9 - sincerità
Natsu è sul punto di morire.
I nemici sono fuggiti.
Il Fattore Rosso ha un nuovo piano.
Una sconfitta rimarrà per sempre segnata.
Come continuerà la storia? Quali segreti verranno a galla?
║9 - sɪɴᴄᴇʀɪᴛᴀ'║
▸ʟ'ɪɴɪᴢɪᴏ◂
☙───────────────☙
⋆⌊ La sincerità è il sorriso di un bambino, la risata dopo un solletico, un prato di primavera, una torta fatta in casa, una mano in cui senti il giusto incastro. ⌉⋆
☙───────────────☙
«Se dovessi morire fatemi dire delle cose: Scorpio sei davvero una bomba sexy, Juvia il tuo carattere mi fa eccitare, Gray tu mi stai altamente sulle palle ma sento che posso anche provare del bene per te, non fai tanto schifo dopotutto. Ah e dite al macellaio sulla Coast Road che la sua mortadella è unica» guardò tutti con sincerità prima di stendersi a terra.
Lucy e Juvia lo guardarono in malo modo restando comunque preoccupate, erano morte due persone innocenti. Gray invece fece vagare il suo sguardo sul braccio del ragazzo, il veleno stava colando via e il taglio era praticamente guarito.
«Zitto idiota non stai morendo, a quanto pare guarisci velocemente»
Natsu abbassò lo sguardo sul braccio dove era rimasto solo un piccolo graffietto «sono vivo!» disse allegramente toccandosi ovunque «vedete!? Sono vivo!»
«Lo vedo» sbuffò la bionda alzandosi. Si era preoccupata inutilmente. Quel ragazzo restava un totale idiota.
Juvia si girò verso il cadavere vicino alla macchina. Aveva fallito. Non era riuscita a salvarlo.
Si alzò e si diresse al corpo di Jura.
«La polizia lo aggiungerà ai casi irrisolti, le persone comuni non capiranno mai cosa sia realmente accaduto» lo guardava tristemente, delusa da sé stessa.
Gray si appoggiò con la schiena ad un albero incrociando le braccia al petto. I nemici erano oltretutto scappati. Adesso tutti sapevano che era fuggito. Ma pensavano anche che Firaman sia morto.
«Questo ci servirà da lezione» disse in modo serio. Quasi glaciale.
Lo sguardo di tutti fiondò su di lui, in modo confuso.
«Da soli non abbiamo alcuna possibilità contro di loro» continuò irrigidendosi, non poteva credere di star dicendo davvero una frase del genere. Eppure era la verità.
«Non mi piace avere altri tra i pedi» sbottò Juvia serrando la mascella.
Gray assottigliò lo sguardo fulminandola «allora ti piace vedere la gente morire senza poter fare qualcosa!?»
Juvia aprì la bocca per ribattere, senza però trovare le parole.
Lucy aveva la testa bassa, il viso oscurato.
«Ho la lista delle vittime e so come agiscono, possiamo precederli...» aggiunse senza sollevare il capo.
L'attenzione allora vagò su di lei. Forse stavano facendo dei passi avanti verso la formazione di un team. Forse.
Natsu si distese sull'erba, lui non aveva nulla, aveva solamente comprato un panino con la mortadella per poi seguire Scorpio fino a quel punto. Era forte ma non sapeva nulla del nemico. Solo che voleva distruggere quello con il suo stesso potere.
Gray chiuse gli occhi sospirando «io li conosco, dal primo all'ultimo»
Juvia imprecò sbuffando e voltandosi dall'altra parte «sono brava con le indagini, anche se la mia è stata solo fortuna... 'sta volta»
Il corvino alzò lo sguardo infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni. Guardò attentamente quei ragazzi. Forse qualcosa potevano fare. Potevano almeno provarci.
«Bene, dobbiamo pensare alle nostre mosse. Conoscete un posto sicuro?»
Natsu si mise seduto sorridendo «Lucy ha una villa enorme!»
Scorpio sgranò gli occhi, Gray e Juvia si voltarono confusi verso il rosato.
«Chi è Lucy?» chiesero quasi all'unisono.
Scorpio si fiondò sul ragazzo prima che potesse rispondere tirandogli un pugno in faccia facendolo tornare disteso sull'erba umida.
«Chiudi quella bocca, deficiente!» esclamò prima di prendere un grosso respiro e camminare verso i due ancora in piedi «portate quello che sapete. Ci vediamo al 777 Aquarius Road»
Detto questo andò via aiutandosi con la sua frusta per non dover fare troppa strada a piedi.
«È così sexy. E ne ho conosciute di donne attraenti ma, Cristo, lei è una bomba. Bam» imitò un esplosione con le mani per poi portarsele in faccia precipitando nelle fantasie più lussuriose.
-
Rain era sotto le coperte, Juvia era seduta sul bordo del letto del bambino. Lo guardava sorridendo dolcemente, dopo avergli letto una storia. Per quanto il corvino sembrasse caratterialmente maturo e fin troppo intelligente, era pur sempre un bambino di sei anni.
«Mamma» la richiamò attirando la sua attenzione «un giorno mi porterai a Clover Town? Ho sempre voluto sciare su quelle montagne e poi c'è un ristorante che fa gli yakitori migliori di sempre!»
Juvia gli diede un bacio sulla fronte accarezzandogli una guancia. Amava suo figlio più di ogni altra cosa al mondo. E pensare che all'inizio non voleva neppure saperne di avere un bambino. Pensiero svanito nello stesso momento in cui l'ha visto.
«Certo, quando concluderò una cosa ti porterò assolutamente» gli sorrise.
«Si, però deve venire anche Gray... oh e zio Gajeel con la sua fidanzata. Sai, mamma, oggi l'ho conosciuta. Si chiama Levy ed è dolcissima! Sembra una bambina in confronto a zio Gajeel. Mi ha detto anche che posso chiamarla zia» gli occhi del bambino erano illuminati di gioia, una luce che contagiò anche la turchina.
«Che hai fatto di bello a casa di Gajeel?» chiese toccandogli la punta del naso.
«Beh in realtà appena sono entrato li ho trovati in una strana posizione sul tavolo da pranzo. Non lo sapevano che avevo le chiavi. Poi gli ho chiesto cosa stavano facendo e sono letteralmente saltati in aria. Così lo zio mi ha detto che stavano giocando ai lottatori di Sumo. Ma ho capito che era quella strana lotta che fanno tutti i grandi...» spiegò in modo innocente.
Juvia sentiva di avere uno strano tic all'occhio destro mentre fissava suo figlio all'allibita. Quel idiota del suo vicino aveva pure letto il messaggio 'lascio un attimo Rain da te'. Tenere le mani a posto per lui era tanto difficile?
«Senti, mamma... secondo me dovresti fare anche tu la lotta con Gray. Secondo me ti piacerà. Dall'espressione che aveva zia Levy sembrava una cosa bella»
I capelli di Juvia si drizzarono all'udire quella frase. Doveva chiudere assolutamente la conversazione. Si alzò di scatto facendo sussultare Rain.
«È dormire, devi tardi!» successivamente si accorse di aver sbagliato qualcosa e scosse la testa «volevo dire... è tardi, devi dormire!»
Rain guardò confuso sua mamma, non l'aveva mai vista così strana. Pensò che forse c'entrava la storia della lotta. Magari aveva effetti differenti, dipendeva dalle persone.
«Secondo te anch'io farò la lotta con qualcuno, che ne so, tipo con Wendy Marvel»
Juvia lo guardò con gli occhi spalancati «chi... chi è Wendy?»
«Frequenta il liceo di Fairy Tail, accanto la mia scuola. Però la vedo sempre con un ragazzo...»
«Buonanotte, tesoro» rise in modo isterico chiudendo la porta e fiondandosi in camera sua.
Era stata decisamente una giornata pesante. Come al solito. Probabilmente da lì in avanti sarebbero state tutte così.
-
«Buona Domenica, signore, e grazie» la commessa del supermercato sorrise allegramente a Natsu che afferrò la sua busta.
Stava morendo di sonno. Aveva le occhiaie, i capelli scompigliati come al solito, il giubbotto di jeans, una felpa rossa e la sua sciarpa preferita al collo. La sua espressione non era arzilla come sempre ma sembrava stesse sul punto di gettarsi giù da un ponte.
«Ma quale signore! Non vede che ho appena vent'anni! Sono giovane!» esclamò avvicinandosi alla commessa nonostante a dividerli ci fosse il bancone della cassa.
La ragazza dai capelli corvini raccolti in una coda alta fece un passo indietro sorridendo nervosa.
«Però, ha ragione, ieri ho trovato un capello bianco. Bianco! Sto invecchiando! L'età si fa sentire me ne sto rendendo conto solo ora! Ecco perché inciampo sempre e faccio pensieri sconci su quelle più piccole!» lasciò la busta sul bancone e si lanciò per terra disperato «sono un vecchio pedofilo! Mi sento sprofondare nell'autocommiserazione! Oddio! La crisi di mezz'età!»
La ragazza alla cassa si affacciò ridacchiando nervosa ma allo stesso tempo alquanto perplessa.
«Mi scusi... c'è gente che deve pagare, potrebbe prendere la sua busta?»
Natsu si alzò sbuffando e prese la busta con una mossa secca «non c'è neppure il rispetto per gli anziani, ma che mondo, che gioventù!» infilò una mano nella tasca alla ricerca delle sue sigarette. Ne prese una portandosela alle labbra, mise la busta sul braccio in modo da avere la mano libera e cacciò l'accendino portando l'altra mano come riparo dalla corrente, accendendo in seguito la sua sigaretta.
Posò nuovamente tutto nella tasca del giubbotto di jeans cominciando a fumare. Non sapeva neppure se era stato invitato a casa di Scorpio, o Lucy, come aveva letto sul cartellino della sua divisa al negozio di scarpe. Però voleva andare e rendersi utile, in qualche modo.
Anche se doveva pur portare qualcosa, andare lì a mani vuote non era certo il caso.
Fermò la sigaretta tra le labbra abbassando lo sguardo sulla busta della spesa. Alzò successivamente un sopracciglio. Beh, forse qualcosa poteva portarla.
Camminò fino alla villa della bionda. Dopotutto Aquarius Road era solo a due isolati dalla Coast Road dove si trovava il suo supermercato di fiducia. Anche se cambiavano ripetutamente commessa. E pensare che aveva iniziato a frequentare quel posto per Lisanna Strauss, adesso di lei in quel posto non c'era neppure l'ombra. Almeno aveva la sua marca preferita di mortadella.
Suonò il campanello della villa e dopo qualche secondo qualcuno aprì la porta.
Davanti a lui vi era una ragazza dai lunghi capelli biondi sciolti che le ricadevano fino al fondo schiena, indossava una felpa dei Crocus, una squadra fortissima di basket, e dei comodi legging neri.
Fece risalire lo sguardo alla felpa dei Crocus e non solo per il ben di Dio di cui la ragazza era avvantaggiata ma per contemplare il fatto che forse anche a lei piaceva il basket. E se c'era una cosa che Natsu amava, dopo le donne e gli affettati, era il basket.
«Tu che diavolo ci fai qui?» chiese la ragazza incrociando le bracci al petto e alzando un sopracciglio alquanto infastidita.
Natsu si massaggiò il collo con la mano libera, sorridendo nervoso stando attento a non far cadere la sigaretta.
Prima di parlare, però, si affrettò a spostarla dalle labbra.
«Sono stato invitato»
«No, non è vero» disse la ragazza con la sua solita voce seccata.
Natsu abbassò il capo demoralizzato.
«Uffa, sono solo... e vecchio...»
Lucy alzò gli occhi al cielo, dovevano pur sempre collaborare perciò doveva sforzarsi di mettere da parte gli animi bollenti.
«Va bene, entra, ma non farmene pentire» sospirò leggermente esasperata. Forse più irritata.
Gli occhi di Natsu s'illuminarono. Buttò via la sigaretta sorridendo allegro. La stanchezza era sparita improvvisamente.
Prima di entrare però si ricordò di un'altra cosa.
«Senti, ma quanti anni hai?» chiese assottigliando lo sguardo pronto a qualunque risposta.
Lei abbastanza confusa decise comunque di rispondere.
«Diciannove, perc-» prima che potesse fare qualcosa il rosato si lanciò per abbracciarla stando attento alla busta della spesa.
«Non sono un vecchio pedofilo! Grazie! Grazie!»
Con la stessa velocità con cui si era lanciato, corse verso la cucina come se fosse a casa sua.
Lucy chiuse la porta confusa e perplessa «prego...?»
-
Natsu aveva sistemato la spessa dopo aver notato che la cucina di Lucy era piena di cibo integrale. Grande colpo basso per un buongustaio come il rosato.
Perciò decise di rinunciare al cibo che avrebbe tenuto nel suo appartamento per donarlo alla ragazza. Sempre se lo avrebbe mangiato.
Erano anche arrivati Juvia e Gray che avevano portato quel che serviva per studiare un piano.
La turchina aveva portato i suoi fascicoli mentre Gray aveva scritto quel che sapeva sul nemico. Doveva vedere bene cosa poter dire, cosa non dimenticare ma soprattutto: cosa tenere per sé.
«Questa è la lista che ho trovato» Lucy posò il foglio sul tavolo dove erano seduti tutti, poi cominciò a far scorrere il dito sui nomi «noi siamo in cima alla lista, eccetto Gray, quelli con più trattini sotto il nome sono quelli più forti, almeno credo» alzò lo sguardo verso il corvino per una conferma.
Lui distolse lo sguardo prima di decidersi a parlare «si, circa. A me e a qualcun altro hanno dato solo i vostri nomi. Quelli sottolineati non sono solo forti, ma vuol dire che rappresentano un pericolo dato che non abbiamo abbastanza informazioni sulle loro capacità. Perciò vengono affidati a persone altrettanto forti»
Lucy annuì tornando a guardare la lista mentre Juvia fermò per qualche altro secondo lo sguardo sul ragazzo, era indecifrabile ma evidentemente pensieroso.
«Ho anche scoperto che colpiscono i multipli di quattro, ovvero saltano quattro persone» disse indicando i nomi cancellati.
Juvia si affacciò «allora è probabile che siano divisi a quattro per ogni età, perciò prendendone uno ogni quattro le vittime hanno tutte un anno di differenza»
«Esatto, non pensavo che tutta questa gente avesse qualcosa di speciale qui a Magnolia» sospirò la bionda osservando la lista.
«Ma sono anche capacità ereditarie, perciò molti non sanno neppure di averle» aggiunse Gray a sguardo basso, ripensando a quello che aveva visto e vissuto.
Lucy si morse il labbro «ma com'è possibile... che questo esista?»
Gray non sapeva se sarebbe riuscito a parlarne, ma fu salvato dal rumore di qualcosa che andava a sbattere violentemente contro il tavolo facendo sussultare tutti.
Lo sguardo andò a finire sul rosato che durante la conversazione aveva preso un pacco di mortadella affettata e l'aveva letteralmente buttata sul tavolo.
Lucy lo fulminò con lo sguardo. Ma c'era qualcosa che nessuno aveva notato nel ragazzo. Non aveva la faccia da idiota che lo caratterizzava. Era quasi arrabbiato.
«Che c'è!? Quest'argomento mi mette fame» aprì velocemente il pacchetto cominciando a buttare giù l'affettato alla velocità della luce. Come se non mangiasse da decenni.
Ancora con il boccone in bocca cominciò a parlare «allora? come li massacriamo quei bastardi?»
Juvia sospirò «potremmo contare sull'effetto sorpresa, anche se ci siamo presentati lì una volta poteva sembrare solamente un caso. Ancora non sanno cosa sia realmente successo ai morti dell'appartamento. Perciò ci piazziamo lì prima di loro e li catturiamo all'improvviso» spiegò mettendosi comoda sulla sedia. Altro che signorina.
Gray ci pensò su prima di rispondere.
«Può funzionare, nel frattempo potrei riconoscerli e dirvi il loro potere, così da colpire quello adatto alle nostre capacità»
Lucy aveva alzato il naso al soffitto, pensierosa. Stava ragionando su una cosa che vagava nella sua mente da un po' di tempo.
«Pensate che il Fattore Rosso e questa capacità siano collegati?»
Gray s'irrigidì sulla sedia, facendo vagare lo sguardo altrove. Juvia pensava al possibile collegamento, pensava a suo padre...
Natsu si riempì la bocca di mortadella abbassando lo sguardo. Le sue emozioni erano così difficili da comprendere. Era come la luce che attraversava un prisma: un'unica persona dalle mille sfumature. E nessuno era mai riuscito a capire quale di esse era in quella determinata situazione.
Gray si schiarì la voce afferrando la lista «beh, seguendo la logica la prossima è una certa Sally Donovan... ma non c'è alcun indirizzo e la capacità sembra essere sconosciuta»
Juvia si colpì la fronte con la mano «cazzo, okay, all'indirizzo ci penso io. Ma sono convinta che sia una falsa identità»
Gli sguardi confusi finirono su di lei che si alzò dalla sedia avvicinandosi all'uscita. Si girò prima di uscire.
«Troviamoci al distretto di polizia Dragon Force alle 16» detto questo andò via sbattendo la porta.
Lucy assottigliò lo sguardo «è la mia porta abbi rispetto!» esclamò prima di sbuffare incrociando le braccia.
«Okay, vi lascio. Devo tornare dal mio amico» si alzò prendendo la sua felpa. Tutti si chiedevano come facesse ad andare in giro con indosso solo quella. Ma dopotutto sapeva dominare il ghiaccio.
Quando Natsu e Lucy furono rimasti soli, nel silenzio più assoluto, la bionda si alzò, aveva sempre quell'aria pensierosa. Come se fosse costantemente tormentata da qualcosa.
«Vattene anche tu» sbuffò raggiungendo il piano superiore, diretta al suo posto preferito: il tetto.
Natsu la guardò andare via, aveva notato in lei qualcosa che non andava, la domanda che aveva posto... Doveva saperne di più. Per quanto quelli non potevano essere affari suoi, aveva come la sensazione che fossero afflitti dallo stesso problema.
Buttò la carta che prima conteneva la mortadella e salì anche lui le scale. Si guardò attentamente intorno, era enorme quella casa. Poi individuò una porticina sul soffitto. Alzò il braccio tirandola verso il basso, da essa uscirono delle scalette e, alzando lo sguardo, poteva notare il cielo mattutino.
Salì le scale e osservò il panorama ammaliato, da lì su Magnolia era stupenda. Il cielo era stupendo. Eppure loro sapevano bene quanto in realtà quella bellezza fosse un'illusione.
Uscì completamente da quel passaggio e si accorse che la ragazza era seduta con i piedi a penzoloni sul tetto.
Si sedette accanto a lei osservando il cielo.
«Ehi, tutto bene?» chiese con voce pacata.
La bionda si passò velocemente il palmo della mano sotto gli occhi, tramutando la sua espressione in una irritata.
«Ti avevo detto di andartene» sbottò senza però distogliere lo sguardo dal panorama.
«Sei bipolare, lo sai? Con gli altri sembri la persona più dolce del mondo eppure ti basta guardarmi per diventare una belva»
La bionda gonfiò le guance, faceva sempre così quando era irritata o imbarazzata.
«Perché tu sei fastidioso e inquietante e stupido e mangi come un maiale e non pensi quando fai qualcosa e...»
«Okay, basta, ho capito» sbottò il ragazzo fermandola «io non ti piaccio per nulla. Però vorrei aiutarti comunque, ti andrebbe di raccontarmi cosa ti preoccupa?»
Lucy si voltò verso il ragazzo, stupita, gli interessava davvero saperlo? Di solito non parlava con nessuno della sua vita e di cosa la preoccupava. Si sarebbe sentita meglio se l'avesse fatto? Nonostante l'ascoltatore fosse uno come lui?
Distolse di nuovo lo sguardo, puntandolo alle nuvole, anche se sapeva bene che il rosato la stava fissando.
«Mia madre, Layla, era esattamente come voi. Aveva delle capacità. Poteva guarire le persone, anche quelle sul punto di morire. Era meravigliosa. Quando la osservavi ti sembrava quasi di vederla brillare. Il mio nome l'ha scelto anche perché è un miracolo se sono nata, inizialmente lei non poteva avere figli eppure eccomi qua. Lucy vuol dire luce e vita. Ma guardami! Io non sono così. Comunque sia, tre anni fa è stata assassinata. Mio padre non ha retto, lui mi vuole un bene dell'anima, questo lo so, ma non è riuscito ad occuparsi di me e mi ha lasciato dai nonni, in Arizona. Sono tornata qui solo ed esclusivamente per vendicarmi, anche se non ho alcun potere, e per riprendermi la vecchia casa della mia famiglia, ovvero questa. Solamente che l'uomo che ha ucciso mia madre lavorava per qualcun altro, mi ha detto che questo qualcuno sa tutto sull'apparizione delle capacità, purtroppo non ho mai capito chi sia»
Quando ebbe finito di raccontare si sentì un po' più leggera, era davvero così bella la sincerità?
Natsu istintivamente afferrò la mano sella ragazza guardandola seriamente. Ella si sentì costretta a voltare il capo verso il rosato, i loro nasi quasi si sfioravano.
«Ti prometto che avrai la tua vendetta, tutti noi l'avremo»
Lucy spalancò lievemente gli occhi per la sorpresa, socchiuse la bocca per dire qualcosa, ma non uscì nulla.
«Comunque» il ragazzo voltò il capo verso il cielo avanti a sé «sono sicuro che il potere di tua madre è da qualche parte, dentro di te»
La bionda rimase a fissarlo ancora un po', era un ragazzo pieno di sorprese. Il suo carattere era così ricco di sfumature che poteva essere impossibile scoprirle tutte. Ma era così bello ritrovarsi una persona capace di sorprenderti sempre al proprio fianco.
Un sincero sorriso comparve sul viso della ragazza che, prima di voltarsi a guardare il cielo mattutino, strinse la mano del ragazzo che non aveva abbandonato la sua, sentendosi improvvisamente meno sola.
║sᴘᴀᴢɪᴏ ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ║
Quali segreti nascondono Natsu e Gray?
Chi sarà questa Sally Donovan?
Come procederanno gli eventi?
Cosa sarà nato tra i quattro protagonisti?
Quante sfumature nascoste avrà ancora Natsu?
Scopritelo leggendo!
-Rarm☆
ⓒ xxʀᴀʀᴍxx
❏ ᴘᴇʀsᴏɴᴀɢɢɪ ᴏʀɪɢɪɴᴀʟɪ ᴅɪ ʜɪʀᴏ ᴍᴀsʜɪᴍᴀ
❏ ᴄᴀʀᴀᴛᴛᴇʀɪ ᴇ ᴠɪᴄᴇɴᴅᴇ ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴍᴇɴᴛᴇ ᴅɪᴠᴇʀsɪ ᴅᴀʟ ᴍᴀɴɢᴀ/ᴀɴɪᴍᴇ
❏ ʟᴀsᴄɪᴀᴛᴇ ᴜɴᴀ sᴛᴇʟʟɪɴᴀ ᴇ sᴇɢᴜɪᴛᴇ ɪʟ ᴍɪᴏ ᴘʀᴏғɪʟᴏ ᴘᴇʀ ɴᴜᴏᴠᴇ sᴛᴏʀɪᴇ ᴇ ᴀᴠᴠɪsɪ
❗️ᴀᴛᴛᴇɴᴢɪᴏɴᴇ: ʟɪɴɢᴜᴀɢɢɪᴏ sᴄᴜʀɪʟᴇ, sᴄᴇɴᴇ ᴅɪ ᴠɪᴏʟᴇɴᴢᴀ ᴇ ʟᴜᴄɪ ʀᴏssᴇ
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top