✰ 𝐓𝐖𝐎
( ATTENZIONE : questo capitolo contiene smut descrittivo ed esplicito. comunque, ho deciso di non inserire la terminologia specifica per le parti intime femminili o maschili di shirabu, lasciando che sia la persona che legge a decidere questo nella narrazione. l'unica menzione di transizione sicura compiuta da shirabu è l'operazione superiore del seno, il resto può essere deciso dal pubblico secondo quanto loro ritengano confortevole. )
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il biondo cenere spense il telefono non appena scese dall'autobus che aveva preso per arrivare in centro. ci vollero altri dieci buoni minuti di camminata prima che il ragazzo potesse scorgere l'entrata del motel che avevano scelto, dirigendosi al suo interno mentre nel suo petto percepiva una strana sensazione — non negativa, solo nuova.
shirabu aveva di gran lunga superato le sue aspettative. nonostante non si fossero visti fisicamente e non avessero ancora avuto modo di sperimentare la sintonia tra i loro corpi, le sagaci risposte sotto forma di messaggi tramite quella stupida app erano state sufficienti al ventiquattrenne, avendo avuto modo di ricevere un primo ‘ assaggio ’ del giovane.
e quello che aveva assaporato, seppur fosse una parte poco più che esigua, lo aveva già fatto stare bene. sentiva che, mentalmente parlando, c'era una connessione stabile tra i loro pensieri, poiché avevano concordato su parecchie cose. se c'era anche la minima possibilità di trovare pure un'attrazione in campo sessuale, non poteva permettersi di lasciarsi andare un'occasione simile.
prese l'ascensore, ed i minuti che seguirono erano solo un modo per aumentare quella sensazione di premura ed eccitazione che aveva provato dall'inizio. era emozionato, troppo emozionato, e ciò lo lasciava parecchio perplesso— era davvero così bisognoso di avere una serata passionale che, nel momento esatto in cui sbucava un ragazzo magnetico su vari punti di vista, impazziva di colpo?
si disse che doveva essere probabilmente così, e scosse la testa — un po' deluso da sé stesso per la sua mancanza di autocontrollo — mentre usciva dalla grande gabbia metallica, diretto verso la stanza contrassegnata con il numero che il minore gli aveva indicato, cercando allo stesso tempo di rallentare sia il suo battito cardiaco che la sua camminata.
appena arrivò alla tanto desiderata destinazione, inspirò leggermente e bussò alla porta. ci vollero pochi minuti prima che essa si aprisse – probabilmente, pensò semi, aveva speso un po' di tempo a controllare dall'occhiello della porta che non fosse un maniaco qualunque o una persona che aveva sbagliato appartamento, ad aver bussato – e mostrasse la visione di shirabu, in carne ed ossa, coperto da un semplice asciugamano e con i capelli ancora leggermente umidi.
di fronte a ciò, la bocca di semi si fece immediatamente asciutta. non capiva esattamente se fosse un modo per eccitarlo da subito, vista la situazione, o la necessità di aprirgli nonostante tutto, siccome non c'era nessun altro che potesse farlo. stettero a fissarsi qualche secondo, finché fu il castano a schiarirsi le corde vocali e rompere il ghiaccio. « vuoi entrare o no? »
il tono che usò era un po' diverso da quello che semi si era aspettato. invece di sentire la voce dolce e delicata, magari a tratti divertita, che aveva recepito nella chat, le parole che uscivano da quelle labbra erano più dirette, quasi ovvie e dure, con una leggera nota di imbarazzo. e ciò, a semi dispiaceva? nemmeno un po'.
annuì velocemente, tossendo un attimo per scrollarsi di dosso quel leggero disagio. « sì, hai ragione, scusami » e fu così che, appena varcò la soglia dell'entrata, essa venne chiusa dietro le sue spalle. da lì, tutto procedette con una pacata fretta, in maniera inesorabilmente delicata.
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come prima cosa, semi andò a farsi una doccia. era accaldato, colmo di sudore dalle prove con la band, quindi una doccia fredda era la cosa migliore sia per purificare il suo corpo, sia per schiarire la sua mente dalle varie ansie che venivano ad accumularsi.
inoltre, shirabu se l'era fatta; non sarebbe stato igienico, e quindi poco rispettoso nei suoi confronti, se non avesse fatto così anche lui — il solo pensiero di un rapporto senza alcuna pulizia avrebbe fatto impallidire chiunque, onestamente. per di più, da un certo punto di vista, l'acqua quella sera era "gratuita": non farne il maggior uso possibile sarebbe stata una cosa da pazzi, considerando la situazione economica del giovane cantante.
perciò, dopo aver esaurito quasi tutta l'acqua calda che era disponibile, semi tornò in camera con solo un asciugamano attorno alla vita. sperava di non averci messo troppo, di non aver annoiato shirabu con il suo eccessivo ritardo, di non averlo deluso già prima di iniziare. ed invece, quest'ultimo era proprio lì, sopra le coperte del letto, con l'asciugamano piegato sul comodino assieme ai suoi vestiti.
un precisino in quanto ad ordine, pensò il più grande. tornò poi a prestare tutta la sua attenzione sulla figura del giovane, principalmente sul suo sguardo. poteva vedere il desiderio nei suoi occhi scuri e profondi, sentendo così la sua stessa voglia crescere e diventare sempre più grande, come un castello di mattoni che si innalzava sempre di più. le tipiche farfalle nello stomaco, come avrebbero detto alcuni.
non ci volle molto, dunque, per l'altro di trovarsi sul letto a sua volta. si avvicinò prima lentamente, poi si sedette sull'orlo del materasso in modo da avvicinarsi ed esplorare la pelle del castano. era morbida, e terribilmente profumata. quell'odore era talmente buono che semi volle prima avvicinare le narici al collo per inalarlo, e poi appoggiarci sopra le labbra per capirne meglio l'essenza. sapeva di cocco, come il bagnoschiuma che aveva notato nella doccia.
quei leggeri baci umidi bastarono a far smuovere di poco i nervi del più piccolo, che sospirò ogni tanto, tremando appena le mani dalle dita incredibilmente lunghe e venose dell'altro gli sfiorarono prima le spalle, poi le braccia e gli avambracci, tornando poi sopra per continuare questo ciclo di movimenti che kenjirou, in breve, scoprì di adorare.
comunque, i suoi ansimi di piacere non passarono inosservati al più grande, che smise di torturare l'incavo del suo collo dopo il quinto gemito. « va bene così? » la voce di eita era, invece, profonda ed incredibilmente seria, diversa dalla giocosa e fresca impressione che aveva avuto il minore all'inizio. ma questo non lo stava eccitando di meno, ecco.
annuì un paio di volte, sperando che l'altro avesse capito che stava andando tutto bene— che, per ora, era quasi tutto perfetto. il che, stava decisamente migliorando l'umore del più giovane per quella serata, permettendogli anche di lasciarsi andare a qualche gemito meno soffice quando una di quelle mani cominciò a farsi strada per il suo petto, il suo stomaco ed i suoi fianchi.
toccando ogni singola parte dell'epidermide di shirabu, semi si stava lasciando alla scoperta di un nuovo mondo, mentre il destinatario di questi tocchi gentili accettava di buon grado questa nuova esperienza tanto travolgente quanto passionale.
comunque, anche shirabu non era da meno, muovendo la mano precedentemente e rigorosamente leccata lungo la lunghezza dell'altro, per non cancellare i tratti di eccitazione da essa, finché non venne il momento di mettere il preservativo. insomma, nessuno dei due voleva comunque correre rischi, e poi erano due estranei— andava bene così ad entrambi.
« non mi hai ancora detto il tuo nome » gli disse il primo ad un certo punto, creando un varco in mezzo a quella bolla di piacere dove si erano rinchiusi per lasciare passare in essa un po' di ragione, un po' di buon senso, un po' di lucidità. ma ne serviva davvero poca, quella che bastava a ricordare – almeno, in quel momento – i loro rispettivi nomi.
qualcosa, in shirabu, scattò. questo perché era rimasto per una buona manciata di secondi a fissare il cazzo dell'altro, sentendo la lingua farsi sempre meno umida. sia la lunghezza che la durezza – percepibili sia precedentemente che in quel momento – non erano da poco, e sicuramente semi poteva andare a parare nella categoria dei ragazzi parecchio dotati. ciò, aveva distratto non poco il castano, che si ritrovò catapultato nella situazione in cui doveva pensare ad una risposta per quel quesito e non al fatto che quell'enorme membro lo avrebbe trapassato da lì a poco.
« kenjirou. shirabu kenjirou » rispose il secondo, deglutendo per l'ennesima volta e guardare il ragazzo, il quale ora – dopo che il pezzo di plastica trasparente circondava totalmente la circonferenza del genitale del maggiore – era passato all'accarezzare la parte superiore del petto, premendo leggermente, baciando e succhiando per un attimo e di poco i suoi capezzoli. ed in quegli attimi, shirabu si sentiva davvero in paradiso. ciò, comunque, non lo avrebbe fermato dall'usare il suo ultimo briciolo di sobrietà mentale per la sua domanda, o meglio dire, affermazione. « di te, invece, non so né cognome né nome »
ci volle qualche secondo, prima che il calore che il maggiore donava al suo corpo si esaurisse, e furono stavolta gli occhi seri e affamati a travolgerlo in varie scariche di eccitazione. cercò, comunque, di sostenere il suo sguardo con fermezza, finché non vide un leggero sorriso spuntare per delineare le curve perfette di quel viso. « eita. semi eita »
e dopo quella specificazione mirata al rendere la situazione più piccante di quello che era già, i due decisero finalmente di lasciarsi andare al vero atto in sé. ormai, a giudicare dalla durezza e dall'umidità delle intimità di entrambi, non c'era più possibilità né voglia di tornare indietro, ma solo intenzione di andare avanti fino alla fine.
essendo ormai liberi da qualsiasi tipo di copertura – eita aveva buttato il suo asciugamano da qualche parte nella sua stanza – non c'era molto altro tempo da perdere. ma a loro andava bene così, procedere con un tempo ritmato, giusto, costante, con delle brevi pause occasionali se necessarie.
e quindi, alle braccia di shirabu che stringevano la schiena del partner sessuale nel tentativo di non lasciarlo andare – anche se difficilmente sarebbe potuto andarsene a quel punto, il minore nutriva sempre quella paura dentro di lui che l'altro sparisse dalle sue mani come nebbia, o tutto questo fosse solo un sogno troppo bello per essere vero – si accompagnavano le dita di semi dentro l'apertura del più piccolo. prima una, poi due, e persino una terza, nonostante il giovane avesse protestato di essere pronto, e che non ci fosse bisogno di prepararlo ulteriormente, ma semi semplicemente ribatté che fosse la cosa migliore da fare, poiché così si sarebbero abbassate le possibilità di fargli del male durante la penetrazione.
all'ennesima protesta del castano, il maggiore non sapeva come convincerlo. mentre esse entravano ed uscivano dolcemente, le labbra del biondo cenere si fecero vicine all'orecchio del più basso, rilasciando prima di tutto un sospiro accaldato, e dopo un dolce periodo di parole. « dai, shirabu, stai andando benissimo, lascia che io ti apra per bene, per favore »
inutile dire che, quando i suoi timpani ormai sensibili compresero il significato di quelle parole, i suoi occhi strabuzzarono ed il suo corpo in generale subì diverse reazioni, la maggior parte di esse – come un dolce gemito, la spinta dei fianchi contro le dita del maggiore e l'umidità delle sue parti intime che andava ad aumentare – miravano ad esprimere l'eccitazione che una gentile preghiera ed un semplice complimento come quelli potevano creare.
« tu brutto— » volle protestare, e per quel poco di energie che il cervello rendeva al resto del corpo — il resto non sembrava voler essere reso disponibile, o forse i suoi neuroni erano troppo annebbiati dal piacere per svolgere più azioni — qualche leggero pugno arrivò al petto e alla schiena del maggiore, che non sembrava neanche aver percepito tali colpi. non che shirabu ne fosse triste, anzi: questa impotenza fisica, forse, era anche un bene. non poteva opporsi eccessivamente e mandare a monte ogni cosa.
« sei stato così buono fino ad ora, puoi esserlo ancora un po' per me? solo un altro poco? » però diamine, se semi lo rendeva voglioso di far scomparire quel sorrisetto dalla faccia. era consapevole, ovviamente, che non c'era alcuna malizia negativa, dietro tale gesto. però lo irritava. lo irritava così tanto, dannazione. comunque, se con la fisicità non riusciva ad essere agile come sempre, la sua lingua non aveva certo perso la sua vispità.
« fottiti » uscì come un gemito strozzato, ma per il minore significava la peggiore delle dichiarazioni. ecco, si diceva: aveva rovinato tutto. ora questo ragazzo meraviglioso non sarebbe più voluto stare più con lui.
aspettò qualche secondo, fermo e rigido per il timore. si aspettava una reazione aggressiva qualsiasi, da semi. ed invece, fece una cosa che kenjirou trovò nuova e ignota.
rise.
rise piano, quasi in un sussurro, ma shirabu lo sentì — e si sentì immediatamente sereno.
« credo volessi dire il contrario » scherzò, facendo tornare a shirabu la voglia di prenderlo a pugni. ma stavolta, questa sensazione era coperta da qualcosa di più forte: la sicurezza di essere vicino a qualcuno che gli aveva appena aperto la strada verso la scoperta di un compagno comprensivo e sereno.
« vaffanculo » e ridacchiò anche lui. perché, cosa poteva fare? quella situazione era così assurda, per lui. non aveva mai conosciuto qualcuno del genere, così gentile e tranquillo come semi. forse, goshiki aveva ragione: aveva un pessimo gusto, in fatto di ragazzi. almeno, stavolta, ci aveva visto giusto, quella testa di cocco mora.
« ci sto provando, bellissimo » la voce del biondo platino lo riportò con la mente alla realtà di quel momento, un momento speciale ed unico. da allora, sembrò anche che i movimenti di eita gli diedero più piacere, che fastidio. tanto che il più piccolo fu quasi triste, quando le sue dita lasciarono la sua apertura. si rese conto solo un secondo dopo, quando percepì un leggerissimo peso a sostituire i polpastrelli di prima, di cosa significava tutto questo ora.
« sei pronto? » chiese il più grande, la sua voce sempre più roca, ma calda. e shirabu si sentì al sicuro. era consapevole che semi lo avrebbe fatto stare bene. non doveva avere paura. annuì, più rosso che mai. e quando si sentì pieno come non mai, capì che ci aveva preso in pieno — non si era mai sentito meglio. e sembrò che anche semi pensava la stessa cosa, perché il suo volto non dava spazio a dubbi, sul fatto se si stesse godendo o meno quel momento.
« semi— »
« merda, shirabu »
quelle esclamazioni, simili a sospiri e gemiti, resero la situazione ancora più piacevole per entrambi. ci volle un po', prima che tutti e due si dessero verso per abituarsi a quelle nuove sensazioni: shirabu, con dentro una presenza che premeva fino alla parte più profonda delle sue interiora, e semi, con attorno delle pareti che lo stringevano con tanta potenza quanta delicatezza.
« colore? » sussurrò il maggiore. se non fosse stato per il massimo piacere che stava provando, il quale lo portava ad ansimare continuamente, il biondo ramato avrebbe riso di nuovo: come faceva questo qui a curarsi ancora di una cosa del genere, in quel momento?
« verde » rispose, dopo un po'. e semi fu immediatamente sollevato: capire che il proprio partner stava bene era essenziale, per lui. poi, si accorse di come l'altro riprese aria, per pronunciare una seconda parola. « tu? »
« verde » ribatté a sua volta, prendendo qualche respiro profondo. « dimmi tu quando vuoi che inizii a muovermi »
cavolo, questo ragazzo non smetteva di sorprendere kenjirou. era forse questo, sentirsi veramente bene durante il sesso? perché cazzo, shirabu non voleva proprio che finisse. mise le mani attorno al collo del più grande, e le labbra vicino al timpano dell'orecchio destro, in modo che nel mentre parlasse, il calore del suo fiato toccasse la pelle del biondo.
« puoi andare, semi »
pensò che quella cosa potesse eccitarlo di più, e cazzo se funzionò. semi non era assolutamente aggressivo, ma andava ad una costante che riusciva comunque a mandare il castano in un altro universo per il troppo piacere. colpiva nel punto giusto, in profondo e con tutta la dolcezza di quel mondo. ci furono dei "vai così" o dei "è bellissimo" nel mezzo di questo, finché un punto arrivò. o meglio dire, venne colpito.
« cazzo— » ansimò velocemente il giovane dai capelli color caramello, deglutendo nei secondi dopo. fu così, che l'altro capì cosa aveva causato quell'ultima spinta. perciò, decise di farlo di nuovo. una seconda volta, ed una terza, finché lo spettacolo di shirabu ansimante non si palesò sotto di lui. per poco non gli venne da sorridere per l'ennesima volta.
« sei fantastico » gemette, accarezzando qualche punto della sua pelle, quasi come se stesse cercando di lasciare un qualche tipo di segno sul più giovane. « sei davvero meraviglioso, sei incredibile, stai andando alla grande »
però incoraggiarlo così era davvero troppo, secondo shirabu. insomma, doveva davvero continuare a dimostrarsi un guru del sesso ancora per molto? di questo passo, il minore stava pensando di poter diventare dipendente da questo.
e prima che potesse maturare ulteriori pensieri al riguardo, semi lo mise sopra di lui, sopra i suoi stessi fianchi, tenendo la sua vita salda tra le mani e permettendo ai loro petti di toccarsi, di connettersi insieme e sentire l'uno i battiti del cuore dell'altro. shirabu si aggrappò con le braccia alla nuca del biondo cenere, che aveva cominciato ad aumentare la velocità, l'intensità e la frequenza delle sue spinte in maniera costante, senza andare troppo forte o troppo piano— in modo semplicemente perfetto.
« porca— puttana— » sputò stizzito il ragazzo dai capelli più scuri, chiudendo gli occhi mentre una sensazione familiare iniziava a farsi spazio nella parte più bassa del suo stomaco e il respiro del maggiore si faceva sempre più accelerato e sempre meno regolare. no, non riusciva davvero più a ragionare, ormai. era assolutamente andato.
« colore? » era serio? il più piccolo gemette sonoramente: non poteva davvero essere così perfetto. raccolse ogni singola particella di respiro, ed una buona parte della lucidità rimastagli, per rispondere.
« verde— »
si stavano godendo quel momento davvero troppo. entrambi non capivano quanto incredibile questa situazione fosse: era come mangiare il proprio piatto preferito, senza che questo si esaurisse mai. ed anche quando erano pieni — in questo caso, anche nel vero senso della parola — non potevano smettere. perché era troppo bello. era una sensazione unica, una droga così potente da non fare smettere a nessuno di loro di sentirsi bene.
« cazzo, cazzo— » e la cosa più strana, era che non pensavano di aver mai provato una cosa del genere, prima d'ora. avevano avuto tantissime esperienze sessuali, prima e dopo aver capito la propria identità di genere, prima di aver capito la loro attrazione per gli uomini, prima di capire qualunque cosa. persino prima di capire quanto una spinta — come quella di semi per shirabu adesso — o una stretta — come quella di kenjirou verso eita — potesse provocare a ciascuno così tante piccole scosse di piacere estremo.
« merda, mi stai facendo sentire alla grande. stare dentro di te è il meglio » ma forse non avevano mai capito, quanto queste esperienze potessero davvero farli stare bene.
« semi, merda, sono— sto per— »
« anche io, shh— » il maggiore guardò l'altro negli occhi. « vuoi che venga fuori, per sicurezza? »
ora kenjirou lo avrebbe davvero ammazzato. non poteva davvero essere così gentile e longanime nei suoi confronti. una persona così meravigliosa non poteva anche avere un carattere talmente perfetto. e non sapeva se era per il piacere di quel rapporto, o per il fatto che mai qualcuno lo aveva trattato con così tanta considerazione, ma si commosse.
sentì gli occhi farsi lucidi, e capì che era sul punto di scoppiare a piangere. così, si coprì gli occhi con il braccio, lasciando cadere la testa all'indietro, sul cuscino.
« no— merda— tranquillo. resta dentro » non seppe con quale forza era riuscito a dire questo, tanta era l'eccitazione e la commozione nel suo corpo. e la cosa più meravigliosa, fu che semi comprese tutto, ma non disse nulla. semplicemente finì, regalando ad entrambi uno degli orgasmi migliori della loro vita.
ripresero lentamente i respiri — avevano entrambi la gola secca per il troppo ansimare — e, sempre con la stessa delicatezza che ormai lo caratterizzava, semi uscì dal corpo del più piccolo, stendendosi poi dal suo lato del letto, dando le spalle all'altro. buttò il preservativo e, nel mentre, shirabu aveva tolto il braccio dalla faccia, sempre avvolto dalle coperte e con la schiena rivolta verso il corpo del maggiore.
il biondo platino lo guardò con la coda dell'occhio, e notò le guance rosse che coronavano quella piccola striscia asciutta al lato delle palpebre. e chiunque, semi poteva metterci la mano sul fuoco, non sarebbe riuscito a negare quanto bello questo ragazzo era.
« wow »
« davvero »
dopo questo breve scambio di battute, ci fu un attimo di silenzio. nessuno dei due si guardò negli occhi, ancora intontiti da prima. kenjirou notò i leggeri segni che aveva lasciato con le unghie sull'epidermide parallela alla gabbia toracica del più grande, e non seppe se sentirsi fiero di essi o scusarsi per avergli fatto male.
si stesero tutti e due sul letto, con i capi sui cuscini e lo sguardo puntato sul soffitto. potevano percepire la presenza l'uno dell'altro, ma non si azzardarono a muovere un muscolo in più.
« sono troppo stanco per una doccia »
« anche io »
altre parole, altre considerazioni, altri movimenti. prima di tutto, entrambi notarono quanto quella scena fosse eterea, e i loro volti rappresentassero una bellezza unica, con le fronti ancora imperlate di sudore e il rossore sulle labbra e sul viso. e poi, si voltarono per l'ennesima volta, stavolta le loro facce l'una davanti all'altra, a fissarsi con un'adorazione talmente particolare, che nemmeno loro riuscirono a leggere dietro quello sguardo.
« vuoi fare un secondo round? »
« se bello come il primo, va bene »
Ω
quella mattina, shirabu si svegliò come se un trattore lo avesse portato in paradiso. se per avere un paio di ali doveva provare una simile sensazione, shirabu avrebbe preferito vivere sotto terra per il resto della sua vita ultraterrena.
peccato che lì non c'era caffè. infatti, appena il suo naso inalò l'aroma dei chicchi amari, poté già sentire il sapore della sua amata bevanda sulla lingua. e, con sua sorpresa, non fu la tazza fumante l'unica cosa calda a riscaldarlo all'istante. bensì, il ragazzo mezzo nudo con due tazze vicino al petto scoperto.
ricordava che lui non fosse il tipo da colazione a letto, quindi fu leggermente spaesato da quel gesto. certo, non si poteva certo paragonare all'idea di vassoio con tanto di fiore e cibo caldo che si offre la mattina presto, ma anche questo era abbastanza dolce. anzi, troppo dolce, per uno con cui aveva concordato che quello doveva essere solo sesso. almeno, secondo lui.
« buongiorno » annunciò con un sorriso gentile, e ciò bastò perché shirabu cambiasse i suoi pensieri, riflettendo sul fatto che forse, la sensazione del trattore poteva non essere solo quello. si trovava già in paradiso, magari.
« giorno » mugugnò, la voce ancora poco sobria e la sensazione di sonno ancora presente nella sua anima. per fortuna, e shirabu se lo ripetè, che esisteva il caffè.
prese la tazza più grande tra le mani, soffiandoci sopra e cominciando a sorseggiarne il contenuto, senza nemmeno alzare gli occhi per fissare la persona accanto a lui. poco gli importava di sembrare egoista o ingrato, anche se sotto sotto, si sentiva un po' in dovere di evitare di comportarsi in quel modo.
guardò il suo riflesso nella tazza, mentre ricordi della sera precedente riaffioravano alla sua mente. quella sensazione penetrante, estrema ed incredibilmente piacevole. non era più il trattore, ma un angelo che lo portava tra le sue braccia e gli faceva addirittura vedere le stelle.
« tutto okay? » chiese il maggiore, notando come l'attenzione del più giovane fosse concentrata su qualcosa a lui ignoto. riportato coi piedi per terra, il castano si volse a guardare in viso il più grande per la prima volta, quella mattina.
« mh? » ci volle qualche secondo, prima di ricordarsi qualche informazione base — come si chiamava, che ci faceva qui, perché quel ragazzo talmente meraviglioso era in quella camera con lui — e annuì, timidamente. una caratteristica non sua, ma che non poteva fare a meno di presentarsi, in quel caso. « sì, sì, solo— »
non seppe come mai, ma le parole gli morirono in bocca. si fermò, senza più la possibilità di dire altro. forse perché la sua anima voleva impedire di lasciar trapelare troppe cose. di essere troppo inopportuno, e fargli fare una brutta figura. come se non avesse già fatte abbastanza ieri.
si accorse, comunque, di come il giovane dai capelli argentei non avesse smesso di osservarlo, impaziente che lui continuasse. quante novità, con questa persona.
« solo cosa? » chiese lui, incoraggiando il più piccolo a continuare. quest'ultimo diede qualche colpetto alla tazza, e poi fece uscire una piccola risata imbarazzata, prima di parlare.
« niente, spero che tu non ti sia annoiato ieri »
poteva sembrare una cazzata, ma per kenjirou era un chiodo fisso: lui si era divertito, aveva passato una serata fantastica, ma l'altro? forse si era solo annoiato. forse shirabu non era stato in grado di soddisfarlo. forse—
« vuoi scherzare? » quella domanda retorica bastò a terminare quei pensieri negativi e scacciarli dalla testa del biondo ramato, che lo guardò stupito. « sai, mi è piaciuto talmente tanto, che volevo chiederti una cosa » ed ora anche incuriosito.
il minore riprese a bere il caffè, sperando veramente che questa ‘ cosa ’ non fosse spostare la macchina dal parcheggio, perché il suo mal di testa era davvero troppo forte.
« che ne diresti di diventare partner sessuali? »
per poco non si strozzò con la bevanda, e dopo qualche colpo di tosse, lo guardò come se avesse visto un fantasma.
forse, avrebbe preferito la ‘ cosa ’ del parcheggio.
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( PAROLE : 4330 )
N.A.
SONO TORNATAAAAA.
mado, quanto mi era mancato scrivere su questi due, fr..
per fortuna che avevo ancora qualche parte salvata, sennò non penso sarei riuscita a pubblicare sta roba così in fretta lmao ( infatti odio la parte che ho scritto recentemente, ma almeno il resto scritto prima compensa ).
comunque, non mollerò sta fic, dw! ho anche pronta l'idea del sequel, e quindi, devi andare avanti—
e luckily altre parti sono già state stilate in passato, perciò se tutto va bene e la mia voglia non muore, dovrei riuscire a scrivere di più, ma again, non aspettatevi aggiornamenti regolari :')
e niente, ci vediamo al prossimo capitolo!
— 𝙉𝙄𝙆𝙄
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