Capitolo 8.

Giappone -  20/03/1945            6:55 p.m.

Eren's pov.

Armin divenne il braccio destro del Generale Smith, le sue idee erano a dir poco geniali per essere sprecate, sopratutto in una situazione simile.
Erwin era un uomo brillante, ma per quanto fosse sveglio, una mente in più non gli avrebbe sicuramente dato fastidio.

Mi rassicurò il fatto che Armin nonostante la sua corporatura sempre rimasta abbastanza gracile si fosse fatto riconoscere sul campo.

Avevamo appena finito l'allenamento giornaliero e stavamo andando a fare tutti una meritata doccia quando sentii il Caporale appoggiarmi una mano sulla spalla.

Mi voltai
"Jeager posso parlarti?... in privato intendo"
La sua espressione apparve seria, non fece trasparire nessun tipo di emozione non riuscendo così a definire la natura di quella frase.

"Ehm.."
Iniziai guardando entrare i miei compagni in bagno.

"Sì certo"
Ripresi poi riportando lo sguardo sul suo.

Mi accompagnò alla sua cabina, un senso di malessere e ansia mi pervase, avevo paura.

Aprì la porta facendomi spazio per entrare per primo e così feci.
Una volta entrato anche lui, chiuse la porta alle sue spalle.

"Siediti Jeager, ho delle domande da farti"
Disse facendo roteare sul dito le chiavi.

Annuii titubante, mi guardai velocemente attorno trovando con lo sguardo l'unica sedia presente nella cabina. Era accogliente, molto riservata.

Mi sedetti sul bordo sentendomi fuori luogo, il sellino era imbottito, unii le gambe e vi appoggiai sopra entrambe le mani in attesa che l'uomo davanti a me iniziasse a parlare, ma per mia sfortuna sembrava proprio volesse prendere tempo, il giusto per farmi sentire a disagio.

Si appoggiò di schiena al tavolo proprio davanti a me continuando a prestare la sua attenzione a quelle dannate chiavi.

Deglutii forse troppo rumorosamente, perché il Caporale voltò immediatamente lo sguardo sul mio, probabilmente stava cercando un qualche segno di debolezza che non tardò certo ad arrivare.

Smise di giocare con le chiavi ed incroció le braccia al petto non distogliendo lo sguardo dal mio, i suoi occhi apparvero dannatamente profondi e taglienti, il tipico sguardo di chi non ha paura di sputarti addosso qualsiasi cosa gli passi per la testa.

Iniziai ad assumere un'espressione intimorita, corrugai le sopracciglia preoccupato iniziando a picchiettare le dita ritmicamente sulle mie ginocchia, in modo nervoso.

"Jeager, sarò rapido e coinciso con te"
Iniziò dopo un interminabile silenzio, la sua voce si disperse nel silenzio della cabina.

Annuii timorosamente.
"Come mai avete deciso di punto in bianco di consegnare i giornali questa mattina?"
Chiese poi alzando leggermente un sopracciglio.
I suoi capelli gli scesero irregolari ai lati del viso e la sua mandibola tirata, molto probabilmente era nervoso.

Sgranai impercettibilmente gli occhi.
"S-sono stati gli ordini del nostro Generale, i soldati eseguono e basta."
Tentai di discolparmi mantenendo il suo sguardo, che in tutta risposta distolse dal mio sospirando, come se si aspettasse una frase del genere pur sapendo perfettamente non essere la verità.
Storse le labbra e chiuse gli occhi prendendosi qualche secondo di silenzio, per poi fare leva con le braccia appoggiate dietro di lui sulla scrivania e venirmi addosso, appoggiando le mani ai lati dei braccioli.
Delle vene pronunciate si facevano spazio sulle sue braccia possenti.
D'istinto appoggiai la schiena allo schienale prendendo spavento.

"Vogliamo ancora giocare a chi racconta più cazzate?"
Chiese poi piegando lievemente la testa verso sinistra.

Sbiancai totalmente.
"Io signore non so di cosa stia parlando!"
Dissi più convinto, non potevo rovinare tutto, saremmo stati fucilati all'istante.

"Te lo richiedo un'ultima volta Jeager"
Disse poi.

"Chi vi ha commissionato l'incarico di distribuire i giornali?"
Chiese serio.

Presi coraggio.
"Con tutto il rispetto Caporale, le ho già detto che sono solo un soldato e che se mi viene impartito un ordine io lo eseguo"
Dissi scocciato avvicinandomi al suo viso.

"Ve lo ha impartito il Generale Smith, non è vero?"
Chiese poi non variando le distanze.

A quel punto mi stancai e lo scostai alzandomi velocemente dalla sedia, ma non feci in tempo ad arrivare alla porta che l'uomo mi placcò riportandomi vicino alla sedia, provai a difendermi ma la sua forza non si poteva certo comparare alla mia, finimmo per azzuffarci, finché il corvino non mi spintonò.

Caddi sul letto e non feci in tempo a realizzare che l'uomo mi si posizionò sopra, nulla di volgare in realtà, solo una tecnica militare.
"Sai che non posso lasciarti andare finchè non mi dirai la verità vero?"
Disse poi.
In una mano stringeva con decisione sopra la mia testa i miei polsi, aveva delle mani molto grandi e ruvide e con l'altra invece mi stava puntando l'indice.

"N-non capisco dove vuole arrivare signore, le ho già detto tutt-"
Non riuscii a finire la frase che il corvino mi circondò il collo con la mano libera facendomi sussultare leggermente.

"Eren Jeager, dimmi subito cosa c'è sotto"
Mi disse poi scandendo bene le parole.

Tentai di dimenarmi ma non feci altro che un gran casino, andai a toccare forse parti indesiderate, o probabilmente fu tutto nella mia testa, fatto sta che inevitabilmente iniziai ad arrossire.

"La prego mi lasci"
Dissi con un filo di voce.

Levi's pov.

Quel ragazzo assunse un'espressione supplichevole che non face altro che ispirarmi pensieri poco casti.

Strinsi leggermente la presa sul suo collo e il ragazzo inevitabilmente socchiuse le labbra, le guance arrossate e un'espressione tremendamente sottomessa.

Per un momento dimenticai completamente il motivo per cui lo portai in camera e sopratutto dimenticai la guerra e tutte le sue complicanze.
Il ragazzo sembrò pensarla esattamente come me perchè smise di dimenarsi continuando a guardarmi con un'espressione terribilmente sexy.

Allentai la presa, mi sentii in una posizione di estremo disagio a quel punto, mai mi era capitato di provare tali sensazioni per un uomo.
Lui di rimando approfittò del fatto che io allentai la presa per liberarsi le mani, afferrò la mia e se la portò vicino alle labbra.

Non distolse lo sguardo dal mio nemmeno per un secondo, era cauto, non voleva sembrare sfacciato e io glielo permisi, avrei voluto vedere fin dove si sarebbe spinto.

Aprì leggermente la bocca inserendo due mie dita all'interno cominciando a succhiare.
Persi un battito.

Era pur sempre un ragazzo di ventidue anni, io ne avevo trentasette, non era sotto nessun punto di vista etico corretto.

Eppure al ragazzo non sembrò dispiacere, dato che un'erezione si fece spazio fra le sue gambe.
Prima che avessi potuto fare qualsiasi cosa di sconsiderato tolsi delicatamente la mano dalla sua bocca, il ragazzo di rimando provò a non farmi allontanare ma non oppose troppa resistenza.

"Eren..-"
Iniziai leggermente a disagio.

"Lei mi eccita da morire Levi."
Confessò con ancora le gote rosse.

Come fa a sapere il mio nome?
Pensai.

Spazio autrice -
Buongiorno signori miei, spero vivamente possa piacervi la storia nonostante io aggiorni un po' a casaccio *perdonatemi*.
In ogni caso vi auguro un buon week end ♡
-Sofia

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