trapped in their own bodies
I ragazzi furono scortati da tanti MonoGuardia al terzo piano.
Ora che ci facevano caso, non abbiamo mai visto né visitato il terzo piano, tutte le aree che sono state sbloccate fino a quel momento erano o al primo o al secondo piano.
Arrivati in cima alle scale, si trova di fronte ad un vicolo cieco.
Una parete insonorizzata si erge di fronte agli Ultimate, nessuna porta e nessun'entrata.
<Ma non c'è la port->
<Bhe, fammela sbloccare, la porta!>
Monosu interrompè bruscamente Oliver, che si zittì immediatamente, non volendo morire.
Lo scoiattolo allunga il suo bastone e picchiò tre volte, con esso, sul muro, dal quale si apre una porta.
I MonoGuardia spinsero i dodici ragazzi attraverso la porta, e li accompagnarono nel terzo piano.
Il piano era tutto uno spazio aperto, non c'erano stanzediversa, era come un'immenso spiazio gigantesco, di cui non si vede nemmeno la fine.
Era gigantesco, decisamente più grande degli altri due.
Tutto era vuoto, non incluso mobili, o oggetti, tranne per dodici letti all'inizio dello spiazo, vicino all'entrata.
I letti erano come quelli degli ospedali, e su ogni testata c'era un casco, collegato a dei cavi.
<Sono confusa, ragazzi.>
Disse Grace, guardantosi intorno.
<Di solito, nelle simulazioni di realtà virtuale, non si indossano dei visori e ci si trova su una specie di ovetti che si muovono?>
<Sì, Grace, ma bhe, questa è ... una simulazione speciale.>
Monosu ammonì la ragazza, e poi, ordinò, tramite un gesto della mano, ai grandi robot che devono scortando i ragazzi, di metterli sui lettini.
Gli ultimi vennero trascinati di peso sui posti letto, e tutti loro arrivarono messi su un casco, che iniziò ad emettere un rumore statico e accendere le proprie lucine.
Czarina prese a dimenarsi appena in MonoGuardia la sfiorò, insinuando che fossero tutti marziani.
<In questa, bhe, simulazione, ci saranno quattro tappe. Uno stage si supera quando qualcuno muore, non ci sarà nessun processo perché si può morire cadendo, o ammalandosi, qualsiasi morte. Man mano che si procederà con uno stadio la difficoltà aumenterà. Gli stage assegnati ostacoli esterni, quindi, bhe, non solo vi potete uccidere a vicenda, ma anche agenti esterni usati!>
I ragazzi si guardarono tra loro, abbastanza tranquilli, dato che era solo una simulazione.
<Nell'ultimo stadio, però, ci sarà un omicidio compiuto da voi, con il rispettivo processo. Ah, bhe, dimenticavo di dirvi che si muore nella simulazione si muore davvero! Buon, bhe, divertimento, Ultimate!>
I ragazzi hanno voluto ribattere e alzarsi dai lettini, ma il MonoGuardia premettero un interruttore e i caschetti entrarono in funzione, trasportando i ragazzi in uno spiazio completamente bianco.
Gli Ultimi erano stesi sul pavimento, alcuni si tenevano la testa, i doloranti, ed altri, come Hebe, si rotolavano sul pavimento.
<Ragazzi, questo secondo è il primo stadio?>
Chiese Oliver, alzandosi in piedi e guardandosi intorno con interesse.
<A mio avviso, no. Questo è una specie di spazio di vuoto che fungerà collegamento tra tutti gli stages, ovviamente secondo il mio soggettivo pensiero.>
Oliver guardò Hiro, sbattendo ripetutamente le palpebre, mentre quest'ultimo guardava l'eroe malissimo, come per chiedersi se avesse capito qualcosa.
<Intende che è un void che collega gli altri spazi. Come una piazza che si collega con delle strade ad altri luoghi>
Spiegò Angela, facendo un sorriso tremolante agli altri ragazzi, che annuirono convinti.
<Ma perché siamo nel void, se ci dovrebbero essere gli stage?>
Chiese a quel punto Lily, mentre una musichetta delle sale d'attesa iniziava a risuonare in tutto il luogo.
<Ah, non lo so. Quanto dovremmo aspettare, secondo voi?>
Takumi si sedette per terra, a gambe incrociate, mentre Czarina blaterava cose sulle falene e le farfalle.
<La vera domanda è: perché Monosu aveva detto che la realtà virtuale non avrebbe fatto male a nessuno?>
***
*A few moments later...*
***
*Takumi che fa apparire delle carte da dietro l'orecchio di Hinkon e si mette a giocare a poker da solo, mentre Czarina sorride in modo sinistro e Yoake fa diventare sua sorella lo scoglio della sua cozza.*
***
*30 minuter later...*
***
*Hebe che continua a rotolare sul pavimento, sorridente; mentre Lily si guarda intorno e Grace picchietta le dita sul mento*
***
*2 hours later...*
***
*Hiro che scrive una poesia, sotto lo sguardo attento di Angela, mentre Dalila abbraccia un imbarazzato Oliver.*
***
*One eternity later...*
***
*Hebe che rotola continuamente contro Daniel che edita, con un'espressione annoiata in volto.*
All'improvviso lo sfondo bianco cambiò in una crociera... o una nave, dopo un secondo diventò un'isola circondata da una cupola, una struttura grande come una piccola città, una casa diroccata e uno studio televisivo, per poi tramutarsi in una prigione, una campana, un faro, ed in un canale di televendite.
<Sei stanco di sentirti vuoto? Sì? Allora compra anche tu una barbabietola! La barbabiet->
Lo sfondo cambiò ancora in altri scenari, sotto lo sguardo stranito dei ragazzi. Passò da una stanza piena di telecamere dove si trovava una ragazzina con i capelli blu, all'Antartide, dove un ragazzo inseguiva dei pinguini, per poi, finalmente, stabilizzarsi su una metropolitana abbandonata.
<Ragazzi... avete visto tutti gli scenari in cui siamo capitati? Non erano quattro...>
Dalila guardò il posto, facendo qualche passo qua e là.
<Secondo me erano posti in cui si stava svolgendo un altro killing game, oppure dei riferimenti ad altre storie a caso, che l'autrice di questa storia ha inserito nel capitolo randomicamente mentre il void sfarfallava.>
Oliver guardò Czarina, ovvero colei che aveva appena parlato, parecchio perplesso.
<Cosa?>
<Cosa?>
<Cosa?>
<Cosa?>
Ed i due ragazzi continuarono così per un po' finchè qualcuno no li interruppe.
<Hold up.>
Hebe stava imitando la posa che il protagonista di quel meme assumeva in quell'immagine specifica, aprendo le braccia verso l'esterno.
<Ragazzi, suvvia, dovremmo esplorare il posto! Non perdiamo tempo!>
Lily appoggiò le mani sui fianchi, mentre sorrideva incerta ai suoi compagni. Oliver le diede ragione ed iniziò ad avviarsi verso le rotaie della metro, per essere poi seguito da tutti gli altri.
<Sembra deserto, questo posto.>
L'eroe saltò sulle rotaie e camminò su e giù, mentre i suoi amici lo guardavano preoccupati.
<Oliver, stai attento, magari una metropolitana potrebbe investirti!>
Esclamò Dalila, cercando di convincere il suo... il suo... cercando di convincere Oliver a tornare vicino a loro.
<No, è tutto in rovina qui, tutto quanto è spento.>
<Secondo me, però, dovresti risalire... sai... in caso qualcosa dovesse muoversi...>
Oliver fece spallucce.
<Nope, non si muoverà nessun vagone è tutto fermo!>
Dalila fece facepalm.
<Ma non ti serve a nulla stare lì! Almeno esci!>
<Non è esatto! Se seguiamo la linea delle rotaie arriveremo pur da qualche parte, no? Tanto questo ambiente termina con il muro della galleria, lo vediamo benissimo.>
Dalila doveva ammettere che era vero, però non si fidava a camminare su delle rotaie, per quanto abbandonate fossero.
<Sì però->
La ragazza venne interrotta da tutti gli altri ragazzi, che avevano raggiunto l'Ultimate Hero sulle rotaie della metropolitana.
"E va bene, seguiamo le rotaie della morte!"
E così, anche Dalila, scese sulle rotaie.
***
Buongiorno!-
Buonasera! :D
Capitolo di stallo, però okaaaay.
Spero vi sia piaciuto!
Riferimenti a:
Gallery of Despair: L'isola con la cupola e la campana
Another Killing Game: La nave da crociera e il faro
Despair's Haunted House: La casa diroccata e la stanza con le telecamere da cui Amai controlla tutto.
Despair on TV: Lo studio televisivo.
Desperate Magic: La struttura che sembra una piccola città
A e poi a Mikaze che insegue i parenti di Monopenguin c:
Non ha alcun nesso con la trama, semplicemente mi andava di mettere dei riferimenti a caso, lol.
Vabbè, good bye.
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