Incontri partiolari
E' passata una settimana da quella sera e non è cambiato nulla, vado a dormire e la mattina dopo vedo un corpo mozzato. Cosa cavolo mi succede? Perché ho corpi in casa? Sono io quello che uccide? Mi faccio tutte queste domande mentre mi inoltro nel bosco fitto fitto e sento dei passi dietro di me, mi giro ma non vedo nessuno. Continuo a camminare e sento di nuovo quei passi. Non faccio nemmeno il tempo a scappare che mi trovo a terra e vedo un'ombra seduta a cavalcioni su di me.
"Cosa vuoi? Chi sei?" chiedo provando a liberarmi ma con scarsi risultati. Il ragazzo è molto forte e io allora, senza pensarci due volte, li tiro una ginocchiata alle parti basse. Mi lascia libero e io corro via. Ma sbadato come sono mi ritrovo in mezzo al bosco, mi gira la testa e mi appoggio ad un albero. Sono passate quasi due ore e io sono ancora qui.
"Bene, bene. Guarda un po' chi abbiamo qui. Una vittima sacrificale" sento una voce, apro lentamente gli occhi e vedo cinque figure attorno a me, sento le vene congelare e il cuore smettere di battere. Ho paura!
"Chi siete e cosa volete da me?" chiedo in modo freddo. Uno dei ragazzi mi si avvicina e mi prende per il colletto alzandomi, io li stringo il polso e riesco a liberarmi. Inizio a correre ma c'è gli ho alle calcagna. Corro per un bel po' ma mi blocco subito, sono arrivato alla fine di uno strapiombo.
"Fermo dove sei moccioso"
Non ascolto e faccio passi indietro fino a cadere giù.
FINE DELLA STORIA.
Non so più cosa fare. Sono al muro.
Mi butto o non mi butto? Questo è il problema
Non sto facendo Shakespeare! Tu chi sei?
Sono la tua cosc ...
Oddio ti prego dimmi che stai scherzando! Non ho voglia di avere una coscienza che poi mi porta all' emicrania.
Ma io ...
Niente ma! SPARISCI. Anzi EVAPORA!
MI trovo inginocchiato e mi scendono le lacrime. Sono morto. Non ho più speranza. La mia vita finisce qui.
Apro gli occhi e vedo ancora i ragazzi di prima: il primo è alto ed è in bianco e nero con un cono al posto del naso mentre il secondo ha capelli lunghi e neri con un sorriso che parte da una guancia all'altra.
"Gli altri tre? Dove sono finiti?" mi alzo e vado verso di loro, indietreggiano. Vedo uno spazio e scappo a gambe levate ma mi fermo subito.
"Ean. Il mio nome e Ean" Scappo fino a vedere il buio totale per poi svegliarmi e ritrovarmi in una stanza in stile Gotic Lolita.
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