25: Kiss.



Dopo la confessione che tenevo dentro di me da quattro giorni, mi mordo il labbro facendo uscire un'altra lacrima. Essa scende lentamente per poi essere seguita da altre lacrime, e lui sorride mentre me le toglie dal viso con il pollice. -Anche tu mi piaci- mi dice, e si avvicina a me. Io, attratta dalle sue labbra, alzo le braccia e le avvolgo al suo collo, avvicinandomi ancora di più a lui, alla prima persona che mi ha visto veramente, che conosce la vera me; inclino la testa e il fuoco dentro di me diventa una dolce esplosione mentre le nostre labbra si toccano: io sono il polo negativo e lui è quello positivo, ed è impossibile staccarci l'uno dall'altra. Le sue mani cambiano modo di toccare, e mi stringono alla base della schiena, premendomi contro di lui e cercando di annullare lo spazio che ci divide, con fare possessivo, e l'atmosfera intorno a noi si carica di desiderio. Con i denti mi sfiora il labbro inferiore e approfondisce il bacio, accarezzandomi le spalle mentre sono una cosa unica insieme a lui. Io gli scompiglio quei capelli sempre in ordine, e mi chiedo se tutto questo è giusto: se è giusto che io possa provare un sentimento così doloroso ma piacevole allo stesso tempo, quando l'unica cosa che ho sempre desiderato è il dolore puro e immacolato. Se è giusto che Gerald mi abbia baciata con questa passione che mi investe ed archivia tutti i pensieri negativi, confondendomi al tal punto che l'unica cosa che voglio è continuare il bacio, senza bisogno di respirare, senza bisogno di diminuire il ritmo incessante delle nostre labbra che si fondono e la danza improvvisata nelle nostre bocche. Tutto dentro di me si sta ristrutturando mentre questo bacio travolgente continua: il cuore compie battiti irregolari, il fegato si contorce in una piacevole morsa e nello stomaco, mille piccole farfalle cercano di uscire picchiando contro le pareti dell'organo, chiedendo di più, bramando Gerald come niente prima d'ora, come se fosse zucchero. Dopo un tempo che parevano ore e secondi contemporaneamente, le nostre labbra si toccano per l'ultima volta e guardo i suoi occhi, talmente scuri da sembrare carbone ardente, che si riflettono nei miei, rossi dalle lacrime e felici dal bacio. Dal mio primo vero bacio, dal primo bacio che non do per distrazione ma per desiderio; lo guardo e mi lecco il labbro inferiore, sentendo il sapore delle sue labbra impresso sulle mie. Sorrido e mi alzo, prendendo una fascia elastica per le sue nocche, ancora rotte e scoperte. Lui resta seduto, imbambolato e con un sorriso da ragazzino mentre gli avvolgo le nocche con la fascia imbevuta di disinfettante. Si alza e mi sovrasta, sorridendomi, poi fa per uscire dal bagno. -Gerald, aspetta...- gli dico, di nuovo triste. -E adesso che faremo?- lui mi guarda e ci pensa, girandosi verso di me. -Io voglio provarci, ma...- gli dico, e mi interrompe finendo la frase:-Io devo pensarci- e annuisco. -Anche io- si mette le mani in tasca con i pollici fuori. -Senti, facciamo così... Ci vediamo dopo il test. Se entrambi vogliamo provarci, ci proveremo, altrimenti continueremo tutto come prima- sorrido. -Okay- mi alzo in punta di piedi e gli do un bacio sulla guancia, poi esco dal bagno e mi accoglie il sorriso pervertito di Madison. -Ehilà, come mai siete stati così tanto in bagno?- mi chiede abbracciandomi le spalle; "ora sei tra le sue grinfie". -Era pieno di ferite...- mi giustifico, per poi cercare il suo sguardo e trovarlo puntualmente su di me, eliminando la tensione che si era creata prima di rispondere a Mad. -Uhm, okay...- dice, e ridacchia mentre va in cucina e si beve un po' di succo d'arancia. Rich è al telefono e sta parlando con qualcuno. -Gerald, vogliono te...- Gerald impallidisce, ma Rich sorride:-Stai tranquillo, è la Loyola- Gerald sospira di sollievo e strappa il telefono dalla mano di Rich:-Pronto?... Sì, sono io...No, il test lo farò qui, a San Diego... Come? E dov'è?... Oh, okay, per il biglietto?... Oh, grazie... Sì, ci sarò, arrivederci- chiude la chiamata e si passa una mano tra i capelli scompigliati dalle mie mani, aggiustandoseli. -Che è successo?- gli chiedo, e lui dice, contento:-Si va a Santa Monica- Mad sputa il succo d'arancia sulla penisola della cucina. -Mad!- urlo rimproverandola. -E adesso perché devi andare là, uomo dei miei coglioni?- dice a Gerald. -Hanno spostato il luogo dove si terrà il test d'ammissione per la Loyola, quindi mi hanno pagato il bus diretto là e il soggiorno di due notti all'albergo vicino alla Loyola, per ben quattro persone... Non badano a spese- dice contento, e Rich gli da una pacca sulla spalla. -Non vedo l'ora di vedere quanto sarà diversa Santa Monica da San Diego...- Gerald ridacchia, poi mi guarda:-Vuoi venire con noi?- mi chiede dolcemente, e non posso fare altro che accettare. Andare a Santa Monica con Gerald? Ci sto. -Va bene- mi ricordo anche di quello che aveva detto poco fa Gerald sulla distanza, ma non me ne frega niente. Preferisco godermi Santa Monica in sua compagnia che restare a casa a rimuginare sul bacio più bello che mi abbiano mai dato. E poi, abbiamo appena capito che è difficile starci lontano. -Ragazzi, se volete potete rimanere a cena... Almeno, se gli altri due arrivano, potete conoscere Shaq e...- dico, poi la porta d'ingresso si apre e Logan entra con un'aria stanca, per poi posare gli occhi su tutti noi:-Logan!- lo saluto, e tutti fanno lo stesso. Lui mi guarda preoccupato:-E loro chi sono?- mi chiede, e Madison ridacchia, svolazzandogli incontro:-Piacere, Madison Scott- gli da la mano e lui la stringe confuso. -Logan- si presenta:-Loro sono miei amici: Rich, Mad e Gerald- presento l'ultimo arrossendo e ricordandomi del nostro assalto di poco prima, per poi mordermi l'interno della guancia placando i miei pensieri. -Piacere. Rimangono a cena?- mi chiede, e annuisco. -Okay- sorride e sale le scale. Poco dopo arriva Shaq, e dopo le presentazioni Mad gli gira intorno e iniziano a parlare. Riesco benissimo a vedere l'espressione di apprezzamento di Shaq mentre vede Madison in tutta la sua stupenda pazzia, e parlano animatamente di non so cosa:-L'abbiamo persa- mi dice Rich alzando lo sguardo al cielo, e ridacchio. Io, Rich e Gerald, non sapendo dove sbattere la testa, ci mettiamo a discutere della musica e su cosa ascoltiamo; io sono una abbastanza aperta nei generi musicali: ascolto dalla musica EDM alla musica commerciale e rock. Basta che il brano mi piaccia e che il testo della canzone sia scritto bene, e la aggiungo ad una delle mie playlist improponibili. Non sono mai andata ad un concerto perché non è il genere d'esperienza che voglio fare, e sopratutto perché non ho un artista che secondo me è migliore degli altri o che mi piaccia particolarmente. Scopro che Rich ama il metal e l'hard rock, anche se da piccolo i suoi lo martellavano di musica classica per cercare di togliergli dalla testa i Marylin Manson, il suo gruppo preferito, mentre Gerald ama il rap di qualsiasi tipo e di qualsiasi lingua, ma non si lamenta riguardo gli altri generi musicali. E mentre Logan si unisce alla nostra conversazione, Shaq e Madison continuano a parlare ridendo e scherzando, mi ritrovo catapultata indietro di dieci giorni fa, quando il mio unico obbiettivo era morire e finirla mentre vedevo il resto delle persone cominciare le loro vite con felicità e spensieratezza, mentre adesso mi trovo in uno stadio intermedio. Certo, la morte è sempre qui ad incombere dietro le mie spalle, ma ultimamente la lascio tormentarmi solo quando sono sola, mentre quando c'è compagnia mi godo la vita che mi hanno donato: una grande parte di me sa che questo cambiamento è avvenuto solo perché ci sto ripensando, sto ripensando a morire. Perché? Semplice, perché c'è lui.


Volevo farvi attendere un po' di tempo, ma dato che ho parecchio tempo libero, ho deciso di aggiornare adesso la storia. 

Godetevi questo capitolo un po' confusionario che spero vi piaccia. 

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