ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 10

"𝙚𝙜𝙤𝙞𝙨𝙩𝙖"

Quando la mattina seguente Margot si svegliò il profumo che invase le sue narici non era il solito del caffè appena fatto da Tom, bensì un misto di fragranza da uomo e cioccolata calda.
Appena aprì gli occhi notò di essere in un letto matrimoniale in una stanza troppo grande per appartenere al suo appartamentino. Sorrise immediatamente al ricordo della sera precedente e quando spostò lo sguardo verso il comodino notò un vassoio con la colazione già pronta.
Si mise seduta e prese il bigliettino accanto al piatto di biscotti.
Ho avuto un'emergenza al lavoro, perdonami. Ho avvisato io il tuo capo che sei malata. Puoi rimanere quanto vuoi e se ti va nel pomeriggio possiamo parlare di quello che è successo.
Adorava quel suo modo di fare un po' all'antica, piuttosto che lasciarle un banale messaggio sul telefono aveva preferito optare per un bigliettino e un'ottima colazione. In più non doveva neanche occuparsi di avvisare il signor Caplan, ma tanto quel periodo doveva spenderlo per lavorare con Robert e quindi non doveva dar conto a nessuno se non a lui.
Dopo aver finito la colazione scese le scale per raggiungere la cucina e riporci le cose quando vide che sul divano c'erano un paio di cuscini e una coperta. Aveva preferito dormire lì e lasciarla da sola. Perché non voleva stare con lei o perché semplicemente non voleva disturbarla?

Dopo aver passato tutta la mattina a guardare serie TV e mangiare schifezze che Robert le aveva lasciato sul tavolo, decise di dare un'occhiata al telefono e immediatamente vide le telefonate e i messaggi di Tom. Non aveva alcuna intenzione di parlargli, né di sentire le sue scuse né tanto meno di dirgli dove fosse.
Non aveva spiegato all'avvocato quello che era successo la sera precedente, ma era convinta che almeno in parte avesse compreso quando lo aveva guardato negli occhi.
A destarla dai suoi pensieri fu il campanello. Si alzò di scatto e raggiunta la porta la aprì incontrando il sorriso di Robert.
-Come ai vecchi tempi, ricordi?-
Le disse mostrando due sacchetti con dentro delle ciambelle profumate, probabilmente appena fatte.
L'uomo posò sul tavolo della cucina i dolci e poi salì le scale, seguito da Margot, per andare a cambiarsi.
-Che hai fatto oggi?-
Gli chiese seduta sul letto mentre lui si sfilava la cravatta. Aveva sempre adirato vedere il modo in cui delicatamente se la sfilava facendo risaltare le vene delle mani.
-Sono stato al lavoro. Ho parlato con il mio capo e per ora non ho nuovi casi.-
Le lanciò un'occhiata quando si tolse anche la camicia rimanendo a petto nudo, ma lei, sdraiata sul materasso, sembrava concentrata su altro.
-Vuoi parlarmi di quello che è successo?-
Non ricevette una vera e propria risposta, soltanto un sospiro che poteva significare tutto o niente. Downey nel frattempo si era spogliato e, dopo essersi messo solo una canottiera, aveva indossato una vestaglia che aveva comprato poco dopo essere tonato a New York. 
La guardò per un istante cercando di capire cosa effettivamente stesse facendo, ma non ottenendo alcun segnale raggiunse stendendosi accanto a lei e guardando il soffitto proprio come Margot. Entrambi, senza saperlo, avevano passato interminabili notti in quel modo pensando l'un l'altro.
La mano di Robert si avvicinò lentamente per stringere quella della ragazza e lei intrecciò un po' titubante le sue piccole dita con quelle dell'uomo.
-Abbiamo litigato.-
Disse all'improvviso mentre i suoi occhi iniziavano a riempirsi di lacrime.
Deglutì pesantemente e dopo un profondo respiro continuò.
-Non avevamo mai urlato, ma lui era furioso e mi ha tirato uno schiaffo.-
Il moro strinse la mascella mentre la voglia di andare nella palazzina dove si trovava Tom e spaccargli la faccia aumentava a dismisura. Poteva essere buono con lei, ma non lo sarebbe mai stato con quel moccioso.
-Ha continuato a scusarsi, ma io sono letteralmente scappata e ho preso il primo taxi che è passato. L'unico indirizzo che conoscevo era il tuo.-
Si voltò su un fianco per guardarlo negli occhi e ricevette una carezza dolce sullo zigomo. A volte anche Robert si sorprendeva dei suoi modi pacati di fare quando quella ragazzina lo guardava, non era mai stato il tipo romantico e affettuoso. Ma con lei era tutto diverso.
Stava per azzardare e avvicinarsi per poterla finalmente baciare come si deve, ma le parole di Margot gli trafissero il petto come una lancia.
-Io però non lo voglio perdere, Rob. Forse lo amo.-
Quel bagliore che era rinato negli occhi ambrati dell'avvocato iniziò a svanire lentamente lasciando spazio alle iridi scure. Il suo volto cambiò espressione, passando dalla rabbia e il profondo odio che provava per quel ragazzo alla delusione di essersi nuovamente illuso di averla dalla sua parte.
-Quindi cosa vuoi fare? Devo portarti da lui?-
Il suo tono era mutato radicalmente, quella pacatezza che lo aveva caratterizzato dalla sera precedente sembrava essere totalmente svanita facendo spazio a quell'aria di arroganza e superiorità che mostrava per difendersi.
-Io dovrei recuperare un appuntamento oggi. Quello che tu hai interrotto ieri. Quindi dimmi cos'hai deciso.-
Sicuramente la scelta a cui Robert si riferiva era tra lui e Smith, ma la ragazza non era ancora capace di leggere tra le righe di quel suo atteggiamento scontroso.
Margot si alzò di scatto con aria stupita notando quanto fosse diventato freddo nel parlare.
-Oh, scusami tanto Robert se ti ho disturbato.-
Non aspettò la risposta dell'uomo e velocemente si avviò verso la porta per uscire dalla stanza.
Scese le scale di fretta per recuperare le sue cose, ma quando si girò lui era lì e la stava fissando.
-Non voglio litigare anche con te.-
Disse lei secca mentre cercava la sua giacca.
Downey scosse la testa con un sorriso amaro e fissò un punto indefinito per qualche secondo.
Neanche lui aveva l'intenzione di litigare, ma non riusciva a capacitarsi del fatto che lei pretendesse di addossargli sempre la colpa per qualsiasi cosa. E non era di certo un uomo paziente che sapeva farsi scivolare di dosso le cose.
-Sei un'egoista, Margot.-
Lei lo fissò stupita, ma non fece in tempo a ribattere.
-Stavo cercando di andare avanti, sono uscito con una donna e ho mandato tutto all'aria per stare con te. Solo per te! Sono corso qui senza pensarci due volte. Ci siamo fatti il bagno assieme o te lo sei dimenticato che mi ha implorato di restare? Ti ho fatta restare qui e ti ho detto che ci sarò sempre per te. E tu mi vieni a dire che forse lo ami? Che cazzo me ne frega! Vai da lui allora e lasciami in pace!-
L'ultima volta che lo aveva visto così la ricordava perfettamente. Non aveva mai fatto una sfuriata contro di lei, ma quel giorno che era entrato in mensa incazzato perché qualcuno gli aveva tagliato le gomme dell'auto nessuno degli studenti dell'università se lo sarebbe scordato.
All'improvviso sentì la voglia di andare da lui e baciarlo, dirgli che era stata una stupida e che voleva ricominciare. Non ce la faceva più a mentire a se stessa, non voleva più farlo.
Gli si avvicinò a testa bassa finché non si trovarono l'uno di fronte all'altro. Alzò gli occhioni lucidi verso quelli scuri di Robert e gli sorrise.
L'uomo alzò un sopracciglio, abbastanza incuriosito da quella situazione.
-Hai ragione, sono egoista, ma lo faccio perché ho paura delle conseguenze.-
Gli sfiorò il petto facendosi prendere dolcemente dai fianchi.
Non era mai riuscito a resisterle, lo sapeva bene e lo aveva sempre ammesso dopotutto.
Sospirò, già rassegnato all'ennesimo rifiuto che lo avrebbe distrutto, ma quel viso era sempre più vicino al suo.
Stavano per baciarsi, quasi non ci credeva. Le sfiorò la guancia con il pollice sorridendo mentre finalmente arrivava la quiete dopo la tempesta. Le prese dolcemente la nuca e l'avvicinò al suo volto facendo scontrare le loro labbra in un bacio lento, ma che lentamente diveniva sempre più approfondito. Si staccò solo un secondo per riprendere fiato e appoggiò la fronte contro quella di Margot. Stava già per baciarla ancora, pronto a risentire il sapore di quelle labbra che tanto gli erano mancate e impaziente di far danzare le loro lingue, ma il campanello iniziò a suonare interrompendo quel momento magico e Robert riconobbe immediatamente la voce di Clare.

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