♕𝑃𝑟𝑜𝑙𝑜𝑔𝑜: 𝑈𝑛𝑎 𝑛𝑜𝑡𝑡𝑒 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑠𝑡𝑜𝑠𝑎♕
Era ormai notte fonda quando improvvisamente una grande tempesta si abbatté sul territorio di Shinjirai.
La pioggia batteva forte sui vetri di città, piccoli e grandi villaggi svegliando gli abitanti che, presi dal panico, chiusero tutte le finestre e tirarono giù le tende. Era quello che noi potremmo definire un "tempo da lupi" e ,infatti, nessuno aveva il coraggio di uscire di casa e quei pochi che ancora erano svegli, si barricarono nelle loro abitazioni cercando di dormire malgrado il temporale. Tempeste così non se ne vedevano spesso e il motivo di questo cattivo tempo era quasi secondo tutti l'ira di una divinità. Uomini, donne, bambini e bambine pregarono, sperando che il dio li perdonasse per qualsiasi cosa avessero fatto di male, che li lasciasse tornare al loro riposo e che concedesse loro la grazia divina. Nel bel mezzo delle preghiere, dei tuoni seguiti da dei fulmini cominciarono a risuonare nel cielo e a scagliarsi al suolo. Il popolo, terrorizzato, rivolse preghiere più appassionate al dio sperando di essere uditi e scusati. Con un tempaccio del genere, solo uno sfrontato si metterebbe a vagare per le strade della città, eppure c'era qualcuno di tanto audace o forse di tanto imprudente. Dalla stazza sembrava un ragazzo, ma era difficile dirlo con certezza poiché aveva un mantello nero con tanto di cappuccio che non lasciava intravedere il volto. La figura misteriosa si aggirava furtivamente per le strade della capitale, rimanendo nascosta tra le ombre delle varie case, incurante delle violenti rovesciate che si stavano scatenando su Hajirashī. La sagoma incappucciata si fermò sotto una delle tante abitazioni e si guardò intorno per poi intravedere in lontananza un edificio al cui interno erano ancora accese delle candele nonostante il tempo e l'orario, segno che era arrivato alla sua meta. Si apprestò a camminare verso quella che sembrava essere una locanda e ,una volta arrivato davanti alla porta, bussò tre volte.
Improvvisamente un uomo dai capelli castano chiaro e gli occhi azzurri aprì la spessa porta di legno e guardò la persona che gli era davanti.
"Codice." disse secco l'uomo con tono fermo.
La figura annuì con il capo, poi aprì bocca:
"Dafukomofu."
Il castano aprì del tutto la porta lasciando che la figura incappucciata, per certo un ragazzo data la sua voce, entrasse nella locanda. Mentre l'uomo chiudeva la porta alle sue spalle, guardò dritto davanti a sé identificando un'altra figura anch'essa incappucciata. Rispetto al ragazzo era molto più imponente e sembrava anche più alto, anche se non si poteva dire con certezza visto che era seduto. Il ragazzo fece un respiro profondo e si avvicinò al tavolo. Sentendo il rumore dei passi, l'altro alzò il capo e lo guardò e, dopo qualche secondo, gli fece segno di sedersi sulla sedia di fronte a lui. Il ragazzo ubbidì e si sedette.
"È stato difficile trovare il posto?" chiese l'uomo incappucciato.
"No signore. Le sue indicazioni erano piuttosto chiare" rispose il ragazzo con un tono calmo.
"Molto bene, allora non avrai problemi a seguire istruzioni future".
Dopo aver detto questo, l'uomo prese il bicchierino di rum che aveva ordinato prima dell'arrivo del giovane e lo portò alle labbra per poi berne il contenuto.
"Desideri qualcosa da bere?" chiese mettendo giù il bicchiere.
"Uhm...no signore, ma la ringrazio per l'offerta" rispose il minore con voce esitante.
Il più grande si fece scappare una piccola risatina
"Più per me allora!" esclamò alzando la mano e facendo segno all'uomo dai capelli castani di portare altro rum.
Il ragazzo si guardò intorno con aria confusa.
"Signore... perché un posto del genere? Non è facile trovarci qui?" chiese dubbioso.
"Tranquillo, abbiamo tutto sotto controllo".
L'uomo mise la mano nella tasca dei pantaloni dalla quale tirò fuori qualcosa che allungò verso il giovane, poi proseguì:
"Questo posto ha un piccolo segreto, ma te lo rivelerò quando il terzo ci raggiungerà".
Il ragazzo afferrò l'oggetto circolare datogli dall'altro, lo guardò con curiosità e lo mise a sua volta in tasca.
Proprio in quel momento, il proprietario aprì la porta e fece il suo ingresso nell'edificio una terza figura incappucciata, con tutta probabilità il terzo di cui parlava l'uomo, che attirò l'attenzione degli altri due. La terza figura si avvicinò con passo sicuro al tavolo e si sedette su una delle quattro sedie che lo circondavano, vicino all'uomo.
"Diamine, quel cavaliere mi ha davvero dato filo da torcere!" esclamò il nuovo arrivato che fece per togliersi il cappuccio.
"Tienilo su." disse l'uomo con voce ferma afferrandogli il braccio.
"Eh? Per quale motivo? Ci siamo solo noi qui no?" chiese il più giovane confuso.
"Non si sa mai... ci sono spie in ogni angolo"
"Come dici tu"
L'altro ragazzo sospirò mentre l'uomo lasciò lentamente il braccio del più piccolo e bevve un altro bicchierino di rum che il castano aveva precedentemente portato.
"Bene ora che ci siamo tutti" iniziò l'uomo alzandosi "possiamo discutere delle... cose serie"
Così dicendo si diresse verso la libreria che si trovava nella locanda e la spostò rivelando un passaggio segreto.
"Wow! Sembra di essere in quei racconti di avventura!" esclamò il ragazzo più piccolo estasiato
"Per favore, contieni l'eccitazione Ryo" fece l'uomo apprestandosi a scendere le scale del passaggio segreto.
Ryo roteò gli occhi e lo seguì insieme all'altro ragazzo. Mentre scendevano le scale udirono qualcuno spostare di nuovo la libreria, probabilmente il proprietario, chiudendo il passaggio.
"Missione?" chiese l'uomo al più piccolo.
Ryo fece un sorrisino poi rispose: "Portata a termine con successo. Questa notte del "sangue blu" è stato versato".
"Eccellente" lo congratulò il più grande con un sorriso per poi guardare avanti per fare attenzione a dove metteva i piedi.
"Qualcosa ti turba Shoji? chiese Ryo all'altro ragazzo vedendolo pensieroso.
Shoji stette qualche secondo in silenzio, poi disse:
"Sarà davvero questo il modo di "risolvere" la questione?
Ryo tentò di trovare le parole adatte per rispondere alla domanda dell'amico, ma l'uomo si intromise:
"So che per te l'idea non è delle migliori, ma non c'è altra scelta. Loro detengono un potere che non gli appartiene e non li lasceremo fare i loro comodi. Dopo 100 anni, noi faremo giustizia".
Così dicendo, l'uomo aprì la porta che si trovava alla fine delle scale rivelando una stanza abbastanza grande. Fece cenno ai compagni di entrare e una volta tutti dentro serrò la porta.
"Bene, ora discutiamo di ciò che avete scoperto".
Oddio- sono riuscita veramente a pubblicarlo oggi- YEY- anyway, che ne pensate del prologo? Io spero vi sia piaciuto.
E così si apre questa storia di inganni, patti e promesse insieme ad un inizio abbastanza enigmatico. Mi chiedo cosa succederà~
Ovviamente non ve lo dico, lo saprete a tempo debito ;3
~Rin~
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