28: Hospital.
>Eleanor's P.O.V.<
In tarda mattinata, mentre mi sto concentrando su un possibile soggetto da ritrarre, mi arriva una chiamata: Gerald. Prendo il telefono e rispondo:-Ehi- ma non c'è la sua voce dall'altra parte della chiamata. -Ehm, sono Rich- mi saluta il suo amico. -Che è successo?-intuisco dal tono di voce preoccupato e dolente. -Gerald sta avendo una lavanda gastrica- non so nulla di questo intervento, ma dal tono di voce di Rich deduco sia grave. -Ed è la terza volta che ne ha una- questo sì che è grave. Cerco sul telefono, mentre parlo in vivavoce con Rich, cos'è una lavanda gastrica, e scopro che viene effettuata per togliere dal corpo delle sostanze tossiche. -Ma che ha preso ieri sera?- gli chiedo allarmata. -Ma che cazzo ne so! Sei tu quella che lo ha riportato a casa...- si affretta a scusarsi. -Non dico che dovresti saperlo tu, ma insomma... Sono un po' incazzato. Scusa- non rispondo, noncurante. Non m'importa che ha detto, sono solamente preoccupata. -E il test?- gli chiedo. So quanto ci teneva, lo vedevo dall'impegno con cui studiava. -Quel cazzo di test è l'ultimo dei nostri problemi. Sai, la situazione è un po' complicata. Deve essere intubato e, dato che fuma, l'operazione sarà lenta, delicata e dolorosa: i medici dovranno togliere i liquidi presenti nel suo stomaco per tre o quattro ore, ed è tanto, tantissimo tempo. Devono fare con calma e controllare continuamente che Gerald non si svegli e che il respiro sia regolare. Rischia un arresto cardiaco- mi blocco. Potrebbe morire, e mi rendo conto di quanto mi faccia star male solo l'idea. Mi sento come se mi avessero trafitta al petto con una lancia: incredula, scossa e... Incazzata. Perché deve ricorrere alle droghe e all'alcol? Che motivo c'è? Sta estinguendo tutti i suoi debiti, è finalmente un po' più felice, sta per fare un test che gli cambierà sicuramente la vita e sta per tornare da sua madre, la parte più importante della sua famiglia, e adesso per una stupida serata ad ubriacarsi rischia di morire. -Okay, dove siete?- chiedo mentre infilo cose a casaccio nella capiente borsa a tracolla: devo assolutamente raggiungere Rich ed avere un qualche parere medico. -Al pronto soccorso, ti mando la posizione- lo ringrazio frettolosamente e corro di sotto, avvisando Shaq che prendo la macchina. -Serve a me- intima, e io sbuffo. -Allora accompagnami in un posto, e in fretta!- alza le sopracciglia, si controlla le tasche e mi fa segno di precederlo. Mi fiondo fuori dalla porta di casa e con altrettanta velocità entro in auto. -Dove andiamo?- mi chiede. -Veloce! Al pronto soccorso- spiego e mi allaccio la cintura. Mentre sfrecciamo per le strade, continuo a torturare Shaq costringendolo ad aumentare la velocità e prendere tutti i semafori rossi, finché un'enorme struttura composta da almeno trenta edifici si staglia di fronte a noi, e la scritta "Pronto soccorso" è scritta a caratteri cubitali e in netto contrasto con il color panna delle pareti esterni del complesso ospedaliero.-Grazie- gli dico, soprattutto perché non ha voluto chiedermi nulla, e corro fino all'ingresso. Alla reception, una ragazza mi saluta formalmente, e io senza convenevoli gli chiedo dove si trova Gerald. -Cognome?- mi chiede, e ci penso su:-Un attimo- mando un messaggio a Rich: "qual'è il cognome di G?" mi risponde poco dopo elencandomi anche il secondo nome:-Gerald Earl Gillum- gli dico, e la ragazza annuisce mentre cerca il nominativo nell'archivio elettronico:-Scusi, lei è imparentata con il signor Gillum?- scuoto la testa, inventandomi una balla:-Sono la fidanzata- arrossisco mentalmente e la mia vocina mi maledice. -Mmh, okay. Primo piano, corridoio cinque, stanza sedici- lo ringrazio e prendo le scale ad una velocità mai concepita prima. Quando finalmente trovo il corridoio cinque, vedo Rich seduto su una sedia di plastica poco lontano dalla stanza numero sedici. Alza lo sguardo e incontra il mio, mostrandomi come due occhi gialli possano essere talmente tristi e acidi, corrosi dal dolore e dall'ansia:-Ciao- mi saluta sospirando. -Si può entrare?- gli chiedo, e scuote la testa. -No. È da due ore che i medici sono dentro, e tra un'altra ora e mezza dovrebbero finire. Forse non lo intubano, ed è meglio così- mi siedo di fianco a lui. -Mi racconteresti le altre due volte in cui ha dovuto fare la lavanda gastrica?- azzardo, e lui si passa una mano tra i capelli racchiusi in dreadlocks. -La prima volta è stata quando aveva sedici anni, perché si era ubriacato davvero, davvero tanto. La seconda, invece, è accaduta sei ore dopo aver assunto delle droghe pesanti. Per sua fortuna, erano difficili da smaltire e non è successo nulla di grave. Ma questa volta, i medici hanno paura di sì- mi mordo il labbro, procurandomi una ferita, ma non sento dolore. Non sento niente. -Perché?- mormoro. -Cazzo, si è sfatto dai drink! E chissà che c'era dentro!- sbraita nervoso. -No.Perché deve bere?- è un pensiero, non una domanda. Rich non può rispondere, neanche io. Solo Gerald può dirmi perché vuole migliorare le cose e al tempo stesso peggiorarle. -Perché è scosso, non è abituato a vedere la sua vita filare liscia. Se non succede niente di male, deve farlo succedere lui- dice seccato, facendomi intuire da quanto i due si conoscono, e di quanti segreti condividono. Restiamo in silenzio, immobili come statue, cercando di sentire qualcosa attraverso le sottili porte della stanza, quando ne esce un medico sulla cinquantina, tutto capelli grigi e occhi dello stesso colore. -Voi siete qui per il signor Gillum?- chiede, e Rich annuisce. Io non ci riesco. -Bene. Abbiamo finito la lavanda gastrica, e non ci sono state complicazioni. Ha un po' di problemi a respirare, ma è dovuto al tubo che ha avuto in bocca per tre ore buone. Adesso stiamo analizzando le sostanze che aveva in corpo, e volevo darvi un'avvertenza in quanto siete qui e vi state prendendo la sua responsabilità: che non ricapiti mai più, assolutamente. Fortunatamente è giovane e incredibilmente forte, ma se ricapitasse un intervento del genere in quelle condizioni, temo che non finirà bene come oggi...- spiega tutto d'un fiato, non permettendoci dubbi o domande. Mi piace. -Adesso è ancora sotto anestesia, abbiamo dovuto fargliela perché se si svegliava prima del termine della lavanda gastrica c'era un considerevole rischio che vomitasse, e sarebbe stato un disastro. Si sta svegliando lentamente, quindi meglio non disturbarlo; tra circa due ore dovrebbe essere completamente cosciente e in grado di accogliere una persona alla volta. Vi prego di non disturbarlo troppo, o di non ricordargli del test che dovrà fare- ci spiega, e lo fisso con un enorme punto di domanda sulla testa:-Prima dell'anestesia continuava a balbettare su un certo test d'ammissione...- si giustifica prima di andarsene velocemente dalla nostra vista. Rich si butta sulla sedia e mi dice che lo aspetterà, mentre io non ci riesco. Non riesco a rimanere impalata in un posto, non con il casino che ho nel cervello adesso. -Vado giù a bere qualcosa- gli spiego, e scendo le scale con un enorme buco al petto e un senso di sollievo enorme. Sono talmente grata della forza di Gerald tanto quanto sono incazzata con lui. Non vedo l'ora di dirgliene quattro, ma al tempo stesso sono sollevata: mi sono sentita talmente male all'idea che Gerald potesse morire che non credo a ciò che provo. È un sentimento troppo forte, quasi proibito, che mi dichiara quanto amore provo per lui: ero disposta a tutto pur di rivederlo di nuovo davanti a me, pur di poterlo disegnare di nuovo, pur di poter sentire di nuovo le sue labbra sulle mie, l'incastro perfetto per aprire la cassaforte dentro di me che tutti chiamano cuore, quel muscolo vitale che tutti hanno, ma che pochi sanno usare veramente. Una vibrazione nella borsa mi riporta alla realtà, e prendo il telefono tremante, vedendo chi mi sta chiamando:-Eleanor?-
Spero che vi piaccia, fatemi sapere se ci sono degli errori ortografici o sintattici. :)
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