68: Coming back home.
I saluti si prolungano all'infinito mentre il pullman si ferma e fa salire tutti i passeggeri lentamente:-Mi raccomando, continua a mangiare e a curare il tuo corpo- mi dice Arleene, e io la ringrazio per tutto ciò che ha fatto per me in questi giorni:-Grazie anche a te, Markus. È stato un piacere conoscerti- annuisce e mi abbraccia:-Sei e sarai sempre la benvenuta- dice velocemente, poi aggiunge:-Vai a casa- gli sorrido, saluto Arleene un'ultima volta e faccio come mi ha detto, sedendomi in fondo al pullman e mettendo le valigie sopra di me, per poi far partire "So into u" per accompagnarmi in questo ennesimo, ma corto, viaggio.
Mando un messaggio a Tyler appena mi trovo a San Diego, quando il pullman rallenta per uscire dall'autostrada ed entrare nelle strade urbane trafficate. Sono di nuovo a San Diego, e questa città è più bella rispetto all'ultima volta che l'avevo vista. In pochi minuti raggiungiamo la stazione, e appena scendo mi allungo le braccia, perplessa che le tre ore e mezzo siano passate così velocemente, poi insieme alle valigie mi siedo sul marciapiede, aspettando Tyler e sentendo dentro di me come un'intero vivaio di falene e farfalle sbattere sulle pareti, impazienti di uscire. Quando riconosco l'enorme macchina scura mi alzo, arrossendo come una ragazzina e dondolandomi con i piedi. L'auto si ferma nel parcheggio vicino alla piazzola sulla quale sono seduta, e lentamente si apre la portiera del guidatore: Tyler è stupendo mentre mi guarda e sorride. I soliti anfibi larghi e slacciati rimbombano sull'asfalto, i pantaloni sono neri e strappati e gli fasciano i muscoli delle gambe perfettamente, una felpa blu è legata in vita, sottolineandone la forma piatta e vigorosa, e ovviamente la solita canottiera nera completa quel look così tanto da Tyler che mi scalda l'intero animo in un'istante. Anche io mi alzo e cammino verso di lui, e mentre guardo quel suo solito chignon distratto mi fermo sui suoi occhi, felici e calmi, simbolo che la tempesta che aveva in testa se n'è andata. Faccio per abbracciarlo ma le mie mani mi disobbediscono e si posano sulle sue guance, accarezzandone una con il pollice. -Ciao- mormora, e io sorrido davvero troppo, quegli occhi che sciolgono tutti i miei muscoli e mi plasmano il corpo con il loro sguardo. -Ciao- gli rispondo, appoggiandomi sul suo petto con una guancia e chiudendo gli occhi, godendomi quel momento. È successo tutto così in fretta, tra noi due: ci scambiavamo sguardi, eravamo consapevoli l'uno dell'altro, poi è andato tutto in discesa, ed eccoci qui, ognuno la persona speciale dell'altro. Tyler si china verso di me e mi bacia delicatamente, ma le mie braccia, di nuovo senza il mio consenso, si avvicinano e si catapultano sulle spalle di Tyler, avvicinandolo e aiutandomi ad approfondire il bacio. Lui rimane sorpreso per un attimo, poi però si lascia trascinare dalla mia lingua e le sue mani si spostano poco sotto la mia vita, stringendomi al suo corpo. Se non fossimo su un marciapiede avremmo continuato, ma io mi allontano timida e apro gli occhi, per incontrare i suoi e vederlo sorridere:-Mi servivi proprio- sussurra, e lo bacio di nuovo, solo a stampo, per poi respirare profondamente tra le sue braccia. -Andiamo a casa?- gli chiedo, e lui allunga un braccio verso una valigia, dicendo:-Prima si mangia- e gli sorrido, rendendomi conto che l'espressione che ho sul viso è la più stupida che abbia mai fatto in 22 anni di vita, ed è di pura, semplice e chiara felicità. Come quando da bambina mia madre mi comprava le bustine di figurine che tanto volevo e mi faceva una sorpresa, ora sorrido come un ebete mentre mi brillano gli occhi.Saliamo in auto, io mi accocolo su quel sedile che sa di vaniglia e Tyler mette un po' di musica. Il ritmo è rock, la chitarra è potente e un uomo parla di venerdì sera, di luci stroboscopiche, di concerti, di tatuaggi e di ricordi. -Come si chiama?- chiedo, riferita alla canzone, e Tyler risponde senza controllare:-"Moshpit", l'ha composta un mio amico- annuisco e mi godo il ritornello, molto rinvigorente. Lo guardo guidare con confidenza nel traffico, ogni tanto scambiandoci uno sguardo ma sempre concentrato, e sorrido pensando che d'ora in poi sarà tutto in salita, ma lui mi aiuterà ad arrivare alla cima.
Vorrei tanto esistesse una persona come Tyler.
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