tuo respiro sul mio

la tua pelle sulla mia

mio piccolo [ . . . ]

pensa quale dolcezza

andare a vivere laggiù insieme!

Amare liberamente

amare e morire

nel paese che ti somiglia! ›

ti amo tantissimo, non vedo l'ora di vederti ♥️

Leggendo quei messaggi, una persona normale e tranquilla avrebbe sorriso, mandato qualche risposta e magari chiamato. Ma Shinsou non era niente di tutto ciò: no, egli stava fremendo di amore, il quale stava scorrendo nelle vene, colmando il suo cervello e cuore e richiedendo un'unica cosa.

Prese il suo giubbotto, uscendo con il telefono ancora abbastanza carico e uscì dalla porta della stanza.

Nel mentre, il biondo stava finendo gli ultimi compiti per domani, siccome non riusciva a prendere sonno. Il pensiero di Shinsou che non lo aveva chiamato o messaggiato per tutto il giorno gli procurava non poca ansia, e la doppia spunta blu per poco non lo fecero scoppiare a piangere.

Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Gli aveva dato fastidio in qualche modo? Si era stancato di lui? Questi pensieri negativi si fecero strada nelle pareti della sua psiche, ma la vibrazione del telefono lo riportarono coi piedi per terra.

Con gli occhi lucidi ma leggermente allargati per la sorpresa, premette il tasto per accettare la chiamata e il viso del suo fidanzato con tanto di giubbotto e mascherina lo fecero sorridere. Anche se era fuori, era strano di come fosse già così buio, lì in America.

«hai proprio un ottimo tempismo, hai chiamato prima che mi mettessi a piangere davvero» Non nascoste la verità, con il maggiore aveva capito che poteva essere sé stesso senza alcun problema. Il viola ridacchiò, anche se i suoi occhi riflettevano una scintilla compassionevole.

«cazzo, mi spiace, Kami-»
«hey, è tutto okay, davvero- capisco che tu sia stato impegnato con le richieste delle università, e tutto il resto»
«sì, beh, diciamo che sta andando molto bene- vuoi che ti dia gli ultimi aggiornamenti?»
Il biondo sorrise, mettendosi seduto sulla sedia e appoggiando la testa sulle sue braccia.
«ti prego, fallo»

Il viola ricambiò quel sorriso da sotto la mascherina, mentre le luci della città dietro di lui cambiavano ogni tanto, e le macchine si muovevano veloci nelle strade.

«okay, allora- prima di tutto, hanno risposto molte più università di quelle che pensavo, persino quello che non credevo potessero prendersi il tempo di scrivermi l'e-mail»
Una risata di entrambi, leggera e pulita, come la rugiada di prima mattina o un ruscelletto di montagna.
«ed ecco, diciamo che ho cominciato a cercare anche un appartamento tutto mio- sai, in modo da rimanere più vicino all'università»

Il biondo annuì, ascoltando con attenzione le parole del suo ragazzo. Era incredibile quanto fosse innamorato di quella persona, siccome ogni parola che stava enunciando mandavano il suo cuore in Paradiso, e nella sua mente si creavano pensieri simili a ‹ che ragazzo fantastico che ho › oppure ‹ ma cosa ho fatto per meritarmi un amore di fidanzato come te? › e altro ancora.

«comunque, ho trovato molte proposte ed, eventualmente, ho trovato il posto perfetto. spazioso, ben rifornito, vicino all'università in cui devo andare-» Si prese una pausa, il che incuriosì il ragazzo più giovane.

«-e vicino alla persona che amo»

Quella frase cancellarono il sorriso dal viso di Denki per qualche secondo, prima che tornasse e fosse seguito da una risata.
«che intendi dire, scemo?»
«esattamente quello che ho detto, tesoro. che dici, ti va di venire a vedere il mio nuovo appartamento?»

Altre frasi che crearono ulteriore confusione nel ragazzo più piccolo, che sentì quel muscolo posto al lato del suo petto battere sempre più velocemente e man mano salire, rimanendo bloccato nel bel mezzo della gola.

Nel frattempo, il maggiore non si era ancora fermato, e quando finalmente la visuale che il minore vedeva diventò meno movimentata e più stabile, sentì una risata provenire dall'autoparlante.

«allora, piccolo? non guardi dalla finestra?»

Come poteva farlo, era la vera questione. Ormai, le gambe del nominato avevano assunto la stessa consistenza della gelatina, e difficilmente riusciva a muovere lo sguardo dalla videochiamata, figurarsi se sarebbe riuscito a farlo con qualche parte del corpo.

Eppure, questo fu ciò che accadde. Denki si alzò lentamente dalla sedia, poi aumentò la velocità una volta arrivato alle persiane della finestra, aprendole e scorgendo una figura misteriosa. La esaminò meglio, ancora incredulo che potesse davvero stare accadendo, in quel momento e in quella situazione.

Però, non volle perdere altro tempo. Chiuse le persiane, la chiamata e corse giù per le scale, aprendo la porta principale - poté fare quanto rumore voleva, dato che i suoi dovevano fare il turno di notte, quella sera - e vedendo a qualche metro di distanza la stessa figura di prima.

Si portò le mani alla bocca per trattenere i singhiozzi di commozione proprio quando il maggiore si volse per sorridergli di fronte. Se prima le gambe del più giovane erano molli, ora presero ancora più vita che mai e si mossero da sole, correndo verso il ragazzo americano. E, nel mentre che questa scena accadeva, un urlo di felicità si diffuse nelle strade di Amsterdam.

«TOSHI»

E prima che potesse fermare le sue corde vocali dal ripetere quel nome e vibrarlo come la più bella delle note, si ritrovò tra le braccia del suo ragazzo. E tanta era l'emozione di poterlo toccare di persona, e non dietro ad uno schermo, che lo strinse a sé così forte da non volerlo lasciare andare nemmeno per un momento.

Una mano del maggiore gli accarezzò i capelli biondi, ridacchiando.
«speravo davvero che l'accademia qui vicino mi accettasse, quando ho richiesto l'iscrizione, sai.
e, una volta trovato l'appartamento, non ce l'ho fatta a resistere- insomma, l'anno non inizierà prima di qualche mese, ma avevo davvero tanto, tanto bisogno di vederti, e poi hai mandato quei messaggi e, anche se era tardi, non potevo non venire qui adesso-»

La pressione di un sapore tanto mancato costrinsero il ragazzo più grande a fermare il suo discorso, ricambiando il dolce bacio che il suo fidanzato aveva iniziato ed aumentando la presa dell'abbraccio.

Si staccarono dopo un poco di tempo, che per loro però sembrò l'eternità che desideravano da tempo. L'uno sorrise, e l'altro pure, accarezzando i capelli viola, e l'altro quelli dorati.

E fu così, che dentro il loro piccolo, riuscirono a fuggire da quel mondo che li intrappolava per raggiungere quell'unica cosa che volevano nelle loro vite: stare insieme.

N.A.

allora, prima di tutto voglio chiedere per essere davvero così in ritardo,,, nonostante tutta la comprensione e la pazienza di questo mondo, ho comunque sforato per l'ennesima volta e mi dispiace tantissimo.

se non verrà accettata nel contest, capirò, siccome ho mostrato davvero poco rispetto :')

avrei anche voluto fare altro, scrivere altre parti, ma alla fine ho fatto davvero poco. spero vi piaccia comunque, e in caso ci vediamo presto <33

mwah!! <33

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