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⤿ 𝚏𝚘𝚛 . . . Felpato004

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... 𝚠𝚛𝚒𝚝𝚒𝚗𝚐 ...

― 𝚗𝚘𝚖𝚎 . . .

... ❝ Reinoud ❞

Appassionati di tutto ciò che potesse mai donare un'apparente superiorità al proprio cognome, la ricerca del nominativo in seguito affidato al pargolo fu senza dubbio ardua. Alla ricerca di minuziosi particolari storici e non, giunsero finalmente al tanto ricercato nome a detta loro "imponente al punto giusto". Reinoud, la corrispondente olandese di Rinaldo, un nome senza dubbio letto e riletto in numerosi libri narranti le gesta antiche dello stato, seppur non al livello d'importanza di quello affidato al figlio più grande. Non fu una sola la figura storica possedente tale nome, ma fra le tante spicca il titolo di Reinoud III Van Brederode, nato come figlio nobile di Walraven II van Brederode e di Margherita van Borselen; sposò Filippina van der Marck, una delle figlie del conte Roberto II de La Marck. Fu signore di Brederode, di Vianen, visconte (ereditario) di Utrecht, feudatario di Amstelveen e persino maestro di caccia dell'Olanda. Fra i suoi innumerevoli ruoli è per di più presente quello da consigliere e maestro di camera dell'imperatore Carlo V. Speranzosi di poter donare lui un simile futuro brillante con la stessa semplicità con cui segnarono il nome all'anagrafe, diedero per scontato che entrambi i due ereditari avrebbero eccelso nella loro crescita, senza però mantenere le loro ambizioni imparziali. Fin dalla più giovani delle età, i due si trovarono a competere per la rispettiva rilevanza sotto gli occhi dei soddisfatti genitori, alquanto beati a definirsi il premio messo in asta nelle battaglie dei figli, incuranti dell'astio formatosi in tale modo fra questi. Falsamente celati dalle fini pareti, non potevano considerarsi rare le volte in cui semplici scontri di sguardi cagneschi si trasformassero in vere proprie gare di resistenza, colui ad aggiudicarsi il premio da vincitore sarebbe stato il fratello più propenso a resistere alle reali lotte, dove pugni e calci volavano senza ritegno. Il più piccolo invidiava il nome donato al fratello, Jan, lo stesso del famoso pittore olandese Jan Vermeer, e pur non possedendo le stesse doti di Reinoud III, era riconosciuto maggiormente rispetto al primo, simbologia applicabile ai consanguinei in perenne battaglia fra di loro.

― 𝚌𝚘𝚐𝚗𝚘𝚖𝚎 . . .

... ❝ Van Velsen ❞

Riprendendo le proprie origini dall'antica cittadina di Velsen, situata in nord Olanda, non fu mai complicato per i compaesani riconoscere i proprietari del cognome, membri di spicco di quella società che andava a premiarli per il solo sforzo di esistere. Non che Reinoud ne avesse mai potuto abusare, anzi, alle volte pareva persino impossibile rendere riconoscibile il fatto che anch'egli ne fosse il proprietario, un problema mai affrontato dal maggiore, riconosciuto alle volte come il solo ed unico figlio dei signori Van Velsen, nonostante le carte legali negassero simili pettegolezzi da bar. Eppure le chiacchiere lo accompagnarono imperterrite nell'intero arco della sua crescita, al punto di sorprendere le persone quando corrette nel dire che Jan era figlio unico, incredule nell'apprendere dell'esistenza di un secondo ragazzo.

― 𝚎𝚝𝚊' . . .

... ❝ Diciannove anni ❞

Da grande credente quale è, non diede tempo al tempo, e non appena venne a conoscenza dell'esistenza di una possibile fonte di premonizioni sul suo conto, ci si fiondò a capofitto, finendo in un circolo vizioso si oroscopi e cartomanti, principalmente dopo aver scoperto di essere nato sotto il segno dei gemelli, il 29 maggio. Forse toccate dalla palpabile disperazione del ragazzo, nessuna delle numerose veggenti tentò di prendersi gioco di lui e della sua speranza, rispondendo ogni volta allo stesso identico quesito di questo: "diventerò come mio fratello?". Ponendo fiducia in elle, credette a ciascuna profezia a lui affibbiata, anche se in contrasto con quelle ricevute in precedenza. Insolito passatempo che se mai scoperto dal più grande avrebbe condannato Reinoud ad un ennesimo ricatto, credenze simili sarebbe condannate nella loro famiglia, così come al di fuori di essa, motivo per cui mantenne ciò un segreto, presentandosi indiscreto nelle dimore delle signore, atto che se colto di per sé avrebbe attirato non poche chiacchiere nel vicinato, forse una delle poche cerchie sociali a conoscenza del suo legame con i Van Velsen.

― 𝚄𝚕𝚝𝚒𝚖𝚊𝚝𝚎 . . .

... ❝ Ultimate Redactor ― Super Redattore ❞

Seguendo il sogno del fratello, intraprese anch'egli la carriera di questo, eccellendo dopo solo poco tempo di impiego nel settore, senza però essere in grado di raggiungere la vetta dell'altro. Nella sua scelta di mestiere non c'era di certo passione a primo impatto, solamente una incontenibile sete di parità, di uguaglianza col più grande, a lui sempre stata negata. Ci volle poco tempo prima che il solo tentativo di copiare Jan diventasse una vera e propria passione, motivo di ancora maggior invidia per egli, non ricevendo gli stessi suoi meriti nonostante l'impegno sudato. Prese parte, inizialmente, in svariate rubriche giornalistiche, passando poi, in fine, a libri e collezioni letterarie di ogni genere e di qualunque autore, da alta a bassa popolarità. Eppure il fratello continuava ad ottenere proposte in più, a volte anche di poco, forse un paio, lasciandolo continuamente al secondo posto, e Dio solo sa' quanto a Reinoud il tutto lo opprimesse. Jan non migliorò assolutamente la situazione, non perdendo occasione per mettere in mostra i propri traguardi e vittorie, esponendo esplicitamente il suo ritenersi un costante gradino in avanti rispetto al fratellino, persino in amore, vantandosi di quanto riconoscimento portasse il suo titolo, uguale al suo seppur socialmente diverso. Ed era, per l'appunto, innegabile il fascino che tale posizione donava al giovane Van Velsen, annegato nella miriade di donne disposte a tutto pur di attirare la sua sola attenzione, e mentre l'amore per egli cresceva quello per il più piccolo diminuiva, riducendolo ad una semplice macchina di correzione. La gente amava il suo modo di lavorare, questo era certo, ma tralasciava la sua parte umana, a differenza delle premure rivolte a Jan in redazione, cosa che mai giovò al suo crescere. Fino a quando ebbe l'occasione di porre fine ad una simile ingiustizia, prendendo vantaggio da un errore del disprezzato fratello.

― 𝙽𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚒𝚝𝚊' . . .

... ❝ Olanda ❞

― 𝙰𝚜𝚙𝚎𝚝𝚝𝚘 . . .

... ❝ Jack Vessalius ― Pandora Hearts ❞

A primo sguardo l'aspetto di sé che salta all'occhio sono i suoi naturali capelli, dipinti di un biondo oro, dall'aria addirittura fittizia, ma il colore di cui sono tinti non è di certo la principale causa di sguardi ammaliati, le ciocche, pettinate e curate, scendono si allungano fino a raggiungere l'altezza di ben metà polpaccio, quasi a toccare le esili caviglie, dettaglio spesso dato per montato, magari una parrucca, o forse un'estensione della corta chioma, deduzioni errate, esseno essi frutto di anni e anni di attesa e cura. Da bambino non passava giorno in cui i puntigliosi genitori non controllassero l'esatta lunghezza della pettinatura, prontamente disposti a tagliare essa loro stessi per mantenere la forma da loro desiderata, sorte che toccò anche al fratello, ma che non sembrò disturbarlo più di tanto a differenza del minore, costantemente costretto a nascondere simili pettinature per vergogna, celando essa al di sotto di monotoni cappelli o berrette, stando ben attento a non lasciarsi scorgere dall'altro, certo che l'azione, se spifferata al padre, lo avrebbe condannato ad un severo rimprovero. Forse fu una fortuna che i genitori persero interesse nella sua presenza, iniziando a non curarsi neppure del suo aspetto, permettendogli così di apportare qualsivoglia modifica alla propria chioma senza temere ripercussioni se scoperto. I primi mesi mantenne ugualmente il vizio imposto tempo addietro da loro, combinando i suoi capelli in modo da poter ricevere la minima lusinga dagli adulti, fallendo nel suo intento, abbandonando ciò e lasciando semplicemente libero sfogo alle ciocche, le quali, in salute, non tardarono a crescere a gran velocità, nonostante egli non perse l'abitudine di riporli all'interno di un copricapo fino a tarda adolescenza, quando il suo nome divenne famoso abbastanza da non potersi permettere di possedere insulsi segreti di quel genere. Fortuna ereditata dal sangue Van Velsen, figli e nipoti che siano, posseggono ognuno di loro delle singolari iridi, iniettate di un verde prato semplice da riconoscere, una delle motivazioni principali per cui, alle volte, riconoscevano il piccolo Reinoud come fratello di Jan, dettaglio di cui egli avrebbe fatto volentieri a meno, ma non si permise mai di celare esso con lenti o simili, ricordando le gesta del cugino di terzo grado, venuto etichettato come nullità per il solo tentare l'impresa. Il ragazzo, possiede un'altezza nella media, né esageratamente alto, né tanto meno troppo basso, tratto condiviso con la madre, una donna dalle proporzioni adeguate, a differenza del marito e del primo figlio, entrambi cime, fortuna sfruttata al meglio da Jan per frasi beffa del fratello già da piccoli, sempre pronto ad abusare della sua evidente imponenza per potersi fare beffa di egli o malmenarlo senza ricevere contraccolpi.

― 𝙽𝚊𝚣𝚒𝚘𝚗𝚊𝚕𝚒𝚝𝚊' . . .

... ❝ Olanda ❞

Seppur costretto spesso a viaggiare in compagnia della madre e del fratello, non amerà mai alcun luogo quanto adora l'Olanda. Non certo per una questione di appartenenza o altro, ma per un punto di vista oggettivo, affascinato dalle distese verdi e in fiore, rarità da vedere in altri paesi.

― 𝙲𝚊𝚛𝚊𝚝𝚝𝚎𝚛𝚎 . . .

Costretto ad indossa i panni d'ombra fin da bambino, non ricevette mai i meriti a lui destinati, motivo per cui il suo comportamento si conformò di conseguenza, adottando i modi di un figlio ammaestrato sotto il volere del fratello maggiore. Abbandonò persino gli iniziali tentativi di potersi opporre ad egli, essendo i risultati di tali scontri ovvi già in partenza. Distaccato nei confronti dei familiari e dei conoscenti, sembra a dir poco una persona totalmente differente quando in compagnia di sconosciuti e delle poche anime che considera amici. Certo, in quel suo atteggiamento distaccato mai si sognerebbe di comportarsi in maniera irriverente o che potrebbe mai andare a peggiorare la sua reputazione con i genitori, semplicemente manca dell'entusiasmo e della premura conservata, invece, per le persone che non considera parte di quella cerchia sociale a cui deve per forza spiegazioni dopo ogni sua mossa. Non essendo un fan degli interrogatori in generale, ha sempre faticato a mandar giù il nodo alla gola causato dalle ripetitive e opprimenti domande rivolte dall'invadente e dittatoriale madre, pronta a mettere in discussione la benché minima azione del più piccolo, non resistendo alla possibilità di prenderlo da parte per renderlo vittima dei suoi interminabili quesiti. Col passare del tempo, Reinoud, iniziò a prendere sempre maggiore dimestichezza con tali avvenimenti oramai di routine, riuscendo a fare a meno di quel costante timore che lo attanagliava ogni volta, risultando dunque un ottimo bugiardo, ovviamente dentro i canoni dei dubbi dell'altra, senza mai esagerare nei suoi riguardi, ma non avendo ritegno quando si parlava di propri interessi. Egli non si ritiene orgoglioso di una simile abilità, affatto, ma è conscio di possederla, perciò qualvolta chiude un occhio, dando sfogo a qualche innocente menzogna, solo ed unicamente per poter mantenere il suo onore dinnanzi al fratello, anch'egli uno sfacciato bugiardo. I conoscenti non furono mai totalmente capaci di appropriarsi di un quadre specifico del ragazzo, riassumendolo in un "silenzioso ed educato individuo", niente di più e alle volte persino di meno. Il suo essere silenzioso, d'altronde, non deriva da alcuna forma di timidezza o di insicurezza, ma di semplice noia nelle parole altrui. Ritenuto per anni il Van Velsen noioso è finito per rigirare la medaglia, divenendo egli l'annoiato dalle attenzioni altrui. Situazione di netto cambiata dalle misteriose dimissioni di Jan, quando qualsivoglia contratto in possesso di questo passò nelle mani di Reinoud e la sua fama raggiunse l'apice, divenendo un personaggio illustre in ogni studio di redazione sparso per il mondo, fortuna una volta delle sole mani del fratello. E così quel riservato giovane divenne un'anima aperta e amorevole verso chiunque fosse ammaliato dalle sue capacità e non, ripromettendosi però di non fare la fine dell'altro, accecato dalla propria popolarità tanto da mettere in secondo piano qualunque cosa lo potesse mai ostacolare o anche solo rubare il suo tempo "prezioso". Numerose fanciulle vedono in lui una qualche sorta di principe azzurro, segnato soprattutto dal suo posato e ammaliante modo di fare in pubblico misto con la sua sbadataggine parecchio apprezzata, fattore che gli ha aggiudicato persino una quantità notevole di fan e fan club.

― 𝚂𝚝𝚘𝚛𝚒𝚊 . . .

Una strana famiglia dagli abiti vittoriani, così erano inizialmente etichettati i Van Velsen, esclusi per i loro peculiari modi di fare e di porsi, eppure non ci volle molto prima che le attenzioni tramutassero da negative a positive, specialmente dopo il divulgarsi della notizia dell'impiego della signora Van Velsen, la direttrice di un'imponente casa di produzione belga, ereditata dai lontani zii oramai deceduti. In seguito a tale scoop, il loro status sociale crebbe esponenzialmente, divenendo uno dei cognomi più di rilievo nel paesino in cui abitavano. I due, uniti da un'amore che andava ben oltre il solo interesse, inizialmente misero da parte persino i figli pur i coronare il loro sogno di novelli sposi, ritirandosi poi alla vita da genitori, pessimi genitori riterrebbe Reinoud. Il primo fu Jan, una conquista a dir poco, di un'immane bellezza già dai primi mesi di vita, e il suo intelletto non era di certo da meno, beandoli fin da subito di dimostrazioni pratiche di ciò. Si vantarono per tutta la città, illustrando le sue capacità e rendendolo popolare già dalla sua nascita. Poi fu il turno di Reinoud, nato quattro anni dopo egli. Certo, inizialmente persino lui venne ricoperto d'attenzioni, affetto e persino orgoglio, ma i due coniugi non ne possedevano a sufficienza per poterli dividere equamente, finendo per ricoprirne il primogenito. Già dai primi anni l'astio presente fra i bambini era palpabile, di costante malumore quando affiancati e incapaci di riposare nella stessa stanza senza dare sfogo ad uno snervante concerto di pianti nonostante l'età di Jan. L'antipatia era condivisa, ed essa parve alleviarsi una volta giunti i 5 anni, ma la costante sete di comparazione dei genitori fece tornare essa a galla più pronunciata di prima, stipulando una guerra definitiva fra i figli, di cui il vincitore era già palese da tempo. Giochi ricolmi di crudeltà, dove Jan non perdeva occasione per allontanare i coetanei e anche i più piccoli dal fratello, costringendolo ad isolarsi pur di scampare da quelle attività solite a comprendere il solo uso della violenza, scagliata contro di lui. Eppure poteva considerarsi non totalmente solo, grazie alla presenza di una misteriosa bambina, con la quale trascorreva interi pomeriggi a parlare dallo stanzino di camera sua, senza mai potersi avvicinare più di tanto a causa della loro distanza. Gli anni passarono, e lo scontro col fratello parve divenire una guerra fredda, frecciatine e cattiverie erano all'ordine del giorno, specialmente da parte del più grande, divertito nel vedere la delusione per il fratello sul volto del padre. Dopo il trasloco dell'amica, ricadde in una breve solitudine, alleviata poi dall'incontro con un coetaneo dal basso rango sociale, ma con cui poteva passare spensierate giornate, amicizia infangata poi dai pettegolezzi di Jan, i quali li inquadravano come una coppia di omosessuali, notizia che per poco raggiunse l'orecchio dei genitori, ma che fortunatamente venne fermata dalla notizia del maggiore, appena divenuto il cocco di un singolare redattore assieme al fratellino, seppur il traguardo del piccolo non parve entusiasmarli quanto quello del primo figlio. All'età di diciannove anni, spinto dall'impazienza della madre, Jan si sposò con una ragazza di origini belghe, proseguendo con la sua promettente carriera. seguito dal consanguineo. Probabilmente il secondo giorno più bello della sua vita quello in cui venne a conoscenza del piccolo segreto del fratello maggiore, in una relazione a solo un anno dalla sua promessa di amore eterno alla moglie, con una giovane scrittrice presa sotto la sua ala. Fu per lui uno spasso rendersi conto di avere l'intera vita i egli nelle sue mani, una parola e il suo castello di carte sarebbe stato reso al suolo. Ma oltre il poter vedere la sua vita cadere assieme ad esso, Reinoud non ne avrebbe ricavato nulla, perciò confidò la sua scoperta allo stesso Jan, rendendo esplicite le sue intenzioni se egli non avesse fatto lui un piccolo favore. "Voglio che tu ti dimetta.", questa fu la sua richiesta, e con la coda fra le gambe egli obbedì mansueto, lasciando in eredità al fratello il suo titolo e con esso ogni suo contratto e i produttori non sembrarono poi tanto dispiaciuti da ciò una volta riconosciute le immani capacità del fratello minore. Lì conobbe la fanciulla usata dal primogenito, e la riconobbe come la misteriosa bambina conosciuta nella sua infanzia, e, divenendo il suo redattore, se ne innamorò, sposandosi poco dopo con il consenso dei propri genitori, delusi dalle gesta del figlio più grande, presentandosi al matrimonio in sua assenza.

― 𝙰𝚕𝚝𝚛𝚘 . . .

... ― Fan club -- come già accennato, la sua figura pubblica ha suscitato molta attenzioni dalle fanciulle più giovani, tanto da spingersi a creare veri e propri fan club a suo nome, donandogli l'appellativo di "Mister Rapunzel", il motivo di ciò è alquanto palese, specialmente una volta osservata la sua fluente chioma dorata. Ricorda vivamente una delle sue entrate in redazione, lo sguardo geloso dei colleghi sarebbe bastato per ritrovarsi un livido in pieno volto, la scrivania era colma a ricolma di lettere e pacchetti spediti per posta allo studio e ancora non si era recato al casello postale. Passò l'intera nottata a scartare pacchi e leggere lettere, motivo per il quale il giorno dopo non si presentò a lavoro, preferendo rimanere beato fra le lenzuola, l'unica sua assenza dall'inizio della carriera.

... ― Capelli -- quando da bambino i coetanei appiccicavano le gomme da masticare ai suoi corti capelli, spesso riusciva a tagliare semplicemente la ciocca, mentre altre la gomma finiva direttamente al di sopra del cuoio capelluto, e una volta, non riuscendo a toglierla di mezzo, dovette strappare direttamente le ciocche, portando con loro anche la loro radice, motivo per cui al di sotto del capo c'è una piccola area su cui i capelli non crescono più, lasciando un minuscolo punto calvo.

... ― Fiori -- adora i fiori di ogni tipo, di fatto è oramai un'abitudine la sua quella di portarne un mazzo sempre diverso alla moglie, finendo poi per prenderne cura lui affezionandosi, rimanendoci addirittura male quando appassiti. Fin da bambino la sua cameretta era ricolma dii vasetti o simili contenenti bulbi intenti a crescere o fiorellini già pronti ad essere ammirati.

𝙏𝙝𝙚 𝙚𝙣𝙙.

𝐇𝐨𝐩𝐞 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐢𝐤𝐞 𝐢𝐭!