Capitolo 1
Jason Grace era in piedi davanti ad un consistente gruppo di diciassettenni leggermente agitato: non capitava tutti i giorni di essere convocati dal generale dell'esercito in persona!
Nico era in prima fila, lo sguardo fisso su Jason. Era impaziente di sapere che cosa fosse successo per interrompere la loro agoghé... Forse volevano punire qualcuno per aver lasciato andare lo schiavo che dovevano uccidere, oppure... Le possibilità erano pressoché infinite, se si parlava di Grace.
«Spartiati!- esordì il generale, zittendo la sua platea- abbiamo interrotto la vostra agoghé per un motivo ben preciso: alcuni di voi sono pronti. Domani all'alba saranno dichiarati adulti! Mentre altri... non sono ancora pronti, e perciò riprenderanno il loro allenamento!»
Il cuore di Nico perse un battito.
***
I
l giorno dopo, non appena il sole sorse, il generale Grace chiamò a raccolta tutti i ragazzi e li fece disporre in una linea retta, in modo da passare davanti ad ognuno. Ogni volta che si fermava, guardava il ragazzo e leggeva il suo nome da una piccola tavoletta d'argilla, dichiarando se fosse pronto o no. Nico era il penultimo, e aveva il cuore in gola dall'ansia. Ancora quattro persone... Tre... Due... Uno...
Jason si fermò davanti a lui, incurvando di un millimetro l'angolo sinistro della bocca, quello con una piccola cicatrice perlacea che risaltava sulla pelle color caramello, in quello che lui considerava un sorriso amichevole, mentre per Nico era una smorfia un po' inquietante, considerato il peso che avvertiva alla bocca dello stomaco...
«Nico di Angelo» la voce di Grace lo svegliò dal suo stato di trance momentaneo «Tu... Sei pronto.»
L'ormai spartiata era sicuro di non essere mai stato così felice: si lasciò andare ad un sorriso enorme, che tuttavia non soffocava la sua voglia immensa di saltare al collo di Jason e abbracciarlo fortissimo, urlando di gioia, ma riuscì a trattenersi. In fondo, era un guerriero.
***
La metà circa dei ragazzi era raggruppata nel prato in cui si era svolta la caccia agli iloti, tutti i corpi erano stati rimossi, e gli spartiati chiacchieravano allegramente, felici di aver passato la prova più importante della loro vita.
Alcuni di loro avevano le loro armi, le quali erano state ritirate all'inizio delle prove, per evitare che barassero.
Anche Nico aveva riavuto indietro la sua amata spada, donatagli dal padre, il Ferro dello Stige, chiamata così per la sua fama di aver causato moltissime morti in battaglia.
Era il tesoro più grande di Nico, perché gli ricordava casa.
Lui non era molto socievole, infatti, invece di andare nel gruppetto a parlare, aveva preferito sedersi nel prato, in disparte, a lucidare la sua amata spada: non era stata toccata per tre o quattro mesi, quindi era polverosa e il filo era meno tagliente.
Nico, con uno straccio e un pezzo di metallo in mano aveva iniziato a passare la stoffa sulla lama.
Ad ogni passata, la spada risplendeva sempre di più, fino a deviare la luce del sole.
Poi, col pezzo di metallo era passato lungo il filo, con movimenti lenti e precisi, come se stesse eseguendo un rituale.
In poco tempo, la spada era tornata al suo splendore originale. Nico ripulì anche il fodero che aveva appeso alla vita e rinfoderò la lama ormai perfetta.
Il suono di un corno da caccia lo distolse dal suo accorto lavoro di pulizia: era ora di...
ANGOLO PAZZOIDE:
MUAHAHAHAHAHAHAHAHAAA MA CHE BELLA LA SUSPENCE!
*schiva spade e padelle varie*
Abbiate pietà, sto aggiornando col raffreddore, nascosta sotto a 394 coperte diverse, con una scorta infinita di fazzoletti, patatine e cioccolatini, perdonatemi se il capitolo fa schifo.
~mad skull
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