Capitolo 9- Investigazione

I Minutemen si erano ripresi il Castello, grazie a esso potevano finalmente comunicare al meglio e raggiungere tutto il Commonwealth, avendo una loro stazione radio personale.

Non solo, potevano contare anche sull'armeria, la quale conteneva i progetti dell'Artiglieria, grossi calibri, un potente mortaio capace di abbattere anche bunker antiatomici. Un'arma assolutamente incredibile, così tanto che Rei ordinò di costruirne una in tutti gli insediamenti più grandi, in modo che i coloni potessero sentirsi più al sicuro con armi del genere. Costava molto tempo e materiali, ma fortunatamente la forza lavoro non mancava e i materiali venivano reperiti dagli scarti. E grazie alla carovane, potevano condividerne con tutti gli insediamenti liberati.

Il giorno dopo, la donna si era svegliata presto, quasi all'alba. Siccome il vestito da generale Minutemen era un po' logoro, decise di pulirlo con dei rimedi fatti in casa e acqua pura dei depuratori. Sistemò al banco da lavoro anche il torace in metallo, saldando le parti scheggiate dell'armatura.

Questo lavoretto mattutino attirò l'attenzione di Piper, che assonnata rimase impietrita notando che la compagna era in intimo, quasi completamente nuda.

<<Blu... che è successo alla tua tuta?>>
<<Me ne sono sbarazzata. Ora ho un vestito tutto nuovo, blu come piace a te. Dammi solo cinque minuti e te lo mostro, tesoro.>>

E di certo non faceva molto per migliorare la situazione, dato che le forme di Rei, sebbene mostrassero molti accenni di muscoli, erano tutte al posto giusto. E a Piper non faceva che cadere lo sguardo altrove.

<<E perché... sei nuda?>>
<<È un mondo libero questo, Piper.>>

Disse dopo aver posato il saldatore e aver ancheggiato verso destra, smuovendo un po' il resto del suo corpo con fierezza. Non era tipa da vergognarsi del suo fisico, e se poteva mostrarlo a qualcuno che reputava interessante, tanto meglio. Anche perché leggeva nello sguardo di Piper il desiderio.

Le ore passarono lentamente e i lavoratori si alzarono dai loro letti per mettersi alle proprie postazioni. Nel mentre le carovane giungevano all'insediamento, portando rifornimenti per i vari negozi.

Col tempo erano arrivati nuovi coloni e siccome loro avevano esperienze in ambito di vendite, si misero al servizio di Sanctuary; utilizzando quelle case disabitate come dei piccoli mercati: bibite, armi, armature, vestiti e tutto quello che serviva all'insediamento per prosperare. Di fatto stava diventando una sorta di piccola città. Anche se serviva ancora tempo per rendere il tutto più autosufficiente.

Sanctuary aveva le torrette, le guardie a difendere i vari punti dell'insediamento e l'Artiglieria per una difesa a lungo raggio.

Sul grosso albero circondato dalle tre case al confine del quartiere, stava venendo costruita una struttura simile a un capanno da alcuni operai Minutemen, ordini sempre di Rei, sembrava avere un'idea.

Codsworth, che nel frattempo portava la colazione ai vari lavoratori, chiese alla sua padrona, ormai rivestita del suo abito da generale.

<<Signora Parker, mi permetta di soddisfare la mia curiosità. Cosa costruiscono quegli operai?>>
<<Vedi, ho sempre desiderato una casa sull'albero, così ho pensato di costruire un capanno dove mettere tutte le mie armi, armature e armature atomiche. Non posso di certo lasciarle nel giardino.>>

Il robot era programmato per concordare con la sua signora, quindi approvava l'idea. Di fatto, le uniche due armature atomiche recuperate da Rei, erano stanziate nel giardino della donna. A detta sua, non era il posto più bello dove lasciarle. Sebbene prima potesse curare soltanto il suo giardino, ora a Sanctuary aveva il comando assoluto e poteva decidere cosa costruire per rendere il tutto più gradevole. Anche se spesso lasciava carta bianca ai suoi sottoposti. Sturges infatti continuava a lavorare a quel progetto segreto, al quale l'unica sopravvissuta non poteva ancora avere accesso.

Mentre osservava come procedevano i lavori, si accorse che mancavano alcuni materiali, quindi doveva acquistarne dai mercanti che trovava in giro nel Commonwealth. Al momento però, aveva da concentrarsi sull'obiettivo principale: trovare suo figlio. Quindi insieme a Dogmeat, si incamminarono verso Diamond City.

Per arrivarci doverono passare da Boston, dove vi era l'avamposto della Confraternita d'Acciaio e il Paladino Danse era in ricognizione nella zona, dove incrociò Rei e il cane.

<<Soldato. Bentornata, sei qui per aiutarci?>>
<<Vorrei, signore. Purtroppo ho una faccenda importante di cui occuparmi, si tratta di mio figlio.>>

La donna aveva raccontato all'uomo della sua spiacevole esperienza. E sebbene Danse fosse un uomo vige al dovere e al codice da soldato, provava comunque empatia per lei. Nelle regole della Confraternita vi era il mettere i problemi personali al secondo posto, anche se tecnicamente non era ancora Cavaliere. Quindi poteva temporaneamente ignorare questa regola.

<<Capisco. Allora ti auguro buona fortuna. Sicuramente lo ritroverai.>>
<<Grazie Paladino.>>

Poco dopo, i due si incamminarono di nuovo verso la loro destinazione. Fu in quel momento che Danse ricevette una comunicazione dalla sua radio.

<<Qui Danse... che cosa? Sei riuscito a trovarli? Molto bene, fai ritorno Heylen. Ora ci penso io.>>

Non si riferiva a qualcosa, probabilmente non era la tecnologia quella che al momento stavano cercando, ma qualcuno. Sta di fatto che il Paladino si assicurò di non essere visto per procedere verso ovest.

Dopo vari minuti di viaggio, Rei e il suo fedele compagno giunsero nuovamente al verde gioiello del Commonwealth.

Il cancello era rimasto aperto, visto che Piper non si era più vista in città, quindi ironicamente pensavano di averla spaventata e fatta andare via per un po'. Non che lei concordasse con i bigotti di Diamond City, ma era dell'idea che la ragazza stava meglio a Sanctuary, dove almeno non veniva arrestata ogni volta.

La giornalista infatti aveva confessato all'unica sopravvissuta di vivere una vita piuttosto movimentata, dato che dovendo ficcare il naso ovunque, rischiava di far arrabbiare anche gente molto potente. Come appunto il sindaco della città e ciò la portava ad essere arrestata più volte dalla sicurezza, tanto che la sua cella venne rinominata "la suite di Piper".

Arrivati davanti alla porta dell'agenzia investigativa Valentine, venne fatta entrare dalla segretaria del detective, Ellie. Il sintetico invece era seduto a consultare un fascicolo. Quando si accorse della presenza di Rei, allargò la bocca in quello che sembrava un sorrisetto.

<<Guarda un po' chi c'è, la mia salvatrice. Non ti sei portata dietro tutta la banda?>>
<<Questa volta no. Parliamo di affari, Nick.>>

Prima però, il cane abbaiò e andò verso Valentine, alzandosi su due zampe per leccargli la faccia.

<<Ehi, Dogmeat! Quanto tempo che non ti vedo!>>
<<Aspetta... come fai a conoscerlo?>>

Chiese Railey sembrando curiosa.

<<Dogmeat è il cane del Commonwealth. E si dia il caso che mi abbia dato una mano in alcuni casi. Sono contento che abbia scelto te come sua padrona.>>

La segretaria del detective si avvicinò alla donna, dandole un sacchetto contenente alcuni tappi. E col sorriso le disse...

<<Questo è per ringraziarti. Hai salvato Nick e il mio lavoro.>>
<<Consegna detective in metallo. Sempre a disposizione.>>

E poi le due si misero a ridere per la battuta.

Era arrivato il momento dell'interrogatorio, quindi la donna si sedette sulla poltrona, mentre Nick dall'altra parte faceva le domande e Ellie appuntava qualunque cosa potesse essere utile al loro caso.

<<Quando si cerca una persona scomparsa, ogni dettaglio è fondamentale. Dimmi tutto quello che sai, non importa quanto sia... doloroso.>>

La donna, prima di parlare, si levò il suo cappello a tricorno, posandolo sopra le cosce mentre si teneva pronta a spiegare. Non era facile ricordare tutto quello che era accaduto, anche perché non erano bei ricordi. Dopo aver deglutito, Rei prese a spiegare.

<<Eravamo in un Vault quand'è successo. Il Vault 111. Una specie d'impianto criogenico.>>
<<Eravate sotto ghiaccio, eh? Cosa più importante, eravate sottoterra. Sigillati. Sono parecchi ostacoli da affrontare solo per prendere una persona. Che altro sai dirmi?>>

E Valentine aveva ragione, perché qualcuno dovrebbe rapire un bambino in un Vault così lontano e segregato? Rei iniziava a pensare che doveva esserci qualcosa sotto.

<<C'erano un uomo e una donna. Non hanno detto granché, ma mi ricordo che mi avevano definito "Il piano B".>>
<<Quindi parliamo di una piccola squadra. Professionisti, forse. Del tipo che sa tenere la bocca chiusa durante un lavoro. Non so cosa intendano con "piano B"... Ma dimmi, qual è il nostro obiettivo?>>

E fu in quel momento che Railey sembrava sul punto di piangere sul serio. Suo figlio... il suo bambino di nemmeno un anno strappato dalle fredde mani del padre. Doveva farsi forza e descriverlo.

<<Mio figlio, Shaun. Ha meno di un anno. Perché qualcuno dovrebbe rapirlo?>>
<<Ottima domanda. Perché la tua famiglia in particolare, e perché proprio un bambino? Dovrebbe prendersi cura di lui e un bambino richiede parecchie attenzioni. Forse ci hai pensato anche tu, ma potrebbe non essere un rapimento casuale. Chi ha preso tuo figlio aveva uno scopo. Mhh... Ci sono parecchi gruppi nel Commonwealth che rapiscono persone. Predoni, supermutanti, Gunner, e naturalmente l'Istituto.>>

Anche Valentine aveva in mente loro come possibile colpevole. Però Rei sapeva che ad aver rapito suo figlio era stato un uomo.

Il sintetico poi raccontò di come l'Istituto stava creando dei modelli di sintetici uguali identici agli umani, però la domanda restava sempre la stessa: dove si trovavano e soprattutto chi erano. Nemmeno lui lo sapeva, ed era un sintetico. Un prototipo scartato. Questo poteva spiegare perché fosse così autonomo e sentimentale per essere solo meccanico.

La donna avrebbe molte domande da rivolgere a Valentine, sulla sua natura e soprattutto se si poteva fidare di lui. Anche se, al momento erano dettagli insignificanti.

<<Comunque... devo trovare Shaun.>>
<<Hai ragione, ci stiamo perdendo in congetture. Concentriamoci su quello che hai visto. Che aspetto avevano i rapitori?>>

Ed ecco la parte più difficile da ricordare, l'aspetto di quell'uomo. Prima di rispondere serrò le labbra come a voler trattenere un singhiozzo, nelle sue orecchie poteva ancora sentire il rumore dello sparo.

<<Uno di loro era vestito con una giacca in pelle, spallaccio in ferro, pelato e con una grossa cicatrice lungo l'occhio sinistro. Armato di revolver. L'altra era una donna in tuta antiradiazioni, non l'ho vista in volto. Non dimenticherò mai la voce di quell'uomo. Bassa e roca, come carta vetrata sul viso.>>

Gli occhi gialli del sintetico si spalancarono all'improvviso, come se avesse avuto l'illuminazione.

<<Non può essere una coincidenza. Ellie, che appunti abbiamo sul caso "Conrad Kellogg"?>>
<<La descrizione coincide. Testa pelata. Cicatrice. Noto per accettare lavori da mercenario pericolosi, ma nessuno sa per conto di chi.>>
<<E aveva comprato una casa qui in città, giusto? Aveva un bambino con sé, vero?>>
<<Sì, esatto! La casa abbandonata nella tribuna ovest. Il bambino doveva avere circa dieci anni.>>

Concluse la segretaria del detective.

Valentine sembrava aver riconosciuto l'uomo che aveva sparato al marito di Rei e rapito suo figlio, quindi avevano una pista. Se la descrizione coincideva, doveva essere per forza lui. Quanti mercenari pelati esistevano oltre a questo Kellogg?

E sì, suo figlio era piccolo, ma chissà se in quel sonno criogenico non sia rimasta per altri dieci anni. Shaun avrebbe avuto il tempo di crescere, secondo Rei doveva essere lui.

<<Sono abbastanza sicura si tratti di Shaun. Quando l'hanno rapito, mi sono riaddormentata, quindi chissà quanto tempo potrebbe essere passato da allora. Non troppo, altrimenti questo Kellogg sarebbe già morto.>>

Spiegò l'unica sopravvissuta, secondo un fattore di logica doveva essere così.

<<Ipotesi molto plausibile. Per toglierci ogni dubbio, facciamo un salto all'ultimo indirizzo conosciuto da Kellogg. Vediamo se riusciamo a scoprire dov'è andato.>>

Il detective, la donna del Vault e il cane decisero quindi di uscire dall'ufficio. E mentre si dirigevano verso la tribuna ovest, Valentine riprese a parlare e nelle sue parole vi era preoccupazione.

<<Non volevo che Ellie lo sentisse, ma credo tu debba saperlo. Tutto quello che ho scoperto su Kellogg prima che sparisse, non promette bene. Non è solo un mercenario... ma un professionista. Rapido, pulito, scrupoloso. Non ha nemici, perché sono tutti morti. Beh... eccetto te.>>

Mentre salivano la scala, la donna si stiracchiò il collo, facendo schioccare le ossa e e fece lo stesso con le dita delle mani.

<<Ah, davvero? Vorrà dire che il suo unico errore sarà la sua causa di morte.>>

Rei voleva ritrovare suo figlio, ma allo stesso tempo voleva uccidere l'uomo che aveva sparato a suo marito e che di fatto le aveva rovinato la vita, insieme a quelli della Vault-Tec. E con tutti gli omicidi di massa di predoni per autodifesa, uccidere uno per vendetta, non era di certo il suo problema più grosso.

<<Mi sembri piuttosto agguerrita. Se vuoi la mia opinione, dieci a uno che si tratta del nostro uomo. Non solo hai identificato le sue caratteristiche peculiari... ma anche il suo modus operandi. Guidare una piccola squadra per rapire un bambino e lasciare il genitore in vita per il futuro? Pochi mercenari del Commonwealth potrebbero farlo.>>
<<Doveva essere proprio un maniaco suicida per pensare che sarei rimasta lì come carne di scorta.>>

Aggiunse Rei con sarcasmo, anche se era ironia più piccante del solito, considerando che era molto infuriata e impaziente di mettere le mani su quell'uomo.

Raggiunsero finalmente la casa del mercenario, e ovviamente era chiusa a chiave. Allora il sintetico provò a forzare la serratura, ma sembrava troppo resistente e ben chiusa dall'altro lato.

<<Vuoi provare tu? Il metodo più sicuro sarebbe quello di chiedere al sindaco le chiavi della casa.>>
<<No, non abbiamo tutto questo tempo. Spostati.>>

Dopo aver fatto scansare il detective, la donna prese a colpire la porta a spallate, ma non sembrava dare i risultati sperati.

<<Figlio di...>>

Imprecò sottovoce, prendendo poi dalla fondina la sua pistola dieci millimetri, sparando contro la serratura e facendola saltare. Al che, diede un ultimo poderoso calcio per buttare giù la porta. Non era proprio legale, ma non avevano il tempo di pensare al metodo più sicuro per entrare.

La casa di Kellogg era piuttosto modesta, piccola... forse troppo per un uomo e un bambino.

<<Diamo un'occhiata in giro. Deve aver pur lasciato qualcosa.>>

E non c'era molto da guardare, nel piano terra c'era soltanto una semplice scrivania. Mentre al piano di sopra una branda con un mobiletto per i vestiti. Guardarono nei cassetti, anche sotto ai tappetti, ma non sembrava esserci nulla d'interessante. Tranne il fatto che Rei trovò quelle che sembravano banconote, di una certa RNC. Erano soldi autentici, ma quale stato poteva star utilizzando una banconota, ora come ora?

Dogmeat poi, notò qualcosa sotto la scrivania e col muso andò a premerci sopra. Era un pulsante, che apriva una camera nascosta nel muro a destra.

<<Wow... come faremo senza di te, Dogmeat?>>

Commentò Valentine andando a carezzare la nuca del compagno canino. Fece lo stesso anche la donna, che premiò addirittura l'animale con un pezzo di carne cruda. Ne teneva sempre un po' nella borsetta per dare qualcosa da mangiare al suo amico a quattro zampe.

La stanza nascosta sembrava rivelare un vero e proprio arsenale privato, c'era un po' di tutto: provviste come Nuka Cola o vari cibi, munizioni, armi e oggetti di uso comune come attrezzi da meccanico. Presero un po' tutto, anche se non erano prove, faceva sempre comoda qualche munizione in più.

<<Guarda un po', le cose preferite di un mercenario.>>
<<Sicuramente. Vedo che amava molto fumare questo stronzo.>>

Disse la donna prendendo dal tavolino al centro della stanza un sigaro sopra un posacenere. E non erano gli unici oggetti.

<<Birra Gwinnett... proiettili calibro 44 e sigari San Francisco Sunlights.>>
<<Marca interessante. Tuttavia, non ci porta da nessuna parte.>>

Quel sigaro però aveva un particolare interessante: era stato usato e fumato a metà. Ergo, poteva esserci qualche residuo del mercenario come il suo odore o la sua saliva sopra. Rei non poteva farci molto, ma Dogmeat sì.

<<Mh. Vediamo se Dogmeat può fiutare qualcosa.>>
<<Buona idea. E poi sembra ansioso di aiutare. Giusto, bello?>>

E il cane abbaiò come per confermare quanto detto dal detective. La donna avvicinò il sigaro al muso dell'animale e questo prese ad annusare intensamente. Mentre avveniva, Nick si rivolse a lei volendo chiarire una cosa importante.

<<Ascolta, so che si tratta di una faccenda personale e se vuoi affrontare Kellogg senza di me, basta dirlo.>>

Ma Rei non vedeva perché Nick non dovesse seguirla, anche se non si fidava completamente di lui, fino ad ora la stava aiutando senza secondi fini. E poi un alleato in più faceva sempre comodo.

<<Voglio che vieni con me. Mi devi ancora un favore per aver salvato il tuo culo meccanico.>>
<<D'accordo allora, cerchiamo quel bastardo. D'ora in poi sei tu il capo, ok? Tu dici salta e io obbedisco.>>
<<Sarei quasi tentata di fartelo fare.>>

Nel mentre il cane sembrava aver trovato qualcosa, dato che indicava costantemente la porta e abbaiava, come a volersi far seguire.

<<Trova Kellogg, tesoro. Portami da quel figlio di puttana...>>

Dogmeat corse verso l'uscita della casa e scese le scale per tornare sulla strada principale, andando poi ad uscire dallo stadio e tornare all'ingresso di Diamond City. Nel mentre Nick e Rei lo seguivano passo passo. Ogni tanto l'animale si fermava per annusare all'aria e ritrovare la pista.

Superarono i muri che dividevano il perimetro di Diamond City dalla Zona contaminata. Continuarono lungo una vecchia rotaia, ma fu lì che si trovarono davanti uno spettacolo spaventoso, quanto incredibile: due Deathclaw stavano combattendo fra di loro e purtroppo erano proprio lungo la loro strada.

Potevano fare il giro lungo, ma le bestie si accorsero della loro presenza, e due Deathclaw erano avversari troppo forti per loro tre.

Ma quando Rei si trovava in seria difficoltà, come un angelo custode, intervenne un terzo Deathclaw. Lo stesso che aveva aiutato la donna in un paio d'occasioni.

Non disse una parola, si mise in mezzo fra loro e i suoi simili e con un urlo di battaglia si lanciò verso i suoi avversari. Sebbene cercassero di morderlo alla nuca, lui era più forte e afferrando uno di loro per il viso, strinse la presa andando a cavare gli occhi di questo. Poi si dedicò all'altro, che spinse via con un colpo delle sue zampe posteriori e poi balzò alla sua nuca per divorargli la carotide e farlo morire dissanguato e sgozzato. Andò così a fondo con il morso che riuscì a spezzare le vertebre del nemico. Sebbene la pelle di queste grosse lucertole fosse una solida armatura, sotto al mento erano ben vulnerabili- L'altro Deathclaw accecato, finì infilzato dalla bocca fino al cervello dal lungo artiglio del simile intelligente.

Non solo era capace di parlare, ma era anche un fortissimo combattente. In pochi secondi era riuscito a uccidere due esemplari dei mutanti più forti del Commonwealth. Se uniamo la forza mostruosa, ad un'intelligenza umana e una predisposizione al combattimento, otteniamo un mostro capace di eliminare qualunque avversario con media difficoltà.

Nick non aveva parole, non sapeva se essere spaventato o stupito. Mentre Rei guardava con rispetto il suo amico mutante. Non sapeva se definirlo tale, ma di certo era un prezioso alleato.

<<Grazie.>>

Disse con un sorriso stampato in volto.

Il Deathclaw intelligente volse lo sguardo verso la donna e sembrò ricambiare con un ghigno. Dopodiché, corse via su quattro zampe verso la parte opposta dov'erano diretti.

Anche Dogmeat riprese a correre verso l'odore che avvertiva lungo le rotaie. Valentine ovviamente voleva una spiegazione, non era solo un caso quello avvenuto.

<<Sei per caso la donna che sussurrava ai Deathclaw?>>
<<È una lunga storia, Nick. Te la racconterò, prima o poi.>>

La pista proseguì, ma si fermava in alcuni punti. Fortunatamente Kellogg sembrava aver lasciato delle tracce di sé, tracce che un umano normale non poteva seguire e trovarci un senso. Dogmeat invece, essendo un cane poteva fiutare l'odore di qualcuno per miglia, ma spesso serviva ritrovare la strada con un piccolo aiuto.

Fra altri sigari lasciati in giro, bende insanguinate, predoni uccisi o robot distrutti che confermavano il passaggio del mercenario. Tutto sembrava portare verso quello che era un grosso edificio con altri annessi attorno. O meglio, per come era stato modificato sembrava un fortino con tanto di torrette, sacchi di sabbia e impalcature.

Probabilmente prima della guerra era un qualche edificio importante, dato che aveva persino un parcheggio sotterraneo.

Il cane prese ad abbaiare verso la porta che conduceva ai sotterranei dell'edificio e non sembrava intenzionato a muoversi. Non vi era altro d'interessante in giro, forse erano arrivati a destinazione.

<<È questo il posto, bello? Si trova qui?>>

E Dogmeat abbaiò ancora come a voler confermare quanto detto.

<<Bene, credo che il nostro amico si sia meritato un po' di riposo. Ottimo lavoro.>>
<<Hai ragione, forza... riposati. Noi torneremo presto.>>

L'animale però, non sembrava intenzionato a lasciare la sua padrona, e volle addirittura seguirla dentro l'edificio. A Rei non piaceva l'idea di affrontare Kellogg sapendo che il suo amico canino poteva rimetterci la pelle, ma allo stesso tempo, sapeva di non poterlo fermare. La donna mise la mano sopra la maniglia che li avrebbe condotti nella tana del lupo, un lupo molto pericoloso.

<<Sto arrivando, Kellogg. Sono pronta a seppellirti.>>

Nel frattempo, mentre i tre entravano dentro l'edificio; un Gunner appostato sembrava pronto a fare fuoco con il suo fucile da cecchino, ma un colpo di laser arrivato dal nulla lo prese in testa e uccise sul colpo.

Era il Paladino Danse, in ricognizione nel posto, sembrava quello il luogo che doveva controllare, ma i suoi occhi da soldato avevano visto qualcosa di più interessante. La donna entrata come Iniziato nella Confraternita, insieme a un sintetico. Non sarebbe rimasto fermo, avrebbe indagato.

<<Rei...?>>

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