82: Butcher.
-Non comportarti in modo strano con lui, che ci pensa già da solo a risultare imbarazzante- mi dice prima di scendere dall'auto Tyler, con un sottile nervosismo nascosto tra le giunture della sua corazza. Lo seguo, e finalmente vedo il negozio del padre: è una grande macelleria, ristrutturata da poco, con l'insegna accattivante e una porta grande, quasi insolita per un negozio del genere, a gestione familiare. Dentro, appena entriamo, il bancone enorme, ben illuminato e refrigerato ci abbraccia e mostra i tagli più nobili delle carni; alla parete c'è un grande elenco di tutti i prodotti disponibili, scritto nella calligrafia perfetta di Tyler, che riconosco subito. Inoltre, in un angolo c'è un piccolo braciere con vicino una credenza e un ripiano, che adesso è vuoto:-Quello lo usiamo solo quando posso lavorare anche io, così facciamo assaggiare la carne ai clienti più pretenziosi- dice Tyler indicandolo, e io sorrido alla vista di questa macelleria, che cozzaglia con ciò che mi ero immaginata, ovvero un vecchio locale pieno di sangue e carne grezza. Questa carne, invece, è accuratamente sistemata tra ghiaccio e aglio, che la insaporisce e allontana gli insetti, insieme agli enormi vasi di lavanda sistemati di fianco al bancone; il locale è pulito e areato, e l'unica impressione che si ha una volta entrati è che è un posto tranquillo, affidabile ma anche professionale. Passiamo dietro il bancone, di fianco all'enorme bilancia lucente, in vecchio stile, e di fianco al set di coltelli per tagliare la carne, sistemato alla parete: poi Tyler apre una porta, facendomi cenno di entrare e conducendomi al retro della macelleria, un'enorme stanza colma di scatoloni bianchi, coltelli e tavoli di ferro con sopra dei taglieri bianchi. Un rumore costante, come di un macchinario acceso, è l'unico rumore presente, che è accompagnato a tratti da un forte stridolio metallico, quasi fastidioso:-Pa'!- lo chiama Tyler, facendo interrompere entrambi i rumori. Da un angolo di questa stanza dalla planimetria irregolare spunta un uomo alto, pieno di muscoli, robusto e dai capelli tenuti indietro come capita. I capelli bianchi, la barba curata e tagliata corta, insieme alle rughe d'età sono l'unico simbolo di vecchiaia che presenta quest'uomo, che appena ci vede si toglie il grembiule e i guanti in fretta, con un sorriso enorme stampato in faccia. -Figliolo!- lo chiama, con un accento a me sconosciuto, un po' forte e calcante. -Sei arrivato solo in 4 minuti!- gli dice, prima di abbracciarlo. Tyler sorride e risponde:-Avevo detto massimo 5 minuti- il padre ridacchia, poi si gira verso di me e dice:-Caspita! Che bellezza che ti sei trovato! È un piacere conoscerti, Eleanor- dice il padre di Tyler:-Sono Christof. Metà russo, metà americano, ma interamente felice di incontrarti, finalmente- apprezzo il modo in cui parla, nel quale vedo rispecchiarsi Tyler, e gli stringo la mano ruvida e piena di calli. -Il piacere è tutto mio. È un onore conoscerla- mi sorride con gli occhi e dice:-Tutte balle! Sono solo un vecchio lavoratore stanco- e rispondo, pronta:-Il genere di persona che ammiro di più- mi sorride di nuovo, stavolta in modo più tenero, poi dice a Tyler:-Ti vai a cambiare mentre offro dell'acqua a Eleanor?- Tyler annuisce, mi sfiora il braccio dolcemente prima di rifugiarsi in una stanza, che deduco sia il bagno o il ripostiglio. -Mio figlio è uscito con tante ragazze, ma tu sei la prima che lo rende così partecipe mentre parla. Sono contento che abbia aspettato fino ad adesso per presentarmi il suo amore- sorrido mentre lo seguo dov'era fino ad un secondo fa: su un tavolo di ferro è appoggiato un disco da affilatura e una scatola piena di coltelli, e lì vicino ci sono una pila di bicchieri e una bottiglia d'acqua. Prende un bicchiere di carta e ci versa delicatamente dell'acqua, con una grazia che fa contrasto con le sue mani grandi e tozze. -Vuoi?- annuisco, poi dico:-Sono incredibilmente felice di aver incontrato Tyler, anche se le circostanze non sono state delle migliori. È stato tutto veloce, ma sono contenta che è accaduto quel che è accaduto, nel bene e nel male- Christof annuisce, poi mi porge un bicchiere pieno per metà d'acqua. -Tyler mi ha spiegato tutto della situazione, di questo tizio che è finito in ospedale due volte, di come adesso riesci a vedere il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto... Sono felice per lui, per te e anche per me. Vedere mio figlio sempre serio, sempre sui libri, sempre a lavorare mi dava fastidio, perché si merita di vivere la sua gioventù. Ma sono contento che adesso riesca a viversela bene, ed è anche merito tuo- annuisco pensierosa, cercando di immaginarmi il Tyler che c'era prima di incontrarmi, che non faceva che lavorare e studiare. -Bambini?- mi chiede, e io sbianco, mentre l'acqua mi va di traverso. Lo sento ridere di gusto mentre mi dà un paio di pacche sulla schiena e cerca di aiutarmi. -No, grazie- rispondo, sorridendo; poi però aggiungo, seriamente:-Avendo passato molti anni senza mangiare quasi nulla, il mio ciclo è sballato, perciò anche se volessi (cosa che non voglio) non potrei avere figli- lui annuisce, poi dice:-Per me potete anche rimanere così come siete per mille anni, mi basta che siate felici. Da te e da mio figlio non pretendo niente, se non questo- mi fa un'occhiolino e io sorrido:-Però, se un giorno capitasse, almeno il matrimonio può pretenderlo- gli suggerisco, e lui ride di gusto vedendo la mia goffa imitazione del suo occhiolino:-Il matrimonio è solamente qualcosa di burocratico che ti fa spendere soldi e fare contratti inutili! Però, se te lo senti, non ho nulla in contrario. Pensa che con mia moglie mi sono sposato solamente quando Tyler aveva due anni, anche se stavamo insieme da venti- alzo le sopracciglia, sorpresa, poi gli mormoro le mie condoglianze:-Non mi servono. È morta nel modo che voleva, sussurrandomi parole d'amore e dicendomi che non era stata colpa di nessuno, che voleva morire solo perché sentiva che non poteva essere più felice di così. Ci sto male, malissimo a vivere senza di lei, ma so che devo farlo per portarla nel mio cuore fino alla fine- annuisco dolcemente, poi però Tyler interrompe la nostra conversazione uscendo dalla stanza in cui si era rifugiato qualche minuto prima. -Pronto?- gli chiede il padre, prendendo il suo grembiule e lanciandone uno a Tyler. Io guardo il mio innamorato quasi sottomessa dal suo aspetto: i capelli sono tirati indietro più del solito, in una coda di cavallo che a malapena gli tocca la nuca, gli occhi non più coperti dagli occhiali ma da delle lenti a contatto, una canottiera aderente bianca, che sembra di due taglie più piccola del suo corpo, i jeans neri rovinati che gli fasciano le gambe nel modo più corretto che potessi mai immaginare, e le scarpe antinfortunistiche che rimbombano sul pavimento bianco. Trasalisco quando si sistema una piccola ciocca ribelle tirandosela indietro e evidenziando quelle braccia tatuate che mi hanno abbracciata tante volte, che sembrano sempre più muscolose e accoglienti. -Pronto- dice fiero Tyler, consapevole dei miei occhi che trapassano la sua figura come migliaia, milioni di aghi.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top