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31 Dicembre 2010
"Arrivò il giorno di Capodanno, non avevo mai amato quella festa, e tutt'ora non la amo. Quell'anno però fu diverso, Keonhee mi chiese uscire «Vado a festeggiare fuori, vieni anche tu, ci divertiremo» disse una delle tante sere passate assieme. Quel ragazzo mi stava cambiando sempre di più, non ero uno a cui piaceva la confusione e le grandi serate, ma quando me lo chiese non potei dire di no.
Andammo in un locale situato in un angusta via della città, non avevo mai mangiato bene come in quel posto e la compagnia era molto buona. Fui felice di essere andato perchè tutto sommato mi divertii molto, ma non prestai grande attenzione a ciò che facevano gli altri, per tutta la sera i miei occhi restarono puntati su di lui.
Come mi guardava sorridendo mentre cantava al karaoke improvvisato, come muoveva il suo corpo a ritmo della musica insieme ai suoi amici. Tutto di lui era fantastico e attraeva il mio sguardo su di sé senza bisogno di dire niente. Ero completamente e assolutamente ipnotizzato da quel ragazzo.
Alle 23.50 si avvicinò a me smettendo di divertirsi con gli altri suoi amici e mi prese per mano passandomi la giacca «Vieni, voglio farti vedere una cosa».
Rimasi sorpreso ma non mi feci problemi ed uscii seguendolo «Dove stiamo andando?»
«Zitto e seguimi»
Le auto in giro erano poche e la sua mano calda proteggeva la mia dalla fredda brezza invernale. Camminammo per un po' fino ad arrivare alla spiaggia, non sapevo perché mi avesse portato là, ma la vista della luna riflettersi sulla superficie dell'acqua era spettacolare. Mentre proseguimmo sulla sabbia rallentò sempre di più fino a fermarsi definitivamente poco lontano dalle onde.
Iniziò a guardare il cielo davanti a sé come meravigliato dalla moltitudine di stelle presenti nella volta celeste. Alzò il braccio davanti a noi mostrando l'orologio al polso che segnava le 23.58.
«Devo aspettarmi dei fuochi d'artificio come sorpresa?» Chiesi iniziando ad avere freddo per via del leggero vento che mi sfiorava la pelle.
«Non è quella la cosa importante» rispose lui continuando a tenere gli occhi sul dispositivo analogico. Rimasi in silenzio fino alla fatidica ora, quando una prevedibile sequenza di fuochi d'artificio si potè udire nella città alle nostre spalle.
«Allora?» Disse girandosi verso di me «Me lo dai?»
«Cosa?»
Invece di una risposta, sentii le sue calde labbra sulle mie e le sue mani a contatto con le mie guance fredde. Quel bacio fu la cosa più bella che fosse mai capitata nella mia vita, quella giornata rimase impressa nella mia mente per sempre e pochi altri momenti furono in grado di eguagliare quello in cui per la prima volta le nostre lingue si conobbero.
Si staccò da me lentamente con la luce negli occhi.
«Il bacio di mezzanotte.»"
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