14. Primadonna girl









⋆˚࿔Chase Me, Capitolo 14𝜗𝜚˚⋆














Valery's pov


È lunedì, e ho voglia di morire.

Il weekend appena trascorso è totalmente da dimenticare. Ogni. Singola. Parte. Tranne quella in cui io e Jake abbiamo cucinato i brownies.

È stato divertente dopotutto, anche se non ha smesso un attimo di farmi domande strane, esistenziali.

E in più devo ritornare a scuola! Matt ha chiesto un passaggio a Jane e così siamo andati insieme, appena arrivati tutti sono scomparsi e io continuo a pensare a i giorni precedenti.

E dei dubbi rimangono, Tyler ora ci odia? Almeno so che non è stato lui a drogarmi.

Beh, in realtà non so neanche perché Matt e i fantastici quattro si trovassero lì quella sera.

Ieri notte, mentre Chase se ne andava, si è scontrato con Jake che stava tornando in cucina, e non si è neanche guardato indietro.

Almeno abbiamo finito di cucinare quei cazzo di brownies, che dovranno bastargli almeno per due mesi, o guai a lui. Lo giuro.

Giro la chiave nel mio armadietto, cercando di aprirlo, ma il mio sguardo viene catturato da due figure in lontananza.

Sono Nick e Kevin che parlano. Non sapevo fossero amici.

«È ancora rotto?»

Jake appare dal nulla e mi fa girare di soprassalto, fissando la mia mano che incastra la chiave nella fessura senza ruotare.

Provo ad aprirlo, ci riesco a fatica. «Ci manca poco, con cosa l'hai aggiustato, l'attack?»

«No, con quello ci faccio gli origami al corso di arti manuali», dice, poi fruga nella tasca dell'uniforme fino a tirare fuori una costruzione di carta.

La agita davanti alla mia faccia, mostrando la prova di ciò che ha detto.

«Corso di arti manuali?» chiedo, parecchio curiosa a riguardo.

Non posso fare a meno di immaginare Jake immerso in un'aula piena di carta e forbici, magari con la sua solita espressione da caduto dalle nuvole.

Lui annuisce. «Comprende quello di disegno e pittura, di ceramica e quello che sto facendo io, per gli origami. È parecchio figo.»

Il biondino si fa silenzioso. Viene distratto da una figura slanciata che cammina dritta lungo il corridoio principale.
Ci passa a fianco e riconosco Tyler Brown, con il suo piercing al sopracciglio e gli occhi glaciali.

I nostri occhi si incrociano di sfuggita. Abbasso lo sguardo.

Un po' provo pena per Tyler.

Chissà se suo padre si ricorda qualcosa. Da quello che i ragazzi mi hanno detto, non è molto presente nella vita del figlio, e beve spesso. Probabilmente si è già dimenticato dell'accaduto dell'altro giorno.

Mi schiarisco la voce e provo a cambiare discorso, attirando di nuovo l'attenzione di Jake.

«Non sapevo che esistessero questi corsi a parte quelli già impostati a seconda delle materie scolastiche, come fisica...»

Pittura, ceramica, origami... Non lo avrei mai detto. Mi sembrano così lontani dalle materie rigide e impostate che solitamente riempiono le nostre giornate.

E a dirla tutta, questa monotonia mi iniziava a stare stretta.

Negli anni scorsi, in fisica me la cavavo anche abbastanza bene, ma adesso è un disastro totale.

Matt sbuca da dietro Jake, con il suo solito sorriso ironico.

«Non dirlo a me. In fisica faccio cagare al cazzo» ridacchia, e per un attimo mi sento meno sola nella mia disperazione scolastica.

È strano pensare che in una scuola così piena di corsi interessanti come arti manuali, la maggior parte di noi rimanga incastrata in un ciclo senza fine di lezioni che non ci appassionano davvero.

Questi nuovi corsi sembrano appartenere a un'altra dimensione, una dimensione che quasi mi tenta.

«Allora, non venite a lezione?» Mio fratello mi riporta con i piedi per terra.

«Io ho fame, prima vado a comprarmi qualcosa alle macchinette» ci avverte Jake, prima di avviarsi in cerca di cibo.

Io e Matt osserviamo il nostro amico mentre se ne va. Mi chiedo perché prima si sia ammutolito, così, di punto in bianco.

Da quando conosco Jake, ogni volta che lui è presente il silenzio non cala neanche per sbaglio.

«Che lezione hai adesso?», chiede mio fratello.

«Le stesse che hai tu, stupido.»

Mi dà una gomitata quando lo affianco per andare in classe. E io ricambio facendolo inciampare con uno sgambetto mentre cammina.

A tanto così da picchiarci nel bel mezzo del corridoio, Thea e Tory non piombano come delle bombe su di noi.

«Sapevo di essere attraente, ma non così tanto...», mi sussurra Matt.

Io alzo gli occhi al cielo e rivolgo uno sguardo molto confuso alle mie amiche.

«Valery! È importante!», indica mio fratello, che nel frattempo sta percorrendo il corpo di Tory con lo sguardo.

«Oh, Dio. Sparisci, adesso» lo caccio via al più presto prima di rigettare sull'immagine schifosa che i pensieri nella mia mente stanno creando.

Lui indietreggia tenendo le mani dentro le tasche superiori dei suoi baggy jeans. «Muovi il culo, non vorrai essere in ritardo la tua prima settimana.»

Gli riservo il dito medio e sul ridacchia. Poi raddrizza le spalle e se ne va.

Le mie amiche che hanno assistito a tutto senza spiccicare parola ribadiscono la loro presenza, schiarendosi forzatamente la voce.

«Val, non puoi capire.»

Thea mi fissa insistentemente mentre mi dirigo nuovamente verso il mio armadietto. Stavo per scordarmi di prendere i libri per la prossima lezione.

«Allora prova a farmi capire», dico tranquillamente.

«È Kevin» sputa Tory, con lo sguardo per niente convinto nei suoi marroni occhi di gatto.

Mi prendo un attimo per notare che sopra alla gonna e alla camicia della divisa scolastica indossa una giacca della squadra di football. Chissà di chi è.

«Kevin cosa?», mi stringo i libri al petto, incerta.

«Lui ha chiesto di te, vuole parlarti. Dice di aver cambiato telefono e aver perso alcuni numeri. È per questo che non ti ha chiamata prima.»

Il mio cuore fa un balzo.
No, lui non mi piace più, basta.
Non dovrei essere così felice di vederlo, tanto meno ansiosa.

«Avrebbe sempre potuto venire a parlarmi di persona.»

«In effetti...»

Gli occhioni dolci e blu di Thea cercano di leggermi, gli occhi felini di Tory di scovare qualche lacrima prima che si crei.

«Cazzo, smettetela. Siete inquietanti.»

«Ma tu stai bene?»

«Certo», chiudo l'armadietto con un tonfo e prendo a camminare nel corridoio. Il cuore mi batte a mille.

«Ne sei sicura?», le mie amiche mi seguono. Thea è alla mia destra e Tory alla mia sinistra.

Le guardo entrambe, sorrido. «Ma certo. Sono sicura.»

Qualsiasi cosa voglia dirmi Kevin, non sarà così importante da cambiare il mio umore in peggio.

Non posso permettere che le mie emozioni dipendano da una persona. Anche se è quella persona.

La campanella suona giusto in tempo.

Lancio uno sguardo dolce alle mie amiche, per rassicurarle. «Devo andare adesso, ci vediamo dopo.»

Purtroppo non siamo nella stessa classe, così mi giro e vado verso la mia aula, nel mentre le sento sussurrare: «A te com'è sembrata?»
E in risposta: «Non lo so, era troppo tranquilla.»

Scuoto la testa e continuo per la mia strada.

Devono smetterla di preoccuparsi per me. Sto benissimo.








Lana's pov

Prendo una sigaretta dal pacchetto e aspetto che Elle me la accenda.

Non vorrei proprio sapere cosa direbbe mia sorella se scoprisse che invece di seguire le lezioni, sono sul tetto della scuola a fumare.

Elle si avvicina al parapetto e in maniera impacciata ci appoggia il braccio.

Insieme ci mettiamo a guardare i ragazzi che si allenano nel campo da football sottostante.

«Hai già ripreso gli allenamenti?», domanda.

Scuoto la testa. «Non ancora.»

Non pensavo ma, il passaggio dalle medie alle superiori è stato più disorientante del previsto.

Nuova scuola, nuovi professori, nuove materie e nuovi compagni di classe. Ma la mia passione è e resta sempre la stessa: il football.

«Vorrei tanto potermi iscrivermi alle selezioni», ammetto.

«E perché non lo fai?»

Poso lo sguardo su Elle. «Li vedi quelli?» chiedo, indicando i soggetti che giocano nel campo al di sotto del parapetto.

«Mh hmm?»

«Sono tutti ragazzi.»

«E?»

«Molto probabilmente non hanno squadre femminili qui.»

«Hai provato a chiedere?»

«No, ma...»

«E allora fallo, provaci. Il peggio che può succedere è che ti rifiutano.»

Espiro il fumo della sigaretta dalle narici.

«Ma non lo faranno, lo so.» Mi carezza la spalla con una mano.
«Una volta che avrai mostrato ciò che sai fare... saranno loro a pregare te di far parte della squadra.»

Sorrido, sentendomi più leggera grazie alle sue rassicurazioni.

Continuiamo a fumare in silenzio, senza sapere cosa dirci. Ci vediamo tutti i giorni a tutte le ore, perciò abbiamo finito gli argomenti di cui discutere.

Ma io so che sotto c'è qualcosa in più. Un argomento ben preciso di cui nessuna vuole parlare. Nessuna ne ha il coraggio.

«Non dovremmo stare sul tetto della scuola», mormora Elle.

«Lo sai che le dicerie su questo posto sono tutte false, vero?» domando, provando a rassicurarla un po'.

«Si dice che sia morto un ragazzo, suicidandosi. E siamo su un tetto, non è così assurdo...» Inspira profondamente, con aria pensierosa.

«Tranquilla, nessuno sa che siamo qui», alzo le spalle e tossicchio un po' di fumo.

«A parte io.»

Io e Elle ci giriamo di soprassalto, la mia sigaretta cade di sotto.

«Ci stavi spiando, pervertito?»

Peter si incammina verso di noi, tenendosi le mani dentro le tasche della divisa scolastica.

I suoi occhi azzurri creano un netto contrasto con quelli di suo fratello. I suoi sembrano essere quelli di un angelo, accesi e luminosi di chissà quale emozione. Quelli di Chase invece... pura oscurità.

Elle mi guarda di sottecchi con l'ansia stampata in faccia. Non le è mai piaciuto Peter, né i ragazzi della nostra classe in generale.

«Devo chiederti una cosa.»

Incrocio le braccia al petto. «Sto aspettando.»

Sorride e abbassa il capo. «Da soli», guarda Elle.

«Assolutamente no» protesta lei, alzando leggermente il tono. Poi abbassa gli occhi di scatto e si schiarisce la voce.

«Già, puoi dire tutto ciò che vuoi anche davanti a lei» Con lo sguardo invito Peter a iniziare.

Lui però mi prende per il braccio con una stretta un po' troppo forte e mi trascina via spazientito. Cerco di fargli mollare la presa, ma non ci riesco.

«Ma che fai!?»

«Lasciala!», mi chiama Elle e inizia a seguirci.

Ma appena rientrati dal tetto, Peter apre la prima porta che capita e glie la sbatte in faccia, per poi chiuderla a chiave.

«Che scenata», sbuffo e mi guardo in giro, trovando solo attrezzature sportive.

«Lana, devi ascoltarmi» e appena dice quella frase, il suo sguardo cambia, non è più il solito Peter Wheeler.
C'è qualcos'altro che lo rende più... dolce?

Lo fisso, indecisa sul da farsi.

«Ti ascolto.»


🕺🏾

Mi dirigo verso Elle - che è tornata sul tetto - con la stessa faccia pensierosa di prima. Poi le concedo un sorriso e lei invece mi lancia uno sguardo che pretende spiegazioni.

«Ci siamo messi insieme.»











Valery's pov

Entro in classe e subito noto che Kevin è seduto nel posto di fianco al mio.

Che voglia riavvicinarsi? Perlomeno spero come amico, forse. No. Sì. Sì, come amico. Basta.
S

to per picchiarmi da sola.

Devo rimanere una primadonna, come dice Jake.

Perciò, ignoro Kevin e lo sguardo degli altri alunni scioccati che mi segue lungo la strada per sedermi nel posto di fianco al biondino.

Le primedonne devono supportarsi a vicenda.

Sto per lanciare lo zaino per terra, accanto alla sedia, ma qualcuno mi si piazza davanti e lo afferra a mezz'aria.

«Questo posto è occupato.»

In classe cala il silenzio e sento crearsi nella mia testa una miriade di insulti pronti a essere lasciati liberi.

Sento già Matt dire a tutti: "Allora, un dollaro e cinquanta per i popcorn. Li volete grandi o medi?"

Due occhi scuri mi fissano con un cipiglio di divertimento scintillante. Sento che sta per iniziare una delle sue futili scenate.

Il mio sguardo scatta sul posto di fianco a Matt, che nonostante sia vuoto, sul banco vi è del materiale scolastico.

«Credo che tu abbia già un posto, ma se ne stai cercando uno per il tuo ego non penso basti solo una sedia.»

E neanche un'aula intera, a mio parere.

Jake ha lo sguardo fiero e Nick cerca in tutti i modi di trattenere una risata, ormai è tutto rosso in volto.

Nella classe inizia a crearsi un mormorio, che cresce sempre di più.

Chase si avvicina a me, senza mostrare emozioni. Mi agguanta un polso per tenermi ferma, poi avvicina le sue labbra al mio orecchio.

«Io invece credo che al mio ego basti una sedia, ma tu...» mi squadra.

«...puoi sederti sulle mie gambe», si allontana. Ha smesso di sorridere giocosamente, ora continua a farlo in modo seducente.

Sento che sono diventata rosso fuoco solo quando Jake cambia repentino l'espressione in volto.

«Neanche morta. Depravato del cazzo.»

Non farei mai una cosa del genere, con nessuno a prescindere. Sedersi sulle gambe di qualcuno?
E

se gli facessi male? Non riuscirei mai.

Mi riprendo lo zaino nervosamente.

Perché ora sta facendo così? Io pensavo di averlo stancato con le mie domande, soprattutto ieri sera, era così infastidito.

Finalmente pensavo di essermelo levata di torno...

E ora fa così?

Matt si alza dal suo posto e richiama l'amico. «Dai, lasciala stare. Vieni qui.»

E come un bravo cagnolino, corre dal suo padrone, ma non prima di avermi lanciato un'odioso sguardo.

Kevin intanto, che ha assistito a tutto, continua a guardarmi insistentemente nella speranza che ricambi e che vada da lui.

Però io non andrò da lui. Dev'essere lui a farlo se ha qualcosa da dirmi.

Così mi siedo di fianco a Jake e appena alzo lo sguardo mi fa un piccolo applauso. Ridacchiamo insieme.

«Sei una cazzo di regina, Valery. Amo quando lo rimetti al suo posto.»

«Mi viene spontaneo», alzo le spalle.

Noto che Kevin è ancora girato verso di me.

«Quello lì ha intenzione di fissarti ancora per molto?», sento sussurrare a Chase, che sta nel banco non troppo distante dal nostro, accanto a mio fratello.

«Anche se fosse?»

Io e lui prendiamo a fissarci a lungo, come se stessimo partecipando a una gara di sguardi.

Nonostante la parte dell'aula in penombra, dov'è lui, i suoi occhi luccicano, senza far capire cosa stia pensando.

Con la coda dell'occhio vedo Kevin sospirare e girarsi, finalmente.
Distolgo lo sguardo da Chase quando la prof entra in classe più scazzata della settimana scorsa.

«Goodmornig, Mrs. Stuart», dice la classe in coro.

Dopo che la settimana scorsa la prof ci ha fatto fare una verifica a sorpresa per colpa di Chase, tutti sono diventati più docili con lei.

Io l'avevo detto di non mettersi mai contro la prof d'inglese...

«Goodmornig ragazzi! Ho i tests...»

Prende dei fogli dalla sua borsa rosa acceso e li sbatte sulla cattedra.

«I am so desperate, guys. The most of you sucked.»

Ci guarda con uno sguardo per niente sorpreso, ma che finge delusione. In verità è contenta di aver dato una lezione agli impertinenti.

«Prof io non ho succhiato proprio niente...», Jake alza la mano mentre inizia a parlare.

Io gli pesto il piede sotto al banco giusto in tempo. «Taci, non vuol dire quello.»

«Ne sei proprio sicuro, Jake?», mi giro verso una persona che non avevo neanche calcolato.

Sinceramente non credevo sarebbe venuto.

Tyler sorride a Jake, ma il suo sguardo dice tutt'altro che felicità.

«What? I didn't understand.»

«Shh!», sussurra Jake come ammonimento.

Il mio sguardo saetta da una figura all'altra. Poi si ferma su Jake.

«Tu hai...?»

«Fame? Sì. Tu? Hai fame? Io ho fame.»

Jake poi fa il dito medio a Tyler e la professoressa non esita a richiamarli.

«Shut the fuck up and take your stupid tests.»

La prof si accascia sulla sedia e sbatte le verifiche nelle mani di un alunno, che inizia a distribuirle.

Successivamente inizia a sussurrare tra sé e sé: «Io mi licenzio...»

«Jake!», richiamo la sua attenzione.

Lui si gira verso di me come se niente fosse, con una faccia del tutto inespressiva.

«Ma perché non si riesce a piangere sotto la doccia?»

Mi sbatto una mano in fronte. Tanto non me lo dirà mai, ma, comunque sia, tutti sanno che Jake è bisessuale. Però chi l'avrebbe mai detto che anche Tyler...

Una mano fa scivolare una verifica sul mio banco.

«Hai preso una A? Porca...! Non sapevo fossi una secchiona.»

Io non ne sono tanto sorpresa, inglese è la materia più facile del mondo.

«Non sono una secchiona e...» allungo l'occhio sul suo test.

«Sicuramente neanche tu. Scusa ma che diavolo c'è scritto?» indico lo spazio dove dovrebbe esserci scritto un voto, ma non si capisce niente, in verità.

«Sarà una Z», dice annuendo super convinto, mentre fissa il suo test totalmente lasciato in bianco.

«I voti arrivano fino alla F, Jake.»

«Davvero?! Mi alza la media!»

Contento lui, contenti tutti.

In verità vorrei avere il suo stesso menefreghismo. Chissà come ci si sente a vivere fregandosi di tutto.

«Ma piaccio a Kevin? No perché sta sempre girato verso di me...», gli sorride e ha Kevin compare una chiazza rossa sul collo per l'imbarazzo.

E ora chi glie lo dice che stava guardando me?

Lui si gira verso di me e si rende conto che ho un'aria pensierosa.

«Oh, tranquilla, tu rimani sempre la mia preferita.»

Mi scompiglia i capelli e io gli fermo la mano. «Si ok, ma questo non farlo.»

Odio quando la gente mi tocca i capelli.

«D'accordo, piccola chef.»

Sorride con i suoi smaglianti denti e la prof finalmente riesce a guadagnarsi l'attenzione della classe.

Così, io e Jake ci giriamo verso di lei per ascoltarla. Ma c'è una strana sensazione che mi attanaglia.

È come se fossi osservata così intensamente da farmi fremere il collo nella tentazione di girarmi e vedere se qualcuno mi sta veramente fissando.

In qualche modo reprimo quell'istinto, e appoggio il volto sui palmi delle mani, iniziando a seguire la lezione.


🌌



Finita l'ora di inglese mi dirigo verso la mensa, per la pausa pranzo, dove dovrebbero starmi aspettando le mie amiche.

Inizio a pensare che alla fine il preside non mi ha più chiamata per chiarimenti o comunque per quel famoso colloquio.
Anzi, in realtà appena uscita dalla classe ho sentito alcuni professori discutere del fatto che quest'oggi il preside non si sia neanche presentato.

Meglio così.

Jake è uscito con me dall'aula, ma poi non l'ho più visto. Credo si sia dileguato nel nulla imbucandosi nel gruppetto delle cheerleaders, o era la squadra di football? Poco importa.

Quasi arrivata davanti alla porta della mensa, vedo uscirne Tory.

Sto per salutarla, ma poi noto che ha la giacca sportiva che indossava prima, in mano, e si guarda intorno come per accertarsi che non ci sia nessuno nei paraggi.

Per questo me ne resto dietro l'angolo, cercando di capire cosa ha in mente di fare.

Che abbia rubato la giacca dallo spogliatoio maschile?

È pienamente nello stile di Tory.

Lei scivola a destra del corridoio che non resterà vuoto a lungo e scompare dalla mia vista.

Il mio primo impulso è di seguirla, ma forse se dopo le chiedessi spiegazioni, mi direbbe la verità. Siamo migliori amiche dopotutto.

Però per sicurezza...

Stando attenta a non poggiare i piedi troppo pesantemente sul pavimento della scuola, vado verso la direzione in cui è sparita.

È di spalle e sta porgendo la giacca a qualcuno. Un ragazzo, ovviamente.

Ma perché prima non ho guardato il numero del giocatore stampato lì sopra? Avrei potuto subito sapere di chi fosse.

Si dicono qualcosa ma sono troppo lontana per sentire, e la testa di Tory copre il volto del ragazzo. L'unica cosa che vedo è che è castano.

«Ora ti metti a spiare anche gli altri, Blair? Pensavo di essere speciale...»

















Spazio autrice✨

Mi dispiace se non riesco ad aggiornare con regolarità, perdonatemi. Provo a fare di tutto💖

Allora questo capitolo è un po' a caso (non ho capito neanch'io), ma comunque resta sempre un dubbio: che cavoletto vuole Kevin?🥦

(Spoiler: non è quello che pensate voi, sempre se lo pensate. Io non penso. Voi pensate?) ⬇️

E questo descrive la mia capacità di mandare avanti un discorso solo...

Niente, vi amo. Se vi sta piacendo questa storia lasciate delle stelline (anche se siete voi le mie stelline - random rizz dei corpi celesti)

Baci, la vostra logorroica💋

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top